Per quanto cerchi di convincere il tuo corpo a non sperare, per quanto sai che le probabilità giocano contro di te, è innegabile che chi è alla ricerca di un figlio trascorra 15 giorni al mese sentendosi incinta.
Il dolorino lì, il crampettino là, chi sta cercando di avere un bambino vive costantemente in ascolto di ogni segnale (vero o presunto) lanciato dal suo corpo. In questo devo dire che il mio, di corpo, è particolarmente efficiente e anche fantasioso a suo modo.
Nell'ultima settimana abbiamo riscontrato: dolori intercostali sotto il seno, cosa che dovrebbe avere una incinta di almeno 7 mesi con il bambino coi piedi o la testa che spinge sulle costole. Ma su internet (le donne 30 anni fa facevano figli senza problemi perché non avevano internet con con tirarsi deficienti!!!!!) alcune tizie (forse più fuori di melone di me) sostenevano di avvertire questi dolori fin dall'inizio della gravidanza. Poi il giorno dopo sapore metallico in bocca (o meglio così mi era parso visto che non sono solita cacciarmi in bocca lamiere di ferro!), e QUESTO sì che è un tipico sintomo da inizio gravidanza. A questo aggiungici il seno dolorante e con qualche vena in rilievo (sì, col microscopio...) ed ecco che il quadretto era pronto. AVEVO CONVINTO IL MIO CORPO DI ESSERE INCINTO.
Peccato che poi la convinzione e la speranza da sole non bastino, perché è la natura che fa tutto. E la natura in questo momento è contro di me. E infatti, puntuale come la morte, il ciclo è arrivato. E il castello è crollato. La cosa peggiore è che l'arrivo del ciclo porta con se tutta una serie di avvisaglie quindi hai tutto quanto il tempo di struggerti e farti del male prima che tu possa davvero vederlo e accettare che sì, un altro mese è andato, sì mese prossimo sarò ancora un pochino più vecchia, sì altre 2 mie amiche sono incinte e io no.
Perché quello che le persone devono capire è che quando ti dicono che sono incinte non è che tu sia invidiosa perché loro hanno una cosa che tu non hai. No. Tu ti senti una nullità. Non è un confronto. E' semplicemente una constatazione. Ti accorgi di quanto il mondo sia profondamente ingiusto. E hai voglia cercare di pensare che c'è chi sta peggio di te e bla bla bla. Lo spero bene di non essere anche quella che sta peggio di tutti!!!! Ma qui, nel mio piccolo microcosmo, io non sono niente. Sono una donna che desidera un figlio che non arriva. Una donna che ha un marito che la ama profondamente, una donna che ha girato il mondo, che ha attorno amiche fantastiche...ma che non ha un bambino. E senza questo bambino si sente uno zero.
E mi fa pensare chi mi dice che un giorno ripenserò a tutto questo sorridendo. No. Questo anno ha creato una ferita così profonda dentro di me che porterò per sempre una cicatrice sul cuore. Perché io ci voglio credere che questo figlio arriverà. E' arriverà, chi mi conosce lo sa che arriverà, non importa come. Arriverà. Ma il dolore per tutte le speranze buttate al vento, i giorni passati a piangere, la presa di coscienza che persone che credevi amiche in realtà ti stavano accanto solo per speculare sul tuo dolore, la messa in discussione di tutta la mia vita e il mio mondo. No, quei giorni non ritorneranno più. Non si possono rivivere, rifare. Si può solo andare avanti sperando che il domani sia meglio dell'oggi e di ieri.
Oggi è il giorno più brutto di ogni mese, quello dove non vuoi vedere nessuno, dove nessuno ti ama e ti capisce. E tu lo sai che è una cazzata, che le persone che ti stanno accanto ti amano oggi più che in ogni altro giorno del mese. Ma tu ti senti sola. Con la tua pancia vuota. Il tuo cuore gonfio di tristezza. E la mente che non riesce ad accettare l'ennesima disillusione.