22 febbraio 2015

COSA MI HA INSEGNATO MIA FIGLIA

Ieri sera, mentre per l'ennesima volta durante la giornata cercavo di calmare la mia piccolina sopraffatta dalle coliche, ho capito una cosa. Una cosa alla quale non avevo mai pensato fino a quel momento. Ovvero che Sofia, in appena 2 mesi, mi ha insegnato una cosa che nessuno era mai riuscito in 30 e passa anni.

La pazienza. Io non sono una persona paziente. Non lo sono nella vita di ogni giorno, non lo sono nella vita di coppia, non lo sono nel lavoro. Odio le persone che se la prendono comoda, odio fare le file, odio che le cose non succedano quando voglio io (e attendere Sofia per così tanto tempo é stato per me un vero sconvolgimento emotivo, la prova piu dura che potessero affidarmi). Poi é arrivata Sofia e ho dovuto completamente rivalutare il significato della parola pazienza. Perché un neonato mette alla prova la tua pazienza piu di qualsiasi stramaledetto adetto alle poste che ti fa passare in coda allo sportello tutta la pausa pranzo quando tu impiegheresti un quarto del tempo!

Con Sofia ho imparato che il tempo per un neonato é un concetto del tutto relativo. A lui non frega niente se tu devi uscire di casa alle 9 della mattina: se decide che vuole mangiare 10 ml alla volta non sarà cacciandogli in bocca il biberon con ostinazione che glielo farete terminare prima. Anzi, Sofia quando serra ostinatamente le labbra non c'é niente da fare. Game Over. Poi magari quando tu ti sei rassegnata, le hai tolto la bavaglia e chiuso il biberon, ecco che riprende a ciucciarsi le mani e ad urlare disperata per la fame. Ma lo ha deciso lei, non tu. Coi neonati non puoi fare altro che calarti le braghe e assecondarli. Tu pensi di imbrogliare quei fagottini lì ma ti sbagli...finiscono sempre per farti fare quello che vogliono loro (la mia a 2 mesi pare averlo capito già da un pezzo come tenere in scacco me, suo padre e i nonni!).

Ma la prova piu dura é quella alla quale ti sottopongono loro malgrado, perché purtroppo il pianto non é un qualcosa che controllano (a 2 mesi non siamo ancora nella fase capricci ma semplicemente in quella del "Ho fame-Sonno-Male, ti prego aiutami"). Non so se vi siete mai trovati con in braccio un bambino con le coliche. Io sto vivendo questa situazione molto spesso negli ultimi giorni. Ecco, quello é il pianto che ti destabilizza nelle viscere. Quello che ti fa sentire impotente. E credetemi che per un genitore non c'é cosa peggiore che sentire il suo bambino piangere e sapere di non potervi porre rimedio. Mettiamo che il balletto delle coliche inizi intorno alle 16. In quel momento siete ben disposti, fiduciosi, sentite di potercela fare. Poi vostro figlio inizia a piangere, quel pianto che lo fa diventare tutto rosso, che gli fa mancare il respiro, quell'urlo di dolore che niente riesce a calmare. Solitamente si riesce a restare calmi per i primi 10 minuti. Poi inizia a subentrare l'agitazione, il "Quando finirà,come farlo smettere,magari ha fame,magari ha sonno,magari..."ed ecco che il genitore entra in modalità panico, inizia a cambiare posizione al bambino ogni 3 secondi e piu lo muovi piu il bambino piange e piu il punto di non ritorno si avvicina.
Ecco, Sofia mi ha insegnato la pazienza. Un anno fa dopo 5 minuti così l'avrei defenestrata (e non dite che non l'avete pensato almeno una volta in quei momenti perché non vi credo!), adesso sopporto stoicamente questi luuuuuuuunghi momenti consapevole che passeranno, che non dureranno per sempre, che alla fine riuscirà ad addormentarsi. Nel frattempo la stringo forte, cerco di non fare movimenti bruschi, la coccolo e aspetto che la maledetta colica passi. Poi ne arriva un'altra, faccio un altro respiro e ricomincio. Non é facile, infatti é importante avere un compagno che ci supporti in questi momenti, che sia disposto a darci il cambio quando magari iniziamo a sentire di stare per esplodere (io lo confesso, all'inizio piu di una volta sono uscita di testa come se Sofia mi stesse facendo un dispetto...alla fine mi sono trovata a piangere con lei sentendomi in colpa!).

Ecco, avere un figlio é una cosa per gente con le palle, adesso lo so! Ci sono momenti, quando si sveglia nel mezzo della notte (notte che per lui/lei non ha alcun senso, ce l'ha solo per noi adulti purtroppo!) che ti chiedi chi te lo ha fatto fare di affrontare l'inferno per poi trovarti a non avere piu una vita, a non dormire piu, a passare le giornate cambiando pannolini e preparando biberon. Il poco sonno fa fare brutti pensieri. Che sistematicamente scompaiono quando guardi il tuo bambino. Quella é magia. Quando lui ti guarda e sorride ti sciogli, non puoi non farlo, semplicemente succede. Ed é la sensazione piu bella del mondo...un po come andare in posta e non trovare coda allo sportello!

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