Tutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo pronunciato le fatidiche parole "Mollo tutto e cambio vita!". Io ogni giorno, più volte al giorno, a dire la verità.
Qualche giorno fa io e mio marito abbiamo (ri)scoperto su Sky uno di quei programmi capaci di metterti seriamente in crisi. Questo:
O meglio. Ha messo in crisi mio marito. Raccontano la storia di persone "normali" che, stanche della loro vita in Italia, hanno preso e si sono trasferiti all'estero. In questi episodi, tutti i protagonisti delle storie si sono trasferiti in Repubblica Dominicana, chi nella parte nord, chi in quella sud orientale. Come Bayahibe. Noi a Bayahibe ci siamo stati, anche se quello che abbiamo visto è stata più che altro una lunghissima spiaggia di sabbia bianca e mare caraibico da favola e di quello che è il paese e ciò che gli sta attorno non so nulla. Ecco, questo è il mare a Bayahibe, per darvi un'idea:
Siamo stati a Bayahibe in 2 occasioni, una nel 2008 in villaggio e l'altra nel 2011 come tappa della nostra crociera ai Caraibi. E niente, questo mare è meraviglioso, calmo, caldo. Perfetto.
Questi programmi genere "prima e dopo" restano però sempre un pò nebulosi quando si deve spiegare quello che queste persone fanno per vivere. Alcuni hanno aperto attività commerciali, in primis ristoranti e bar, altri invece boh, passano le loro giornate tra casa (con piscina), golf, spiaggia e palestra. Il che mi fa sorgere il dubbio che sia alquanto difficile aver venduto una casa qui in Italia (in questa particolare situazione del mercato immobiliare) e con quello che si è guadagnato, e senza null'altro da parte, arrivare in un paese straniero, comprare casa lì, per quanto con un mercato sicuramente meno costoso del nostro e avere ancora soldi per non fare assolutamente nulla. Qualcosa non quadra.
Altro aspetto che accomuna queste storie è il fatto che tutti sono partiti o in coppia (ma senza figli) o da soli. Nessuna famiglia con bambini che ha fatto una scelta del genere. Alcuni poi hanno conosciuto una persona del posto e hanno messo su famiglia. Ma nessuno ha sradicato i bambini dalla loro realtà per andare alla conquista dell'ignoto. Il che mi fa pensare che forse davvero quando diventi genitore acquisisci dentro di te un senso di responsabilità tale che certe scelte ti sembrano belle, ma solo se fatte dagli altri.
E non è secondo me questione di avere o non avere coraggio di prendere una decisione del genere. Anche perché il coraggio non è l'unica cosa che serve per un cambiamento del genere. E' questione di pensare a quello di cui priveresti i tuoi figli allontanandoli dai loro affetti più profondi, come i nonni, come gli amici. Che poi è vero che sono piccoli e gli amici se ne fanno mille altri. Ma i nonni. A me verrebbe da ridere (per non piangere) al pensiero di dire ai miei "Sapete cosa c'è? Noi ci trasferiamo a Santo Domingo! Ma potete venire a trovarci quando volete eh!". Cioè, presente la faccia di mio padre, per cui Sofia da quando è nata è diventata la cosa più bella e importante della sua vita? No, non potreste immaginarla, fidatevi. Idem mia mamma.
Ma oltre al fatto di allontanare Sofia dai nonni, potrei mollare l'azienda da un giorno all'altro? Per andare a fare che cosa poi? Quale è il piano B? Andare ad aprire un ristorante in un posto dove non parlo la lingua e a fare un lavoro che non so fare?
Mio marito vedrebbe sta cosa del cambio vita anche come una possibilità, ma per me non è una opzione. Anche su questo, che novità, siamo agli antipodi.
Io ho sempre detto che il mio desiderio è viaggiare e vedere il mondo. Tutto il mondo. Al di là dei soldi che servono e che nella vita si possono avere come perdere, quello che ci manca è il tempo per farlo. Ed il tempo è quello che vorrei. Ma so che adesso non è possibile. Tra 20 anni magari, quando Sofia sarà grande, noi quasi (o già) in pensione, allora a quel punto, con l'azienda in sicurezza tra le mani di qualcuno che la gestisce, allora forse potremo prenderci finalmente 2 settimane di fila per una vacanza. 2 settimane! Che sogno!!!!! Ma per il resto la mia vita è qui, con i miei genitori (fino a quando avrò la fortuna di averli accanto), con i miei amici, con il mio lavoro assolutamente da esaurimento ma senza il quale non potrei stare. Se andassi a Santo Domingo sono certa che le prime 3 settimane mi piacerebbe da impazzire, magari un mese...e poi? Poi cosa farei? Non sono sicura che "Una vita in vacanza" faccia davvero per me.
In ogni caso oggi, a metà del secondo episodio del "The best of", mio marito non ce l'ha più fatta e abbiamo spento. Troppo doloroso guardare quelle spiagge meravigliose, quel mare trasparente, quella gente che si gode la vita lentamente...e noi qui, a cercare di far quadrare i conti, risparmiare per quella sola maledetta settimana di ferie all'anno che dovrebbe bastare per rigenerarci e che invece è sempre troppo poco. Ma io cerco di vedere il bicchiere mezzo pieno: abbiamo un lavoro, abbiamo una figlia, abbiamo la possibilità di andare in vacanza. Vero, non ci svegliamo ogni giorno vedendo il mare. Ma abbiamo visto alcuni dei mari più belli del mondo. E altri ancora ne vedremo. La mia lista dei desideri è lunga. Ci basterà per qualche vita.
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