14 settembre 2016

SOFIA CRESCE...E IO CON LEI. W LA SEZIONE PRIMAVERA!

Quando ho deciso di iscrivere Sofia alla sezione primavera, sono dovuta andare un pò contro tutta la famiglia. Contro mio padre che vede gli asili come luoghi gestiti da maestre orribili che torturano i bambini (e mentono sullo stato di salute quando si vanno a prendere...continuate a leggere, poi vi spiego!), mia suocera che Sofia poverina di qua poverina di là, ma nella realtà dei fatti 2 ore sua nipote non se l'è mai tenuta in 20 mesi.

E così martedì scorso abbiamo iniziato, io e lei. Si è messa il suo zainetto delle principesse (come da documentazione fotografica) e siamo uscite di casa. Era stata caricata a dovere nelle due settimane precedenti, quindi sono certa che nella sua mente di quasi 2enne avvertisse che qualcosa stava per succedere.


Pronte per il primo giorno di asilo!!!

Il primo giorno due giorni sono andati benone. Si stava all'asilo, si giocava con mamma e gli altri bimbi, poi si tornava a casa, pappa e nanna. Cosa puoi volere di più dalla vita? Poi è arrivato il terzo giorno, quello del primo distacco di 30 minuti, ed è stato un qualcosa di epico. Ve lo spiego ma se non c'eravate non potete capire la portata del dramma che si è consumato in quella manciata di minuti in cui 25 mamme hanno dovuto dire ai loro piccoli che andavano via (ma sarebbero tornate eh...faglielo capire tu!). Il picco di decibel raggiunto in quel momento è stato pari ad un concerto rock a San Siro. Bene o male tutte noi mamme che abbiamo gettato i nostri figli tra le braccia delle insegnanti (che, in 3, avrebbero avuto bisogno di tentacoli da polipo per tenere tutti quegli esserini disperati e con le lacrime grondanti) siamo uscite provate da quel momento. Chi più chi meno ci sentivamo tutte delle madri snaturate a costringere i nostri amati bambini a staccarsi da noi. Ma poi l'urlo di disperazione alla Munch è passato, la mezz'ora è passata e quando siamo rientrate, abbiamo trovato dei bambini moderatamente sereni. Poi è venuto il giorno dopo. E quello dopo ancora.

E siamo arrivati a ieri, primo giorno di pranzo, dove noi non eravamo presenti. Io non avevo grandi aspettative riguardo a Sofia, un pò per il fatto che il primo non lo mangia solitamente da sola, un pò perché c'era la pizza e fagiolini lessi e lei non mangia ne uno ne l'altro. Invece con mia immensa sorpresa ho scoperto che ha fatto il bis di entrambi! Lì è sceso in campo quel gran pedagogo che è mio padre, dicendomi "Sarà vero? Ti dicono così almeno sei tranquilla". Il mio pensiero: che facciano quello che le pare. Sofia è venuta a casa, ha dormito due ore, mangiato tranquillamente a cena e dormito tutta notte. Quindi mangiato sì o mangiato no poco importa, era serena ed è l'unica cosa che mi importa.

In questi giorni (veramente da agosto, quando mio marito ha iniziato a fare giornata e a non tenerla più lui la mattina) ho passato parecchio tempo con Sofia. E mi sono accorta di quanto la mia piccola cucciola mi stia sbocciando sotto gli occhi. Dalle parole che impara (ieri sera la novità, Orso), a quando balla (e lei mica balla il Giro Giro Tondo...lei va di Gabry Ponte e Fedez...ha anticipato la fase tamarra giusto di quei 14/15 anni!), non ha più nulla della bambina che era solo a Natale, quando aveva appena compiuto un anno. In questi mesi è cambiata tantissimo, e sono sicura che ci ritroveremo a spegnere le sue prime 2 candeline con tutta una serie di nuove scoperte e abilità acquisite.
Sono felice che lei stia con altri bambini, è sempre stato il mio cruccio non poterle permettere il giusto tempo di interazione coi suoi coetanei. Portare lei al parco significava uscire prima dall'ufficio, spostare impegni. Per fortuna ho sempre potuto contare sulla nonna, quindi so per certo che in questi quasi 2 anni non le sia mancato nulla, anzi, ha beneficiato al 100% dell'amore dei nonni che l'hanno coccolata, viziata, amata e protetta come e meglio di quello che avrei potuto fare io.

Pronta ad andare a comandare!

Adesso che questa avventura è iniziata mi sento anche io un pò cresciuta. Non siamo più nella fase in cui la mettevi lì e lei si guardava in giro. Vuole interagire con te, vuole confrontarsi, ti vuole sfidare. E con lei ogni giorno è veramente una sorpresa. Quando la osservo alla sera mentre la faccio addormentare, magari dopo che mi ha tirato secca per ore, non riesco a non sciogliermi. Osservo i lineamenti del suo viso e mi dico, ogni santo giorno, che lottare per lei è stata la decisione migliore che potessi prendere nella mia vita. E che se non avessi Sofia, sarei sempre stata una donna a metà. Invece ora lei è qui, mi riempie la vita, dà un senso alla mia vita. Sta crescendo...e io con lei. Sempre insieme, perché se c'è una cosa che questo inserimento alla sezione primavera mi sta insegnando è che spesso mi sono sottovalutata come madre, convinta che mio marito o mia madre si potevano sostituire a me senza problemi. Invece ci sono cose per le quali Sofia mi cerca e vuole me, la sua mamma. E questo mi fa sentire unica e insostituibile per lei. Ed è una sensazione impagabile.

Quindi ora andiamo avanti, giorno dopo giorno troveremo un nuovo equilibrio. Ci siamo riusciti tante volte in questi anni, ce la faremo anche questa volta. Nel frattempo la mamma tiene tutto in equilibrio come sempre. Voglio fare un augurio a tutte quelle mamme che, come me, stanno affrontando la "prima volta" dei loro bambini. Che sia nido, primavera, materna, elementari o medie o anche oltre...siamo mamme, come si fa a non essere orgogliose di quello che i nostri figli fanno ogni giorno?!


2 settembre 2016

#fertilityday MA ANCHE NO

Oramai mi conoscete. Io parlo dei fatti miei ma difficilmente mi sbilancio o mi esprimo su tematiche di attualità. Ovviamente ho una mia opinione su tutto, ma me la tengo per me. Questa volta invece non posso stare zitta. Questa cosa mi tocca troppo da vicino per fingere di non essere indignata.

Sto parlando, ovviamente, di quello di cui tutti i giornali e il web parlano da qualche giorno, che ha fatto indignare tutti, uomini e donne nessuno escluso:


#fertilityday, ossia l'ultima eccezionale pensata del Ministro della salute Lorenzin. Istituire un giorno, il 22 settembre, per incentivare il desiderio degli italiani di fare figli. E lei ha pensato bene di sponsorizzarlo con questi manifesti. Uno più stupido dell'altro. Non so davvero scegliere quale mi faccia più senso.
Forse il primo, quello della sorridente signorina che stringe in mano una clessidra e con l'altra si tocca il pancino."La bellezza non ha età. La fertilità sì". Già il fatto che a dire una cosa del genere sia una che ha avuto 2 gemelli a 43 anni suona come una grande contraddizione. Ma poi, gentile Ministra, non ti sorge il dubbio che magari uno non aspetta a fare figli a 40 anni perché gli fa piacere? Ma che possono esserci mille motivi per cui una donna arriva al punto in cui il suo orologio biologico ticchetta impazzito ma i suoi ovociti sono già belli che andati?

Io in tutta la mia travagliata esperienza ho avuto la fortuna di finire l'università e poi iniziare subito a lavorare. E' vero, all'inizio odiavo tutto di questo lavoro (e le persone con le quali ero costretta a lavorare). Tenevo duro perché avevo un obbiettivo. Sposarmi e avere un figlio. Forse è stato il destino che mi ha fatto incrociare il momento emotivamente più complicato della mia vita (l'inizio della pma) con la fine di una parte del mio percorso lavorativo (escludere il socio di mio padre e prendere il suo posto). E' stato sfiancante. Ma nonostante la fatica, le umiliazioni e i tanti rospi ingoiati, sapevo che sarei andata avanti. Perché avevamo bisogno di 2 stipendi per sposarci, per fare la luna di miele che desideravamo, per comprare la casa dei nostri sogni. E poi sì, anche per fare un figlio. Quando abbiamo iniziato a cercare un figlio nel 2012 avevo appena compiuto 28 anni, ma per la Lorenzin ero già in fase calante della vita riproduttiva. Ma se una studia e si laurea, poi trova un lavoro stabile e non che oggi sì domani forse, poi mette apposto giusto quel milione di cose e magari cerca e trova anche una persona che non sia il primo che passa o un perfetto deficiente, insomma, qualche annetto passa. Vero che secondo la Ministra fare un figlio da adolescenti è "Il modo migliore per essere creativi", ma io resto convinta che qualche anno in più ma sapendo cosa vai a fare magari è meglio.
A quel punto, a 28 anni, con una casa, un marito e un lavoro a tempo indeterminato, ero pronta. Peccato che non basta che tu decida di volere un figlio per ritrovarti con il pancione e 9 mesi dopo un bambino in braccio. La volontà non basta per superare le barriere che il tuo fisico ti impone. Questo la Lorenzin non lo considera. Ma pensandoci bene non c'è da stupirsi visto che da quando c'è lei come Ministro della Salute tutto ciò che era prevenzione e quindi un diritto sacrosanto di tutti è diventato un privilegio solo di chi può permettersi di pagare. Tralasciando il nulla che ha fatto per quanto riguarda la PMA, che ad oggi in Italia è ancora un ammasso nebuloso di controsensi (lo è l'omologa, figurarsi l'eterologa) e che ci fa essere uno dei paesi più arretrati in questa materia.

Ma lei ti dice che "La fertilità è un bene comune". Ah sì? Non sapevo che lo stato di salute del mio apparato riproduttivo fosse argomento di conversazione da bar tra il nuovo acquisto della Juve, il terremoto e un selfie della colazione. La mia fertilità è un bene comune proprio per un cavolo, è una cosa estremamente intima e personale, che ogni donna ha il sacrosanto diritto di gestirsi come le pare. Voglio fare un figlio? Lo faccio, come dove e quando voglio. A 20 anni o a 40, con la fecondazione assistita o coi tentativi mirati o con il coito interrotto che non ha funzionato, con mio marito da 10 anni o con il tizio che ho incrociato alla stazione. Non voglio un figlio? Non sono affari tuoi il perché, Lorenzin.
Io ho deciso di fare un figlio, ho deciso di provarci e non arrivava, ho deciso di ricorrere alla scienza, ho deciso di sopportare torture fisiche e psicologiche, ho deciso di affidare il mio desiderio di essere mamma ad altre persone che avevano i mezzi e gli strumenti per arrivare dove io non potevo. E mai, in quei 2 anni di tentativi, mi sono sentita come se le mie difficoltà ad avere un figlio fossero un "bene comune". Sarà che quando le cose vanno bene, sul carro piace a tutti salirci, quando invece ci sono le difficoltà, allora non è un problema che riguarda nessuno. Io ho avuto la fortuna, in quei mesi sventurati, di avere vicino mio marito, la mia famiglia e quei pochi amici che invece di fare domande e finti incoraggiamenti si limitavano ad esserci, quando andavo fuori di testa e mi veniva da spaccare il mondo.

Quello che vorrei dire alla Lorenzin è che istituire un Fertility Day cercando di incentivare gli italiani a fare più figli con slogan assolutamente stupidi e privi di tatto significa mancare di rispetto ad una percentuale sempre più alta di donne che, mi creda Ministro, sanno benissimo quanto il tempo corra veloce, quanto sia importante non arrivare a 40 anni per fare un figlio ma che allo stesso tempo sono consapevoli che serve:
1) un uomo che partecipi all'atto, possibilmente non un alcolista o un drogato o uno senza lavoro
2) un lavoro, magari a tempo indeterminato, dove non si rischia, una volta incinte, di essere licenziate in tronco e quindi ci si costringe a campare con il sussidio di disoccupazione
3) una casa in cui far crescere la suddetta creatura perché lo sanno tutti che nelle scatole di cartone sotto un ponte a gennaio un pò di freddo fa
4) due apparati riproduttivi, uomo e donna, che funzionino a dovere perché se uno dei due non va, beh, non c'è Costituzione Italiana che tenga. Il pargolo non si fa.

Quindi ecco, caro il mio ministro, io non credo che esista un giorno giusto per celebrare la fertilità delle donne. Credo che ogni giorno invece vada celebrato il coraggio delle donne che, nonostante la precarietà, l'assoluta mancanza di uno Stato che aiuti e supporti con strutture adeguate le madri che lavorano, l'incertezza di un futuro che fa sempre più paura, decidono di prendere in mano la loro vita e di stravolgerla per crearne una nuova. Se io dovessi pensare a come dipingere il mio personale #fertilityday userei queste 2 immagini:



Immagini che esprimono quanto sia stato sofferto e difficile e per nulla scontato arrivare a quei sorrisi, a quel musetto lì, a quella famiglia che era sempre stato il mio sogno e che la natura stava cercando di negarmi. Quindi Ministro, fai una bella cosa, annulla sto #fertilityday e ammetti lo sbaglio. Ognuno si guarda in casa sua e prende le sue decisioni. Anche perché, non è questione di essere maligni, ma una che ha avuto 2 gemelli a 43 anni, mi sembra che se ne sia sbattuta alquanto della fertilità che ha un'età e della creatività dei genitori giovani. Quindi da brava, visto che razzoli male, smetti di predicare.




COSA MI PORTO NELL' ANNO NUOVO

Quest'anno gli anni saranno 39. Non me li sento, non sono pronta. Se penso che mia figlia ne compirà 9 poi! Mi sembra pazzesco quanto ve...