27 febbraio 2017

CHI NON HA MA PENSA DI SAPERE

Quando ho deciso di chiamare il mio blog "Tutte brave coi figli degli altri", il riferimento era a quelle mamme che la sanno sempre più lunga di te e ti riempiono di consigli non richiesti. Quelle che tu sei una madre degenere ma poi si scopre che loro fanno cose immensamente più raccapriccianti di te. Una guerra tra poveri insomma. Poi però andando avanti mi sono resa conto che no, non sono le altre mamme la categoria più difficile da gestire e arginare. Sono le non mamme. Quelle che dall'alto della loro INESISTENTE ESPERIENZA MATERNA si sentono in diritto di giudicare e dare consigli a te che un figlio ce l'hai e che lo cresci ogni giorno (e qualcosa dovresti averlo imparato e capito, quanto meno solo per il fatto che ripeti le stesse cose ogni giorno tutti i giorni da mesi se non da anni e non sei ancora stata internata!).

Smorziamo subito eventuali polemiche. Non è una guerra tra donne, non è mio intento scatenarla e non è mio intento lanciare messaggi subliminali. Chi deve sapere, sa già. Non sono una che ha peli sulla lingua io. Il fatto è che noi donne abbiamo sempre il vizio di rivaleggiare tra di noi. E così creiamo ogni giorno un motivo più o meno plausibile per "scatenare l'inferno". C'è l'eterna lotta tra mamme casalinghe e mamme lavoratrici su chi fa di più, chi è più stanca, chi ha fatto la scelta più giusta. Questo è un evergreen che non andrà mai fuori moda. Ne avevo parlato anche io in un post nel lontano 2015, ovviamente dal punto di vista della mamma lavoratrice con il suo solito carico da novanta di sensi di colpa per non poter stare con i figli quanto vorrebbe. Tempo di qualità è il suo mantra. Ultimamente però, a fronte del fatto che sempre più donne decidono, per svariati motivi, di non diventare mamme, lo scontro tra donne si è spostato lì. Mamme VS donne senza figli. Ed è una battaglia più sottile e a suo modo più dura da combattere. Perché si parte da 2 piani diversi. Due categorie di donne che credono entrambe di aver fatto la migliore scelta possibile e la difendono strenuamente. Con la differenza che, la mamma, è una donna con qualcosa in più. E' una donna con un figlio. E, se ha un figlio piccolo, con tutto il carico di difficoltà di organizzazione, di cambiamento pratico e a livello mentale e fisico e personale e di coppia, la mamma è una donna che non riesce in alcun modo a trovare comprensione nella donna senza figli. Semplicemente perché lei non sa. Non può sapere. Per la donna senza figli sei tu che sei incapace di organizzarti e gestirti, non è che la tua vita è più stancante della sua, è solo che ti nascondi dietro a tuo figlio per sopperire alla tua pigrizia (sticazzi, mi viene da dire. Ma non precorriamo i tempi, continuate a seguirmi).

Io non mi sento nella necessità di dover spiegare alle donne senza figli che cosa significa essere mamma. Nota bene: con donne senza figli intendo quelle donne che hanno consapevolmente scelto di non essere madri, non quelle donne che cercano e desiderano una maternità che non arriva, perché in questo caso il non riuscire a comprendere è dato da questioni ben più profonde e laceranti (ne so qualcosa, ho vissuto per anni in quel ruolo). Certo, se ti soffermi a guardare la mamma con l'occhiaia perenne perché sono 2 anni che non dorme più di 4 ore di fila, riesce a farsi una doccia solo se qualcuno le tiene il bambino, urla e sclera perché sono 15 minuti che ripete di infilarsi le scarpe che è ora di uscire, è ovvio che anche io ti direi che hai fatto bene a non fare un figlio. I figli piccoli ti logorano. Dal di dentro. Fisicamente e mentalmente. Potremmo fermarci qui e prendere atto del fatto che tutte quelle che hanno deciso di fare un figlio sono state delle emerite cretine visto lo sbattimento pazzesco a fronte di un minimo tornaconto (perché dopotutto tu stai lì, tette al vento 20 ore su 24, cambi pannolini come se non ci fosse un domani, canti ninna nanne che nemmeno Mariah Carey e cosa ricevi in cambio? Se ti va bene una bella vomitata sulla maglietta!).

Peccato che c'è un MA. O meglio, non peccato. Per fortuna, altrimenti la razza umana si sarebbe estinta da millenni. E' innegabile che se metti sul piatto solo le cose che l'avere un figlio ti toglie, in termini di libertà, benessere fisico, economico, di vita sociale, ti cadono le palle. A livello pratico la vita con un figlio cambia, e non cambia perché noi genitori siamo pigri individui che decidiamo volontariamente di smettere di vivere per noi stessi. La vita cambia perché arriva una persona dipendente in tutto e per tutto da te. A lui non interessa se tu sei stanca, non mangi da 18 ore, hai 40 di febbre e non riesci nemmeno ad alzarti dal letto. Tu sei la mamma. La sua mamma. E lui è affare tuo, in tutto e per tutto. Quindi semplicemente vai avanti. Il fatto è che quando diventi mamma (parlo di donne in questo caso, perché credo che la discrepanza sia dirompente, molto più che per l'uomo che diventa papà, per quanto l'amore totalizzante verso un figlio lo provano anche loro), tutto ti si riassetta a livello mentale. Ti cambiano le priorità, le prospettive, i sogni, i limiti. Non è solo la forza che acquisisci quando partorisci e ti senti una divinità. E' la forza che ti spinge ogni giorno ad andare avanti nonostante il tuo corpo sia completamente scarico di energia. Poi chissà come, l'energia da qualche parte arriva, e sposti il masso ancora un metro più avanti. Un figlio ti regala a livello emozionale quello che niente e nessuno potrà mai essere in grado di darti allo stesso modo. Non è un amore alla pari, come quello tra due sposi. No, è un qualcosa che è nato da te, che vive attraverso te, che sarà sempre una parte di te pur camminando nel mondo.


L'amore sei tu!


Il grosso "malinteso" che si genera con le donne senza figli è che, in quanto mamme, loro credono che noi non abbiamo il diritto di lamentarci per il fatto che nostro figlio non ci fa dormire la notte, ci toglie tempo anche per le cose più banali, ci lascia prive di forze alla fine di un weekend. Come se desiderare una notte interna di sonno equivalga a rinnegare quel figlio che tanto abbiamo desiderato. Bene, donne senza figli, voglio dirvi una cosa. Quando una mamma si lamenta non è perché vuole cercare di vendervi suo figlio o stia pensando di aver commesso un madornale errore avendo desiderato una famiglia. Sta semplicemente cercando conforto e sostegno riguardo a quello che, in questo momento della sua vita, E' LA SUA VITA. Per quanto a voi possa apparire misera, deludente, povera di stimoli e di momenti da ricordare, una mamma deve fare i conti con un'infinità di cose pratiche alle quali no, un neonato non può provvedere da sé mentre noi ci diamo lo smalto, andiamo alla SPA o beviamo vino rosso all'happy hour.
Così come voi ci parlate del vostro capo che vi rompe le palle, di quel tipo carino che avete incrociato in palestra, dell'estetista che vi ha fatto una pessima manicure o dell'ultimo locale in cui siete state a cena, perché queste sono cose che capitano nella vostra vita, e vi aspettate che noi partecipiamo alla conversazione, esprimiamo un parere o vi diamo il nostro sostegno o conforto a seconda dei casi, allo stesso modo anche noi, donne con figli, ci aspetteremmo di poter parlare con voi di quello che capita nella nostra vita. E la cosa bella è che nemmeno ve lo chiediamo un parere, perché sappiamo che non avendo figli non avete l'esperienza per poterci dire come avete affrontato il primo dentino che doveva spuntare, un anno di notti insonni o l'inserimento al nido o un viaggio di 10 ore con un fagottino di 6 mesi. Vorremmo semplicemente poterci sedere e sfogare, raccontandovi quanto la vita da mamma sia incredibilmente frustrante in certi momenti ma anche così magnifica in tanti altri. Sappiamo che riguardo a tante cose non potete capirci, così come noi non riusciamo a capire il perché di tante vostre scelte. Ma la verità è che noi mamme siamo profondamente insicure. Sul nostro essere mamme, sulla nostra capacità di tornare ad essere donne lavoratrici, sul nostro essere parte di una coppia che ha acquisito tutta un'altra dimensione, sul poterci prendere del tempo per noi senza che nostro figlio ne risenta. Tutto quello di cui avremmo bisogno sarebbe sentirci dire "Sei una brava mamma, nonostante tutto". Detto da voi avrebbe un sapore speciale.

Quindi, per concludere, care donne senza figli che avete la (s)fortuna di avere una mamma tra le vostre amicizie, siate pazienti con lei. Le mamme dormono poco, hanno a che fare con delle piccole personcine lunatiche, instabili, strafottenti e mooooooolto lamentose. E' normale che appena riescono ad avere contatti con persone più alte di 1 metro riversino su di loro tutta la frustrazione che provano. E spesso danno un'idea sbagliata dell'essere genitori. Lo dico perché sono io la prima a rendermene conto. Quando parlo con amici senza figli attacco a lagnarmi di quanto sia dura gestire Sofia, di quanto sono stanca, di quanto vorrei più tempo, di quanto vorrei poter fare tante cose che poi non faccio. Poi guardo quella cosina meravigliosa che è mia figlia e mi rendo conto che sì, sono stanca, la mia vita è una routine dalla quale non riesco ad uscire ma solo perché adesso Sofia è ancora troppo piccola per fare certe cose da sola (nonostante spesso noi vorremmo che lei si comportasse da bambina di 10 anni ne ha solo 2, non è che certe cose non vuole farle per farti un dispetto, nemmeno capisce cosa le stai chiedendo!). Il fatto è che ogni persona è a sé. C'è quella che racconta tutto e quella che tiene le cose per sé e si mette su una maschera. Io non riesco ad essere così, se mi chiedi come sto e ho dormito 3 ore durante la notte perché devo fingere di essere appena tornata da un massaggio rilassante? Il retro della medaglia dell'essere così è che spesso le persone capiscono solo quello che vogliono, spesso sono io che non mi spiego bene. Morale della favola, che il più delle volte incappo in chi si sente in dovere di dirmi come dovrei vivere la mia vita, perché sbaglio a fare certe cose, che non dovrei essere così e dovrei fare cosà. Se mi serve un parere ve lo chiederò, promesso. Nel frattempo però, non fate domande se non volete sentire le risposte. Se vi infastidisce la mia vita monotona di mamma con una figlia di 2 anni che fa il riposino pomeridiano, guarda a ciclo continuo Peppa Pig, interrompe 150 volte qualunque conversazione, caga nei posti e nei momenti meno opportuni...beh, non so cosa dirvi. Il fatto è questo: la differenza tra una donna senza figli e una mamma è che una donna senza figli potrà diventare una mamma. Una mamma invece, non torna più indietro. E, credete a me, non lo farebbe nemmeno...Voi rinuncereste al vostro cuore?

14 febbraio 2017

AMARSI DOPO UN FIGLIO

Ci illudiamo sempre di essere speciali.

Quando iniziamo una storia ci convinciamo che sarà per sempre. Che noi no, non ci daremo per scontati, non ci prenderemo a male parole. Saremo sempre amorevoli, comprensivi l'un l'altra.
Quando veniamo a sapere che una coppia di amici si sta separando ci diamo di gomito e ci diciamo che no, a noi non sarebbe mai capitato, avremmo riconosciuto i segnali e lo avremmo evitato. A noi non potrebbe mai capitare. Non ci tradiremo mai.
Quando abbiamo un figlio ci diciamo che niente cambierà tra di noi. Continueremo ad avere i nostri spazi, ad essere coppia prima che genitori, a tenere sempre in considerazione l'opinione dell'altro, a supportarci e sopportarci a vicenda.

BALLE.

"Per una coppia felice nulla è più pericolo di un figlio". Inizia così il libro che Fabio Volo ha dedicato a noi, una delle categorie in assoluto più bistrattate: quella dei genitori. E in questa frase c'è racchiusa una verità universale. Niente mette in pericolo una coppia così come l'arrivo di un figlio. Non il tradimento, non stili di vita o caratteri incompatibili. No. Un figlio. Perché un figlio è un qualcosa che si frappone tra due entità che fino a quel momento sono state speculari tra di loro. 1+1 = 2. Elementare, Watson. Quell' 1+1 che diventa 3 sbilancia la coppia fin dal suo annuncio. Il test di gravidanza positivo è l'inizio della fine per la coppia così come la si è sempre vissuta.

Quando io sento quelli che hanno un figlio dire che "Va tutto a meraviglia, la nostra vita è ancora come prima" mi viene da ridere. Perché è come vedersi in uno specchio cercando di restare seri. Non importa se tu lavori o meno, se tu possa o meno avere una tata a disposizione. Quando una compagna e compagno diventano genitori, CAMBIANO. Tutti, senza nessuna eccezione. Non necessariamente in peggio. Anzi, spesso la coppia ne trae giovamento. A patto di non essere già sull'orlo del precipizio prima dell'arrivo del bambino. Altrimenti quell'esserino lì, con le sue manine piene di saliva, vi butterà nel burrone in men che non si dica.

Perché i bambini sono così. Paradossalmente, più sono piccoli più sono letali. Io, noi (inteso io e mio marito), l'abbiamo provata sulla nostra pelle con Sofia. Quando arriva è tutta un'euforia per i primi 10 giorni. Sei accerchiata da tante persone, tutti si improvvisano zii, tutti vogliono vedere il bambino. Poi da un giorno all'altro spariscono e tornano alla loro vita. E tu resti da sola. Solo con le tue 18 ore di travaglio sulle spalle, la patata ricucita e dolorante, le emorroidi, il latte che ti sgorga dalle tette nei momenti meno opportuni. Capisci fin da subito quanto la tua vita di donna sia cambiata nel giro di un niente. Il tuo uomo, di contro, continua tutto sommato a fare le sue cose. Magari dorme un pò di meno, impara a cambiare qualche pannolino, rischia di tornare vergine a causa della prolungata astinenza sessuale. Ma il cambiamento finisce qui. E questo è il primo scossone alla coppia. Tu sei totalmente assorbita dal bambino, tuo marito non capisce fino in fondo quello che tu provi/senti/vuoi. E, diciamoci la verità, dopo una giornata passata ad accudire un neonato, noi donne pensiamo "Se ci arrivi bene, se non ci arrivi amen".
Ed è così che questo lasciare andare le cose, un pò per stanchezza, un pò per orgoglio, un pò per sa il cazzo, prende una piega che rischia di far deragliare tutto. Coppia, famiglia, vita.

I primi mesi sono un concentrato di grandi gioie, grandi frustrazioni, grandi incomprensioni. Tutto è amplificato, tutto sembra impossibile da gestire. Invece, con il tempo, la pazienza, l'amore, ce la si fa. Io devo molto a mio marito. Molto, se non tutto. Per aver sopportato una donna che è diventata mamma senza smettere di essere imprenditrice. Una donna che si è trovata da un giorno all'altro con una bambina in una mano e un'azienda nell'altra. Senza poter lasciar andare nessuna delle due. Una moglie incapace di delegare, di accettare un aiuto, un consiglio. Una mamma con il senso di colpa perenne per il poco tempo da poter dedicare alla figlia che ha scelto, perché l'ho scelto e ne sono consapevole, di accantonare il marito e sé stessa per il bene di quel figlio che tanto aveva voluto, desiderato, atteso.
In tutto questo mio marito mi è sempre stato vicino, un passo indietro (anche due, più spesso tre), senza mai farmi sentire una moglie di merda (anche se qualche volta ne avrebbe avuto tutto il sacrosanto diritto). Giorno dopo giorno siamo andati avanti, cercando di crearci il nostro equilibrio di coppia. E di famiglia. Fatto di serate in casa, pochissimi momenti di vita sociale, pranzi al Mc Donald's (oh, oggi c'erano anche i palloncini a forma di cuore...è stata come una cena a lume di candela!), sesso che è diventato più di qualità e meno di quantità, ore costruite attorno a Sofia, che di riflesso sono ore tolte al nostro essere semplicemente coppia. Ma il fatto è che noi adesso siamo questo, una famiglia. Quello che abbiamo sempre desiderato.



Certo che non possiamo più svegliarci alle 10 la domenica mattina, certo che non possiamo prendere e scappare per un weekend romantico quando ci pare, certo che cena + cinema è oramai un'eccezione che quando capita ti sembra di essere andato alla notte degli Oscar. Certo che certe cose adesso non possiamo più permettercele. Ma quando le avevamo eravamo davvero felici? No, ci mancava qualcosa. Ci mancava Sofia. Coi suoi sorrisi, i suoi capricci, le sue canzoni storpiate, i suoi baci umidicci. Quando siamo sul divano e lei è lì che gioca mi rendo conto che non mi manca niente. Anzi, ho più di quello che 3 anni fa avrei solo osato sperare. Vero, potrei dire che adesso mi manca il tempo (e quando non lo dico?!). Tempo per me, per noi. Ma il tempo passa, Sofia cresce, il tempo lo riguadagnerò. Bisogna semplicemente saper aspettare. E devo dire che questa cosa ho imparato piuttosto bene a farla. Quando un domani non troppo lontano io e mio marito riprenderemo ad essere più coppia, questo si costruirà attorno al nostro continuare ad essere un genitore, che secondo me è l'obbiettivo più alto che si possa raggiungere nella vita. Certo, mi piacerebbe anche che la mia azienda guadagnasse cifre stratosferiche e ci facesse stare tutti quanti bene. Ma nulla avrebbe senso se non avessi mio marito e mia figlia con i quali condividere i traguardi della vita. Una vita meravigliosa, solo grazie a loro.

Quando diventi genitore prendi consapevolezza di questo: che sì, non ci sarà mai nessuno nella vita che potrai amare più di tuo figlio. Ma la persona con cui hai scelto di farlo, quel figlio, è per forza di cose qualcuno di unico. Con il quale hai dato vita ad un capolavoro.
Amarsi dopo un figlio è una sfida da affrontare giorno dopo giorno. Riuscire a restare uniti, non perdersi di vista. Continuare a guardare avanti nella stessa direzione quando un figlio irrompe nella vita a due e la sconvolge è un qualcosa che non tutti riescono ad affrontare. Tutti ci provano, alcuni si arrendono, altri vanno avanti per i figli, altri mettono in scena la famiglia perfetta mentre quella vera si sgretola dietro la facciata, altri si rimboccano le maniche, stringono i denti, ingoiano rospi, accettano compromessi, fanno sacrifici, ottengono immense soddisfazioni. In nome del bene supremo, la famiglia.
Io sono orgogliosa di poter affrontare ogni giorno la grande sfida del continuare ad essere una famiglia con una persona straordinaria che ha saputo perdonare i miei sbagli, apprezzare i miei successi, passare sopra ai miei limiti.
Ripenso a tutti i San Valentino passati, con questo sono 13. Alcuni sono stati indimenticabili, altri meno. Il fatto è che la partita si gioca in tutti i giorni che stanno nel mezzo tra un San Valentino e l'altro. E' un pò come con le fotografie. Le fotografie che mostriamo agli altri ci ritraggono sempre in un momento felice, al nostro meglio. Ma per arrivare a quello scatto perfetto ce ne vogliono tanti sfuocati, con gli occhi chiusi, troppo chiari o troppo scuri. Quegli scatti sbagliati sono la vita.

P.S: Sono fortunata ad averti accanto a me. Probabilmente molto più fortunata di quanto lo sia tu ad avere me accanto. Ti amo.


10 febbraio 2017

L'AMORE NON E' MAI ABBASTANZA

Ci pensavo ieri mattina.

Come ogni mattina Sofia si sveglia. Io mi sveglio. Mai il contrario. Scendiamo in soggiorno e andiamo ad accendere la TV per vedere Peppa Pig. Sky mi rimanda uno schermo completamente blu, con in sottofondo la voce di Peppa. Panico. Sofia inizia "Rotto, mamma, rotto". Dovete sapere che mia figlia è parecchio abitudinaria. Il che significa che ci sediamo ogni mattina nello stesso punto del divano, lei in braccio, io le do il latte, lei guarda Peppa Pig. Poi ci vestiamo (che sembra una cosa facile, invece richiede calma e sangue freddo, tanta pazienza e soprattutto tanta capacità di mediazione) e riusciamo, se Dio vuole, ad uscire e andare all'asilo. Detto così sembra una passeggiata. Credetemi, non lo è.
Comunque ieri mattina Sky decide di remarmi contro. Non si può fare colazione a casa senza Peppa Pig, quindi accendo la tv in cucina, mi siedo sulla scala (fredda e dura), mi prendo in braccio Sofia e lei si scola il suo biberon guardando Peppa Pig sulla tv piccola mentre io me ne sto lì, con il culo dolorante, la schiena a pezzi e un maialino di 13 kg e passa in braccio.

Ma mentre ce l'ho lì lei mi si accoccola addosso e io inizio a darle tanti baci sulle guance, sui capelli. Lei sta lì, soddisfatta, mi abbraccia "Ancoa mamma, ancoa". Solitamente è una bimba molto indipendente, non ama troppo le smancerie, ma ci sono dei momenti, come questi, in cui dimostra tutti i suoi 2 anni. E io all'improvviso realizzo. HA SOLO 2 ANNI. La mia bimba che canta, balla, fa (certe volte) la pipì nel water, sta imparando a vestirsi da sola, usa l'iPad meglio di me e sa mettere in pausa e far ripartire il My Sky da sola, ha solo 2 anni. Nemmeno 1000 giorni di vita. E io ho amato ogni singolo giorno di lei da quando è nata. Anzi, da quando ho saputo che sarebbe arrivata.

Il fatto è che noi genitori, soprattutto noi genitori che lavoriamo, viviamo sempre in debito di tempo. Per noi stessi, per la coppia, per il relax. E vorremmo così disperatamente che nostro figlio/a ci facesse dormire un pò di più nel weekend, giocasse un'oretta da sola mentre noi ci diamo lo smalto. Il fatto è che adesso che è piccola e bisognosa di aiuto per fare il 90% delle cose vorremmo che crescesse in fretta. Ma quando poi sarà cresciuta? Avremo chissà quali altri problemi, pensieri. E lei non sarà più lì, disposta a farsi coccolare, baciare, stringere. Mi dirà "Non capisci un cazzo, mamma". Siamo davvero sicuri che non rimpiangeremo questa fase, in cui siamo il loro tutto e non immaginano nemmeno che esiste la possibilità che noi sbagliamo in qualcosa? Adesso per i nostri figli siamo infallibili, pendono dalle nostre labbra, si fidano ciecamente di noi, piangono perché non vorrebbero lasciarci mai. Come reagiremo quando invece il velo verrà levato dai loro occhi e scopriranno che, anche noi, siamo persone che sbagliano e che non abbiamo sempre tra le mani la verità? Non so voi, ma io un pò di paura ce l'ho.

Mamma, sei mia!!!!!!!!

Certe volte mi sento dire da mio marito "Gliele dai vinte tutte". Un pò è vero. Sono quel genere di mamma che, lavorando, tende un pò a compensare la distanza e la mancanza di tempo con qualche concessione di troppo. Magari dopo aver sbottato per la stanchezza, per non essere riuscita a tirare il fiato nemmeno 2 ore in tutto il weekend. Poi me ne pento e magari, lo ammetto, per non prolungare il capriccio, cedo. Al ciuccio, alla coccola extra (devo dire, a mia discolpa, che non sono una che compensa acquistando giocattoli o altro). Poi però mi fermo a pensare e mi chiedo: Davvero prenderla in braccio quando me lo chiede è un dargliela vinta? Darle il ciuccio 15 minuti prima di andare a nanna, quando è già stanca, la porterà ad essere un'adolescente ribelle?

Forse Sofia ha dalla sua l'essere stata incredibilmente desiderata e attesa e questo un pò condiziona il mio essere mamma, il mio volerle dimostrare ogni giorno quanto sia grata per il suo esserci, per come mi ha riempito la vita. E lei, che è furba e intelligente, ha iniziato a capire che con il capriccio la mamma si commuove e lei ottiene quello che vuole. E' sbagliato, lo so. Ma non posso farci niente. La amo. Immensamente. In quel modo in cui puoi amare solo un figlio. E io non riesco a non dimostrarglielo. Perché sono convinta che alla fine l'amore non è mai abbastanza. Non saranno i troppi baci o le troppe coccole a far diventare un bimbo di 2 anni un teppistello viziato a 15. Io voglio che Sofia cresca con la consapevolezza che la sua mamma la ama più di tutto. A 2 anni quale altro modo ho per dimostrarglielo se non darle da mangiare, cambiarle i pannolini, lavarla, farla addormentare, coccolarla e giocare con lei?
E ieri mentre ero seduta su quel gradino della scala ho pensato proprio a questo: che essere mamma di una bimba di 2 anni è faticoso, certe volte ti toglie l'aria, ma hai infinite possibilità di dimostrarle quanto la ami. E lei, ancora per qualche anno, non metterà mai in dubbio te e il tuo amore per lei. Davvero voglio bruciarmi questa possibilità facendola crescere prima del tempo? La risposta è no. Fino a quando me lo permetterà le darò sempre un bacio in più del necessario, le farò una carezza in più prima di dormire, le sussurrerò un "Ti amo" anche mentre è già addormentata. Forse non farà la differenza sulla persona che diventerà domani. Ma fa una grande differenza sulla mamma che io sono oggi.

COSA MI PORTO NELL' ANNO NUOVO

Quest'anno gli anni saranno 39. Non me li sento, non sono pronta. Se penso che mia figlia ne compirà 9 poi! Mi sembra pazzesco quanto ve...