7 giugno 2017

E IL TEMPO CHE VOLA

Mai come da quando sono mamma i giorni si susseguono veloci. Le settimane diventano mesi e mi ritrovo, stasera, ad andare alla riunione per la scuola materna della mia piccola Sofia. Sofia, che mi sembra un mese fa che la vedevo per la prima volta nell'ecografia al Fertility Center, ignorando tutto quello che sarebbe successo dopo. Che mi sembra una settimana fa che me la trovavo tra le mani per la prima volta, sporca e piangente e semplicemente perfetta con il suo nasino schiacciato e quella bocca così bella che mai avrei potuto immaginare quanto sarebbe stata in grado di sorridere, piangere, urlare e baciare.

Il tempo passa in fretta e mi trovo per le mani una bimba che non è nemmeno l'ombra di quella che era un anno fa. L'unica cosa che ancora le accomuna sono i capelli biondi e ricci. Adesso Sofia parla bene, parla tantissimo, capisce TUTTO quello che le dici e ti risponde (e non sempre sono le risposte che vorresti), si veste da sola, ti aiuta ad apparecchiare per il pranzo, vorrebbe decidere lei ogni cosa e trattare su tutto. Uno sfinimento che non manca di sorprendermi e stupirmi. Perché mi sembra sempre pazzesco che quella sia mia figlia, che io abbia messo al mondo un esserino che nel giro di poco più di 2 anni ha imparato a camminare, parlare e fare mille altre cose. E ancora chissà quante imparerà a farne. Il miracolo della vita.





Quando la vedo giocare con gli altri bambini, vedo le cose che impara a fare all'asilo, il modo in cui appare grandi davanti ai miei occhi mi commuove. Poi quando ci addormentiamo alla sera, quando cerca le coccole allungandomi le braccia per farsi prendere, quando mi avvicina il viso per schioccarmi un bacio sulla bocca mentre la sto cambiando, quando dal nulla se ne esce con un "Brava Mamma!" e mi batte le mani perché faccio pipì nel water (visto che lei ci sta arrivando, lo vede come un traguardo per tutta la famiglia)...in quei momenti mi rendo conto di quanto, nonostante tutto, sia ancora piccola. Di quanto lei abbia ancora bisogno di me. Ma anche di quanto io abbia bisogno di lei.

So che ogni giorno che passa lei cresce sempre di più, inizierà a lasciare la mia mano ogni giorno per un pò più di tempo fino a quando mi dirà "Mamma, non rompere!" e a quel punto riuscirà a pensare a lei senza di me. Lei diventerà una donna. Io invece, mamma, sarò mamma per sempre, continuerò sempre a tenere i miei occhi fissi su di lei, sempre con la paura che qualcuno le farà del male e io non potrò aiutarla, che lei diventerà grande e smetterà di aver bisogno di me mentre io mai smetterò di preoccuparmi di lei. Il mestiere del genitore è veramente il più bello e difficile del mondo. Perché all'inizio quell'esserino dipende in tutto e per tutto da te, per ogni esigenza elementare. Poi dopo i primi mesi il laccio si allenta un pò ma per parecchi anni MAMMA sarà sempre la prima persona alla quale rivolgersi per ogni cosa. E ci saranno giornate facili e altre che non si vede l'ora che finiscano, giorni in cui ci chiederemo chi ce lo ha fatto fare di fare un figlio e giorni in cui penseremo di farne un altro.

La cosa meravigliosa è che il nostro cervello è capace, a distanza di tempo, di conservare solo i ricordi belli, eliminando quelli spiacevoli. Questo è il motivo per cui si trova la forza di fare un altro figlio dopo il primo. Perché passati un pò di anni ci dimentichiamo quanto i primi mesi fossero faticosi, stancanti e senza respiro. Se così non fosse l'umanità si sarebbe estinta e saremmo un popolo di figli unici. Quando i bambini crescono e iniziano ad avere meno bisogno di noi, le mamme soprattutto iniziano ad avvertire la sindrome da nido vuoto, sentono la mancanza di essere il perno attorno al quale ruotava tutta la vita del figlio e che le faceva sentire così importanti, e così ci ricascano, ripassando dal via. Perché la conosco bene quella sensazione di onnipotenza che ti da un neonato da accudire. Che poi, oddio, non è vero che i bambini senza la mamma non possono stare. O che quelli che stanno sempre con la mamma crescono più intelligenti o più sicuri o che so io.

Sofia è una bambina sveglia e vivace nonostante vada all'asilo e il pomeriggio stia con la nonna, non mi sembra una che soffre di deficit perché non l'ho allattata fino ai 2 anni o perché ho ricominciato a lavorare presto. Si è semplicemente adattata a quella vita. Ed è felice. Come lo sono io quando la guardo e la vedo crescere e sbocciare. E mi dico che oh, non mi basterebbero 5 vite per recuperare la stanchezza che ho accumulato in questi 2 anni e mezzo, ma ne vale la pena. La ricompensa è tutta lì, in quegli occhioni che mi guardano, in quella bocca che mi dice "Mamma sei bella!".

COSA MI PORTO NELL' ANNO NUOVO

Quest'anno gli anni saranno 39. Non me li sento, non sono pronta. Se penso che mia figlia ne compirà 9 poi! Mi sembra pazzesco quanto ve...