La prima volta era stato con Twitter. Io me ne stavo lì, buona buona su Facebook, postavo i miei articoli, mettevo qualche foto, partecipavo ai miei gruppi, quando ad un certo punto è parso che se non cinguettavi su Twitter non eri nessuno. Ci ho provato, ma 160 caratteri non fanno per me. Mi chiedo come facciano gli scrittori ad avere un account Twitter e ancora non sono riuscita a darmi una risposta. Tempo di durata: meno di 24 ore.
Poi mercoledì mi sono detta che forse era il caso di evolversi, visto che tutto il mondo pare essere ed apparire e seguire e seguirti su Instagram. Così mi sono iscritta. Già 10 minuti dopo mi ero accorta di aver combinato un casino. In pratica, non so come, ho creato un account partendo da Facebook e poi un secondo account, quello sì, consapevolmente. Quindi sono passata da zero a 2 account Instagram che #chiaraferragnilevati.
Già nel panico per questa cosa, subentra un secondo scazzo. Scopro che su Instagram non si può scrivere tramite pc ma solo dalla app. Ma sei serio??? Il mio mondo è sul pc, non su un coso che uso per telefonare e mandare messaggi. Ma, a quanto pare, di gente come me ne è rimasta poca. Ho ancora negli occhi lo shock di vedere, a Parigi, in metropolitana, che su 36 persone (le ho contate) 1 aveva in mano un libro, 31 un cellulare e 4 dormivano. 1 persona su 36. Mi è sembrata una follia. Poi stiamo a chiederci perché scriviamo e parliamo come delle capre.
Comunque, nel giro di qualche ora mi è chiaro che no, c'è qualcosa che non quadra:
1) Chiara Ferragni (che ho scelto VOLONTARIAMENTE di seguire perché volevo capire cosa facesse di così speciale questa nella vita) è una squilibrata. In pratica il suo lavoro è farsi fotografare da altri più squilibrati di lei che si prestano a questo gioco di cui mi sfugge il significato ultimo. Che, sicuramente deve esserci, visto la quantità folle di persone che la seguono, le scrivono e la idolatrano.
2) In pratica è, ancora più di Facebook, una gara di esibizionismo. A chi è più bello, va nel posto più esotico, compra la borsa più costosa, è più innamorato. Non sono una stupida e sapevo che in un social dove si "parla" tramite foto, questo era inevitabile. Ma sono rimasta allibita da quanto tempo impieghi nella vita delle persone questa attività. E, per una come me che sta imparando un pò alla volta quanto il tempo sia prezioso, non è assolutamente ammissibile pensare di sprecare minuti, che già non ho, a guardare frammenti della vita di altre persone delle quali non mi importa nulla.
3) Così come da un pò ho iniziato ad usare Facebook in maniera diversa da come facevo prima quando ero più attiva, mi sono resa conto che non avevo voglia di buttare in pasto la mia vita agli altri così, per un cuoricino in più, che di equilibri nella mia vita non ne sposta nessuno.
Pertanto ecco, 5 giorni dopo la mia registrazione su Instagram, comunico ufficialmente che ho deciso di chiudere l'account. O meglio vorrei, se solo la tecnologia non mi remasse contro e mi dicesse che la password è sbagliata, che mi manda una mail per recuperarla e quella mail non arriva. Penso di aver disabilitato temporaneamente l'account, nel frattempo ho cancellato l'app dal telefono, pertanto da un'ora a questa parte non ho più idea di quello che sta succedendo lì. Non mi mandate richieste, non le posso vedere. E forse è meglio così. Nel mio account resteranno 3 post, tutti e 3 di Parigi. Che ho vissuto, disconnessa per il 95% del tempo, vivendomela davvero.
Chi ha ricevuto una mia foto sul cellulare è stato per fargli sapere che ero sopravvissuta, che ero riuscita ad arrivare lì con Sofia e che ero incredibilmente felice. So che queste persone hanno apprezzato.
Il tempo lo utilizzerò per raccontarvi di Parigi. Perché io oh, non ce la faccio a spiegarvi le cose in 160 caratteri. O con gli #. #scusatemi
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