30 ottobre 2018

PARIGI: 3 GIORNI IN 3


Eccomi qui a raccontarvi il nostro weekend di 3 giorni (per il compleanno del papà) a Parigi, giorni sfiancanti ma bellissimi.
Come sapete sono una programmatrice compulsiva, per cui avevo iniziato a preparare questi giorni parecchio tempo fa. In realtà a maggio, quando saremmo dovuti andare. Poi, complice la nostra solita fortuna, tra tutti i possibili giorni per operare mia mamma, quel giorno era mentre noi saremmo stati a Parigi. Quindi avevo dovuto annullare tutto, con grande tristezza ma con la consapevolezza che la famiglia veniva prima di tutto. Ma non potevo far chiudere questo 2018 senza andarci e così ho approfittato del compleanno di mio marito per prenotare. Per il mio compleanno siamo stati a Pinarella di Cervia...devo aggiungere altro? 😂 Poi c'è gente che si chiede come faccia a sopportare una come me  Comunque, per il nostro viaggio ho fatto un planning con indicati luoghi, distanze, linee metropolitane e cambi, tempo per gli spostamenti ecc...mi ha fatto risparmiare un sacco di tempo e di sguardi alla cartina, quasi quasi potrei metterlo in vendita. Pensavo che il ritmo fosse davvero troppo serrato con una bimba di quasi 4 anni che cammina poco, invece ce l'abbiamo fatta alla grande ed è stata una immensa soddisfazione.
Itinerario in breve, vi lascio giusto qualche indirizzo di ristoranti se, come noi, avete un bambino che pretende i pasti composti da primo/secondo/contorno/dolce/caffé/
ammazzacaffe 😂 che quindi la voce ristorazione sarà quella che più graverà sul vostro budget!
GIOVEDI: arrivo in mattinata (allo CDG i passeggini vengono scaricati come ultima cosa dall'aereo, non li trovate al nastro bagagli ma li portano separatamente. Morale: atterrati con 25 minuti di anticipo, usciti dall'aeroporto con 40 minuti di ritardo), arrivo a BASILICA DEL SACRO CUORE con la RER, pranzo (alla buona, con successiva sosta per acquisto frutta e generi di sopravvivenza), check in hotel (Ibis Porte de Clichy Center, 177 euro 2 notti, è fuori Parigi ma in 20 minuti di metro si raggiunge senza problemi, tripla assolutamente basica ma servita al solo scopo di dormire), GRAND PALAIS/PETIT PALAIS, CHAMPS ELYSEE, ARCO DI TRIONFO. Cena sugli Champs Elysee al ristorante italiano "Cafè di Roma". Menù bimbo a € 9,90 che comprende pasta (piatto da adulto), bevanda e gelato. Cibo buono.



VENERDì: TOUR EIFFEL (con salita, zero fila ai controlli, biglietti presi in 5 minuti, 5 minuti di attesa per ascensore, aria gelida sulla cima ma è un qualcosa che è sempre bello fare), pranzo zona saint Denis "Ozio" mangiato bene sia pasta che pizza, mentre Sofia dormiva nel passeggino passeggiava fino a PLACE DE LA CONCORDE e JARDIN DE TOULIERES. Per fortuna abbiamo trovato un parco giochi e i tappeti elastici, un'ora di relax mentre Sofia giocava. Siamo poi arrivati fino al LOUVRE. Passeggiata ancora sugli CHAMPS ELYSEE per cenare da "Pino", dirimpettaio del cafè di Roma, mangiato bene anche lì. Giro con il BATEAUX MUCHES e finalmente alla quinta volta a Parigi, ho visto la Tour Eiffel illuminata e pure tutta sbrilluccicosa! Sembravo una bambina, ma vi giuro che mi sono commossa 















SABATO: da LOUVRE passeggiata lungo la Senna fino a NOTRE DAME, spostamento zona PANTHEON. Mangiato al ristorante italiano L'ELICA, gestito da ragazzi italiani, molto gentili e bel localino. Da lì mentre Sofia dormiva ci siamo spostati verso JARDIN DU LUXEMBURG. Tirava un gran vento quindi dopo una passeggiata abbiamo fatto pausa merenda e poi ci siamo avviati con la RER verso l'aeroporto per il ritorno a casa.
Cosa mi resta di questi 3 giorni? Le suole delle scarpe consumate dai tanti km macinati a piedi, la consapevolezza che senza passeggino non ce l'avremmo mai fatta, la conferma che Parigi è la città che più amo tra quelle che ho visto, gli occhioni di Sofia sgranati quando ha visto quanto era alta la Tour Eiffel e mi ha detto "E' immensa mamma...ma adesso arriva Ladybug?".








Quanto è stato impegnativo? Molto, soprattutto gestire i momenti in cui noi volevamo vedere qualcosa e Sofia voleva trovare un posto per giocare. Lo rifarei? Indubbiamente sì, per quanto è stato bello vedere una città che tanto amo con gli occhi di mia figlia!
E adesso avanti...che tra 2 giorni ci aspetta un altro weekend , l'ultimo organizzato del 2018. Che è stato un anno bellissimo dal punto di vista dei viaggi.
A presto...


28 ottobre 2018

I MIEI 5 PRIMI (E ULTIMI) GIORNI SU INSTAGRAM

La prima volta era stato con Twitter. Io me ne stavo lì, buona buona su Facebook, postavo i miei articoli, mettevo qualche foto, partecipavo ai miei gruppi, quando ad un certo punto è parso che se non cinguettavi su Twitter non eri nessuno. Ci ho provato, ma 160 caratteri non fanno per me. Mi chiedo come facciano gli scrittori ad avere un account Twitter e ancora non sono riuscita a darmi una risposta. Tempo di durata: meno di 24 ore.




Poi mercoledì mi sono detta che forse era il caso di evolversi, visto che tutto il mondo pare essere ed apparire e seguire e seguirti su Instagram. Così mi sono iscritta. Già 10 minuti dopo mi ero accorta di aver combinato un casino. In pratica, non so come, ho creato un account partendo da Facebook e poi un secondo account, quello sì, consapevolmente. Quindi sono passata da zero a 2 account Instagram che #chiaraferragnilevati.
Già nel panico per questa cosa, subentra un secondo scazzo. Scopro che su Instagram non si può scrivere tramite pc ma solo dalla app. Ma sei serio??? Il mio mondo è sul pc, non su un coso che uso per telefonare e mandare messaggi. Ma, a quanto pare, di gente come me ne è rimasta poca. Ho ancora negli occhi lo shock di vedere, a Parigi, in metropolitana, che su 36 persone (le ho contate) 1 aveva in mano un libro, 31 un cellulare e 4 dormivano. 1 persona su 36. Mi è sembrata una follia. Poi stiamo a chiederci perché scriviamo e parliamo come delle capre.

Comunque, nel giro di qualche ora mi è chiaro che no, c'è qualcosa che non quadra:

1) Chiara Ferragni (che ho scelto VOLONTARIAMENTE di seguire perché volevo capire cosa facesse di così speciale questa nella vita) è una squilibrata. In pratica il suo lavoro è farsi fotografare da altri più squilibrati di lei che si prestano a questo gioco di cui mi sfugge il significato ultimo. Che, sicuramente deve esserci, visto la quantità folle di persone che la seguono, le scrivono e la idolatrano.
2) In pratica è, ancora più di Facebook, una gara di esibizionismo. A chi è più bello, va nel posto più esotico, compra la borsa più costosa, è più innamorato. Non sono una stupida e sapevo che in un social dove si "parla" tramite foto, questo era inevitabile. Ma sono rimasta allibita da quanto tempo impieghi nella vita delle persone questa attività. E, per una come me che sta imparando un pò alla volta quanto il tempo sia prezioso, non è assolutamente ammissibile pensare di sprecare minuti, che già non ho, a guardare frammenti della vita di altre persone delle quali non mi importa nulla.
3) Così come da un pò ho iniziato ad usare Facebook in maniera diversa da come facevo prima quando ero più attiva, mi sono resa conto che non avevo voglia di buttare in pasto la mia vita agli altri così, per un cuoricino in più, che di equilibri nella mia vita non ne sposta nessuno.

Pertanto ecco, 5 giorni dopo la mia registrazione su Instagram, comunico ufficialmente che ho deciso di chiudere l'account. O meglio vorrei, se solo la tecnologia non mi remasse contro e mi dicesse che la password è sbagliata, che mi manda una mail per recuperarla e quella mail non arriva. Penso di aver disabilitato temporaneamente l'account, nel frattempo ho cancellato l'app dal telefono, pertanto da un'ora a questa parte non ho più idea di quello che sta succedendo lì. Non mi mandate richieste, non le posso vedere. E forse è meglio così. Nel mio account resteranno 3 post, tutti e 3 di Parigi. Che ho vissuto, disconnessa per il 95% del tempo, vivendomela davvero.
Chi ha ricevuto una mia foto sul cellulare è stato per fargli sapere che ero sopravvissuta, che ero riuscita ad arrivare lì con Sofia e che ero incredibilmente felice. So che queste persone hanno apprezzato.

Il tempo lo utilizzerò per raccontarvi di Parigi. Perché io oh, non ce la faccio a spiegarvi le cose in 160 caratteri. O con gli #. #scusatemi


COSA MI PORTO NELL' ANNO NUOVO

Quest'anno gli anni saranno 39. Non me li sento, non sono pronta. Se penso che mia figlia ne compirà 9 poi! Mi sembra pazzesco quanto ve...