27 luglio 2016

AMICHE SENZA FIGLI, VI CAPISCO

Fino a qualche anno fa eravamo divise in 2 grandi categorie: sposate/fidanzate e single.
Ora, che abbiamo passato i 30, la distinzione vera e propria è: con figli e senza figli.

Io rientro nella prima categoria, ma non c'è giorno nel quale non mi confronti con amiche che non hanno figli. E che non ripensi a quella che era la mia vita prima di Sofia. Seguendo la legge secondo cui non siamo mai contenti di quello che abbiamo, una parte di me rimpiange la vita di prima. Quella senza figli.

Prima io, Sara, esistevo. Come persona, come donna. Ero una donna che aveva degli interessi, che aveva qualcosa da dire che non riguardasse il colore della cacca o lo spannolinamento. Per quanto le mie amiche dicano che non è così, io ho la chiara percezione di aver perso punti rispetto a loro. Se volete vedere me, a meno di non mobilitare marito, nonna e spirito santo, dovete prevedere che io adesso sono io + Sofia. Quindi significa che una bambina di nemmeno 2 anni in un incontro tra donne monopolizza l'attenzione, non permette di fare un discorso sensato a meno di interrompersi ogni 10 secondi. E, in ogni caso, un orecchio e un emisfero del mio cervello sono "sacrificati" ad accertarmi che mia figlia non si uccida o uccida altri suoi simili. Quindi io vi capisco quando voi coi vostri mariti/compagni preferite la compagnia di altre coppie senza figli. E non ve ne faccio una colpa. Vi sentiti più simili, ed è la verità. Io e mio marito con Sofia non c'entriamo più niente con quel tipo di vita. Un pò per scelta, ossia la scelta di esserci assunti una responsabilità nei confronti di un'altra vita che ha delle esigenze che è giusto che vengano rispettate, un pò perché siamo consapevoli che i nostri tempi (e quelli di Sofia) difficilmente coincidono con cene al ristorante, discoteche e altri eventi.

Mi manca la Sara che ero prima? Sì e no. Sì nella misura in cui avevo del tempo per me, andavo in bagno con la porta chiusa, ci stavo quanto mi pareva, non rendevo conto a nessuno se non a mio marito. Mi manca una certa dose di imprevedibilità. Ora tutto è programmato, organizzato, a quest'ora bisogna essere a casa perché Sofia deve mangiare, non possiamo uscire oltre una certa ora perché Sofia deve dormire. Sì, ci sono momenti in cui mi manca l'aria e mi sento ostaggio di una piccola nana di 19 mesi in perenne esigenza da mamma. Se devo descrivermi, prima di tutto mi definisco MAMMA. Prima ancora che moglie o lavoratrice o Sara. Oramai sono mamma e quel ruolo mi è entrato sotto pelle e lo sarò per tutta la vita, indipendentemente dall'età di Sofia.
Quindi quando penso alla vita precedente capisco le mie amiche che decidono di non avere figli. Scelgono se stesse, il proprio matrimonio, la propria indipendenza. Adesso dirò una cosa che sconvolgerà qualcuno, ma prima di Sofia credevo che una donna senza figli non si sarebbe mai sentita davvero realizzata. Poi è nata Sofia, e ho scoperto quanto ti da un figlio, ma anche quanto ti toglie. Quindi non fare figli non è una scelta più o meno sbagliata di quella di farli. E', appunto, una scelta.

Quando ho deciso di avere un figlio, nell'agosto 2012, ero convinta di aver fatto tutto quello che potevo, mi sentivo pronta, sicura di potermi chiudere alle spalle un capitolo della mia vita fatto di vita a 2, viaggi, cene, sesso. E ogni giorno che passava e non rimanevo incinta, mi convincevo che volevo una vita fatta di pannolini, pianti, notti in bianco. Poi quella vita è arrivata. E mi sono resa conto che avrei fatto bene ad affrontare tutta la PMA con uno spirito diverso, concedendomi ancora una finestra su quella vita precedente che avevo vissuto ed ero pronta a dimenticare fino al momento in cui Dio (e la scienza) non mi avessero regalato un figlio. Quindi se ho un rimpianto, se poi così possiamo chiamarlo, è di non aver fatto di più quando ero sola, tutta presa da questa ricerca ossessionata di un figlio. Che, adesso che c'è, non mi fa più respirare.

Ma d'altronde la vita va così, ci manca sempre qualcosa, siamo sempre eternamente insoddisfatti. Eppure nonostante il tempo che non basta mai, i capricci di Sofia, la difficoltà di conciliare il tempo. Nonostante la non vita di adesso, non potrei più pensarmi senza la mia bambina. E' una parte del mio cuore, senza non potrei vivere. La vita è difficile, una vita che voi, amiche senza figli, non potete capire e che, ne sono sicura, vista da fuori nemmeno invidiate. La mamma è sempre di corsa, sempre isterica, sempre un pò sciatta, sempre in debito di sonno, sempre affamata, sempre in cerca di tempo per sé. Ma quando ci siete dentro a quella vita e la guardate con gli occhi di mamma, non la cambiereste più con nulla al mondo.


Quando sei stata mamma per un minuto non riesci più a pensarti in nessun altro modo. Certo, non è un mestiere facile. Devi coccolare, istruire, consolare, sfamare, far addormentare, lavare, intrattenere, far ridere, educare. E in tutto questo tu non esisti, tuo figlio assorbe tutto il tuo essere lasciandoti senza energia. Ed è vero che in apparenza, certi giorni quando tutto va storto, ti sembra che in cambio non ti stia dando nulla. Non è così. Tuo figlio ti offre la cosa più importante del mondo: la ragione per cui vivere.

20 luglio 2016

COSE CHE (FORSE) HO CAPITO PASSATI I 30

Come saprete, ieri ho festeggiato il mio compleanno. O meglio, ho compiuto un anno in più. Sono 32. Motivo per cui non vedo alcuna necessità di feste e trenini pepepepepe.

Stamattina Sofia ha pensato bene di svegliarsi alle 05.35, dopo la faticaccia di ieri sera durata un'ora e 10 minuti per farla addormentare. Alla fine non si è addormentata, è crollata. Ma questo tira e molla estenuante mi ha "rovinato" la seconda parte del mio compleanno. Ero emotivamente distrutta. Comunque, questo è un altro discorso. E oggi è un altro giorno. Dicevo, stamattina la sveglia in notturna mi ha permesso, tra la cacca di Sofia (non ho intenzione di affrontare qui questo argomento, già il solo fatto di parlare 10 volte al giorno della stipsi temporanea di mia figlia è sufficiente a farmi accorgere che sto andando alla deriva) e la solita colazione improvvisata, di pensare ad alcune cose che ho capito da quando sono proiettata, lentamente ma inesorabilmente, verso i 40 (mi vengono i brividi solo a pensarlo, figurarsi scriverlo).

1) Cercasi ore di sonno disperatamente. Ho bisogno di un minimo di ore di sonno per connettere durante la giornata. Il che significa almeno 8, ininterrotte. Questa notte sono state circa 6, cosa che mi porta alle 16.30 ad un continuo sbadigliare e desiderare disperatamente il divano, consapevole che quel momento andrà rimandato ancora per qualche ora. Premesso che quando diventi genitore, a maggior ragione se sei mamma, non dormirai MAI PIU come prima (non parlo solo di ore, ma soprattutto di qualità del sonno), se non hai modo di recuperare durante la giornata sei fottuta. Amiche che non lavorate e che potete permettervi di dormire mentre vostro figlio fa il riposino (o i riposini) durante la giornata, non triturateci le palle su quanto siete stanche e bisognose di sonno. Pensate a chi si sveglia 10 volte a notte e poi alle 7 si alza (come se avesse dormito) per andare a lavorare. Credetemi, siete fortunate a recuperare qualcosa durante il giorno. Altre, semplicemente vanno avanti sulla forza dei nervi. Ricordo tempi in cui mi bastavano 5 ore di sonno e non avvertivo la stanchezza. Superati i 30, e con l'arrivo di Sofia, ho capito che il fisico mi sta abbandonando. Il che non è esattamente una gioia.

2) Il tempo conta di più delle cose. Prima, e con prima non so dire con certezza quando, diciamo almeno fino a 5 anni fa, ero il genere di persona che rincorreva le cose. Le borse, le scarpe, i vestiti firmati. Ero Burberry Addicted e possedere una cosa mi gratificava e mi faceva sentire bene. Poi, credo un pò in concomitanza della ricerca di Sofia unito all'uscita di denaro per colpa del mutuo, mi sono accorta che in realtà le cose che avevo e che prima desideravo, non mi rendevano felice. Non voglio nemmeno dire quanti soldi ho accumulato nell'armadio in borse, ma rendermi conto di poter avere una Dior al braccio eppure nessun figlio in pancia mi ha colpito come uno schiaffo. E così ho cambiato direzione, forse in maniera troppo radicale. Sono passata dal comprare spesso al non comprare nulla. Ho messo i soldi nella PMA e quando è arrivata Sofia ho iniziato a comprare per lei. Non più per me. Io sono felice quando posso avere del tempo da passare con lei e con mio marito, quelli sono i regali che mi piacciono. Il regalo per il mio compleanno è un weekend al mare noi 3. Certo, il tempo per me manca, è un nodo cruciale che ad oggi non sono ancora riuscita a risolvere. Ci sto lavorando. Ma sono certa che non tornerò più sulla vecchia strada.

3) La fortuna di avere accanto la persona giusta. Questa non è una cosa che ho scoperto oggi, sono 12 anni che divido la vita con la stessa persona. Eppure ci sono dei momenti in cui mi accorgo che sono fortunata ad avere una persona come mio marito accanto. Abbiamo i nostri problemi, lavorando insieme spesso si ingigantiscono, Sofia ci mette spesso a dura prova. Ma la nostra forza è la consapevolezza di voler continuare insieme, per godere insieme di quelli che adesso sono sacrifici e che domani saranno soddisfazioni. Mio marito ha sopportato tutti i miei cambiamenti lavorativi, ha rischiato e investito con me, ha supportato la mia decisione di arrivare a Sofia ad ogni costo. Insomma, non c'è nulla nella nostra vita che non abbiamo deciso e progettato insieme di affrontare e realizzare. Poi possiamo avere gusti diversi (lo sono, completamente), caratteri opposti, vite passate ed esperienze diverse. Ma se c'è una certezza nella mia vita è che mio marito non mi volterà mai le spalle, non sentirà il bisogno di trovare un'altra donna, non mi lascerà da sola ad affrontare tutte le sfide che ci aspettano. Poi se siete a conoscenza del fatto che mio marito mi mette le corna, fatevi avanti vi prego. Nel frattempo, se non vi fa niente, porto avanti la mia convinzione.

4) Meglio pochi (amici) ma buoni. Ossia quelli che ci tengono davvero a te. Con gli amici non può essere una gara a chi ha di più, a chi sta meglio. Se stai bene sto bene anche io, se stai male sto male anche io. Più passa il tempo più ridimensiono le mie aspettative nei confronti delle persone, e la mia decisione di allontanarmi da Facebook è stata figli anche di questo pensiero. Del fatto che c'è troppa gente invidiosa, gente che ricerca l'approvazione degli altri, gente che abbellisce/modifica/distorce la sua vita per un like in un post. Nonono. La mia vita non può essere così. Poi per carità, non è che bisogna avere solo migliori amici e tutti gli altri nel cesso. Ci sono anche persone che si conoscono meno in profondità e che sono comunque belle persone e una compagnia piacevole. Ho anche persone così nella mia vita. E alle quali non mi va di rinunciare. Ma ho la consapevolezza che così come loro non sono una presenza fondamentale nella mia vita, io non lo sono nella loro. E mi sta bene. Le mie "sorelle" sono un affare diverso. Le proteggo con la vita.

5) Film, serie tv, canzoni e altre cazzate. Per quanto riguarda il resto, nonostante gli anni passano il mio film preferito resta Il Gladiatore, la mia serie preferita Scandal, il mio sportivo del cuore Alessandro Del Piero, la mia canzone preferita Giudizi Universali di Samuele Bersani, la canzone mia e di mio marito Per me, per sempre di Eros, mangio la piadina salame, fontina e salsa rosa, preferisco la pizza fatta in casa a quella d'asporto, il risotto allo zafferano e le polpette di mia nonna non si battono, Sofia continuo a pensare fosse l'unico nome possibile da dare a mia figlia, preferisco sempre il mare alla montagna, i solari e il doposole sono sempre marca Nivea, Lush è il negozio di cosmetici migliore del mondo.

Alla fine può essere che non abbia davvero capito niente della vita. Ma, alla luce dei fatti, di quello che ho, delle persone che mi circondano, va bene così.

8 luglio 2016

IO SENZA TE



Ho deciso di scrivere questo post "a caldo", così da potervi trasmettere le mie emozioni circa uno dei momenti più difficili che una mamma si trova ad affrontare: la prima vacanza al mare della figlia con i nonni.
Lasciando stare il fatto che se avessi avuto un euro per ogni persona che mi ha detto "Ah, che bello, vedrai che farete i piccioncini per una settimana tu e tuo marito". STOP. Fermi tutti. Questo è quello che fanno le persone che non hanno un lavoro o che hanno un lavoro da dipendenti. Tolta la variabile bambino, la vita a 2 diventa un qualcosa di piacevole e rilassante. Un conto è avere un'azienda e trovarsi a comandare perché il boss, ossia mio padre, ossia il nonno, preso da uno schizzo di nonnite acuta, ha deciso di prendere la nipotina e assentarsi per una settimana da quello che è il delirio di clienti, scadenze, preventivi.

Prima stavo in ufficio 10 ore, in questa settimana sono state in media 12. 3 sere su 4 ho finito alle 19.00, una alle 20.10 (mio marito ovviamente più tardi). Immaginate voi dopo certe giornate che voglia una ha di fare conversazione o di tirarsi insieme. Ecco.
Ma lasciamo stare questo aspetto, per cui lo stare senza Sofia non ha giovato nè alla nostra vita sociale nè alla nostra vita di coppia. E parliamo di cosa è significato stare questa settimana senza Sofia. Ha significato essere tornati a due anni fa, quando rientravo a casa dal lavoro stravolta e ad attendermi c'era il silenzio. Con la consapevolezza che, adesso, so che suono hanno le risate e i discorsi di mia figlia. Ha significato guardare il suo lettino vuoto alla mattina quando scendevo per fare colazione e non vederla lì già in piedi che salta su e giù urlando "Mammamaaaaaamma!!!". Quanto mi è mancata quella vocina lì in questi 5 giorni. Ho capito che quello che è stato prima non ci potrà essere più, perché essere diventata mamma mi ha marchiata a fuoco, per sempre. Non saprò più vivere con la stessa spensieratezza di prima se lei non c'è.

Sofia non c'è e mi manca tutto quello che prima mi stancava fare. Ma soprattutto mi mancano i suoi sorrisi, i suoi baci, le sue coccole. Mi manca quel momento tutto nostro che è la nanna, restare a guardarla mentre piano piano chiude gli occhi e si abbandona tra le mie braccia. Serena. Ho permesso ai miei genitori di "strapparmela" perché mi fido ciecamente di mia mamma e so che avrebbe sempre e comunque fatto il bene di Sofia. Certo, immaginavo che la sua routine si sarebbe stravolta, per esempio avrebbe dormito più tardi la sera ma di più durante il giorno per recuperare (considerato anche quanto tempo passa nell'acqua). La sfida adesso è riportarla a casa e ritornare alla nostra routine, quella della nanna alle 20 e delle 11 ore di sonno ininterrotto. Perché a casa non è come al mare, mamma e papà lavorano quindi è giusto avere una routine bene impostata. Quando la sentivo al telefono parlottare e poi chiamarmi mi venivano gli occhi lucidi, perché avrei voluto essere lì, perché avere un figlio è spossante ma anche la cosa che più ti rende felice. Sofia è il mio antidoto per tutti gli scazzi e i brutti pensieri della mia vita. La guardo, la stringo, ed eccola lì, la cosa più importante della mia vita, la cosa più bella che ho fatto.

Stare senza Sofia in questi giorni mi ha messo alla prova. Da una parte credo di essere stata brava a gestire l'azienda, i problemi e tutto il resto senza mio padre. Dall'altra ha svelato una fragilità emotiva che non pensavo di avere. Lasciarla domenica sera mi ha straziato il cuore, sapere che lei alla mattina o in un qualunque altro momento della giornata mi avrebbe cercata e chiamata e io non avrei potuto rispondere mi faceva sentire malissimo. E ancora adesso mi chiedo come deve essersi sentita quando ha visto solo la nonna e il nonno e poi nessun altro che conosceva. Domani vengo a prenderti tesoro, la mamma non vede l'ora di stringerti forte e di vedere i tuoi occhi meravigliosi. Io senza te vivo a metà. Ma per fortuna che ci sei. E domani è dietro l'angolo.

COSA MI PORTO NELL' ANNO NUOVO

Quest'anno gli anni saranno 39. Non me li sento, non sono pronta. Se penso che mia figlia ne compirà 9 poi! Mi sembra pazzesco quanto ve...