8 aprile 2016

L' AVRESTI MAI DETTO?

In tutte le cose c'è sempre un prima e un dopo. Un modo di vedere le cose prima che ti capitino e uno dopo, con il senno di poi. Quando ti guardi indietro e ti accorgi che non è proprio tutto come te lo saresti immaginato.

Succede anche quando diventi mamma. Premessa: chi ha fortemente desiderato un figlio che non arrivava e magari ricorso anche a certi "aiuti" è visto un pò come quello che mai e poi mai si potrà lamentare. Lo hai voluto così tanto, adesso ti lamenti? Se sei infertile mettiti l'anima in pace. MAI e poi MAI puoi osare dire che sei stanca, che in certi momenti hai pensato di vendere tuo figlio, che rimpiangi un pò la tua vita da donna (perché quando sei mamma, quella cosa lì, una donna, ti dimentichi di esserla). Una mamma infertile deve essere una martire. E già a me sta cosa fa girare le palle. Perché vi assicuro che mia figlia è uscita dallo stesso identico buco da dove sono usciti i vostri, fa i capricci come i vostri, si mangia le caccole del naso come i vostri (ma sono sicura che alcune saranno sconvolte, il mio? mai!!!!!!), mangia/dorme/caga come i vostri. Uguale. Non è un'aliena.
Così come non lo sono io. Sono una mamma che lavora, che non ha più tempo per sé, che non può più andare in bagno con la porta chiusa senza scatenare scenate di isteria. Poi se sono l'unica a star messa così ok, mea culpa, non leggete più quello che scrivo visto che non vi ci ritrovate. Ma siccome sono abbastanza sicura che siete tutte più o meno messe come me...statemi a sentire.

Aspettavo il ciclo per il 18 marzo. 18,19,20,21,22,23...niente rosse. Se ci penso adesso mi sento una cretina. Restare incinta dopo le difficoltà che abbiamo avuto mi pareva una cosa talmente assurda che nei 16 mesi (va beh, qualcuno di meno, suvvia) da quando è arrivata Sofia ad oggi non mi ero mai nemmeno posta troppo il problema. Scherzavo col fuoco, avrebbe detto mia mamma. Ciclo sempre puntuale, che a pensarci ti prende anche un pò male perché significa che sta botta di culo del restare incinta a caso a te non ti è proprio concessa. Poi arriva il ritardo. E tutto si sconvolge. E avverti la paura. La paura di essere incinta. Che è pazzesco, pensando a come stavano le cose 2 anni fa. La parte razionale di me dice che no, non è possibile. La parte emotiva tira fuori un test di gravidanza residuo dei tempi in cui ne facevo uno ad ogni primo giorno di ritardo, e lo faccio. Negativo. Ma allo stesso tempo niente ciclo. E' vero sono stati giorni stressanti, Sofia è parecchio impegnativa, praticamente quasi non mangio e sto in piedi solo grazie ai nervi. Però...però.

Arriviamo al 26 marzo, 8 giorni di ritardo, andiamo a teatro a vedere Notre Dame de Paris, un qualcosa di meraviglioso. E a me, ad un certo punto, mi prende il panico. Inizio a pensare al fatto che sono incinta. Cosa faccio se sono incinta? Non posso essere incinta. Non VOGLIO essere incinta. E voi giustamente direte: se non volevi restare incinta dovevi fare attenzione. E avete ragione. Soprattutto perché io sono così, una che non fa mai le cose a caso, una che programma sempre. E il pensiero di un figlio non programmato (forse dopo la prima programmata per cause di forza maggiore) mi getta nel panico. Mentre siamo in macchina dico a mio marito che a casa farò un altro test (lo avevo comprato alla mattina).
Arriviamo a casa, mettiamo a letto Sofia e faccio il secondo test. Resto a fissarlo senza sbattere mai le palpebre. Prima linea. Una parte di me prega che non ne compaia un'altra. Non voglio essere incinta. Lo penso con tutta me stessa. Passano i minuti e non compare nessuna seconda linea. NEGATIVO, di nuovo. E finalmente riprendo a respirare, sono sollevata, non mi vergogno a dirlo.

Arriva e passa Pasqua, Pasquetta, niente ciclo. 10 giorni di ritardo. 2 test su 2 negativi. Inizio a leggere in internet. Tutto quello che leggevo 2 anni fa cercando indizi di una probabile gravidanza adesso li leggo aspettandomi un qualche sintomo di arrivo del ciclo. Che per altro non ho. Al che il martedì mi gioco l'ultima carta. La mia terapista shiatsu e moxa. Quando 10 anni fa avevo avuto l'unico mio altro importante ritardo (gravidanza a parte) era stata lei che mi aveva sbloccato il flusso del sangue e fatto venire il ciclo. Io scherzando la chiamo la mia "santona", perché quando mi tocca mi riporta alla vita. Mi vede il giorno stesso, mi trova in uno stato schifoso, schiena, spalle, sono un fascio di nodi e muscoli contratti. Vengo via da lei e mi dico "Ho fatto tutto quello che potevo fare". Mentre torno in ufficio inizio a pensare a cosa farò se davvero sono incinta. Inizio a fare i conti, nascerà a novembre, anche questo in inverno, Sofia non avrà nemmeno 2 anni, avrà appena iniziato la primavera, gelosa e attaccata com'è, dovremo disdire la vacanza a Ibiza, sarò di 7 mesi. In pratica arrivo in ufficio in iperventilazione.

Alla fine il giorno dopo, al pomeriggio, inizio a riconoscerlo. Il classico dolorino alla pancia. Una piccola perdita. La guardo e sorrido nemmeno avessi visto l'oracolo. Alla sera il ciclo arriva. Sangue!!!!!!! Mancava che inviassi foto dell'assorbente insanguinato alle mie amiche con le quali in quei giorni mi ero scambiata impressioni, foto di test (mica ci sia una ghost line!) e immagini del mio futuro da mamma bis.
La verità è che questo episodio mi ha fatto capire che non sono pronta. So che avevo detto di desiderare due figli e di avere 2 embrioni congelati. Ma ad oggi sto bene così, con la mia Sofia che fa per 3. Le mie giornate sono già troppo piene per seguire lei, un secondo figlio avrebbe voluto dire sottrarle ancora più tempo. Che, proprio perché l'ho tanto desiderata, non me la sono ancora goduta tutta appieno. Se quei test fossero stati positivi avrei finito per accettare l'idea, avrei rivoluzionato nuovamente la mia vita, avrei ripreso a non dormire la notte (cosa che adesso facciamo), a dar da mangiare ogni 3 ore (che con il lavoro per me era parecchio stressante) e avrei amato questo secondo figlio tanto quanto amo Sofia. Ma potendo scegliere sono felice che questo ritardo sia stato solo un ritardo. Non sono pronta, non ancora. Forse non lo sarò mai, forse lo sarò tra 2 mesi o un anno.

Quello che so è che la vita da mamma non è come me l'ero immaginata prima, quando non ero una mamma e desideravo disperatamente esserlo. Mi sono accorta che è un continuo sacrificare te stessa, il tuo tempo, i tuoi desideri. Vorrei un giorno tutto per me, vorrei poter organizzare un weekend con mio marito, avere del tempo semplicemente per vedere i negozi. Cose stupidissime ma che mi mancano. Non sono cose importanti, dite voi. Vero. Ma lavoro 50 ore alla settimana, in pratica non faccio che vedere Masha e Orso in quelle pochissime ore che passo con mia figlia. Non è che dovete approvare il mio pensiero, ma provare a capirmi un pò sì. Non fai un secondo figlio per egoismo? Sì, in questo momento sì. Perché non riuscirei a seguirlo come vorrei, non riuscirei a seguire Sofia, probabilmente farei naufragare il mio matrimonio.
E tutte queste sono cose che voglio evitare. Sei felice in questo momento? Sì, con mio marito e mia figlia, sì. 3 è il numero giusto per noi adesso. Domani non lo so. Quello che so adesso è che mi basta quello che ho. E se questo fa di me una pessima madre, allora lo sono.

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