17 gennaio 2015

1 MESE DI TE, PICCOLA SOFIA. 1 MESE DI NOI.

Quando la sera di lunedì 15 dicembre 2014 la ginecologa mi ha comunicato che mi avrebbe trattenuta in ospedale e mi avrebbe indotto il parto il giorno dopo, io sono scesa dalle nuvole. E ho pensato: non sono pronta, non ancora! Eppure avevo il termine solo 4 giorni dopo, eppure avevo aspettato quel momento da 9 mesi e immaginato lo stesso momento per tutta la vita. Ma a quel punto, davanti alla prospettiva di trasformare in realtà quel sogno, mi sono vista passare davanti tutto quello che avevamo affrontato: tutte le lacrime, le delusioni e poi la felicità davanti a quelle beta positive, davanti alla prima ecografia e poi davanti a quel cuoricino che batteva all'impazzata, la paura per il distacco della placenta, un minuto di ansia ogni giorno prima di dormire al pensiero che qualcosa andasse male.

Poi è iniziato il travaglio, la sera del giorno 16, e lì ci sono state altre sensazioni ancora: dolore, paura, felicità, emozione. Mai in nessun minuto di quelle 6 e passa ore di travaglio ho pensato che non ce l'avrei fatta o che mi sarei voluta tirare indietro; ogni contrazione e ogni spinta sebbene dolorosa erano un qualcosa che non mi pesava affrontare perché significava avvicinarmi al mio cucciolo, che ancora non sapevo se sarebbe stato un maschietto o una femminuccia.

E poi è successo, sono arrivate le ore 01.28 del 17 dicembre e tu sei nata. SOFIA. Questa è la prima nostra foto insieme. L'ha scattata il neopapà, che era così emozionato che qualche foto è uscita un pò sfocata dal tanto che gli tremavano le mani. 


Il momento in cui ci siamo guardate per la prima volta negli occhi e tu hai smesso di piangere è stato amore folle. Cercavo di memorizzare ogni cosa di te, come se potessi perderti da un momento all'altro. Non avevo ancora realizzato che tu eri davvero mia, non la bambina di un'altra persona che tenevo in braccio per qualche minuto per poi riconsegnarla tra le braccia della sua mamma. No, questa volta la mamma ero io. E quando stai in braccio a qualcun altro ma poi torni da me e tu lo capisci, senti le mie braccia e ti lasci andare tranquilla contro di me, mi sento benissimo. Perché significa che per te sono davvero importante, sono il porto sicuro, sono il posto dove dormire serena.

E poi i giorni hanno iniziato a passare, uno dopo l'altro, e abbiamo iniziato a conoscerci. E i giorni sono diventate settimane e siamo arrivate qui. Ad un mese. Un mese di te piccola Sofia. Che è anche un mese di noi. Di noi come mamma e figlia. Di noi come famiglia. Io, te e il papà. Che in questo mese in effetti è stato un pò dimenticato. Perché alla fine tutti gli sguardi sono su Sofia e noi, io e il suo papà, siamo al suo servizio in tutto e per tutto. Ma è giusto così. I primi tempi sono i più difficili, quelli in cui bisogna prendere le misure, imparare a conoscerci. Direi che ce la stiamo cavando bene. Ci sono giorni più facili e altri meno, giorni in cui tu piangi e io non riesco a consolarti e mi sento male dentro. Ma poi penso che sei un bambino, e i bambini spesso piangono senza motivo. Sei una bambina bravissima, bellissima e io ti amo con tutto il cuore.
Questa è una foto di quello che siamo adesso, un mese dopo.


Adesso pesi più di 4 kg e si sentono! Sei una bambina tranquilla, a dispetto di quello che sono stata io in gravidanza. Sorridi quando senti la mia voce e quella del papà, ti accoccoli contro il mio collo quando ti stai addormentando, fai tantissime smorfie che ci sarebbe da passare la giornata intera a guardarti. Insomma, sei una gioia. La mia gioia.
Quindi buon 1 mese amore mio, ogni giorno che passa cresci e cresce anche il mio amore per te. La mamma ci sarà sempre per te, non ti lascerà mai sola. Sei il mio orgoglio,la mia vita,il mio tesoro.


10 gennaio 2015

COSA MI HA INSEGNATO MIA FIGLIA



Sono mamma da 24 giorni e la mia patata è una continua scoperta, una continua emozione che non manca di sorprendermi. Ogni volta che la guardo mi innamoro un pò di più, certe volte la guardo e ancora non ci credo che sia davvero mia, mia e di Dany, che abbiamo messo al mondo un tale capolavoro.

Ovvio che per ogni genitore il proprio bambino è il più bello del mondo, ma io non sono mai stata una di quelle che "I bambini piccoli sono tutti belli!". Palle. Ci sono bambini belli e bambini no. Ecco, a me prende male sperticarmi in lodi su bambini che penso siano brutti, semplicemente non dico niente.
Quando invece la gente vede la mia Sofia resta piacevolmente sorpresa (non so, pensavate che avrei messo al mondo un cesso con le gambe?!). Sorpresa per come è sveglia, per come sgrana gli occhioni, per come tiene su la testa ad appena 3 settimane. E il mio orgoglio di mamma spicca il volo. Cerco di fare la modesta ma dentro di me mi dico "Certo che è bellissima, è figlia mia, l'ho fatta io!". E il tempo che abbiamo impiegato per renderla una realtà ha sicuramente contribuito a renderla così perfetta.

Ho adorato tutto di lei fin dall'inizio, fin da quando me l'hanno messa sul petto tutta sporca e aveva il nasino schiacciato e un occhietto ancora chiuso. Era venuta al mondo da appena un minuto e io ero già innamorata, ho memorizzato ogni centimetro di lei e più la guardavo più mi sembrava senza difetti. Poi i minuti sono diventate ore e le ore giorni: il nasino si è raddrizzato ed è diventato meraviglioso, gli occhioni (per ora grigi) si sono spalancati e quel faccino produce tutta una serie di espressioni che passeresti la giornata intera a guardarla (che poi è un pò quello che io,il suo papà e i nonni facciamo...perché mio papà che sta parlando di un preventivo e molla lì tutto per andare a contemplarla nella carrozzina è un qualcosa che mai avrei pensato possibile!).

E soprattutto Sofia mi sta insegnando cosa è davvero importante, con i suoi sorrisoni nel sonno che ti rubano il cuore, quando aggancia la manina al tuo dito mentre beve dal biberon, quando le fai il bagnetto e lei sgrana gli occhi sentendo l'acqua che le scorre addosso, quando si abbandona sazia e felice tra le tue braccia dopo aver mangiato e capisci che per lei sei la persona più importante del mondo. E che avrai la fortuna di poterlo essere ancora per molti anni, almeno fino a quando non arriverà un maschio che le prenderà il cuore e tu diventerai quella che si mette in un angolo pronta ad intervenire quando avrà bisogno. Mai come da quando è nata Sofia ho capito la profondità del legame con la mia di mamma, e spero di poter avere con mia figlia lo stesso rapporto che io ho con mia mamma. Che è una donna straordinaria, che non ha fatto fatica a concepirmi come è successo a me con Sofia ma che ha affrontato l'inferno per restare con me, per crescermi, per vedermi diventare una donna a mia volta, sposarmi e darle un nipote. Sofia è un regalo anche per lei che desiderava un nipotino come credo non abbia mai desiderato davvero qualcosa nella sua vita, e il pensiero di non riuscire a darglielo mi struggeva l'anima. Poi la patata è arrivata, io sono diventata mamma, lei è diventata nonna.

E diventando mamma, Sofia mi ha fatto capire che anche il lavoro è importante, ma non è tutto. Che io resterò sempre la donna che ha lavorato fino a qualche ora prima di metterla al mondo, che l'ha portata in ufficio quando aveva appena 5 giorni, ma che lei viene prima di qualsiasi cosa. E sono disposta a fare qualche passo indietro per far sì che lei sia una bambina felice. Io penso che troppe volte siamo noi che ci creiamo mille paranoie sul fatto che i bambini non si debbano portare fuori e altre palle...loro una volta che ti sentono vicino possono stare ovunque, in ufficio come in casa. In queste prime 3 settimane ho ricevuto più di uno sguardo e di un commento perplesso quando dicevo che con Sofia sono andata in ufficio, a fare la spesa e a mangiare al Mc Donald's. Cioè, fatemi capire: la spesa chi me la fa? Una volta che la bambina ha mangiato, è coperta ed è tranquilla per quale motivo non posso portarla in giro? Sparatevi meno seghe mentali e vivete più serenamente i momenti coi vostri figli, che non avranno più un mese nelle vita!
Quindi a Sofia devo dire grazie perché avevo paura di chiuderla sotto una campana di vetro e invece mi sono accorta che lei è una bambina felice nonostante il modo in cui stiamo vivendo queste prime settimane, che le piace stare con il nonno in ufficio, che non le frega niente di dormire mentre io mi compro un paio di jeans oppure in casa. E vedere lei felice rende felice anche me, nonostante i pensieri e le preoccupazioni per il lavoro che continuo a portarmi a casa ma che riesco a lasciare sulla soglia dell'ingresso...perché se anche continuo a pensarci non posso fare nulla per cambiare la situazione quindi meglio godermi la mia bambina e al lavoro ci penso quando vado in ufficio.

E' vero che per ora la vita con Sofia è una monotonia fatta di cambi di pannolino, latte da tirare oppure da preparare e ninna nanne. Ma non cambierei questa cosa per niente al mondo, quella che è adesso la mia vita è un qualcosa di meraviglioso, che da 24 giorni a questa parte mi sta regalando momenti magici, insieme a mio marito, che amo più che mai. E non fa niente se arrivo alle 6 della sera a riuscire a mettermi la crema sulla faccia, se fare la doccia è sempre una corsa contro il tempo e spesso mi trovo a trattenere la pipì per ore in attesa che Sofia si addormenti. Ho desiderato così disperatamente essere mamma che non posso fare a meno di ringraziare ogni giorno per tutto quello che ho. Me lo sono sudato e guadagnato, ma so fin troppo bene che la maternità non si ottiene per meritocrazia. Sono stata fortunata, Sofia era destinata a noi, abbiamo solo dovuto avere la pazienza di aspettarla. E lei è arrivata. Il nostro sole. La mia vita.

3 gennaio 2015

BENVENUTA PRINCIPESSA SOFIA!

Penso di aver ripreso e messo in bozze questo post una mezza dozzina di volte. Ma, un pò lo scarso numero di ore di sonno durante la notte, un pò il lavoro a tempo pieno tiraillatte-cambio-pappa-nanna, mi hanno fatto arrivare dritta nel nuovo anno.

Un 2015 che si apre così come il 2014 si era chiuso: con una bomba atomica nel centro della mia vita.
Alla fine IL giorno è arrivato, il giorno che aspettavo da una vita, il giorno che ho avuto paura di non vivere mai, il giorno che mi ha cambiata per sempre. Quel giorno è stato il 17 dicembre, il giorno in cui è nata Sofia. In cui tutta la mia vita è diventata un prima e un dopo di lei, come se quei 3406 grammi segnassero lo spartiacque tra quello che ero sempre stata e quello che sarei diventata dal momento in cui l'ho presa tra le braccia e ogni pezzo di quel puzzle incasinato che era la mia vita è andato al suo posto. Mi è bastato vederla e tutto il mio mondo è andato in pezzi e si è ricomposto nel tempo di un suo respiro. Lei è uscita e io mi sono sentita completa per la prima volta da 30 anni.

Il parto è una di quelle cose che ti fanno sentire Dio, la percezione di riuscire con le tue sole forze a generare una nuova vita al di fuori di te è un qualcosa che non si può spiegare, solo vivere. Non è stato facile e non è stata una passeggiata, ma è un ricordo bellissimo che mi porto dentro con la massima gioia. Il dolore che in un attimo si trasforma in estasi quando dai l'ultima spinta e ti trovi faccia a faccia con quell'esserino che hai immaginato per 9 mesi è la sensazione più bella che io abbia mai provato. E in un momento il travaglio, le contrazioni, i punti, tutto sembra banale davanti a quel miracolo che tieni lì,nudo,sul tuo petto.

Come è stato conoscere Sofia? Un fuoco d'artificio. Non aver voluto sapere il sesso, avere l'ostetrica che diceva che dal battito secondo lei era un maschio, e poi è uscita. "E' una bambina!". Io ho guardato Dany e lui aveva gli occhi lucidi, lui che credeva avremmo avuto un Diego e invece si è trovato occhi negli occhi con quel batuffolo con il nasino schiacciato e storto e se ne è innamorato in tempo zero. Diego non era più un'ipotesi praticabile. Sofia era la nostra realtà e ad entrambi è sembrata da subito la cosa più naturale del mondo, che fosse lei la bambina che Dio ci aveva destinato.


Ancora adesso la guardo e mi chiedo come è stato possibile averla avuta dentro di me per tutto quel tempo, come ho potuto mettere al mondo un tale capolavoro. Lei, così piccola eppure così forte e tenace, è rimasta attaccata a me quando era solo un piccolo seme che sarebbe potuto essere spazzato via in un attimo. E ora è qui, con quei suoi occhioni che quando li spalanca sembra possano cadergli fuori da un momento all'altro, il nasino alla francese, la bocca a cuore...il più bel profilo che io abbia mai visto.


Ripenso ogni giorno a quello che ho fatto per arrivare fino a qua, alla fatica, al dolore, alle rinunce...poi guardo Sofia e mi dico che ne è valsa la pena, sarà sempre la mia più grande vittoria aver combattuto per lei. Adesso ogni giorno è una avventura stupenda, fatta di gesti semplici, banali e ripetitivi ma che ancora non mancano di sorprendermi. Come il modo in cui mi guarda quando le parlo, o come sorride a Dany quando lui le canta una ninna nanna. Io e Dany siamo diventati qualcosa di diverso da quello che eravamo. Vivere insieme l'esperienza del parto è stato un momento che ci ha unito incredibilmente, vedere lui orgoglioso di me per aver messo al mondo la sua bambina. Penso che adesso siamo davvero legati a doppio filo. Sofia è il nodo che ci terrà per sempre uniti. Insieme abbiamo realizzato un sogno. Quel sogno si chiama SOFIA. E adesso è una splendida realtà.

Tu, inventi il tuo cielo tra linee di colore 
Tu, che hai dato alla mia vita il suono del tuo nome 
Tu, hai trasformato tutto il resto in uno sfondo 
Tu, della mia esistenza sei l'essenza 



COSA MI PORTO NELL' ANNO NUOVO

Quest'anno gli anni saranno 39. Non me li sento, non sono pronta. Se penso che mia figlia ne compirà 9 poi! Mi sembra pazzesco quanto ve...