3 gennaio 2015

BENVENUTA PRINCIPESSA SOFIA!

Penso di aver ripreso e messo in bozze questo post una mezza dozzina di volte. Ma, un pò lo scarso numero di ore di sonno durante la notte, un pò il lavoro a tempo pieno tiraillatte-cambio-pappa-nanna, mi hanno fatto arrivare dritta nel nuovo anno.

Un 2015 che si apre così come il 2014 si era chiuso: con una bomba atomica nel centro della mia vita.
Alla fine IL giorno è arrivato, il giorno che aspettavo da una vita, il giorno che ho avuto paura di non vivere mai, il giorno che mi ha cambiata per sempre. Quel giorno è stato il 17 dicembre, il giorno in cui è nata Sofia. In cui tutta la mia vita è diventata un prima e un dopo di lei, come se quei 3406 grammi segnassero lo spartiacque tra quello che ero sempre stata e quello che sarei diventata dal momento in cui l'ho presa tra le braccia e ogni pezzo di quel puzzle incasinato che era la mia vita è andato al suo posto. Mi è bastato vederla e tutto il mio mondo è andato in pezzi e si è ricomposto nel tempo di un suo respiro. Lei è uscita e io mi sono sentita completa per la prima volta da 30 anni.

Il parto è una di quelle cose che ti fanno sentire Dio, la percezione di riuscire con le tue sole forze a generare una nuova vita al di fuori di te è un qualcosa che non si può spiegare, solo vivere. Non è stato facile e non è stata una passeggiata, ma è un ricordo bellissimo che mi porto dentro con la massima gioia. Il dolore che in un attimo si trasforma in estasi quando dai l'ultima spinta e ti trovi faccia a faccia con quell'esserino che hai immaginato per 9 mesi è la sensazione più bella che io abbia mai provato. E in un momento il travaglio, le contrazioni, i punti, tutto sembra banale davanti a quel miracolo che tieni lì,nudo,sul tuo petto.

Come è stato conoscere Sofia? Un fuoco d'artificio. Non aver voluto sapere il sesso, avere l'ostetrica che diceva che dal battito secondo lei era un maschio, e poi è uscita. "E' una bambina!". Io ho guardato Dany e lui aveva gli occhi lucidi, lui che credeva avremmo avuto un Diego e invece si è trovato occhi negli occhi con quel batuffolo con il nasino schiacciato e storto e se ne è innamorato in tempo zero. Diego non era più un'ipotesi praticabile. Sofia era la nostra realtà e ad entrambi è sembrata da subito la cosa più naturale del mondo, che fosse lei la bambina che Dio ci aveva destinato.


Ancora adesso la guardo e mi chiedo come è stato possibile averla avuta dentro di me per tutto quel tempo, come ho potuto mettere al mondo un tale capolavoro. Lei, così piccola eppure così forte e tenace, è rimasta attaccata a me quando era solo un piccolo seme che sarebbe potuto essere spazzato via in un attimo. E ora è qui, con quei suoi occhioni che quando li spalanca sembra possano cadergli fuori da un momento all'altro, il nasino alla francese, la bocca a cuore...il più bel profilo che io abbia mai visto.


Ripenso ogni giorno a quello che ho fatto per arrivare fino a qua, alla fatica, al dolore, alle rinunce...poi guardo Sofia e mi dico che ne è valsa la pena, sarà sempre la mia più grande vittoria aver combattuto per lei. Adesso ogni giorno è una avventura stupenda, fatta di gesti semplici, banali e ripetitivi ma che ancora non mancano di sorprendermi. Come il modo in cui mi guarda quando le parlo, o come sorride a Dany quando lui le canta una ninna nanna. Io e Dany siamo diventati qualcosa di diverso da quello che eravamo. Vivere insieme l'esperienza del parto è stato un momento che ci ha unito incredibilmente, vedere lui orgoglioso di me per aver messo al mondo la sua bambina. Penso che adesso siamo davvero legati a doppio filo. Sofia è il nodo che ci terrà per sempre uniti. Insieme abbiamo realizzato un sogno. Quel sogno si chiama SOFIA. E adesso è una splendida realtà.

Tu, inventi il tuo cielo tra linee di colore 
Tu, che hai dato alla mia vita il suono del tuo nome 
Tu, hai trasformato tutto il resto in uno sfondo 
Tu, della mia esistenza sei l'essenza 



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