14 aprile 2016

SCOPRIRSI IN ATTESA

2 anni fa come oggi, 14.04.14, facevo le mie prime beta. O meglio, avevo già fatto delle beta per un ritardo che poi si era rivelato falso. Questa volta però facevo le beta dopo la mia prima ICSI.

Ero al 14 pt, post transfer. Avevo 2 embrioni impiantati ma mi avevano ricoverata per iperstimolo. Insomma, sono andata a fare quel prelievo senza grandi aspettative.

Invece. Sapevo che il risultato non sarebbe arrivato che dopo qualche ora. Ma da quando arrivo in ufficio, saranno si e no le 9.30, inizio a cliccare compulsivamente F5 e aggiorna ogni 2 minuti sul sito della clinica per vedere se il referto è online. Mi stanno saltando i nervi. So che prima delle 14 difficilmente si vedrà qualcosa ma non riesco ad evitarlo. Alla fine alle 14.25 il documento appare. Un pdf. Sono seduta esattamente allo stesso posto di adesso. Salvo il pdf senza aprirlo. In quel momento la mia impiegata è in bagno, mio papà è fuori, il telefono è muto. Sono sola. Chiudo gli occhi, faccio un respiro e clicco sul pdf. I 2 secondi più lunghi della mia vita.

Questo è quello che vedo:


Leggo 215 e mi si ferma il cuore. 215 significa gravidanza. O meglio, so che un solo valore beta non significa nulla, che dovrò rifarlo dopo un paio di giorni per vedere se sono raddoppiate. In caso contrario significa che qualcosa non va come dovrebbe. Ma ho un 215 come partenza. Tenerlo segreto non è facile, e tutto sommato nemmeno lo voglio. Mando la foto del risultato via wapp alle mie amiche che sapevano che quello sarebbe stato il mio giorno del giudizio. Loro quasi iniziano a preparare il corredino, io sono frenata. Serve un altro valore, così è qualcosa ma non abbastanza. Alla fine ripeto le beta 4 volte prima che dal Fertility Center si convincano che io sia davvero incinta e accettano di fissarmi l'appuntamento per l'ecografia.
In attesa di quella ecografia i giorni precedenti sono un continuo fluttuare tra gioia (sono incinta) e preoccupazione (e se sono 2?). Sapevo che poteva succedere, avevo valutato il rischio, ma con il senno di poi 2 anni dopo sono felice che non sia successo. Per come sono io, per come è Sofia. 1 era il numero giusto.

Ricordo sempre con tenerezza questo giorno, il pianto di mia mamma, gli occhi lucidi di mio papà. Loro che avevano vissuto tutto con me. E poi mio marito. Quel non sapere ancora nulla eppure sentirci già genitori. Nonostante il percorso lungo e difficile siamo stati baciati dalla fortuna, questo non me lo dimenticherò mai. Nessuno di noi poteva immaginare cosa sarebbe stato 2 anni dopo, con chi avremmo avuto a che fare. Sofia è un uragano, spinge sempre più in là il nostro limite di sopportazione. E' vivace, furba, curiosa, indipendente. Ma quando ti si stringe addosso ti scioglie il cuore. 


Quel 215 delle beta è stato l'inizio di un percorso che continua tuttora, giorno dopo giorno. Che fa di me una donna e una mamma orgogliosa. A chi ancora sta lottando per un figlio che non arriva dico solo che la salita è faticosa, ma quando arrivi in cima, cazzo, il panorama ti toglie il fiato. Quindi non mollate, è vero che un figlio non è un diritto ma un dono. Ma chi desidera così tanto un bambino da annullare il suo corpo, infliggersi ormoni e terapie di ogni genere, un figlio lo merita. Sempre.


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