14 febbraio 2016

CHE POTREBBE SCOMPARIRE L'UNIVERSO TRANNE NOI

Ammettiamolo subito e facciamola finita. Quando nasce un bambino, nella coppia si verifica un terremoto. Chi lo nega, mente. Perché non è questione di lavorare o meno, di avere più o meno tempo. Quando si diventa mamma e papà, almeno all'inizio (e il termine INIZIO è veramente soggettivo...per me 14 mesi sono ancora inizio,almeno per quanto riguarda questo aspetto), la coppia intesa come marito e moglie, compagno/compagna, uomo/donna, insomma, quei due esseri che hanno generato il nano piangente, smette di esistere.

Noi donne siamo tutte prese dal bambino che ci prosciuga ogni energia. Prima il parto, poi il post parto, poi l'allattamento...il bambino sembra essere sempre e comunque un affare solo nostro. Poi il papà vorrebbe anche aiutare, povera anima, ma noi, con insito il gene della wonder woman, vogliamo fare tutto da sole. Così noi siamo ci sentiamo sfinite e lui si sente trascurato e messo da parte.
Io non ho vissuto la maternità a casa dal lavoro quindi non so come è stare con il proprio bambino 24/24 ma ho sviluppato da subito un legame fortissimo con Sofia, al punto che ogni minuto libero è un minuto per lei. E se devo scegliere tra lei e qualunque altra cosa, scelgo lei. Oggi come 14 mesi fa. Giusto o sbagliato non lo so. Ma io sono fatta così. Mamma Sara è fatta così.

Il sorriso dei genitori felici!

E siamo arrivati al punto che mi sento mamma più di quanto mi senta moglie. Raramente nel mio blog ho parlato di mio marito, ho sempre focalizzato l'attenzione su di me e su quelli che erano i miei sentimenti prima quando non riuscivo a restare incinta, poi quando lo sono rimasta e anche adesso,che sono mamma, non parlo di quello che mio marito fa o dice o prova. Un pò perché mio marito è uno che dice poco, pochissimo. Un pò perché ho la sensazione che lui non condivida troppo il mio dare in pasto la mia vita al web, visto che spesso sono stata criticata e ne ho sofferto.
Ma oggi ho deciso di parlare di lui, di noi. Un pò perché è San Valentino e quest'anno sarà decisamente particolare visto che lui venerdì ha subito un intervento e oggi è in piena convalescenza. Quindi non ci saranno festeggiamenti o altro, solo riposo (lui) e doppio turno con Sofia (io).

Essere papà all'interno della nostra coppia non è facile. Perché io sono una donna alfa, una che fa da mamma papà nonna e zia insieme, una che vuole fare e decidere per tutti, che l'opinione degli altri va bene ma tanto l'ultima parola è comunque la sua. Mio marito ha una personalità forte ma per il bene comune è sempre quello che fa un passo indietro, che lascia che sia io a decidere. Certe volte è un bene (mi permette di mantenere il controllo), certe volte no (quando non ho voglia di essere sempre io quella che programma).
Io e mio marito ci conosciamo bene, troppo bene, siamo quel genere di coppia che si conosce così bene che sa sempre cosa dire o fare per farsi del male. Conosciamo a memoria i punti deboli dell'altro.



Quando ci siamo sposati stavamo insieme già da 7 anni, abbiamo comprato casa e poi abbiamo deciso che sì, era arrivato il nostro momento. Un matrimonio curato, organizzato con la mia solita precisione maniacale, il giorno più bello della mia vita fino alla nascita di nostra figlia, che non regge il paragone con nessun altro momento.
Ti sposi e ovviamente non puoi immaginare se e quando la strada si metterà in salita. Noi lo abbiamo scoperto abbastanza presto. L'azienda da portare avanti, quel figlio che non arrivava. E' stata dura resistere alla tentazione di dirsi addio, di lasciare l'altro con il suo carico di dolore per limitarsi a curare il proprio. Eppure siamo rimasti insieme. Abbiamo affrontato cose che alla maggior parte di voi che leggete non saranno capitate e avrete la fortuna non vi capiteranno mai. Ci hanno provato? Sì. Ci hanno piegato? Sì. Ci hanno spezzato? No.
L'arrivo di Sofia, per quanto attesa e disperatamente desiderata da entrambi, ha sconvolto il nostro equilibrio di coppia coi suoi rituali collaudati da oramai 10 anni. Ci sono giorni in cui quasi non ci parliamo (e lavoriamo anche insieme!), giorni in cui non facciamo che bisticciare e giorni in cui ci guardo noi 3 insieme e mi sento come la famiglia del Mulino Bianco.

So che nostra figlia ci ha resi persone migliori e nonostante il carico di responsabilità sia raddoppiato, abbiamo imparato cosa sono le cose davvero importanti. La famiglia è la cosa più importante. Ognuno ha la propria scala di valori e ci sono cose che ritiene più importanti di altre. Per alcuni può essere mantenere il proprio spazio o uscire una sera a settimana in coppia senza figli. Per noi è il benessere di nostra figlia. Tra noi 2 le cose si risolvono sempre, sappiamo al di là di ogni ragionevole dubbio che passeremo la nostra vita insieme. I litigi servono solo a movimentare le nostre giornate e a mettere alla prova il nostro amore. Non è presunzione la mia. Certe cose le sai. E non è semplicemente l'averlo promesso davanti a Dio. E' un qualcosa che senti dentro. Io so che qualunque altra persona diversa da lui mi farebbe sentire incompleta. Lui sa la stessa cosa di me.

La mia famiglia, il mio tutto!
Ognuno poi ha il suo modo di dimostrare l'amore. Chi fa regali (mio marito ha bisogno di una lista dettagliata di cosa/dove/quanto costa), chi posta cose su Facebook (mio marito è l'uomo dei like, qualunque cosa più di quello lo mette in difficoltà). E poi c'è lui. Che ogni giorno, semplicemente, decide di restare con me. E vi assicuro che non è né semplice né scontata una cosa del genere. Per questo lo amo e sopporto i suoi difetti. Perché lui sopporta i miei. E, messi sul piatto della bilancia, i miei sono di gran lunga più numerosi e difficili da accettare.
Ecco, la chiave forse è proprio lì. Accettarsi. Dopo 12 anni conosco ogni sfumatura della sua vita. Certe cose non le condivido, altre le disapprovo, tutte le accetto. Perché il passato non lo possiamo cambiare, il futuro è quanto mai incerto. Ma il presente è qui, nostro, da vivere insieme. Quando Sofia sarà grande e ci troveremo di nuovo soli, io e lui, quella sarà la nostra sfida. Bastarci ancora. Per questo non ho una risposta. Lo scopriremo solo vivendo. E continuando a vivere insieme, la risposta ho già una mezza idea di quale sarà.

Alla fine anche questo è diventato un post che parla di famiglia, la nostra. Perché alla fine l'amore adesso è così, siamo noi + Sofia. San Valentino inteso come festa dell'amore vero per me è ogni giorno, quando vedo mia figlia e mio marito che stanno bene.
Auguro a tutti voi una vita piena d'amore e un San Valentino da trascorrere con chi amate. Perché non sono i regali che fanno la felicità, ma sapere che chi amiamo ci ama allo stesso modo.

10 febbraio 2016

IL WEEKEND DELLA MAMMA CHE LAVORA

Ogni tanto mi piace tornare a leggere i vecchi post, soprattutto quelli inerenti alla mia vita Pre-Sofia. Tralasciando quelli del periodo della gravidanza dove gli ormoni facevano la hola e non facevo che esaltarmi al pensiero di quando avrei avuto il mio Sofiego tra le braccia (rompendo le palle a tutti come se fossi stata l'unica donna incinta sulla faccia della Terra...il fatto è che in quei mesi mi sentivo proprio così!!!!), credo che quelli che riflettono un'immagine di me forse più realistica sono quelli dei mesi prima di essere incinta, quando ero impantanata nel subdolo mondo dell'infertilità. In quei tempi scrivevo di cose tipo il weekend di un NON-GENITORE, cosa ad oggi lontana anni luce da me, e che mi appare più che mai un ricordo lontano.

Il NON-GENITORE, anche se lavora, ha un numero X di ore libere nel weekend, che dedica ai propri hobby o comunque a quello che piace a lui, tolto il tempo da dedicare alla pulizia della casa o alla spesa, che sono incombenze che toccano a tutti, figli o non figli. Non è questione di invidiare o meno un certo tipo di vita, l'ho fatta per quasi 30 anni e so come si vive senza dover far girare tutta la propria vita attorno ad un nanetto che non sfiora nemmeno il metro. E' una semplice constatazione. I non genitori durante il weekend hanno tempo per sé.


Per quanto riguarda l'altra metà del cielo, sappiamo che esistono due tipi di genitori, i genitori che non lavorano e quelli che lavorano. Essendo che io appartengo alla seconda specie e non conosco a sufficienza la vita di, per esempio, una mamma che non lavora fuori casa e si occupa solo dei figli, parlerò di quella che è la mia vita durante il weekend. Prenderò ad esempio un weekend tipo, dove di solito mio marito lavora o il sabato o la domenica. 

Il sabato mattina bisogna tirarsi insieme in fretta perché c'è la piscina! Come si possa concepire di iniziare un corso di acquaticità per bambini di un anno alle 09.15 della mattina sfugge ad ogni mia logica. Comunque. Alle 09.15 dobbiamo essere in acqua. Il che significa che dobbiamo uscire di casa per le 08.40 massimo. Morale della favola è che per far fare colazione a Sofia, permetterle di macinare i suoi soliti 2 km post-latte, giocare e vestirsi, bisogna alzarsi dal letto non più tardi delle 07.30. Lascia che Sofia dorma 10 minuti di più e diventa una corsa contro il tempo!
Ci mettiamo in macchina e io inizio già a contare le ore che mi separano dal momento in cui la metterò a letto. Arriviamo in piscina, mi spoglio io, spoglio lei, mezz'ora di corso e mezz'ora per ritirarci insieme ancora. In macchina Sofia crolla sistematicamente addormentata, sfinita da tutto quel movimento di gambe. A quel punto sono quasi le 11. Bisogna portarla in casa, spogliarla senza svegliarla e a quel punto se la dorme un paio di ore. Il che significa che si sveglia tardi rispetto al suo solito orario del pranzo e resta inversa.

Poi bisogna andare a fare la spesa, perché arrivando a casa non prima delle 18.30 tutte le sere in settimana, la spesa è un affaire per forza refilato al sabato pomeriggio, quando c'è un gran casino. Poi si torna a casa e Sofia vuole giocare mentre tu cerchi di fare lavatrici, pulire pavimenti, dare una parvenza di ordine al soggiorno che da quando c'è lei sembra sempre il centro di una esplosione atomica. Tempo di fare tutto questo e ti trovi già all'ora di cena. Le dai la pappa,le fai il bagnetto e poi grazie al cielo arrivano le ore 19.05. Inizia Masha e Orso su Rai YoYo!!!!! L'unico cartone animato che la fa restare ferma per qualche minuto. State immaginando che in questa occasione io mi possa mettere seduta sul divano e tirare un pò il fiato? Giammai!!!!! Vuoi non tirare insieme la cena? Fortunatamente Sofia va a letto presto quindi finito Masha e Orso andiamo a mettere il pigiamino, finisce il suo latte e via a nanna. Se siamo fortunati alle 20.00 è già nel mondo dei sogni, in ogni caso non va mai oltre le 21.00. E a quel punto lì hai quello che non hai avuto per tutto il giorno, TEMPO. Il problema è che non hai più quello che ti permette di sfruttare il tempo in maniera ottimale, ossia le energie. Morale della favole che collasso sul divano, leggo un paio di pagine di qualcosa che riesco ad afferrare senza dovermi alzare (negli ultimi giorni va fortissimo "Peppa va a fare la spesa") e poi mi addormento. Fino a quando mio marito mi scuote e mi costringe ad alzarmi e andare a letto.

Siete invidiosi della mia giornata eh?!

Piscina, spesa, gioco...il weekend è sempre troppo breve. Ma che bello viverlo con la mia cucciola!!!!!

Questo perché non vi ho ancora raccontato la domenica, quando mio marito è da qualche parte a fare sicurezza. Io e Sofia tuuuuuuuuuuuutto il giorno. Morale della favola che in un attimo arriva domenica sera e poche ore dopo é di nuovo lunedì e si torna al lavoro. Come mi sento io dopo un weekend? Sfinita!

Se quando ero incinta mi aspettavo che questi sarebbero stati i miei weekend? No. Ingenuamente pensavo che Sofia avrebbe iniziato in fretta a giocare da sola lasciandomi il tempo di rifiatare. Invece il sabato e la domenica quando sente e vede che ci sono tutto il giorno non riesco a togliermela di dosso e anche fare una doccia diventa complicato. Poi ce la fai, come ce la fai a fare tutto. Il problema é che dopo 14 mesi senza ricarica inizi a perdere un pò in lucidità e spesso ne avresti davvero bisogno.

E così ti metti a fantasticare su una tua vita da mamma non lavoratrice, ben sapendo che non sarà mai la tua vita e che in fondo nemmeno la vorresti. Ci sono donne realizzate nel ruolo di mamma e basta. Le ammiro. Ma a me non basta, ho sempre saputo che non sarei mai riuscita a rinunciare alla mia indipendenza, figlio o non figlio. E ancora di più dopo che é arrivata Sofia ho capito che stando a casa non avrei di sicuro dato nulla di più alla mia bambina, se non una mamma frustrata e depressa. Certo che vorrei più tempo, per Sofia e soprattutto per me stessa. Arriveranno momenti migliori, weekend da genitore dove finalmente potrò scoprire la sensazione di un divano sotto il sedere, un libro in mano e un pò di sano silenzio. Un giorno, ma non ancora.

COSA MI PORTO NELL' ANNO NUOVO

Quest'anno gli anni saranno 39. Non me li sento, non sono pronta. Se penso che mia figlia ne compirà 9 poi! Mi sembra pazzesco quanto ve...