9 ottobre 2014

E BASTA CON STA STORIA!!!!!


Mi sembra qualche settimana fa che iniziava questa magica avventura della gravidanza, che iniziavo a scoprire cose di me che prima di allora non avevo mai nemmeno potuto immaginare. E che iniziavo a stringere quel legame con Sofiego che è un qualcosa di talmente bello e strano che non si può spiegare con le parole. Il calcio assestato nelle costole, il rotolarsi nel bel mezzo della notte, tutti segnali di un qualcosa che non è ancora in mezzo a noi ma senza il quale è impossibile immaginarsi la vita oramai.

Di settimane domani ne saranno passate 30, 30 su 40, il che mi pone già a 3/4 di percorso. Il 4/4 è quello che la maggior parte delle donne temono di più. Tante, ma non io. Per me l'ultimo miglio sarà la liberazione da tutte quelle paure e quelle angosce che mi sono portata dietro in questi mesi, il terrore di non veder mai il faccino del mio bambino, di dover fare i conti di nuovo con tutta quella sofferenza che adesso la maggior parte delle persone pare aver dimenticato. Non io. La panciona che cresce (e cresce e cresce) è il mio orgoglio e la mia polizza sulla vita, ogni volta che sento Sofiego muoversi penso che stiamo andando avanti ancora, che un giorno in meno ci separa dal traguardo.

Adesso siamo arrivati ad un punto in cui qualunque cosa io indossi è difficile nascondere la pancia o fare finta che non ci sia. Questi 11 kg. di ciccia e amore sono bene in vista. In giro e in ufficio. Soprattutto in ufficio. Dove continuo ad andare, perché è il mio lavoro, la mia vita. Peccato che non passa giorno senza che io debba affrontare la seguente conversazione:
-Cliente/Autista/Fornitore: "Quanto ti manca? Di quanti mesi sei?"
-Io: "Sette e mezzo quasi, il termine è a metà dicembre"
-Cliente/Autista/Fornitore: "E cosa fai ancora qua??????"
-Io: "Dove dovrei essere?"
-Cliente/Autista/Fornitore: "A casa, in maternità, a riposarti"
-Io. "Se venite qua voi al posto mio, un pisolino a casa vado a farmelo volentieri"

Questa storia del fatto che dovrei essere in maternità invece che in ufficio mi sta iniziando a disturbare. Mi fanno passare per una mamma snaturata, per una che va a stancarsi quando potrebbe stare a casa a fare la maglia e preparare la cameretta del suo bambino. Il fatto non è il non volerlo, ma il non avere un'alternativa. Se io potessi stare a casa non lo farei? Se potessi evitare di arrivare a sera con le contrazioni e la schiena dolorante non lo farei? Non è questione di essere una mamma che non pensa al suo bambino, anzi, mi sa che questa mamma al suo bambino ci pensa fin troppo visto che fa di tutto per garantirgli il massimo una volta che sarà qui.

C'è chi ha la fortuna di poter godere di certi privilegi e chi deve accontentarsi di quello che ha, facendoselo bastare. Ho sempre saputo che la mia vita se fossi rimasta incinta sarebbe stata questa. Non è facile e non dico che sia quello che voglio, ma è la mia vita. E del senso di colpa ne farei volentieri a meno.
Prima cercavate di farmi sentire in colpa perché non riuscivo ad avere un bambino, adesso cercate di farmi sentire in colpa perché non resto a casa ad aspettare che questo bambino nasca. Quello che non avete capito è che questo bambino è un guerriero, uno abituato ad affrontare di tutto, e ad uscirne a testa alta.

Quindi ognuno pensi ai propri figli e li cresca come meglio crede. Il tempo emetterà la sua sentenza.

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