Ho sempre amato questo dipinto. E' di Salvador Dalì, si chiama "La persistenza della memoria" ma quasi tutti lo conoscono come "Gli orologi molli" (come era stato inizialmente denominato da Dalì stesso).
Il concetto del tempo è una cosa che mi ha sempre affascinata. Ancora di più da quando sono mamma, e ho la netta e costante percezione di non averne mai abbastanza. Passo 10 ore della mia giornata in ufficio; questo, sommato al tempo minimo di sonno che, salvo eccezionali eventi, riesco a concedermi, ossia 8 ore, occupa già più del 70% della mia giornata. 18 ore su 24 spese a lavorare e dormire. #maiunagioia.
Appare quindi normale lagnarsi per la mancanza di tempo, per il "vorrei ma non posso" come epitaffio in calce a qualunque cosa verso la quale ci sentiamo/vediamo costretti a rinunciare.
Poi mi sono imbattuta un pò di tempo fa in un video che vi consiglio caldamente di vedere se avete qualche minuto di tempo, magari seduti sul wc (che, si sa, è l'unico posto in cui le mamme trovano un pò di svago!), che mi ha fatto molto riflettere. In sostanza questa tale Laura Vanderkam, esperta nella gestione del tempo, ci mette davanti ad una grande ineluttabile verità: una settimana è composta da 168 ore (24 ore per 7 giorni). Se lavoriamo 40 ore a settimana e dormiamo 8 ore a notte, ci restano la bellezza di 72 ore alla settimana da utilizzare come vogliamo. Magari invece che 40 ore ne lavoriamo 50, come faccio io, ma le ore che rimangono sono comunque 62. Insomma, è parecchio tempo.
E' vero che da tutte quelle ore va sottratto il tempo che dedichiamo al mangiare, agli spostamenti, all'occuparci dei figli, al pulire la casa...ma il concetto chiave è che non è vero che non abbiamo tempo. Solo, lo utilizziamo male.
Perché nonostante diciamo di non avere tempo, nel momento in cui ci capita un imprevisto riusciamo a far fronte all'ordinario e in più anche allo straordinario, dimostrando chiaramente di avere tempo per fare entrambe le cose? Semplice, perché il tempo è estremamente flessibile, e si piega sotto al significato che noi gli diamo.
Quante volte ci lamentiamo di non avere tempo e poi, nel momento in cui abbiamo 10 minuti, allunghiamo automaticamente la mano verso il telecomando per accendere la tv o, peggio ancora, prendiamo il cellulare per andare su Facebook o Instagram a vedere se abbiamo delle notifiche facendo diventare quei 10 minuti un'ora?
Quello che ho capito, soprattutto adesso che sono mamma e non dispongo più liberamente del mio tempo, è che il tempo lo abbiamo, dobbiamo solo decidere COME vogliamo utilizzarlo. Che cosa ci fa stare bene quando lo facciamo. Tutto il resto è tempo sprecato. Ciò che non ci dà gioia, non merita di essere fatto.
Vi faccio un esempio. Fino a un paio di anni fa mi sentivo in colpa perché non riuscivo a provare alcun tipo di interesse verso l'attività fisica (ho la fortuna di essere ritornata al mio peso pre-gravidanza ma è innegabile che io abbia tutta una serie di problemi a livello di cervicale/schiena/spalle dovuto alla mia pessima postura mentre lavoro). Eppure dovresti fare qualcosa, mi dicevo. In fondo, quasi tutte le mie amiche vanno in palestra o corrono o fanno yoga o sailcazzocosa. E invece, puntualmente, disertavo la lezione prova di pilates, inventavo una scusa per non andare in piscina (nonostante io ami nuotare), guardavo i corsi in palestra ma poi cestinavo il depliant dicendo che non volevo spendere tutti quei soldi. Poi mi sono fermata a riflettere: avevo davvero voglia di occupare un'ora del mio tempo libero, faticosamente racimolata, facendo qualcosa che non mi dava gioia ma, anzi, mi pesava? NO, la risposta fu no. E così adesso se qualcuno mi chiede perché non vado in palestra rispondo che non mi interessa. Preferisco passare un'ora sul divano a leggere. La ritenzione idrica sulle mie cosce festeggerà, ma almeno so di aver usato il tempo come volevo.Come mi rendeva felice.
So di non aver scoperto l'acqua calda ma per me, capire e accettare di non voler fare qualcosa semplicemente perché non mi dava felicità, è stata una rivelazione. Certo, ci sono tante cose che vanno fatte anche se non ci piacciono, ma quello credo (soprattutto quando si hanno dei figli) che si tratti di dovere e responsabilità. Per tutto il resto, possiamo scegliere. Ci sono sempre due possibilità. Un pò come quando, da ragazzini (#machenesannoi2000) scrivevamo o ricevevamo questo:
Semplice, cristallino. Sì/No. Va beh, poi c'era l'alternativa stronza con il Forse. Ma quando dobbiamo decidere se fare una cosa, abbiamo sempre due strade e la risposta dovrebbe dettarcela il nostro cuore. Io per esempio amo leggere, fare il punto croce, scattare fotografie, organizzare viaggi, guardare serie tv, scrivere, passare ore in libreria. Non mi piace guardare programmi stupidi, andare per negozi se so che non posso spendere, andare in un salone a farmi i capelli, perdere tempo a fare la manicure sapendo che dopo 1 giorno lo smalto sarà rovinato e mi servirà nuovamente altro tempo per toglierlo. La parola chiave secondo è proprio PERDERE. Se mentre stai pensando di fare o meno una cosa ti accorgi di vederla come una perdita di tempo, allora è segno che quella cosa non la devi fare. Perché il tempo che perdi non torna più. E' vero che in una settimana il tempo è molto, ma non è infinito. Perché quindi sprecarlo per qualcosa che non ci rende felici?
Per esempio io per scrivere questo post ho impiegato quasi 1 ora delle mie 62. Ma è un qualcosa che avevo voglia di fare, quindi non ho perso nulla. Anzi, mi ha reso felice. Voi per leggerlo avrete utilizzato circa 5 minuti massimo del vostro tempo, spero non ve ne siate pentiti. Se così fosse, mi dispiace.
Quindi la prossima volta che vi trovate a pensare NON HO TEMPO chiedetevi piuttosto come lo state utilizzando quel tempo. E scegliete di utilizzarlo solo per cose che vi fanno stare bene. La felicità è il vero ossigeno della vita.
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