16 novembre 2017

BISOGNO DI CAMBIARE

Di cose ne sono successe tante dall'ultima volta che ho scritto. Poche cose belle che mi hanno rallegrato il cuore, parecchie cose non belle, cose che per ora non sono pronta a condividere, vi chiedo perdono.

In queste settimane trascorse dal ritorno dal weekend a Ibiza la mia vita ha assunto una piega che non avevo previsto. Ho pensato tanto, nei pochi momenti liberi che mi capita di avere nella mia giornata, soprattutto mentre faccio addormentare Sofia alla sera, dopo che i suoi occhi si sono chiusi e il suo respiro si è fatto regolare, resto a guardarla per qualche minuto. Giusto il tempo di rendermi conto di quanto io sia fortunata a poterla stringere tra le braccia. La guardo e mi faccio scivolare via i cattivi pensieri, la stanchezza, i capricci e vedo la vita nella sua essenzialità.

Giusto ieri sera stavo pensando a questo blog e al suo titolo. A come quel "Tutte brave coi figli degli altri" riconducesse ogni mio post al mio ruolo di mamma. Cosa che sono. Anzi, che sono per prima cosa. Una mamma, una mamma fiera e orgogliosa. Ma che non mi basta. Perché io non sono solo questo, che già è moltissimo, ma che non dice tutto di me. Ho passato anni della mia vita desiderando essere mamma, mettendo in secondo piano ogni altro aspetto di me, convinta che solo la maternità mi avrebbe potuto identificare alla perfezione come individuo. Poi mamma lo sono diventata, e mi sono accorta subito che non ero fatta per essere "solo" quello. Il discorso non si esaurisce semplicemente nello scegliere se essere solo mamma o una mamma lavoratrice. E' una cosa più profonda, che affonda le radici nel nostro vissuto, che si confronta con le nostre ambizioni, con il tipo di persona che siamo state, che siamo e che vorremmo essere. Così ho pensato che avevo bisogno di uno spazio dove non parlare solo del mio essere mamma, che comunque permea tutta la mia esistenza, ma anche di tutti gli altri aspetti di me. Di quello che amo fare, di ciò che mi interessa, mi addolora, mi lascia perplessa o mi rende felice.

E così mi sono messa a pensare ad un nuovo titolo (l'ennesimo, lo so, sono una donna che attraversa molte fasi, Picasso insegna). Ed è nato, grazie ad un brainstorming estremamente fruttuoso con la mia sorella di cuore, questo che vedete e che spero vi piaccia. Super Wonder Mum. Ve lo motivo subito. Quando mi guardo da fuori mi vedo un pò super eroina. Poi ovviamente, a seconda dei casi, alcune volte più sfigata genere Peter Parker pre-mutazione, altre più figa tipo Vedova Nera. Ma insomma, sempre super eroi sono, più o meno nascosti. Lo sono nell'animo. Perché diciamo la verità: le vere eroine sono le mamme, che lavorino o che badino solo ai figli, e non se la prendano a male quelle che mamme non sono. Perché nessuna donna supermanager oberata di lavoro 60 ore a settimana, con 5 happy hour in 7 giorni, 2 ore quotidiane di palestra sarà mai stanca eppure così efficiente come una mamma che gestisce figli (e in una sola parola bisogna inglobare: asilo/scuola, sport, malanni, gioco, tempo libero, pasti, igiene, educazione), lavoro, casa, matrimonio. Non prendiamo nemmeno in considerazione il paragone con il genere maschile, una mamma potrebbe fare il doppio delle cose rispetto ad un uomo semplicemente stando sdraiata a letto. Con il ciclo.

Quindi dal bisogno di cambiare prospettiva è nata l'idea di un nuovo titolo per il mio blog, dove comunque troverete ancora tutti i miei post precedenti. Ci sono quelli della mia vita di mamma, disavventure varie ed eventuali, viaggi, momenti up e momenti down. Poi ci sono i post della mia vita prima di Sofia, che sono stati in assoluto i più difficili da scrivere per l'immenso dolore che provavo in quel periodo ma nonostante questo sentivo che era la cosa giusta da fare. Più indietro troverete anche i post più modaioli, quando scrivevo per un sito che parlava di matrimoni, quando Carrie Bradshaw era il mio modello di donna (da un certo punto di vista non ha mai smesso di esserlo!). Insomma, ce n'è per tutti i gusti. Alcuni più leggeri, altri pesanti come macigni, in tutti ci sono io al 100%. Io che dietro ad un dito non mi sono nascosta mai, che quello che volevo dire l'ho sempre detto. E continuerò a farlo. Che si tratti di mamme, lavoro, vacanze o qualunque altra cosa.

Sapete, è geniale questa cosa che i giorni finiscono. E’ un sistema geniale. I giorni e poi le notti. E di nuovo i giorni.
Sembra scontato, ma c’è del genio. E là dove la natura decide di collocare i propri limiti, esplode lo spettacolo. I tramonti.
(Alessandro Baricco)

In questo momento difficile faccio fatica a trovare del buono in questa vita. Ma c'è. Lo vedo e lo percepisco. Ci sono le mie certezze, mia figlia e mio marito, i miei 2 pilastri, quelli che mi permettono di non affondare. I miei genitori, il mio porto sicuro, quelli che tutto mi hanno dato e che mai riuscirò a risarcire abbastanza per avermi donato la vita. Poi ci sono alcune persone speciali con le quali ho il privilegio di camminare ogni giorno; sono persone che per me hanno un immenso valore affettivo, che mi permettono di non perdere la retta via, che mi asciugano le lacrime, che mi abbracciano, che mi fanno sentire tutto sommato una bella persona. Perché certe volte me lo dimentico, certe volte mi prendo colpe che non ho, certe volte mi guardo allo specchio e mi trovo mancante, in uno o più ruoli della mia vita. Sono fatta così, è un mio limite. E non perché io abbia poca stima in me stessa. Semplicemente perché sono troppo perfezionista, troppo maniaca del controllo. Troppo super eroina! E tutto ciò che si posiziona al di sotto della mia asticella, me lo fa apparire come insoddisfacente. Arriverà il giorno in cui tutti i soldi spesi in manuali di crescita personale daranno i loro frutti. Nel frattempo mi sento sempre un pò incompleta, un pò insoddisfatta, un pò vorrei ma non posso, un pò dovrei ma non riesco.

Ecco uno degli obbiettivi del 2018 (e vai che ci siamo, inizia la lista dei buoni propositi per l'anno nuovo!): imparare qualche volta a mettere me stessa al primo posto. So che è giusto e sacrosanto e so che lo faccio troppo poco spesso. Quindi ve lo chiedo con il cuore: aiutatemi a raggiungere questo scopo nella mia vita. Una specie di crowdfunding senza nemmeno rinunciare a quel caffè al giorno che vi chiederebbero quelli di Save the children. Non vi costa nulla (solo qualche parola) ma alla sottoscritta farebbe un gran bene.

E dopo l'appello strappalacrime vi saluto e vi ringrazio per aver sacrificato 5 minuti del vostro tempo per dare un'occhiata al primo post (spero di una lunga serie) della nuova me. La me Super Wonder Mum. Un abbraccio.






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