23 gennaio 2017

LA DOMENICA CON TE

Domenica pomeriggio. Da sola con Sofia. Da sola con Sofia con il raffreddore, che non è un particolare da poco perché la mia piccolina, quando non sta troppo bene, si trasforma completamente. Decido di non uscire per evitare di peggiorare la situazione, visto che mi aspetta una settimana lavorativa tosta e non posso permettermi di avere anche il problema di lei ammalata da tenere a casa dall'asilo.

Il problema é che, lavorando, una donna deve aspettare il weekend per fare tutto quello che dovrebbe poter fare durante la settimana. Il che comprende pulizie, lavatrici, spesa. Il tempo per se stessa, ma va, cosa andate a pensare? Quello se ne é andato nel momento in cui sono diventata mamma ma oramai ci ho fatto il callo quindi non mi strazio nemmeno più troppo.
Ma torniamo a questa domenica pomeriggio. Io e Sofia. Essendo io madre snaturata come già sapete, ovvero che lavoro troppo e che ho giusto il tempo di fare l'essenziale e che quindi vivo costantemente coi sensi di colpa, ho deciso di fare un scelta responsabile. Ossia niente centro commerciale, niente giostrine per cercare di far passare le ore e arrivare in fretta all'ora della nanna. Sì, sono sicura che ci sono le pie mamme che sgraneranno gli occhi e sono già lì con la mano sul telefono pronte a chiamare il Telefono Azzurro ma poi sono le prime a fare le peggio cose, con la differenza che non le ammetterebbero mai nemmeno sotto tortura, ma io durante il weekend inizio a pensare a quanto manca per metterla a letto la sera già dopo pranzo, mentre sta facendo il sonnellino. Sono una madre degenere? No, sono una madre senza una vita e che ha disperatamente bisogno di riposare, che é una cosa diversa.
Fatto sta che oggi mi sono detta "Avanti Sara, gioca con tua figlia, quella nanetta che tira in giro ogni cosa e poi non guarda niente, che non sa nemmeno lei cosa vuole e rogna, rogna per tutto".
Ebbene, l'ho fatto. Ho giocato con mia figlia. Forse per la prima volta dopo tanti mesi in cui sono sempre stata troppo occupata o troppo stanca, mi sono seduta e ho giocato davvero con lei, guardandola, ascoltandola. Ma soprattutto osservandola.




Apro un attimo una parentesi, non tanto per giustificarmi, quanto per chiarire una cosa. Quando io arrivo a casa alla sera dall'ufficio, Sofia ha già mangiato con la nonna quindi ci sono da fare quelle cose che ci portano poi alla nanna, ossia il bagnetto e il latte con i cartoni animati. Considerato che lei va a nanna alle 19.45 e io arrivo non prima delle 18, il tempo non é moltissimo. Ma nonostante questo cerco di dedicare a mia figlia quello che credo sia tempo di qualità. E la prova che lei non si sente trascurata credo sia anche il fatto che non fa storie per andare a letto, semplicemente vuole una serie di coccole extra prima della nanna che sono ben felice di darle, anche se significa impiegare più tempo per farla dormire (lei mi si attacca al collo e vuole che le riempia il viso di bacini. Mentre lo faccio chiude gli occhi e vedo proprio che le si apre un sorriso beato sul viso, tipo quello che aveva ad un mese quando si addormentava dopo la poppata, felice e piena e soddisfatta). Questo per dire che sì, sono probabilmente una mamma che si gode poco sua figlia, ma che per godermela quel poco rinuncia a tutto il resto. Perché vederla felice é la cosa più importante. Sempre.
Arriviamo comunque a sto benedetto pomeriggio. Ovviamente sono rimasta in pigiama tutto il giorno, quando sono a casa e non devo andare in ufficio è praticamente impossibile che io riesca a fare qualcosa che sia una doccia o vestirmi. Ma va bene così, chi se ne frega, ho impiegato meno tempo ad andare a dormire. Abbiamo preso e rimesso via almeno 5 volte il Didò, abbiamo disegnato, colorato, giocato con Emma che é la bambola di Sofia. E qui mi si é aperto un mondo. Perché non avevo mai visto Sofia giocare in quel modo con la bambola, prenderla, metterla sul fasciatoio, farle quello che io faccio a lei (massaggio sul pancino compreso), prepararle la pappa e farla mangiare. La guardavo, seria e precisa mentre fingeva di lavarla, e mi si sono riempiti gli occhi di lacrime. Per la consapevolezza di quanto in fretta sta crescendo, per il suo essere una bimba con un carattere forte e testardo che cerca sempre di sfidarti, capace di passare da un capriccio al venirti a cercare dicendoti "Scusa Mamy" nascondendosi tra le tue gambe. La guardo e la trovo così simile a me per quel modo sempre un pò nervoso di fare le cose, quel dire "No e no" che ha imparato da Topo Tip e che adesso ripete sempre quando non ha intenzione di fare quello che le chiedi.

So che non si può fare il confronto su come sarebbe la mia settimana se io non lavorassi, guardare il weekend alla luce di tutti gli altri giorni porta ad una visione distorta. Se io ci fossi tutto il giorno in settimana lei probabilmente sarebbe meno attaccata nel weekend, io forse potrei ritagliarmi del tempo. Insomma, una serie di se che non troveranno mai una risposta. E che tutto sommato mi va bene così. Sono una donna che lavora e questa realtà non cambierà, quindi è con questa situazione che mi devo confrontare. Sofia adesso è in una età particolare di grandi scoperte e di voglia di indipendenza che purtroppo si scontra coi suoi limiti e la lasciano spesso frustrata e quindi lamentosa. Sto imparando a dirle NO solo sulle cose veramente importanti e pericolose, cercando di mordermi la lingua quando tocca qualcosa che poi non rimette apposto. Ha 2 anni. E non li avrà per sempre. E so che quando di anni ne avrà 10 volte tanti ripenserò a questi momenti con un po’ di nostalgia, adesso che mi cerca, che fa girare tutto il suo universo attorno a me, e magari io vorrei solo un po’ di tregua.
Essere mamma è la cosa in assoluto più complicata che possa esserci. Più che gestire un’azienda, più che far funzionare un matrimonio. Perché ci siete solo tu e questo piccolo esserino che cresce e si plasma in base alle tue scelte, ai tuoi valori, al tuo modo di rapportarti a lui.

Vi lascio con un’immagine che spiega bene la nostra domenica pomeriggio (più la mia che la sua a dire il vero!). Ovvero che cosa non si fa fare alla propria figlia pur di vederla sorridere. Ma quel sorriso lì quando si apre, oh, ti scalda il cuore come nient’altro.


Nessun commento:

Posta un commento

COSA MI PORTO NELL' ANNO NUOVO

Quest'anno gli anni saranno 39. Non me li sento, non sono pronta. Se penso che mia figlia ne compirà 9 poi! Mi sembra pazzesco quanto ve...