Oggi voglio farvi ridere. Perché se in questo mondo non prendiamo le cose un pò più sul divertente, mi sa che finisce male. E cosa c'è di meglio, per ridere, che parlare di quegli esserini piccoli, amorevole, pestiferi che si chiamano BAMBINI?
Una delle cose in assoluto più frustranti per una mamma è quando sta vivendo una certa situazione coi suoi figli e si sente dire "Ma dai, non può essere così difficile!". Precisazione: una frase del genere non sarà mai pronunciata da un'altra mamma. Perché una mamma SA cosa significa davvero avere a che fare con un bambino. Chi non ha figli invece è convinta che le madri siano sempre esagerate, isteriche senza una ragione, frustrate senza un apparente motivo.
Una delle cose in assoluto più frustranti per una mamma è quando sta vivendo una certa situazione coi suoi figli e si sente dire "Ma dai, non può essere così difficile!". Precisazione: una frase del genere non sarà mai pronunciata da un'altra mamma. Perché una mamma SA cosa significa davvero avere a che fare con un bambino. Chi non ha figli invece è convinta che le madri siano sempre esagerate, isteriche senza una ragione, frustrate senza un apparente motivo.
Ho deciso di riportarvi alcuni esempi, storie di vita vera, di vita vissuta, per farvi capire quanto l'idea di chi non ha figli si discosta in maniera assoluta dalla realtà che vive una famiglia con bambini piccoli.
CASO 1: IN MACCHINA
IDEA
La mamma, sorridente, apre la porta del garage. Il bambino si dirige immediatamente alla portiera posteriore dell'auto dove, allungando le braccia per farsi prendere, viene collocato nel seggiolino. Durante il viaggio il bambino guarda fuori dal finestrino mentre la mamma canticchia la sua playlist di canzoni. Talune volte il bambino si addormenta. In ogni caso non disturba. All'arrivo, scende sorridente dall'auto. La mamma, durante il tragitto, ha avuto modo di passarsi il lucidalabbra e darsi una pettinata.
REALTA'
La mamma, trascinandosi dietro bambino, peluches, borsa di 10 kg. piena di ogni genere di cose, arranca verso la porta del garage, dopo aver impiegato 15 minuti a scendere i 20 gradini che la separano da casa. Il nano, ad ogni gradino, si ferma, sgrana gli occhioni e "Cos'è questo, mamma?". La mamma, esasperata, risponde, per la ventesima volta "La cacca del cip cip amore, dopo mamma la pulisce", sapendo benissimo che non lo farà mai, attendendo fiduciosa la prima pioggia torrenziale che porterà via tutto con sé. Arrivati in garage, nuova sosta. Il nano si guarda in giro, in un nano-secondo (unita' di misura del tempo dei bambini sotto i 3 anni) individua il suo triciclo e decide che è il momento perfetto per volerci fare un giro. So che vi siete già trovate in questa situazione. Ovviamente siete in ritardo, tra meno di un'ora avete una riunione importantissima e avete dormito appena 4 ore, avete delle occhiaie che kungfupandalevati. Siete stanche, nervose come in piena sindrome premestruale. Chiamate il bambino. 1,2,5 volte. Nessuna risposta. Chiamate di nuovo, alzando la voce quel tanto che basta per farvi sentire fino in fondo alla via. "Dai amore che è tardi!" ripetete con voce minacciosa, scandendo per bene ogni parola, convinta di incutenere timore nel pargolo. Risposta: "No e no!" con tanto di pestata di piedi. La mamma, esasperata, alla fine lo prende di peso e lo scaraventa sul seggiolino dell'auto. Seguono 10 secondi di urla disumane senza nessuna lacrima, giusto per vedere l'effetto che fa. E sulla mamma l'effetto lo fanno eccome, sul suo sistema nervoso di sicuro. Appena si accende la macchina ecco che attaccano le richieste "Scimmia, mamma, OOOOMMMM" (Occidentali's Karma), "Bazzi, guarda guarda guarda" (Tutto molto interessante), "Pesci" (Vorrei ma non posto), "Pizza" (Che ne sanno i 2000). Per tutto il tragitto la mamma è sommersa dalle continue richieste del piccolo dj in erba seduto sul seggiolino posteriore, che non accetta un no come risposta, che trova assolutamente normale dire "Ancora" al 17esimo ascolto della stessa canzone, che ha la pretesa che la mamma si esibisca in un saggio di danza mentre è alla guida, che vuole acqua, pane, ciuccio, palla, bici (!!!!!!). Il tutto mentre si cerca di arrivare a destinazione senza incidenti. Tutto questo si verifica durante il tragitto casa-asilo. 3 km, 5 minuti. In cui la mamma ha, più o meno, queste sembianze:
REALTA'
La mamma, trascinandosi dietro bambino, peluches, borsa di 10 kg. piena di ogni genere di cose, arranca verso la porta del garage, dopo aver impiegato 15 minuti a scendere i 20 gradini che la separano da casa. Il nano, ad ogni gradino, si ferma, sgrana gli occhioni e "Cos'è questo, mamma?". La mamma, esasperata, risponde, per la ventesima volta "La cacca del cip cip amore, dopo mamma la pulisce", sapendo benissimo che non lo farà mai, attendendo fiduciosa la prima pioggia torrenziale che porterà via tutto con sé. Arrivati in garage, nuova sosta. Il nano si guarda in giro, in un nano-secondo (unita' di misura del tempo dei bambini sotto i 3 anni) individua il suo triciclo e decide che è il momento perfetto per volerci fare un giro. So che vi siete già trovate in questa situazione. Ovviamente siete in ritardo, tra meno di un'ora avete una riunione importantissima e avete dormito appena 4 ore, avete delle occhiaie che kungfupandalevati. Siete stanche, nervose come in piena sindrome premestruale. Chiamate il bambino. 1,2,5 volte. Nessuna risposta. Chiamate di nuovo, alzando la voce quel tanto che basta per farvi sentire fino in fondo alla via. "Dai amore che è tardi!" ripetete con voce minacciosa, scandendo per bene ogni parola, convinta di incutenere timore nel pargolo. Risposta: "No e no!" con tanto di pestata di piedi. La mamma, esasperata, alla fine lo prende di peso e lo scaraventa sul seggiolino dell'auto. Seguono 10 secondi di urla disumane senza nessuna lacrima, giusto per vedere l'effetto che fa. E sulla mamma l'effetto lo fanno eccome, sul suo sistema nervoso di sicuro. Appena si accende la macchina ecco che attaccano le richieste "Scimmia, mamma, OOOOMMMM" (Occidentali's Karma), "Bazzi, guarda guarda guarda" (Tutto molto interessante), "Pesci" (Vorrei ma non posto), "Pizza" (Che ne sanno i 2000). Per tutto il tragitto la mamma è sommersa dalle continue richieste del piccolo dj in erba seduto sul seggiolino posteriore, che non accetta un no come risposta, che trova assolutamente normale dire "Ancora" al 17esimo ascolto della stessa canzone, che ha la pretesa che la mamma si esibisca in un saggio di danza mentre è alla guida, che vuole acqua, pane, ciuccio, palla, bici (!!!!!!). Il tutto mentre si cerca di arrivare a destinazione senza incidenti. Tutto questo si verifica durante il tragitto casa-asilo. 3 km, 5 minuti. In cui la mamma ha, più o meno, queste sembianze:
CASO 2: VESTIRSI
IDEA
Bambino si fa mettere sul fasciatoio, attende pazientemente che la mamma prenda i vestiti. Si fa vestire senza protestare. In 3 minuti si è pronti per uscire.
REALTA'
Bambino corre nudo e urlante per casa rifiutando di vestirsi. Dopo 5 minuti di rincorse alla fine la mamma riesce ad acchiapparlo e lo porta sul fasciatoio. Il nano si dimena come una anguilla, rotolandosi sul fasciatoio, alzandosi in piedi e rischiando il suicidio lui e l'infarto la madre. Riportato in posizione seduta inizia la fase della vestizione. Calzini. Bambino "Questi no. Io voglio calzini blu". I calzini blu sono a lavare amore, dice la mamma. Uaaaaaaaaaaa. La mamma ravana nel cassetto con la speranza di trovare un paio di calzini scuri da spacciare come blu. Calzino nero lungo. Perfetto. "Guarda amore, mamma ha trovato i calzini blu" e afferra un piede del nano. "Noooooooooooooooo lunghi, uaaaaaaaaaaaaaaa". Il bambino è ancora nudo come un verme e la madre già esasperata come un toro durante la Corrida. Afferra i piedi del nano e gli mette i dannati lunghi (arrotolati in basso) calzini neri (quasi blu). Ok, procediamo. 10% è fatto. Ora il Body. Scene di wrestling per fargli infilare le braccia. Bambino che nel frattempo vuole cantare/leggere un libro/metterti dita nel naso/accarezzarti (scorticarti) i capelli. Ci siamo. Pantaloni e maglia, parte più ostica. La mamma scopre di avere a che fare con un Karl Lagerfeld in miniatura. Questo no, no piace, io jeans, io maglia rossa, no questa, maglia Masha & Orso, io pigiama (!!!!!!) uaaaaaaaaaa. In pratica prima di riuscire a trovare qualcosa da fargli indossare che non gli scateni crisi esistenziali, la mamma ha tirato fuori tutta la Collezione Primavera-Estate. E sono passati, se va bene, 20 minuti. 20 minuti della vita di una madre che non torneranno più. 20 minuti ogni giorno (sperando di doverlo vestire una sola volta al giorno) per, diciamo, 3 anni. Fate voi il conto che io non ho la forza. Comunque, il nano è vestito. Ma mancano le scarpe. Chi ha figlie femmine capisce che è a questa età che nascono le ossessioni. Scarpe rosa no, stivaletto no, queste no brutte. Nemmeno Carrie Bradshaw davanti alla sua collezione di scarpe è così indecisa come un bambino di 2 anni. Alla fine la mamma decide che ne ha abbastanza, prende un paio di scarpe a caso e le infila al nano che si getta a terra scalciando come se fosse in preda alle convulsioni. La questione sarebbe chiusa qui, se fossimo in estate. Ma quando siamo in inverno c'è il bonus. Che culo. Vi tocca il pacchetto completo. Giubbino, cappello, sciarpa, guanti. Per ogni cosa bisogna trattare, scendere a compromessi, nemmeno URSS-USA durante la Guerra Fredda. Alle fine ce l'avete fatta. Il bambino è pronto e, tanto per cambiare, siete in ritardo. Dove accidenti è finito adesso? Lo trovate in un angolino. Sguardo fisso, volto contratto per lo sforzo. Nonono, ti prego, non adesso. Poi lo sentite. Impossibile non riconoscerlo. "Mamma cacca io, tanta tanta, tutta tutta". Nooooooooooooooooooooooo.
IDEA
Bambino si fa mettere sul fasciatoio, attende pazientemente che la mamma prenda i vestiti. Si fa vestire senza protestare. In 3 minuti si è pronti per uscire.
REALTA'
Bambino corre nudo e urlante per casa rifiutando di vestirsi. Dopo 5 minuti di rincorse alla fine la mamma riesce ad acchiapparlo e lo porta sul fasciatoio. Il nano si dimena come una anguilla, rotolandosi sul fasciatoio, alzandosi in piedi e rischiando il suicidio lui e l'infarto la madre. Riportato in posizione seduta inizia la fase della vestizione. Calzini. Bambino "Questi no. Io voglio calzini blu". I calzini blu sono a lavare amore, dice la mamma. Uaaaaaaaaaaa. La mamma ravana nel cassetto con la speranza di trovare un paio di calzini scuri da spacciare come blu. Calzino nero lungo. Perfetto. "Guarda amore, mamma ha trovato i calzini blu" e afferra un piede del nano. "Noooooooooooooooo lunghi, uaaaaaaaaaaaaaaa". Il bambino è ancora nudo come un verme e la madre già esasperata come un toro durante la Corrida. Afferra i piedi del nano e gli mette i dannati lunghi (arrotolati in basso) calzini neri (quasi blu). Ok, procediamo. 10% è fatto. Ora il Body. Scene di wrestling per fargli infilare le braccia. Bambino che nel frattempo vuole cantare/leggere un libro/metterti dita nel naso/accarezzarti (scorticarti) i capelli. Ci siamo. Pantaloni e maglia, parte più ostica. La mamma scopre di avere a che fare con un Karl Lagerfeld in miniatura. Questo no, no piace, io jeans, io maglia rossa, no questa, maglia Masha & Orso, io pigiama (!!!!!!) uaaaaaaaaaa. In pratica prima di riuscire a trovare qualcosa da fargli indossare che non gli scateni crisi esistenziali, la mamma ha tirato fuori tutta la Collezione Primavera-Estate. E sono passati, se va bene, 20 minuti. 20 minuti della vita di una madre che non torneranno più. 20 minuti ogni giorno (sperando di doverlo vestire una sola volta al giorno) per, diciamo, 3 anni. Fate voi il conto che io non ho la forza. Comunque, il nano è vestito. Ma mancano le scarpe. Chi ha figlie femmine capisce che è a questa età che nascono le ossessioni. Scarpe rosa no, stivaletto no, queste no brutte. Nemmeno Carrie Bradshaw davanti alla sua collezione di scarpe è così indecisa come un bambino di 2 anni. Alla fine la mamma decide che ne ha abbastanza, prende un paio di scarpe a caso e le infila al nano che si getta a terra scalciando come se fosse in preda alle convulsioni. La questione sarebbe chiusa qui, se fossimo in estate. Ma quando siamo in inverno c'è il bonus. Che culo. Vi tocca il pacchetto completo. Giubbino, cappello, sciarpa, guanti. Per ogni cosa bisogna trattare, scendere a compromessi, nemmeno URSS-USA durante la Guerra Fredda. Alle fine ce l'avete fatta. Il bambino è pronto e, tanto per cambiare, siete in ritardo. Dove accidenti è finito adesso? Lo trovate in un angolino. Sguardo fisso, volto contratto per lo sforzo. Nonono, ti prego, non adesso. Poi lo sentite. Impossibile non riconoscerlo. "Mamma cacca io, tanta tanta, tutta tutta". Nooooooooooooooooooooooo.
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