27 ottobre 2016

UN FIGLIO E'...

Di solito gli spunti per scrivere un post mi vengono sempre mentre sto facendo addormentare Sofia alla sera, mentre ce l'ho lì, tra le braccia, la guardo mentre si abbandona al sonno ed è lì, serena, rilassata. Perfetta. E a quel punto lì mi vengono in mente un sacco di cose meravigliose sul quanto è bello essere mamma. Dovrei avere accanto a me lo smartphone per appuntarmele prima che la mia perenne stanchezza le faccia volare via. Ma preferisco di gran lunga quel momento solo io e lei. E così diciamo che ho impiegato parecchio tempo prima di riuscire a ricucire i pezzi di quello che sto per scrivere, un riassunto dei miei 22 mesi e 10 giorni da mamma.

"Un figlio è..."

...un uragano che ti arriva nella vita e travolge e stravolge tutto quello che sei sempre stata prima di quel momento
...sentirsi sempre in colpa per ogni cosa che lo riguarda. Se non mangia, se non dorme, se non fa la cacca, se non cammina, se non parla
...vedere infinite volte gli stessi cartoni animati, cantare infinite volte le stesse canzoni, giocare infinite volte a nascondino mentre lui si nasconde dietro le sue manine
...aprire la porta di casa dopo una giornata di lavoro e vedere il suo sorriso spalancarsi e arrivarti dritto al cuore, come se non ti vedesse da mesi
...non poter più andare al bagno da sola e, quando riesci ad andarci, ti sembra di essere in vacanza
...guardarlo e accorgerti di quanto alla tua vita mancasse qualcosa prima che ci fosse lui
...sorridere senza motivo quando pensi a qualcosa che ha detto/fatto
...la prova vivente che con un figlio il sole è più giallo, il cielo più blu e il cuore ha un battito più dolce
...qualcosa che mette nella giusta prospettiva tutti i tasselli della tua vita, facendoti capire che cosa ha davvero importanza
...la bussola che ti fa ritrovare la giusta strada quando ti stai perdendo. Una mamma ci deve essere sempre per lui, ammalata o stanca o arrabbiata o depressa che sia
...la rinuncia con il sorriso anche a cose che prima ti piacevano e non hai più tempo per fare perché lui viene prima di tutto
...il rendersi conto che tu e il tuo compagno non siete più quelli di prima di diventare genitori. Siete cambiati, siete una famiglia, uniti per sempre attraverso di lui
...mettere in pausa la tua vita con tutti i tuoi obbiettivi, i viaggi, le ambizioni, per portare avanti il progetto più importante di tutti. La sua felicità.
...scoppiare a piangere quando ti accorgi di aver alzato un pò troppo la voce dopo l'ennesimo capriccio sentendoti una madre terribile
...la percezione nitida e cristallina di aver reso il mondo, grazie a lui, un posto migliore
...l'unica persona per la quale sei tutto il suo universo
...l'unica persona che è tutto il TUO universo.


Non importa quanto la giornata sia stata difficile o pesante, quanto Sofia sia stata capricciosa o ingestibile.
Quando ci ritroviamo io e lei, da sole, la sera, e lei mi si abbandona contro il petto, la mia mente si resetta. Il mio cuore batte insieme al suo. E io sono in pace. Felice.

24 ottobre 2016

IL BRUTTO DELLE MAMME

La donna che diventa mamma subisce una specie di trasformazione genetica. Ne avevo avuto la percezione fin da quando mamma non lo ero ancora. Da quando è arrivata Sofia ne ho presa coscienza. Adesso che è all'asilo, non ho più alcun dubbio.

Non so se questo dipende da una sorta di gene che noi donne abbiamo dentro da sempre e che, a contatto con gli ormoni prodotti dalla gravidanza, si sprigiona. E ci fa diventare delle donne della peggior specie. Fateci caso e ditemi che non ne conoscete almeno una anche voi. E' quel genere di mamma che lei fa sempre meglio di tutte. Voi avete dato il latte artificiale perché vostro figlio, dopo pianti (suoi e vostri), innumerevoli tentativi e una quasi depressione post partum non si attaccava al seno? Dovevate insistere di più, non importa quanto tempo sarebbe servito. Suo figlio ha tipo 3 anni, lo allatta ancora e guarda lì come sta bene? Invece vostro figlio è lì denutrito e decrepito, perché avete osato non farvi venire l'esaurimento e avete optato per il latte formulato, vero demonio delle tettabane, le maniache della tetta (ne avevo parlato anche qui oramai più di un anno fa, ma continuano a spuntare come cimici in questo autunno).
Oppure avete deciso di mandarlo al nido perché dovete riprendere a lavorare? Ecco che lei ti insinua il dubbio che potrebbe crescere disturbato, carente dell'affetto materno, con persone che non conosce e che chissà cosa potrebbero fargli.

Potrei farvene infiniti di esempi così perché di mamme di questo tipo, ahimè, ne ho incrociate tante. Essendo poi io una mamma atipica figuratevi. Ho una figlia avuta con la PMA (e quella che "Bah, magari se ci provavi ancora una volta ce la facevi da sola"), ho lavorato fino al giorno in cui ho partorito ("Dovevi stare più tranquilla, per questo che Sofia è così vivace"), sono ritornata nella mia azienda dopo 5 giorni dal parto ("Sei pazza, dovevi stare a casa, certo che poi non sei riuscita ad attaccarla"), l'ho iscritta alla sezione primavera ("Sicuramente coi nonni sarebbe stata meglio"). Morale della favola, questo genere di donne trovano sempre una scusa per farti sentire una madre di merda.

E il punto è proprio questo. Che sono donne. Anzi, no. Sono MAMME. Che è l'espressione massima dell'essere donna. Mamme che non sanno essere solidali con le altre mamme. Mamme che hanno sempre figli più perfetti, sani, intelligenti, sereni e meravigliosi dei vostri. E che non mancano occasione per farvelo notare. Poi ci sono quelle che sono la versione evoluta di queste, ossia quelle che portano la questione "chi è più brava" dall'essere mamma all'essere donna. Di conseguenza ti fanno vedere quanto sono fighe, impegnate, mondane, fashion NONOSTANTE siano mamme. E tu che sei una mamma che si fa il culo tutto il giorno per incastrare lavoro, casa, famiglia, marito, pasti e te stessa, alla fine pensi "Sai che c'è? Vaffanculo!". Si vaffanculo davvero. Ognuno è libero di farsi la sua vita senza dare spiegazioni a nessuno, sia come donna che come mamma. Lo sbaglio sta nel momento in cui tu cerchi di convincere me che il modo in cui io gestisco la mia vita, mia figlia, il mio matrimonio, sia sbagliato.




In questi ultimi 2 anni mi sono accorta che il mondo è pieno di donne così, quelle che solo per il fatto di aver avuto un figlio prima di te si sentono autorizzate a giudicarti. Io sono una che si esprime se chiamata in causa. Nel momento in cui mi viene chiesto un parere lo esprimo, altrimenti sto zitta. Mi guardo attorno e vedo tante mamme che hanno modi di educare e gestire i figli che mi fanno sollevare un sopracciglio (spesso entrambi), ma mi tengo la cosa per me. Perché i figli non sono i miei, perché questa mamma avrà i suoi motivi se prende una decisione piuttosto che un'altra. Non è che perché io ho scelto di far dormire mia figlia nella sua cameretta fin da quando aveva 2 settimane, quella è la decisione migliore in assoluto. Quella è la decisione migliore PER NOI, come famiglia. Alcune donne invece cercano di convincerti che siccome una cosa ha funzionato per loro, per forza deve funzionare anche per te.

Io lo capisco che noi mamme siamo sempre in costante riserva di tempo, tranquillità e neuroni freschi e vitali. Ma certe volte sarebbe meglio mettersi lì, fare un bel respiro e lasciare andare. Perché dobbiamo sempre accanirci verso chi è diverso da noi, non pensa le cose come noi, non vive come noi? E qui non parlo solo di mamme, ma di donne in generale. La mia esperienza dice che siamo incapaci di fare gruppo senza che prima o poi (e succede sempre abbastanza presto) qualcuna decide di alzare la voce e stabilire che il suo pensiero è l'unico giusto e insindacabile. E questa è la fine, perché diventa un tutte contro tutte. Tutte brave, tutte le migliori, tutte incapaci di fare un passo indietro e limitarsi ad accettare l'opinione delle altre senza prevaricare.

Ho avuto amicizie di questo tipo dove, ad un certo punto, ho detto basta. E anche con certe mamme mi è capitato di restare ferma e lasciarle andare avanti, da sole. Perché quando alla fine in un rapporto parla solo uno e si inizia ad alzare la voce, è segno che c'è qualcosa che non va. E io in questo momento della mia vita, in cui sono mamma, moglie, figlia e imprenditrice ho deciso di accettare solo quello che mi va. Il resto lo lascio. Non ho bisogno di un'amica in più, se è un'amica dalla quale mi sento giudicata. In realtà non ho bisogno di più persone di quelle che già ho nella mia vita. Sono poche ma so che, quando parlo, non devo stare a preoccuparmi di dovermi giustificare. Delle mie scelte di mamma devo rendere conto solo a mia figlia. E mia figlia ieri ha imparato a dire "oca" e oggi "blu". Così male non sta. Anche se è nata con una ICSI e sua madre è una workaholic che l'ha cresciuta a latte artificiale.

Spesso quando cercate lo scontro con le altre mamme cercando di far prevalere il vostro pensiero, è semplicemente perché quello che vedete allo specchio non vi piace. Forse i vostri figli non rispecchiano i vostri standard, forse vorreste in qualche modo cambiare la vostra vita, avere un lavoro o restare a casa coi vostri figli. Quale che sia il motivo, il problema è vostro e solo vostro, non delle altre donne e mamme che ogni giorno si svegliano e cercano di mandare avanti la baracca nel modo migliore possibile. Ogni mamma sa cosa è meglio per il proprio figlio. Non ha bisogno di un'opinione non richiesta. O, se vuole la vostra opinione, ve la chiederà. Anche se, conoscendovi, difficilmente lo farà.

4 ottobre 2016

TERRIBLE TWO...VADE RETRO



Sarà di certo capitato anche a voi. Siete al supermercato e vedete un bambino nel bel mezzo della corsia degli yogurt sdraiato a terra che urla e scalcia come se fosse posseduto dal demonio. Poco distante troverete certamente una madre con l'espressione che è un mix tra l'imbarazzato, il frustrato e l'incazzato.

Ecco, nel 95% dei casi si tratta di un bambino di circa 2 anni, che sta attraversando quella meravigliosa fase denominata "Terrible two". Se siete mamme e ci siete già passate sapete di cosa parlo (e siete sopravvissute, il che un pò mi solleva!). Se siete mamme e non ci siete ancora arrivate ve lo racconto in poche parole. Anzi, le prendo in prestito da un sito di psicologia che li descrive come "Quel periodo dei NO che i bambini attraversano tra i 18 mesi e i 3 anni, in cui diventano testardi e capricciosi, manifestano spesso crisi e pianti inconsolabili, che noi genitori tendiamo a volte a leggere come “lotte di potere”, ma che in realtà sono solo l’espressione del passaggio evolutivo che stanno compiendo. Essa rappresenta la prima importantissima fase di distacco dalla figura che finora si è presa cura del bambino e con la quale egli ha stabilito una relazione di attaccamentoDi fatto, i NO rappresentano l’unico strumento a sua disposizione per affermare che è una persona diversa da mamma o papà – non stupiamoci, quindi, se ne farà un uso esagerato! -, per provare la sua libertà e per dimostrare la sua autonomia, entrambe appena scoperte. Attraverso loro, il bambino sta affermando il suo desiderio di indipendenza: intorno ai due anni, egli inizia ad affermare la propria personalità; lui stesso è però incerto del suo nuovo modo di essere e di vivere le emozioni, pertanto tende a ritornare al nido e alla relazione esclusiva per riconquistare sicurezza nella esplorazione del mondo e di se stesso.Per questi motivi i NO racchiudono e simboleggiano anche le paure e le insicurezze, il fatto avventurarsi in un mondo sconosciuto, lo fa oscillare tra il desiderio fortissimo di esplorare e la paura di non sapere quello che troverà. Molto spesso i bambini a quest’età non capiscono ancora cosa desiderano o non sanno esprimere i loro bisogni, tendono ad agirli anziché verbalizzarli, di conseguenza quando non sono compresi, si stizziscono e si arrabbiano. Le reazioni esagerate e i capricci che caratterizzano i terribili due anni, non hanno quindi lo scopo di far arrabbiare noi genitori: il bambino sta scoprendo solo ora che non tutto procede come desidera e, giustamente, ciò produce in lui delle emozioni che ancora fatica a controllare. Questa fase è come un’importante palestra in cui si allena per imparare a gestire la frustrazione e controllare la rabbia, impiegherà quindi del tempo per imparare a padroneggiarle, in questo dobbiamo mostrarci pazienti e non avere fretta. Talvolta noi genitori non sappiamo come comportarci nei confronti del bambino che passa attraverso i “terribili due anni” e, di conseguenza, alcuni di noi assumono atteggiamenti troppo rigidi, altri ripongono eccessive attese nei confronti del comportamento del bambino".

Ho volutamente riportato per intero il paragrafo perché esprime abbastanza chiaramente quella che è la situazione a livello teorico. Ovviamente non può spiegare in alcun modo quanto nel concreto possa essere frustrante, insopportabile ed emotivamente sfiancante avere a che fare con un esserino di nemmeno un metro al quale nulla sembra andare bene. Prendiamo la mia. Da qualche settimana siamo entrati nel mood "Fashion Designer". Prima di andare all'asilo lei si mette davanti all'ultimo cassetto dell'armadio, lo apre e decide che scarpe mettere. Quetto mi dice e me le sbatte in mano. E non c'è verso di farle capire che le scarpe di tela con la pioggia magari anche no. A quel punto le alternative sono due: o cedi tu e le fai mettere le dannate scarpe così si può uscire di casa ad un orario accettabile e fanculo se le si bagneranno i piedi, o cede lei ma questo comporta un 10 minuti di pianto sconsolato e disperato seguito da altri 10 minuti per calmarla seguiti da 10 minuti per ripulirle la faccia dal naso colante, il che genererà un nuovo pianto disperato...insomma, io alla mattina non ce la posso fare! Per che cosa poi? Per metterle un paio di scarpe piuttosto che un altro quando poi all'asilo stanno coi calzini? Ma fai un pò quel che ti pare. Così come con le scarpe, la cosa si ripete anche coi vestiti. Su quello mi impunto un pò di più o quanto meno le propongo due alternative che mi stanno bene entrambe. Felice lei e pure io.
Sofia ha sempre avuto un bel caratterino, non è mai stata il genere "Bambina-Bambolina" che dove la mettevi stava, zitta e brava. Qui sotto vedete una foto scattata quando aveva 3 settimane...quegli occhioni spalancati non promettevano giornate tranquille ;)


Ora che di mesi ne ha 21 è più vivace e peperina che mai. Non sta mai ferma, è sempre un vulcano di energia, difficile starle dietro. Tocca tutto, si infila ovunque (persino nei cassetti). Ho deciso di comprare i chiudi cassetti anche per il soggiorno, cosa che non avevo mai fatto finora ma piuttosto che continuare a dirle di no, dandole l'idea di non poter fare nulla, almeno dopo un pò che vede che non si aprono troverà qualcosa di diverso da fare (è stato così anche per la scala...fino a quando non ho montato il cancellino saliva a gattoni anche 100 volte al giorno. E ovviamente mica da sola, io sempre dietro...un mal di schiena!!!!). O almeno lo spero, visto che sembra annoiata da tutto.
Quando ripenso a quando aveva tipo 4 o anche 6 mesi, prima che iniziasse a gattonare e quindi a diventare un pericolo, mi sento stupida ricordando che mi lamentavo di quanto era impegnativo essere genitore. Non potevo immaginare che adesso è mille volte peggio!!!! Sofia mi mette alla prova costantemente, mi sfida per vedere fino a che punto sono disposta a spingermi prima di cedere. Solitamente sono abbastanza ferma, anche se magari dovrei cercare di essere un pò più tranquilla (cosa che purtroppo non è nella mia indole, che è abbastanza sull'isterico andante), ma soprattutto arrivate a sera, lei stanca, io di più dopo 10 ore in ufficio, è dura mantenere il punto. Poi il fatto è che cambia veramente umore da un minuto all'altro, da non riuscire a starle dietro. L'attimo prima sta giocando e l'attimo dopo inizia a scaraventare in giro le cose. Tipo sindrome pre-mestruale...giusto con quei 10 anni e qualcosa di anticipo!!!!

E comunque questo, c'è poco da fare, è un momento veramente impegnativo. Sofia sta crescendo in fretta, ogni giorno si fa più intraprendente, testarda, indipendente. Ma allo stesso tempo sta diventando sempre più bella, sveglia, ironica. Sta imparando un sacco di parole e sono sicura che non manchi molto prima che inizi a mettere insieme delle frasi. A quel punto sarà la fine. Non riuscirò più a farla stare zitta, visto che anche adesso è un continuo "cos'è?" su ogni cosa. Tirando le somme devo dire che la vita del genitore è proprio una vitaccia. Soprattutto in questi momenti di transizione arrivi a fine giornata stravolto, con la consapevolezza di essere tenuto sotto scacco da un bambinetto che vuole fare tutto da sè ma nella realtà dipende ancora da te per tutto, ma non riesce ad accettarlo. Bisogna essere equilibristi, dargli l'idea di decidere lui ma nella realtà manipolare le situazione a nostro beneficio. Altrimenti non se ne esce vivi. Sto cercando di guardare avanti con ottimismo, anche se ci sono giorni in cui mi verrebbe da defenestrarla. Poi però la sera, quando la faccio addormentare (sì, ancora in braccio, embè?!), resto incantata a guardarla e non riesco a non rendermi conto della fortuna che ho ad averla. Sì è vero, dorme, quindi è ferma, quindi non piange o si dimena o altro...ma alla fine il bello di questi bambini è che quando sono svegli, nel bene o nel male, un sorriso te lo strappano sempre. Perché sono buffi...esasperatamente buffi. I terribili 2 passeranno, poi ci saranno i 3 e i 4 e avanti di questo passo ci troveremo ad affrontare giovani adolescenti rimpiangendo quando i NO te li urlavano in faccia per un paio di scarpe. Quindi, tutto sommato, ce li godiamo ancora per un pò così.

COSA MI PORTO NELL' ANNO NUOVO

Quest'anno gli anni saranno 39. Non me li sento, non sono pronta. Se penso che mia figlia ne compirà 9 poi! Mi sembra pazzesco quanto ve...