Ho deciso di scrivere questo post "a caldo", così da potervi trasmettere le mie emozioni circa uno dei momenti più difficili che una mamma si trova ad affrontare: la prima vacanza al mare della figlia con i nonni.
Lasciando stare il fatto che se avessi avuto un euro per ogni persona che mi ha detto "Ah, che bello, vedrai che farete i piccioncini per una settimana tu e tuo marito". STOP. Fermi tutti. Questo è quello che fanno le persone che non hanno un lavoro o che hanno un lavoro da dipendenti. Tolta la variabile bambino, la vita a 2 diventa un qualcosa di piacevole e rilassante. Un conto è avere un'azienda e trovarsi a comandare perché il boss, ossia mio padre, ossia il nonno, preso da uno schizzo di nonnite acuta, ha deciso di prendere la nipotina e assentarsi per una settimana da quello che è il delirio di clienti, scadenze, preventivi.
Prima stavo in ufficio 10 ore, in questa settimana sono state in media 12. 3 sere su 4 ho finito alle 19.00, una alle 20.10 (mio marito ovviamente più tardi). Immaginate voi dopo certe giornate che voglia una ha di fare conversazione o di tirarsi insieme. Ecco.
Ma lasciamo stare questo aspetto, per cui lo stare senza Sofia non ha giovato nè alla nostra vita sociale nè alla nostra vita di coppia. E parliamo di cosa è significato stare questa settimana senza Sofia. Ha significato essere tornati a due anni fa, quando rientravo a casa dal lavoro stravolta e ad attendermi c'era il silenzio. Con la consapevolezza che, adesso, so che suono hanno le risate e i discorsi di mia figlia. Ha significato guardare il suo lettino vuoto alla mattina quando scendevo per fare colazione e non vederla lì già in piedi che salta su e giù urlando "Mammamaaaaaamma!!!". Quanto mi è mancata quella vocina lì in questi 5 giorni. Ho capito che quello che è stato prima non ci potrà essere più, perché essere diventata mamma mi ha marchiata a fuoco, per sempre. Non saprò più vivere con la stessa spensieratezza di prima se lei non c'è.
Sofia non c'è e mi manca tutto quello che prima mi stancava fare. Ma soprattutto mi mancano i suoi sorrisi, i suoi baci, le sue coccole. Mi manca quel momento tutto nostro che è la nanna, restare a guardarla mentre piano piano chiude gli occhi e si abbandona tra le mie braccia. Serena. Ho permesso ai miei genitori di "strapparmela" perché mi fido ciecamente di mia mamma e so che avrebbe sempre e comunque fatto il bene di Sofia. Certo, immaginavo che la sua routine si sarebbe stravolta, per esempio avrebbe dormito più tardi la sera ma di più durante il giorno per recuperare (considerato anche quanto tempo passa nell'acqua). La sfida adesso è riportarla a casa e ritornare alla nostra routine, quella della nanna alle 20 e delle 11 ore di sonno ininterrotto. Perché a casa non è come al mare, mamma e papà lavorano quindi è giusto avere una routine bene impostata. Quando la sentivo al telefono parlottare e poi chiamarmi mi venivano gli occhi lucidi, perché avrei voluto essere lì, perché avere un figlio è spossante ma anche la cosa che più ti rende felice. Sofia è il mio antidoto per tutti gli scazzi e i brutti pensieri della mia vita. La guardo, la stringo, ed eccola lì, la cosa più importante della mia vita, la cosa più bella che ho fatto.
Stare senza Sofia in questi giorni mi ha messo alla prova. Da una parte credo di essere stata brava a gestire l'azienda, i problemi e tutto il resto senza mio padre. Dall'altra ha svelato una fragilità emotiva che non pensavo di avere. Lasciarla domenica sera mi ha straziato il cuore, sapere che lei alla mattina o in un qualunque altro momento della giornata mi avrebbe cercata e chiamata e io non avrei potuto rispondere mi faceva sentire malissimo. E ancora adesso mi chiedo come deve essersi sentita quando ha visto solo la nonna e il nonno e poi nessun altro che conosceva. Domani vengo a prenderti tesoro, la mamma non vede l'ora di stringerti forte e di vedere i tuoi occhi meravigliosi. Io senza te vivo a metà. Ma per fortuna che ci sei. E domani è dietro l'angolo.
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