10 febbraio 2016

IL WEEKEND DELLA MAMMA CHE LAVORA

Ogni tanto mi piace tornare a leggere i vecchi post, soprattutto quelli inerenti alla mia vita Pre-Sofia. Tralasciando quelli del periodo della gravidanza dove gli ormoni facevano la hola e non facevo che esaltarmi al pensiero di quando avrei avuto il mio Sofiego tra le braccia (rompendo le palle a tutti come se fossi stata l'unica donna incinta sulla faccia della Terra...il fatto è che in quei mesi mi sentivo proprio così!!!!), credo che quelli che riflettono un'immagine di me forse più realistica sono quelli dei mesi prima di essere incinta, quando ero impantanata nel subdolo mondo dell'infertilità. In quei tempi scrivevo di cose tipo il weekend di un NON-GENITORE, cosa ad oggi lontana anni luce da me, e che mi appare più che mai un ricordo lontano.

Il NON-GENITORE, anche se lavora, ha un numero X di ore libere nel weekend, che dedica ai propri hobby o comunque a quello che piace a lui, tolto il tempo da dedicare alla pulizia della casa o alla spesa, che sono incombenze che toccano a tutti, figli o non figli. Non è questione di invidiare o meno un certo tipo di vita, l'ho fatta per quasi 30 anni e so come si vive senza dover far girare tutta la propria vita attorno ad un nanetto che non sfiora nemmeno il metro. E' una semplice constatazione. I non genitori durante il weekend hanno tempo per sé.


Per quanto riguarda l'altra metà del cielo, sappiamo che esistono due tipi di genitori, i genitori che non lavorano e quelli che lavorano. Essendo che io appartengo alla seconda specie e non conosco a sufficienza la vita di, per esempio, una mamma che non lavora fuori casa e si occupa solo dei figli, parlerò di quella che è la mia vita durante il weekend. Prenderò ad esempio un weekend tipo, dove di solito mio marito lavora o il sabato o la domenica. 

Il sabato mattina bisogna tirarsi insieme in fretta perché c'è la piscina! Come si possa concepire di iniziare un corso di acquaticità per bambini di un anno alle 09.15 della mattina sfugge ad ogni mia logica. Comunque. Alle 09.15 dobbiamo essere in acqua. Il che significa che dobbiamo uscire di casa per le 08.40 massimo. Morale della favola è che per far fare colazione a Sofia, permetterle di macinare i suoi soliti 2 km post-latte, giocare e vestirsi, bisogna alzarsi dal letto non più tardi delle 07.30. Lascia che Sofia dorma 10 minuti di più e diventa una corsa contro il tempo!
Ci mettiamo in macchina e io inizio già a contare le ore che mi separano dal momento in cui la metterò a letto. Arriviamo in piscina, mi spoglio io, spoglio lei, mezz'ora di corso e mezz'ora per ritirarci insieme ancora. In macchina Sofia crolla sistematicamente addormentata, sfinita da tutto quel movimento di gambe. A quel punto sono quasi le 11. Bisogna portarla in casa, spogliarla senza svegliarla e a quel punto se la dorme un paio di ore. Il che significa che si sveglia tardi rispetto al suo solito orario del pranzo e resta inversa.

Poi bisogna andare a fare la spesa, perché arrivando a casa non prima delle 18.30 tutte le sere in settimana, la spesa è un affaire per forza refilato al sabato pomeriggio, quando c'è un gran casino. Poi si torna a casa e Sofia vuole giocare mentre tu cerchi di fare lavatrici, pulire pavimenti, dare una parvenza di ordine al soggiorno che da quando c'è lei sembra sempre il centro di una esplosione atomica. Tempo di fare tutto questo e ti trovi già all'ora di cena. Le dai la pappa,le fai il bagnetto e poi grazie al cielo arrivano le ore 19.05. Inizia Masha e Orso su Rai YoYo!!!!! L'unico cartone animato che la fa restare ferma per qualche minuto. State immaginando che in questa occasione io mi possa mettere seduta sul divano e tirare un pò il fiato? Giammai!!!!! Vuoi non tirare insieme la cena? Fortunatamente Sofia va a letto presto quindi finito Masha e Orso andiamo a mettere il pigiamino, finisce il suo latte e via a nanna. Se siamo fortunati alle 20.00 è già nel mondo dei sogni, in ogni caso non va mai oltre le 21.00. E a quel punto lì hai quello che non hai avuto per tutto il giorno, TEMPO. Il problema è che non hai più quello che ti permette di sfruttare il tempo in maniera ottimale, ossia le energie. Morale della favole che collasso sul divano, leggo un paio di pagine di qualcosa che riesco ad afferrare senza dovermi alzare (negli ultimi giorni va fortissimo "Peppa va a fare la spesa") e poi mi addormento. Fino a quando mio marito mi scuote e mi costringe ad alzarmi e andare a letto.

Siete invidiosi della mia giornata eh?!

Piscina, spesa, gioco...il weekend è sempre troppo breve. Ma che bello viverlo con la mia cucciola!!!!!

Questo perché non vi ho ancora raccontato la domenica, quando mio marito è da qualche parte a fare sicurezza. Io e Sofia tuuuuuuuuuuuutto il giorno. Morale della favola che in un attimo arriva domenica sera e poche ore dopo é di nuovo lunedì e si torna al lavoro. Come mi sento io dopo un weekend? Sfinita!

Se quando ero incinta mi aspettavo che questi sarebbero stati i miei weekend? No. Ingenuamente pensavo che Sofia avrebbe iniziato in fretta a giocare da sola lasciandomi il tempo di rifiatare. Invece il sabato e la domenica quando sente e vede che ci sono tutto il giorno non riesco a togliermela di dosso e anche fare una doccia diventa complicato. Poi ce la fai, come ce la fai a fare tutto. Il problema é che dopo 14 mesi senza ricarica inizi a perdere un pò in lucidità e spesso ne avresti davvero bisogno.

E così ti metti a fantasticare su una tua vita da mamma non lavoratrice, ben sapendo che non sarà mai la tua vita e che in fondo nemmeno la vorresti. Ci sono donne realizzate nel ruolo di mamma e basta. Le ammiro. Ma a me non basta, ho sempre saputo che non sarei mai riuscita a rinunciare alla mia indipendenza, figlio o non figlio. E ancora di più dopo che é arrivata Sofia ho capito che stando a casa non avrei di sicuro dato nulla di più alla mia bambina, se non una mamma frustrata e depressa. Certo che vorrei più tempo, per Sofia e soprattutto per me stessa. Arriveranno momenti migliori, weekend da genitore dove finalmente potrò scoprire la sensazione di un divano sotto il sedere, un libro in mano e un pò di sano silenzio. Un giorno, ma non ancora.

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