Oramai mi conoscete. Io parlo dei fatti miei ma difficilmente mi sbilancio o mi esprimo su tematiche di attualità. Ovviamente ho una mia opinione su tutto, ma me la tengo per me. Questa volta invece non posso stare zitta. Questa cosa mi tocca troppo da vicino per fingere di non essere indignata.
Sto parlando, ovviamente, di quello di cui tutti i giornali e il web parlano da qualche giorno, che ha fatto indignare tutti, uomini e donne nessuno escluso:
#fertilityday, ossia l'ultima eccezionale pensata del Ministro della salute Lorenzin. Istituire un giorno, il 22 settembre, per incentivare il desiderio degli italiani di fare figli. E lei ha pensato bene di sponsorizzarlo con questi manifesti. Uno più stupido dell'altro. Non so davvero scegliere quale mi faccia più senso.
Forse il primo, quello della sorridente signorina che stringe in mano una clessidra e con l'altra si tocca il pancino."La bellezza non ha età. La fertilità sì". Già il fatto che a dire una cosa del genere sia una che ha avuto 2 gemelli a 43 anni suona come una grande contraddizione. Ma poi, gentile Ministra, non ti sorge il dubbio che magari uno non aspetta a fare figli a 40 anni perché gli fa piacere? Ma che possono esserci mille motivi per cui una donna arriva al punto in cui il suo orologio biologico ticchetta impazzito ma i suoi ovociti sono già belli che andati?
Io in tutta la mia travagliata esperienza ho avuto la fortuna di finire l'università e poi iniziare subito a lavorare. E' vero, all'inizio odiavo tutto di questo lavoro (e le persone con le quali ero costretta a lavorare). Tenevo duro perché avevo un obbiettivo. Sposarmi e avere un figlio. Forse è stato il destino che mi ha fatto incrociare il momento emotivamente più complicato della mia vita (l'inizio della pma) con la fine di una parte del mio percorso lavorativo (escludere il socio di mio padre e prendere il suo posto). E' stato sfiancante. Ma nonostante la fatica, le umiliazioni e i tanti rospi ingoiati, sapevo che sarei andata avanti. Perché avevamo bisogno di 2 stipendi per sposarci, per fare la luna di miele che desideravamo, per comprare la casa dei nostri sogni. E poi sì, anche per fare un figlio. Quando abbiamo iniziato a cercare un figlio nel 2012 avevo appena compiuto 28 anni, ma per la Lorenzin ero già in fase calante della vita riproduttiva. Ma se una studia e si laurea, poi trova un lavoro stabile e non che oggi sì domani forse, poi mette apposto giusto quel milione di cose e magari cerca e trova anche una persona che non sia il primo che passa o un perfetto deficiente, insomma, qualche annetto passa. Vero che secondo la Ministra fare un figlio da adolescenti è "Il modo migliore per essere creativi", ma io resto convinta che qualche anno in più ma sapendo cosa vai a fare magari è meglio.
A quel punto, a 28 anni, con una casa, un marito e un lavoro a tempo indeterminato, ero pronta. Peccato che non basta che tu decida di volere un figlio per ritrovarti con il pancione e 9 mesi dopo un bambino in braccio. La volontà non basta per superare le barriere che il tuo fisico ti impone. Questo la Lorenzin non lo considera. Ma pensandoci bene non c'è da stupirsi visto che da quando c'è lei come Ministro della Salute tutto ciò che era prevenzione e quindi un diritto sacrosanto di tutti è diventato un privilegio solo di chi può permettersi di pagare. Tralasciando il nulla che ha fatto per quanto riguarda la PMA, che ad oggi in Italia è ancora un ammasso nebuloso di controsensi (lo è l'omologa, figurarsi l'eterologa) e che ci fa essere uno dei paesi più arretrati in questa materia.
Ma lei ti dice che "La fertilità è un bene comune". Ah sì? Non sapevo che lo stato di salute del mio apparato riproduttivo fosse argomento di conversazione da bar tra il nuovo acquisto della Juve, il terremoto e un selfie della colazione. La mia fertilità è un bene comune proprio per un cavolo, è una cosa estremamente intima e personale, che ogni donna ha il sacrosanto diritto di gestirsi come le pare. Voglio fare un figlio? Lo faccio, come dove e quando voglio. A 20 anni o a 40, con la fecondazione assistita o coi tentativi mirati o con il coito interrotto che non ha funzionato, con mio marito da 10 anni o con il tizio che ho incrociato alla stazione. Non voglio un figlio? Non sono affari tuoi il perché, Lorenzin.
Io ho deciso di fare un figlio, ho deciso di provarci e non arrivava, ho deciso di ricorrere alla scienza, ho deciso di sopportare torture fisiche e psicologiche, ho deciso di affidare il mio desiderio di essere mamma ad altre persone che avevano i mezzi e gli strumenti per arrivare dove io non potevo. E mai, in quei 2 anni di tentativi, mi sono sentita come se le mie difficoltà ad avere un figlio fossero un "bene comune". Sarà che quando le cose vanno bene, sul carro piace a tutti salirci, quando invece ci sono le difficoltà, allora non è un problema che riguarda nessuno. Io ho avuto la fortuna, in quei mesi sventurati, di avere vicino mio marito, la mia famiglia e quei pochi amici che invece di fare domande e finti incoraggiamenti si limitavano ad esserci, quando andavo fuori di testa e mi veniva da spaccare il mondo.
Quello che vorrei dire alla Lorenzin è che istituire un Fertility Day cercando di incentivare gli italiani a fare più figli con slogan assolutamente stupidi e privi di tatto significa mancare di rispetto ad una percentuale sempre più alta di donne che, mi creda Ministro, sanno benissimo quanto il tempo corra veloce, quanto sia importante non arrivare a 40 anni per fare un figlio ma che allo stesso tempo sono consapevoli che serve:
1) un uomo che partecipi all'atto, possibilmente non un alcolista o un drogato o uno senza lavoro
2) un lavoro, magari a tempo indeterminato, dove non si rischia, una volta incinte, di essere licenziate in tronco e quindi ci si costringe a campare con il sussidio di disoccupazione
3) una casa in cui far crescere la suddetta creatura perché lo sanno tutti che nelle scatole di cartone sotto un ponte a gennaio un pò di freddo fa
4) due apparati riproduttivi, uomo e donna, che funzionino a dovere perché se uno dei due non va, beh, non c'è Costituzione Italiana che tenga. Il pargolo non si fa.
Quindi ecco, caro il mio ministro, io non credo che esista un giorno giusto per celebrare la fertilità delle donne. Credo che ogni giorno invece vada celebrato il coraggio delle donne che, nonostante la precarietà, l'assoluta mancanza di uno Stato che aiuti e supporti con strutture adeguate le madri che lavorano, l'incertezza di un futuro che fa sempre più paura, decidono di prendere in mano la loro vita e di stravolgerla per crearne una nuova. Se io dovessi pensare a come dipingere il mio personale #fertilityday userei queste 2 immagini:
Immagini che esprimono quanto sia stato sofferto e difficile e per nulla scontato arrivare a quei sorrisi, a quel musetto lì, a quella famiglia che era sempre stato il mio sogno e che la natura stava cercando di negarmi. Quindi Ministro, fai una bella cosa, annulla sto #fertilityday e ammetti lo sbaglio. Ognuno si guarda in casa sua e prende le sue decisioni. Anche perché, non è questione di essere maligni, ma una che ha avuto 2 gemelli a 43 anni, mi sembra che se ne sia sbattuta alquanto della fertilità che ha un'età e della creatività dei genitori giovani. Quindi da brava, visto che razzoli male, smetti di predicare.
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