Avanti su, facciamo sta debita premessa se no poi mi trovo bombardata da messaggi su Fb e whatsapp in cui mi si chiede "Ma parlavi di me?" (e se lo chiedete, secondo me la coscienza un pò sporchina l'avete, comunque...).
Per me gestire le relazioni interpersonali dal vivo è sempre stato complicato anche prima dell'arrivo di Sofia. In settimana praticamente non esisto, conosco solo il tragitto casa-ufficio e ritorno. Da quando poi c'è Sofia, ho una voce in più, la più importante, da incastrare nella mia TO DO LIST.
Chi dice che non è giusto farsi stravolgere la vita da un figlio beh, NON ha decisamente un figlio. Perché un bambino ha i suoi ritmi, le sue abitudini, e non avete idea di quanto modificare la routine di un bambino dell'età della mia possa avere ripercussioni anche per 2 giorni di fila.
Vi faccio un esempio. Prendiamo il sabato. Il sabato per Sofia è un giorno anomalo per tutta una serie di motivi: primo, la sua mamma e il suo papà sono entrambi a casa dal lavoro; secondo, alla mattina si va in piscina. Andare in piscina significa posticipare il riposino mattutino che posticipa il pranzo. Poi c'è la spesa, chi lavora e ha una figlia che va a dormire con le galline, non c'è un'alternativa alla spesa nel weekend. Andare al centro commerciale con una bambina di 15 mesi che ha dormito 2 ore e mangiato ergo è caricata a molla significa solo una cosa: ansia. Sofia non vuole più stare seduta nel passeggino, vuole camminare, guardare e toccare tutto. In pratica la spesa diventa una corsa contro il tempo per finire il più presto possibile e tornarcene a casa. Prima lungo la strada di casa si addormentava, ora accade raramente. Se non si addormenta in macchina significa che arriva a casa ed è stanca, quindi è rognosa, quindi non le va bene niente, quindi ha sonno ma non vuole andare a dormire. Il tutto si trascina fino almeno alle 16. E qui ci sono due alternative. Alternativa 1: riesco a farla addormentare e per un'oretta regna la quiete. Alternativa 2: è talmente nervosa che non vuole saperne di dormire. Quindi non dorme. Quindi arriva l'ora di cena e lei è fuori di testa, frigna per tutto, non vuole stare nel seggiolone e si butta per terra come la migliore delle attrici drammatiche. Risultato? Niente pappa, si va di biberon di latte e prosciutto.
Poi arrivano le 19.05, inizia Masha e Orso, Sofia si ipnotizza e io tiro il fiato. Mezz'ora che la calma e la prepara alla nanna. Prima delle 20 Sofia dorme e io ho tutta la casa da sistemare. E tutto questo in una giornata che a voi sembra assolutamente normale. Ma per lei non lo è. Perché lei è abituata a fare la nanna alla mattina intorno alle 09.30, a mangiare alle 11.30, a fare il riposino alle 15. Insomma, ha tutti i suoi orari, e quando una sola cosa viene modificata, tutto il castello crolla.
Ora, quando voi mi chiedete di uscire alle 20.30, vi rendete conto di quello che mi state dicendo? Mia figlia si è addormentata e io aspettavo quel momento praticamente dalla mattina. Metterla a letto più tardi, il che significa forzarla a stare sveglia, cosa che abbiamo provato/dovuto fare in certi casi, significa averla comunque sveglia alle 6.30 della mattina, con la differenza che non ha dormito 11 ore ma magari 9. Quindi alla mattina si sveglia ed è comunque ancora stanca, quindi sono le 7 ed è già rognosa. Il tutto per aver voluto stare fuori a cena magari fino alle 22.00.
Ora, io capisco che la figlia non è vostra e non è colpa vostra se lei ha questi ritmi. Voi siete persona normali che non escono a cena alle 19 per essere a casa alle 20, trascorrete fuori i weekend, da un'ora all'altra decidete di fare una cosa piuttosto che un'altra. Anche io ero così. Prima. Prima che arrivasse Sofia e la sua routine diventasse importante per tutto il resto della famiglia. Quindi resto sempre un pò interdetta quando sono IO quella che deve adattarsi a orari/posti/modi per incontrarci. Io intesa come Sara non esisto più come entità singola. Io sono legata a doppio filo con Sofia, se mi sposto io si sposta Sofia. E non è questione di essere una mamma appiccicosa o apprensiva o che ha rinunciato alla sua vita. Il fatto è che questa è la mia vita adesso, con una figlia, che fa parte della mia vita e non posso farla comparire e sparire a mio piacimento. So benissimo che non è divertente andare a cena con una bambina di 15 mesi che corre avanti e indietro per il ristorante. Infatti non vi chiedete come mai evito queste cose il più possibile e quando vi invito vi chiedo la cortesia di mangiare una pizza a casa? Perché conosco mia figlia, so quanto è vivace, so che costringerla a stare seduta un'ora mentre noi mangiamo è qualcosa di assolutamente contro natura per lei (e vorrei ben vedere!), pertanto la soluzione è che lei stia nella sua casa, con i suoi giochi, la sua Masha e che alla sua solita ora vada a letto.
Qualche settimana fa una coppia di nostri cari amici è venuta a trovarci. Ho avvisato che se non era un problema preferivo prendere una pizza a casa e farla arrivare dopo aver messo Sofia a letto. Sapevo che, rispettando la routine, sarei riuscita a metterla a letto prima delle 20. Infatti bagnetto, Masha, ore 19.45 dormiva beatamente. Noi adulti abbiamo potuto goderci una cena in santa pace (cosa che, quando sei genitore, non è mai scontata!) e siamo rimasti a parlare fino quasi a mezzanotte. E Sofia ha dormito fino alle 7 della domenica mattina, senza svegliarsi mai. Ma dopotutto non è questo il motivo per cui ci vediamo? Stare insieme? Ha davvero importanza uscire o restare in casa? Il tempo di andare in giro per locali per me è finito da un pezzo. Adesso che c'è Sofia conosco i miei limiti e purtroppo, nonostante mi dispiaccia essere sempre quella che mette i paletti, so che per un pò di tempo non sarà possibile uscire a mangiarsi una pizza in tranquillità. Ma è giusto così. Siamo noi che dobbiamo adattarci a lei, soprattutto in queste cose che non sono davvero importanti ma che per lei fanno una grande differenza.
Il problema è che per me questo è un pensiero automatico, lei prima di me, ma per i miei amici senza figli no. E lo capisco. Davvero. Quello che però fatico IO a capire è come sia possibile che sia io, che ho una figlia e mai un momento nell'arco della settimana, a dovermi sempre adattare a loro, che è palese che abbiano meno difficoltà a rinunciare a qualche ora del proprio tempo libero per vederci. Che poi mi viene da dire, se per te il vederci è una rinuncia del tuo tempo e una imposizione, allora forse è meglio che non ci vediamo. Perché io quando voglio vedere qualcuno cerco sempre di organizzarmi, anche se significa mettere a repentaglio la routine di Sofia. Per una volta lo posso fare, consapevole che ne pagherò comunque io le conseguenze. Anche se con certe persone tutto sembra sempre troooooppo complicato. Ci sono sempre mille scuse, mille menate.
La scelta di avere un figlio è stata mia e non ritengo che gli altri debbano pagare per la mia decisione. Ma, oggettivamente, è mai possibile impiegare 8 mesi per organizzare un incontro di 3 ore? Dai, su. Inizio a pensare che questa iperconnessione digitale abbia reso meno necessari i contatti umani. E ci abbia resi un pò più pigri. Ti scrivi messaggi, su Facebook, Whatsapp, mandi una foto, un video. In realtà hai la sensazione di vivere un pò nella vita dell'altro e di non perderti molto. Ma io il calore di un abbraccio ancora lo riconosco. E ne ho bisogno. E se per averlo devo rinunciare a qualche ora sul divano a fare nulla (cosa che per altro ho smesso di fare da quando è nata Sofia, quindi per me è un vero sacrificio fatto con il cuore il tempo che concedo ad altre persone) ne sono ben felice, perché in cambio ottengo molto di più. Ma a quanto pare non tutti la pensano come me. Quando Tiziano Ferro canta "L'amore è una cosa semplice" ha ragione. Perché siamo noi che creiamo tutte delle sovrastrutture per complicare i rapporti. E così anche nell'amicizia. Non ci sono molte strade.
VUOI ESSERE MIO AMICO?
SI
NO
Fine. Troppe volte ci trasciniamo dietro rapporti con persone che oramai non riescono più ad essere davvero parte della nostra vita. Eppure li teniamo lì, continuiamo a raccontarmi scuse, sapendo benissimo che non abbiamo più nulla in comune e che trovare tempo per loro ci pesa. L'amicizia non dovrebbe mai essere un peso ma solo un qualcosa in più. Se una persona non ti arricchisce, allora significa che puoi farne a meno. Se puoi farne a meno, non è un amico. Ma questo è un altro argomento. Un altro post.
Chi dice che non è giusto farsi stravolgere la vita da un figlio beh, NON ha decisamente un figlio. Perché un bambino ha i suoi ritmi, le sue abitudini, e non avete idea di quanto modificare la routine di un bambino dell'età della mia possa avere ripercussioni anche per 2 giorni di fila.
Vi faccio un esempio. Prendiamo il sabato. Il sabato per Sofia è un giorno anomalo per tutta una serie di motivi: primo, la sua mamma e il suo papà sono entrambi a casa dal lavoro; secondo, alla mattina si va in piscina. Andare in piscina significa posticipare il riposino mattutino che posticipa il pranzo. Poi c'è la spesa, chi lavora e ha una figlia che va a dormire con le galline, non c'è un'alternativa alla spesa nel weekend. Andare al centro commerciale con una bambina di 15 mesi che ha dormito 2 ore e mangiato ergo è caricata a molla significa solo una cosa: ansia. Sofia non vuole più stare seduta nel passeggino, vuole camminare, guardare e toccare tutto. In pratica la spesa diventa una corsa contro il tempo per finire il più presto possibile e tornarcene a casa. Prima lungo la strada di casa si addormentava, ora accade raramente. Se non si addormenta in macchina significa che arriva a casa ed è stanca, quindi è rognosa, quindi non le va bene niente, quindi ha sonno ma non vuole andare a dormire. Il tutto si trascina fino almeno alle 16. E qui ci sono due alternative. Alternativa 1: riesco a farla addormentare e per un'oretta regna la quiete. Alternativa 2: è talmente nervosa che non vuole saperne di dormire. Quindi non dorme. Quindi arriva l'ora di cena e lei è fuori di testa, frigna per tutto, non vuole stare nel seggiolone e si butta per terra come la migliore delle attrici drammatiche. Risultato? Niente pappa, si va di biberon di latte e prosciutto.
Poi arrivano le 19.05, inizia Masha e Orso, Sofia si ipnotizza e io tiro il fiato. Mezz'ora che la calma e la prepara alla nanna. Prima delle 20 Sofia dorme e io ho tutta la casa da sistemare. E tutto questo in una giornata che a voi sembra assolutamente normale. Ma per lei non lo è. Perché lei è abituata a fare la nanna alla mattina intorno alle 09.30, a mangiare alle 11.30, a fare il riposino alle 15. Insomma, ha tutti i suoi orari, e quando una sola cosa viene modificata, tutto il castello crolla.
Ora, quando voi mi chiedete di uscire alle 20.30, vi rendete conto di quello che mi state dicendo? Mia figlia si è addormentata e io aspettavo quel momento praticamente dalla mattina. Metterla a letto più tardi, il che significa forzarla a stare sveglia, cosa che abbiamo provato/dovuto fare in certi casi, significa averla comunque sveglia alle 6.30 della mattina, con la differenza che non ha dormito 11 ore ma magari 9. Quindi alla mattina si sveglia ed è comunque ancora stanca, quindi sono le 7 ed è già rognosa. Il tutto per aver voluto stare fuori a cena magari fino alle 22.00.
Ora, io capisco che la figlia non è vostra e non è colpa vostra se lei ha questi ritmi. Voi siete persona normali che non escono a cena alle 19 per essere a casa alle 20, trascorrete fuori i weekend, da un'ora all'altra decidete di fare una cosa piuttosto che un'altra. Anche io ero così. Prima. Prima che arrivasse Sofia e la sua routine diventasse importante per tutto il resto della famiglia. Quindi resto sempre un pò interdetta quando sono IO quella che deve adattarsi a orari/posti/modi per incontrarci. Io intesa come Sara non esisto più come entità singola. Io sono legata a doppio filo con Sofia, se mi sposto io si sposta Sofia. E non è questione di essere una mamma appiccicosa o apprensiva o che ha rinunciato alla sua vita. Il fatto è che questa è la mia vita adesso, con una figlia, che fa parte della mia vita e non posso farla comparire e sparire a mio piacimento. So benissimo che non è divertente andare a cena con una bambina di 15 mesi che corre avanti e indietro per il ristorante. Infatti non vi chiedete come mai evito queste cose il più possibile e quando vi invito vi chiedo la cortesia di mangiare una pizza a casa? Perché conosco mia figlia, so quanto è vivace, so che costringerla a stare seduta un'ora mentre noi mangiamo è qualcosa di assolutamente contro natura per lei (e vorrei ben vedere!), pertanto la soluzione è che lei stia nella sua casa, con i suoi giochi, la sua Masha e che alla sua solita ora vada a letto.
Qualche settimana fa una coppia di nostri cari amici è venuta a trovarci. Ho avvisato che se non era un problema preferivo prendere una pizza a casa e farla arrivare dopo aver messo Sofia a letto. Sapevo che, rispettando la routine, sarei riuscita a metterla a letto prima delle 20. Infatti bagnetto, Masha, ore 19.45 dormiva beatamente. Noi adulti abbiamo potuto goderci una cena in santa pace (cosa che, quando sei genitore, non è mai scontata!) e siamo rimasti a parlare fino quasi a mezzanotte. E Sofia ha dormito fino alle 7 della domenica mattina, senza svegliarsi mai. Ma dopotutto non è questo il motivo per cui ci vediamo? Stare insieme? Ha davvero importanza uscire o restare in casa? Il tempo di andare in giro per locali per me è finito da un pezzo. Adesso che c'è Sofia conosco i miei limiti e purtroppo, nonostante mi dispiaccia essere sempre quella che mette i paletti, so che per un pò di tempo non sarà possibile uscire a mangiarsi una pizza in tranquillità. Ma è giusto così. Siamo noi che dobbiamo adattarci a lei, soprattutto in queste cose che non sono davvero importanti ma che per lei fanno una grande differenza.
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Un grazie di cuore a chi, nonostante tutto, ha ancora voglia di vederci e stare con noi! |
Il problema è che per me questo è un pensiero automatico, lei prima di me, ma per i miei amici senza figli no. E lo capisco. Davvero. Quello che però fatico IO a capire è come sia possibile che sia io, che ho una figlia e mai un momento nell'arco della settimana, a dovermi sempre adattare a loro, che è palese che abbiano meno difficoltà a rinunciare a qualche ora del proprio tempo libero per vederci. Che poi mi viene da dire, se per te il vederci è una rinuncia del tuo tempo e una imposizione, allora forse è meglio che non ci vediamo. Perché io quando voglio vedere qualcuno cerco sempre di organizzarmi, anche se significa mettere a repentaglio la routine di Sofia. Per una volta lo posso fare, consapevole che ne pagherò comunque io le conseguenze. Anche se con certe persone tutto sembra sempre troooooppo complicato. Ci sono sempre mille scuse, mille menate.
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Poche, ma quelle che ho sono il mio mondo. |
La scelta di avere un figlio è stata mia e non ritengo che gli altri debbano pagare per la mia decisione. Ma, oggettivamente, è mai possibile impiegare 8 mesi per organizzare un incontro di 3 ore? Dai, su. Inizio a pensare che questa iperconnessione digitale abbia reso meno necessari i contatti umani. E ci abbia resi un pò più pigri. Ti scrivi messaggi, su Facebook, Whatsapp, mandi una foto, un video. In realtà hai la sensazione di vivere un pò nella vita dell'altro e di non perderti molto. Ma io il calore di un abbraccio ancora lo riconosco. E ne ho bisogno. E se per averlo devo rinunciare a qualche ora sul divano a fare nulla (cosa che per altro ho smesso di fare da quando è nata Sofia, quindi per me è un vero sacrificio fatto con il cuore il tempo che concedo ad altre persone) ne sono ben felice, perché in cambio ottengo molto di più. Ma a quanto pare non tutti la pensano come me. Quando Tiziano Ferro canta "L'amore è una cosa semplice" ha ragione. Perché siamo noi che creiamo tutte delle sovrastrutture per complicare i rapporti. E così anche nell'amicizia. Non ci sono molte strade.
VUOI ESSERE MIO AMICO?
SI
NO
Fine. Troppe volte ci trasciniamo dietro rapporti con persone che oramai non riescono più ad essere davvero parte della nostra vita. Eppure li teniamo lì, continuiamo a raccontarmi scuse, sapendo benissimo che non abbiamo più nulla in comune e che trovare tempo per loro ci pesa. L'amicizia non dovrebbe mai essere un peso ma solo un qualcosa in più. Se una persona non ti arricchisce, allora significa che puoi farne a meno. Se puoi farne a meno, non è un amico. Ma questo è un altro argomento. Un altro post.
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