18 aprile 2017

LA VITA CHE NON HO PIU'...SI,MA CHE VITA AVEVI PRIMA?

Ho iniziato a pensare seriamente a questa cosa oramai quasi un paio di mesi fa. Una coppia di amici senza figli era venuta a cena da noi. E ci siamo trovati a parlare, o meglio, io ho iniziato a parlare, di quanto fosse stancante la vita della mamma che lavora fuori casa. Nonostante la mia amica mi portasse esempi di donne che conosceva che erano mamme, anche di bambini piccoli, che lavoravano e nonostante questo riuscivano ANCHE a ritagliarsi del tempo per sé stesse, cosa che a me non riesce (è palese), io continuavo a sostenere che il MIO lavoro, le MIE responsabilità, fossero chiaramente maggiori di quelle di una donna con un lavoro da dipendente che, uscita dall'ufficio, prende e stacca il cervello e può dedicarsi alla sua famiglia.

Quella domenica sera, attorno a quel tavolo, gli animi erano particolarmente tesi. O forse, quella esaurita sotto tutti gli aspetti, fisico e mentale, ero io. Per prima cosa non potevo pretendere che i miei amici capissero cosa significa essere genitori, con tutto il carico di preoccupazioni e responsabilità e doveri che ciò comporta ogni minuto di ogni giorno, che tu sia stanco oppure no, che tu abbia 39 di febbre oppure no, che sia domenica mattina oppure no. Sei genitore ogni giorno, da quando tuo figlio viene al mondo (se sei donna, da quando scopri che è dentro di te) fino alla fine della tua vita. Per il resto della tua vita avrai il pensiero costante di una persona che non sei tu ma è una parte di te che cammina in un mondo pieno di insidie che tu genitore vedi, conosci, percepisci, e che mai vorresti fargli scoprire. Chi non ha un figlio può solo immaginare cosa questa significa, può vedere attraverso il filtro delle esperienze di altri ma quello che percepisce non è che un infinitesima parte di ciò che vuol dire essere una mamma o un papà. E io quella sera stavo pretendendo questo dai miei amici: che loro capissero ME, il mio essere mamma di una creatura che mi vede come il centro del suo mondo e che è incapace di immaginare quel suo universo senza di me accanto a lei. Se non sei genitore non puoi capire quanto questo sia meraviglioso e gratificante in certi momenti ma allo stesso tempo stancante e frustrante in altri.

Nel corso di quella cena mi sono trovata più volte a ripetere il concetto che in certi momenti, quando sono esasperata o Sofia mi tra scema a forza di capricci e richieste, mi manca la mia vecchia vita, quella in cui il centro del mio mondo era mio marito, in cui potevo decidere se fare o non fare una cosa, svegliarmi o continuare a dormire, mangiare gelato a pranzo e a cena, decidere alla mattina di andarcene al mare oppure passare tutta la domenica pomeriggio sul divano a leggere. E potrei continuare per molto a raccontare quella che è la vita che non ho più. Il fatto è che quella sera, mentre parlavo con i miei amici, che non avendo figli hanno una libertà che io avevo e che ora non ho più, ho sentito che qualcosa nella mia vita non andava per il verso giusto.

Ho molti difetti, ma una cosa che non mi manca è la capacità di farmi sempre (forse anche troppo) delle domande. E dopo quella sera mi sono chiesta: che cosa ti manca davvero della vita di prima? Di quando non eri mamma, di quando non c'era Sofia? La risposta che mi sono data mi ha spiazzata. Perché era sempre stata lì, davanti ai miei occhi, tutto quel tempo. Ho pensato a che cosa facevo davvero per me stessa prima che ci fosse Sofia. Non andavo in palestra, uscivo rarissimamente durante la settimana con le mie amiche, andavo dall'estetista solo per le questioni necessarie, dalla parrucchiera due volte all'anno, sostanzialmente ho sempre e solo lavorato e trascorso la vita con mio marito guardando serie TV in anteprima e leggendo libri. Che cosa mi manca davvero? Forse l'IDEA di non poterlo fare se non smuovendo mari e monti, chiedendo un aiuto extra oltre a quello che già chiedo durante la settimana per, guarda un pò, lavorare. Il fatto è che la mia vita al di fuori del lavoro adesso è sostanzialmente la stessa di prima. Con la differenza che non ho più spazi morti, non ho più il silenzio, non ho più il privilegio di decidere se e quando fare qualcosa perché c'è una persona con dei bisogni che stabilisce la tabella di marcia al posto mio.

Potrei dire che mi manca viaggiare, lo staccare completamente da tutto e tutti. Ma nella realtà dei fatti, prima di Sofia, quanto spesso viaggiavo? Una settimana all'anno, esattamente come adesso. Anzi, ora anche di più, visto che qualche weekend ce lo imponiamo con la scusa che "Lo facciamo per la bambina". Certo, le vacanze non sono rilassanti, certo sul lettino non ci si sdraia mai per più di 30 secondi per volta, certo bisogna portarsi dietro la casa. Ma con una bambina di due anni ci si potrebbe aspettare qualcosa di diverso?



Quindi a conti fatti non rimpiango niente della mia vecchia vita, perché è una vita che ho cercato con tutte le mie forze di far diventare qualcosa di meglio. E ora lo è. Ho una vita piena di risate, di baci dati all'improvviso, di carezze spontanee, di coccole nel buio della notte, di un piccolo cuore che batte regolare sotto le mie mani. Adesso ho tutto quello per cui ho lottato strenuamente, ho mia figlia, che è la cosa più bella che ho in questo mondo. E' dura la vita con un bambino piccolo, è faticosa e ti lascia poco spazio per altro. Ma il fatto è che quel bambino è il centro della tua vita, è quello che dopo 10 minuti che dorme già ti manca, è quello che dopo che l'hai lasciato all'asilo e finalmente hai attorno il silenzio torneresti a riprenderlo per sentire ancora una volta quella risata lì che tu, sì proprio tu, hai contribuito a far nascere sulle sue labbra.
E' vero, se solo volessi potrei chiedere un ulteriore aiuto ai nonni, o pagare una baby sitter, o semplicemente lasciare mia figlia al suo papà e ogni tanto prendermi del tempo per me. Sto imparando a farlo, ogni tanto lo faccio per qualche ora. Ma il fatto è che quando Sofia non è fisicamente con me, c'è sempre il suo pensiero, quel "Chissà cosa direbbe se vedesse...?". Perché è una parte di me, la più bella e la più importante.

Quindi volevo ringraziare questi miei amici che mi hanno permesso di capire che sì, è vero, ci sono delle cose delle quali sentirei il bisogno e che mi rendono nervosa, stanca, affaticata, ma che ora non posso avere semplicemente perché l'età della mia bambina non me lo permette, ma so che quello che ho adesso compensa tutto il resto. Sofia crescerà e il tempo che adesso è solo per lei tornerà ad essere un pò più mio. Dovete solo cercare di comprendere un pò di più questi genitori. Troppo poco sonno, troppo poco sesso, troppa Peppa Pig :) 

E' fin troppo facile per chi non ha un figlio sentenziare che si è troppo attaccate ai propri figli, che bisognerebbe lasciarli andare e prendersi del tempo per sé stesse o per la coppia, dopotutto siete persone prima che mamme o papà. Avete mai provato voi a vivere senza cuore? Ecco, quando avete un figlio funziona in questo modo. E' il vostro cuore che cammina nel mondo. E, a me hanno insegnato, che senza cuore non si vive. Quindi sì, amici miei senza figli, invidio il vostro sonno ininterrotto, la vostra vita libera senza pianificazione costante con almeno una settimana di anticipo, il far l'amore in tutti i modi in tutti i luoghi in tutti i laghi. Ma finisce qui. La mia vita con mia figlia è tutto quello che avevo sempre sognato di vivere. Ora scusate, devo andare a cantare per la 34esima volta oggi "...la scimmia nuda ballaaaaaaaaaaaaaaaaaa...oooooooooooooohhhhhhh". Vedete, è tutta una questione di sonno mancato ;)

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