Quando la sera di lunedì 15 dicembre 2014 la ginecologa mi ha comunicato che mi avrebbe trattenuta in ospedale e mi avrebbe indotto il parto il giorno dopo, io sono scesa dalle nuvole. E ho pensato: non sono pronta, non ancora! Eppure avevo il termine solo 4 giorni dopo, eppure avevo aspettato quel momento da 9 mesi e immaginato lo stesso momento per tutta la vita. Ma a quel punto, davanti alla prospettiva di trasformare in realtà quel sogno, mi sono vista passare davanti tutto quello che avevamo affrontato: tutte le lacrime, le delusioni e poi la felicità davanti a quelle beta positive, davanti alla prima ecografia e poi davanti a quel cuoricino che batteva all'impazzata, la paura per il distacco della placenta, un minuto di ansia ogni giorno prima di dormire al pensiero che qualcosa andasse male.
Poi è iniziato il travaglio, la sera del giorno 16, e lì ci sono state altre sensazioni ancora: dolore, paura, felicità, emozione. Mai in nessun minuto di quelle 6 e passa ore di travaglio ho pensato che non ce l'avrei fatta o che mi sarei voluta tirare indietro; ogni contrazione e ogni spinta sebbene dolorosa erano un qualcosa che non mi pesava affrontare perché significava avvicinarmi al mio cucciolo, che ancora non sapevo se sarebbe stato un maschietto o una femminuccia.
E poi è successo, sono arrivate le ore 01.28 del 17 dicembre e tu sei nata. SOFIA. Questa è la prima nostra foto insieme. L'ha scattata il neopapà, che era così emozionato che qualche foto è uscita un pò sfocata dal tanto che gli tremavano le mani.
Il momento in cui ci siamo guardate per la prima volta negli occhi e tu hai smesso di piangere è stato amore folle. Cercavo di memorizzare ogni cosa di te, come se potessi perderti da un momento all'altro. Non avevo ancora realizzato che tu eri davvero mia, non la bambina di un'altra persona che tenevo in braccio per qualche minuto per poi riconsegnarla tra le braccia della sua mamma. No, questa volta la mamma ero io. E quando stai in braccio a qualcun altro ma poi torni da me e tu lo capisci, senti le mie braccia e ti lasci andare tranquilla contro di me, mi sento benissimo. Perché significa che per te sono davvero importante, sono il porto sicuro, sono il posto dove dormire serena.
E poi i giorni hanno iniziato a passare, uno dopo l'altro, e abbiamo iniziato a conoscerci. E i giorni sono diventate settimane e siamo arrivate qui. Ad un mese. Un mese di te piccola Sofia. Che è anche un mese di noi. Di noi come mamma e figlia. Di noi come famiglia. Io, te e il papà. Che in questo mese in effetti è stato un pò dimenticato. Perché alla fine tutti gli sguardi sono su Sofia e noi, io e il suo papà, siamo al suo servizio in tutto e per tutto. Ma è giusto così. I primi tempi sono i più difficili, quelli in cui bisogna prendere le misure, imparare a conoscerci. Direi che ce la stiamo cavando bene. Ci sono giorni più facili e altri meno, giorni in cui tu piangi e io non riesco a consolarti e mi sento male dentro. Ma poi penso che sei un bambino, e i bambini spesso piangono senza motivo. Sei una bambina bravissima, bellissima e io ti amo con tutto il cuore.
Questa è una foto di quello che siamo adesso, un mese dopo.
Adesso pesi più di 4 kg e si sentono! Sei una bambina tranquilla, a dispetto di quello che sono stata io in gravidanza. Sorridi quando senti la mia voce e quella del papà, ti accoccoli contro il mio collo quando ti stai addormentando, fai tantissime smorfie che ci sarebbe da passare la giornata intera a guardarti. Insomma, sei una gioia. La mia gioia.
Quindi buon 1 mese amore mio, ogni giorno che passa cresci e cresce anche il mio amore per te. La mamma ci sarà sempre per te, non ti lascerà mai sola. Sei il mio orgoglio,la mia vita,il mio tesoro.
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