28 marzo 2018

4 ANNI FA COME OGGI...

Ci sono giorni "storici" che sono impossibili da dimenticare. Come la data del matrimonio, la nascita di un figlio, un compleanno.
E poi ci sono quei giorni che all'apparenza sono fatti per scivolare via ma che invece ti restano appiccicati addosso.
Il 28 marzo per me è uno di quei giorni.

Il 28 marzo di 4 anni fa (era un venerdì) arrivavo finalmente a guardare in faccia la mia infertilità. Passavo dall'altra parte della barricata, dall'attesa alla reazione. Ricordo tutto di quella giornata. La sveglia all'alba, la coda in tangenziale (classica, immancabile), l'arrivo al Fertility Center di Humanitas a Rozzano, l'accettazione.
Quando sono arrivata in sala d'attesa ho visto una ventina di coppie che aspettavano. Già solo guardandole si capiva subito chi era lì per la prima volta. Quello in realtà si intuiva anche durante gli appuntamenti precedenti per il controllo della stimolazione, quando si andava a giorni alterni a fare prelievo del sangue e ecografia. Io ho sempre detestato gli scambi di battute mentre si aspetta il proprio turno, men che meno avevo voglia di parlare quella mattina. Quando toccò a me salutai mio marito, sapevo che lo avrei rivisto solo dopo l'anestesia. Mi diedero un camice azzurro da mettere, mi misero l'ago per il prelievo e poi la pre anestesia. Ricordo le ragazze di fronte a me, sui loro letti, che parlavano tra di loro. Alcune si conoscevano già. Per loro era la terza, la quarta, per una addirittura la sesta volta. Io ero al primo tentativo e già faticavo a immaginare la mia reazione davanti ad un fallimento (perché davanti ad una prospettiva del 25% di successo, riesci davvero ad aspettarti di avere fortuna?), figurarsi arrivare a 6 tentativi.

Io mi guardavo in giro, non avevo voglia di dire niente. Non avrei saputo nemmeno bene cosa dire. Poi mi trovai sul tavolo operatorio. Mi fecero l'anestesia. Non ricordo nulla di cosa successe dopo. Tranne che fu il più bel sonno di sempre. Quando mi svegliai il mondo era bello. La biologa mi disse che avevano prelevato 13 ovociti, mi parve un buon numero. Mi dissero che, se non mi avessero chiamato il giorno dopo, il lunedì 31 (altra data da ricordare) sarei dovuta andare per il transfer degli embrioni fecondati.
Poco dopo pranzo ero a casa, dolorante ma felice come non mi capitava da tempo. Avevo fatto un passo nella direzione giusta. Dovevo solo sperare che su 13 almeno uno se ne salvasse e potesse essere impiantato.
Alla fine su 13 ne rimasero 11, 6 ovociti vennero congelati subito e 5 fecondati. Su 5 se ne fecondarono 4, 2 me li impiantarono e 2 sono, ad oggi, ancora crioconservati. Dei 2 impiantati, dopo un iperstimolazione con annesso ricovero e un distacco amniocoriale e una cura di progesterone lunga 6 mesi, ne è rimasto uno. Anzi UNA. La mia luce, la mia stella. SOFIA.

Se mi avessero dato la possibilità 4 anni fa di guardare come sarebbe stata la mia vita oggi, al 28 marzo 2018, ammetto che un pò mi sarei spaventata. Nottata con risvegli continui per via della maledetta tosse, corsa contro il tempo per arrivare all'asilo (e di conseguenza in ufficio) ad un orario accettabile, facendo prima ovviamente aerosol, colazione, stenditura panni. Ma, se mi avessero dato la possibilità di vedere dei flash di questi quasi 3 anni e mezzo con Sofia, non avrei avuto alcun dubbio. I pro compensano ampiamente i contro. Nonostante la fatica, il debito cronico di sonno, la vita infame della mamma lavoratrice. Ma il ricordo dei viaggi fatti, la prima volta che mi ha chiamata mamma, le carezze sulla faccia, i fiori che raccoglie sempre per me ogni volta che andiamo in un prato, quando mi abbraccia e mi dice che è mia amica, quando corre nel mare e gli occhi le si illuminano, quando mi stringe la mano come a non volerla lasciare andare più. Potrei andare avanti a raccontare un milione di dettagli di quella che è la mia vita con Sofia, cose apparentemente banali ma che fanno la differenza nella vita di un genitore che da tutto se stesso per i figli, annullandosi anche se il resto del mondo dice che tu devi esistere per te stesso, prima che per i tuoi figli. Ma siamo davvero sicuri che chi dice questo sia un genitore? O, meglio ancora, una mamma? Perché se hai partorito tuo figlio, hai assistito impotente a quando vomita o sta male e tu non puoi fare nulla, affronti il primo giorno di asilo lasciandolo a qualcuno che non sei tu, sai benissimo che tuo figlio è una parte di te al di fuori di te. E che verrà sempre prima la sua felicità della tua. Non è questione di essere incapaci di essere egoisti. Si chiama amore.



So che tanta gente che non prova cosa significa non riuscire ad avere un figlio reputa spesso la scelta di chi si sottopone alla PMA come un andare contro natura, come essere incapaci di accettare che se Dio non ti ha dato in dono un figlio significa che quel figlio non lo meriti (mi sono sentita dire anche questo, tranquilli!). Invece affrontare una scelta così è un grande atto di coraggio, significa avere talmente tanto amore da dare da volerlo a tutti costi incanalare in qualcosa di bello. E cosa c'è di più bello che un figlio? La PMA è fatica, è dolore, è sforzo, emotivo e fisico, è nessuna certezza del risultato, è giocare alla roulette russa e sperare che esca il numero che hai puntato. Sofia è capitata a me e mio marito, e io sono sicura che Dio l'aveva destinata a noi ma non sapeva come farcela avere. Ed è servito il nostro coraggio e la nostra ostinazione per renderlo possibile. Da quel 28 marzo 2014 in cui 13 ovociti sono stati prelevati da me, uno era già Sofia. Noi non potevamo saperlo ancora, che stavamo per iniziare il viaggio più bello di tutti. Quello dell'essere genitori.
Il mondo si divide in 3 parti: chi è genitore, chi non vuole essere genitore, chi vorrebbe essere genitore ma non riesce. A voi del terzo gruppo io auguro con tutto il cuore di farcela, un giorno o l'altro, quando magari state perdendo le speranze. C'è un bimbo destinato a voi che troverà il modo di arrivare, se vi impegnerete per far sì che accada. Io so cosa significa, ci sono passata. Vi auguro la mia stessa fortuna. Iniziata il 28 marzo 2014...4 anni fa come oggi...

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