29 febbraio 2020

COSA HO IMPARATO DALL'INFORTUNIO

66 giorni fa, alle 4.20 della mattina del 25 dicembre, cadevo dalla scala di casa. Ricordo ancora quella mattina di Natale in Pronto Soccorso come fosse ieri, con mia figlia lasciata a casa ad ammirare tutti i suoi giochi nuovi mentre io, ferma su una sedia a rotelle in sala d'aspetto, cercavo di non piangere. 4 giorni dopo avevamo un volo da prendere, una vacanza che tanto avevo desiderato e programmato. Poi le lastre, la TAC e infine la diagnosi: Frattura osso cuboide, calcagno, astragalo e altra roba che nemmeno so pronunciare. Prognosi: 30 giorni di tutore, stampelle, eparina, calza elastica. Ho guardato quel piede grosso come una zampogna farsi sempre più scuro e sono crollata. Mi sono sentita sulle spalle la responsabilità del Natale rovinato a mia figlia, mio marito, i miei genitori, una vacanza da cancellare, un lavoro che non potevo comunque lasciare e, allo stesso tempo, un piede che mi rendeva inabile al 90%.

Da quel maledetto 25.12.2019 di giorni ne sono passati 66. A che punto sono? Il 30 gennaio ho tolto il tutore, 2 settimane fa ho iniziato la fisioterapia e, anche se so che non è stata una scelta molto saggia, ho mollato le stampelle dopo 2 giorni. Le odiavo con tutta me stessa. Quelle come la sedia a rotelle che avevo noleggiato per girare per casa. Adesso sono bipede, non cammino ancora bene, ma cammino. Riesco a fare le scale salendo con una discreta agilità, per la discesa invece sono un pò più indietro. Sto rimettendo in moto i muscoli della gamba, la fisioterapia mi sta aiutando molto in questo, anche se il piede in certi giorni invoca pietà. Ma io non lo ascolto, come non lo ascoltavo quando con il tutore e le stampelle mi aggiravo in azienda come se nulla fosse ma alla sera il piede era così gonfio da dover mettere il ghiaccio.

Da questa vicenda ho imparato alcune cose. La prima è di non dare per scontata la nostra condizione. Abbiamo la fortuna di camminare e di essere indipendenti, dobbiamo esserne grati. Mentre mi aggiravo per casa con la sedia a rotelle cercando di portare i piatti in tavola per non dipendere ulteriormente da mio marito, quando cercavo di svuotare la lavastoviglie ma da seduta non arrivavo abbastanza vicino, quando non riuscivo ad aprile il frigorifero, quando dovevo saltellare per arrivare sul wc o scendere le scale con il sedere dopo aver messo a letto mia figlia, ho capito l'immensa fortuna che avevo nel sapere che per me, quella situazione di disabilità, aveva una data di scadenza.

La seconda cosa che ho imparato è che ci sono cose delle quali, se anche mi lamento, non posso fare a meno. Come passare l'aspirapolvere!!!! Non potete capire quanto mi sia mancato passare l'aspirapolvere. Ad un certo punto ho anche provato a passarla mentre Sofia mi spingeva sulla sedia a rotelle. Non è stata una buona idea, ve lo dico. La fase successiva è stata il passare l'aspirapolvere saltellando. I miei glutei hanno ringraziato, non dico di no, ma era una fatica inenarrabile. Quando sono riuscita a passare l'aspirapolvere appoggiando il piede, Dio, ho provato vera e propria goduria! Tanto che adesso tendo a passarla almeno 2 volte al giorno, giusto per recuperare il tempo perduto.

E poi ho capito ancora di più l'importanza di uscire e non stare fermi. Fosse anche una gita di mezza giornata, ma è meglio della staticità. Il 1 gennaio ho preteso di andare a Lecco, con la sedia a rotelle. Volevo vedere lo spettacolo delle luci, volevo lo vedesse Sofia. Adesso non ho ancora molta autonomia nelle gambe, stamattina siamo andate a fare la spesa e, considerando la spesa, 2 volte le scale per portare in casa le borse, le pulizie con tanto di lavaggio pavimenti...alle 12 il mio piede aveva alzato bandiera bianca. Ma non mollo, voglio che i prossimi mesi siano splendidi per noi, voglio organizzare cose, vedere posti. Non ho intenzione di lasciare che questo incidente di percorso ci faccia restare fermi aspettando che la situazione migliori. Facciamo quello che le mie condizioni mi permettono. Ma facciamolo!

Da gennaio penso di aver messo in pista più azioni di quante io ne abbia mai fatte negli ultimi 10 anni. So che è la strada giusta, che dobbiamo continuare. La felicità è da quella parte. Mai restare fermi. MAI.


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