Fino a qualche anno fa eravamo divise in 2 grandi categorie: sposate/fidanzate e single.
Ora, che abbiamo passato i 30, la distinzione vera e propria è: con figli e senza figli.
Io rientro nella prima categoria, ma non c'è giorno nel quale non mi confronti con amiche che non hanno figli. E che non ripensi a quella che era la mia vita prima di Sofia. Seguendo la legge secondo cui non siamo mai contenti di quello che abbiamo, una parte di me rimpiange la vita di prima. Quella senza figli.
Prima io, Sara, esistevo. Come persona, come donna. Ero una donna che aveva degli interessi, che aveva qualcosa da dire che non riguardasse il colore della cacca o lo spannolinamento. Per quanto le mie amiche dicano che non è così, io ho la chiara percezione di aver perso punti rispetto a loro. Se volete vedere me, a meno di non mobilitare marito, nonna e spirito santo, dovete prevedere che io adesso sono io + Sofia. Quindi significa che una bambina di nemmeno 2 anni in un incontro tra donne monopolizza l'attenzione, non permette di fare un discorso sensato a meno di interrompersi ogni 10 secondi. E, in ogni caso, un orecchio e un emisfero del mio cervello sono "sacrificati" ad accertarmi che mia figlia non si uccida o uccida altri suoi simili. Quindi io vi capisco quando voi coi vostri mariti/compagni preferite la compagnia di altre coppie senza figli. E non ve ne faccio una colpa. Vi sentiti più simili, ed è la verità. Io e mio marito con Sofia non c'entriamo più niente con quel tipo di vita. Un pò per scelta, ossia la scelta di esserci assunti una responsabilità nei confronti di un'altra vita che ha delle esigenze che è giusto che vengano rispettate, un pò perché siamo consapevoli che i nostri tempi (e quelli di Sofia) difficilmente coincidono con cene al ristorante, discoteche e altri eventi.
Mi manca la Sara che ero prima? Sì e no. Sì nella misura in cui avevo del tempo per me, andavo in bagno con la porta chiusa, ci stavo quanto mi pareva, non rendevo conto a nessuno se non a mio marito. Mi manca una certa dose di imprevedibilità. Ora tutto è programmato, organizzato, a quest'ora bisogna essere a casa perché Sofia deve mangiare, non possiamo uscire oltre una certa ora perché Sofia deve dormire. Sì, ci sono momenti in cui mi manca l'aria e mi sento ostaggio di una piccola nana di 19 mesi in perenne esigenza da mamma. Se devo descrivermi, prima di tutto mi definisco MAMMA. Prima ancora che moglie o lavoratrice o Sara. Oramai sono mamma e quel ruolo mi è entrato sotto pelle e lo sarò per tutta la vita, indipendentemente dall'età di Sofia.
Quindi quando penso alla vita precedente capisco le mie amiche che decidono di non avere figli. Scelgono se stesse, il proprio matrimonio, la propria indipendenza. Adesso dirò una cosa che sconvolgerà qualcuno, ma prima di Sofia credevo che una donna senza figli non si sarebbe mai sentita davvero realizzata. Poi è nata Sofia, e ho scoperto quanto ti da un figlio, ma anche quanto ti toglie. Quindi non fare figli non è una scelta più o meno sbagliata di quella di farli. E', appunto, una scelta.
Quando ho deciso di avere un figlio, nell'agosto 2012, ero convinta di aver fatto tutto quello che potevo, mi sentivo pronta, sicura di potermi chiudere alle spalle un capitolo della mia vita fatto di vita a 2, viaggi, cene, sesso. E ogni giorno che passava e non rimanevo incinta, mi convincevo che volevo una vita fatta di pannolini, pianti, notti in bianco. Poi quella vita è arrivata. E mi sono resa conto che avrei fatto bene ad affrontare tutta la PMA con uno spirito diverso, concedendomi ancora una finestra su quella vita precedente che avevo vissuto ed ero pronta a dimenticare fino al momento in cui Dio (e la scienza) non mi avessero regalato un figlio. Quindi se ho un rimpianto, se poi così possiamo chiamarlo, è di non aver fatto di più quando ero sola, tutta presa da questa ricerca ossessionata di un figlio. Che, adesso che c'è, non mi fa più respirare.
Ma d'altronde la vita va così, ci manca sempre qualcosa, siamo sempre eternamente insoddisfatti. Eppure nonostante il tempo che non basta mai, i capricci di Sofia, la difficoltà di conciliare il tempo. Nonostante la non vita di adesso, non potrei più pensarmi senza la mia bambina. E' una parte del mio cuore, senza non potrei vivere. La vita è difficile, una vita che voi, amiche senza figli, non potete capire e che, ne sono sicura, vista da fuori nemmeno invidiate. La mamma è sempre di corsa, sempre isterica, sempre un pò sciatta, sempre in debito di sonno, sempre affamata, sempre in cerca di tempo per sé. Ma quando ci siete dentro a quella vita e la guardate con gli occhi di mamma, non la cambiereste più con nulla al mondo.
Quando sei stata mamma per un minuto non riesci più a pensarti in nessun altro modo. Certo, non è un mestiere facile. Devi coccolare, istruire, consolare, sfamare, far addormentare, lavare, intrattenere, far ridere, educare. E in tutto questo tu non esisti, tuo figlio assorbe tutto il tuo essere lasciandoti senza energia. Ed è vero che in apparenza, certi giorni quando tutto va storto, ti sembra che in cambio non ti stia dando nulla. Non è così. Tuo figlio ti offre la cosa più importante del mondo: la ragione per cui vivere.