29 novembre 2019

LA DELUSIONE (QUASI) TOTALE DEL BLACK FRIDAY

Negli ultimi anni è diventato il giorno dell'anno che si aspetta di più, più del Natale o del proprio compleanno. Lo segniamo in agenda, lo scriviamo sul calendario, facciamo promemoria per non dimenticarci. Sì, è lui...il BLACK FRIDAY.
Anche questo anno Black Friday è arrivato e, come la maggior parte delle cose che si caricano eccessivamente di aspettative, si è rivelato una delusione.



Partiamo dal presupposto che oramai il Black Friday dura una settimana e non un giorno, il che rende gli sconti un pò meno wow. In ogni caso partivo con grandi aspettative che erano, giusto per elencarne qualcuna:

1)Acquisto biglietti volo per un viaggio da fare nel 2020
2)Acquisto su Amazon di una parte dei regali del trittico Santa Lucia/Compleanno/Natale di Sofia
3)Acquisto hotel per un viaggio già programmato in primavera

Punto 1 e punto 3 non pervenuti, Ryanair che lo scorso anno mi aveva permesso di acquistare con un certo sconto i voli per Creta, questo giro mi ha lasciato a bocca asciutta. Sconti solo fino a marzo, il che mi ha portato in un periodo di follia a meditare l'acquisto per un weekend a fine febbraio, giusto per il gusto di aver acquistato qualcosa. Mi sono trattenuta. Hotel con sconti miserrimi, quindi nessun acquisto. 

Per quanto riguarda il punto 2, sono riuscita su 10 articoli a recuperarne solo 1 con un certo sconto, gli altri tutti con lo stesso prezzo delle scorse settimane. Nervoso! Pertanto a inizio settimana acquisterò quello che devo, almeno sarò pronta per quando la nostra personalissima settimana di Passione inizierà.
In compenso sono riuscita a prenotare con un buono sconto una escursione che desideravo fare durante il nostro prossimo viaggio.

Quindi sono soddisfatta al 30% di questo Black Friday, che per me si è chiuso così. Devo dire che, a livello generale, la tecnica della resistenza all'acquisto di impulso mi sta permettendo di evitare di comprare cose che non desidero davvero. Se c'è qualcosa che mi piace, la metto nella lista dei desideri e aspetto qualche giorno. Nel 70% dei casi, a mente fredda, finisce che lo elimino dalla lista e vado oltre. Soprattutto adesso che ho iniziato a liberarmi seriamente di tante delle cianfrusaglie inutili che avevo, non voglio ricadere nello stesso circolo. Peccato che questa mia intenzione debba affrontare il periodo più difficile dell'anno per quanto riguarda la forza di volontà. Devo resistere. E ho iniziato facendo una cosa che mi costa tantissimo: acquisto online sul sito di Ikea invece che andare in negozio. Ho messo nel carrello solo quello che mi serve per Sofia, niente per me. So che è giusto così. E ne sono orgogliosa.

E voi? Avete fatto acquisti per il BLACK FRIDAY?


18 novembre 2019

QUANDO COMPRI E NON SAI IL PERCHE'

Un mese fa. Sono seduta sul divano, il mio solito cuscino color tortora sulle gambe, il mio pc sopra, sto cercando di scrivere. Mi guardo attorno. Il mio sguardo si fissa sui libri impilati su un lato del mobile della tv. Da quanto tempo sono lì? E quella lampada? Chi ce l'ha regalata?

Ieri. Sono seduta sul divano, il mio solito cuscino color tortora sulle gambe, il mio pc sopra, sto cercando di scrivere. Mi guardo attorno. I libri sono spariti, quelli di business e di crescita personale li ho portati in ufficio, gli altri sono insieme ai romanzi. La lampada è sparita, non mi piaceva e non sopportavo più di vederla in giro. Guardo il mobile: c'è un portacandele con la scritta HOME, una foto di me, mio marito e mia figlia scattata a Gardaland qualche settimana fa, il puzzle in 3d della Tour Eiffel, 4 foto di Sofia. Stop. Adoro ogni cosa di quello che vedo.

Come vi ho già raccontato qui ho iniziato da qualche settimana un lavoro di decluttering in casa, ma non solo. Diciamo che quando si effettua un'operazione del genere, la prima cosa che si nota è il cambiamento della disposizione delle cose in casa. Soprattutto nella zona cucina-soggiorno-bagno, mi sono data particolarmente da fare. Alcune cose le ho date in beneficenza, altre per il mercatino dell'usato, il resto in discarica. Senza alcun rimpianto o ripensamento. Quando però ci si ferma a guardare la quantità di cose che si accumulano e che non si utilizzano, la domanda sorge spontanea, e un pò ferisce: Perché hai comprato tutte queste cose? E la risposta non è quasi mai scontata. Ci sono stati momenti in queste settimane in cui mi sono arrabbiata con me stessa e mi sono data della stupida.

LE SCARPE. Ho sempre adorato le scarpe. Sempre. E nel corso della mia vita ne ho collezionate tante. C'erano i saldi estivi e volevi non comprare sandali col tacco altissimo? Durante i saldi invernali potevi lasciare lì quel paio di stivali scontato del 50%? La risposta era sempre NO. 


Quando dovevo fare il cambio delle scarpe dall'inverno all'estate e viceversa mi veniva male a dover trasportare tutte quelle scatole di scarpe dalla casa al box. L'ho fatto per più di 4 anni, fino a quando mi sono fermata e mi sono detta: "Sara, ma per quanto hai intenzione di prenderti ancora in giro? Sai benissimo che queste scarpe con 12 cm di tacco non le indossi, continui a toglierle e rimetterle nelle scatole senza averle portate, semplicemente per espiare il senso di colpa verso i soldi che hai buttato per acquistarle. Basta!". E in quel momento ho aperto gli occhi: avevo davanti a me 12 paia di sandali con il tacco vertiginoso, la suola praticamente nuova e nessuna reale occasione di indossarle nel presente o nel futuro. Più 4 stivali e 8 decolleté, sempre con il tacco alto, per la stagione invernale. Chi mi conosce sa che da quando sono mamma e con il lavoro che faccio porto praticamente solo scarpe e stivali bassi senza tacco in inverno, sandali e infradito senza tacco in estate. Ho sposato la praticità e non credo tornerò più indietro. Quindi davvero le ho tenute lì pensando di metterle per andare a lavorare dove dovrei mettere delle scarpe antinfortunistiche? O al parco con Sofia? O quella volta al mese (se va bene) in cui usciamo e andiamo in pizzeria? Ho valutato l'ipotesi di venderle ma poi ho lasciato perdere. Sabato ho preso 2 sacchi, ho messe dentro tutte le 12 paia di sandali estivi e le ho portate al centro di raccolta. Apprezzate o meno, non lo so. Quello che so è che in quei 2 sacchi c'erano sicuramente almeno 500 euro di scarpe, soldi in ogni caso andati persi. Ma adesso ho 12 scatole di scarpe in meno da spostare ad ogni cambio di stagione. Per quanto riguarda quelli invernali mi concedo ancora qualche settimana di valutazione, ma qualcosa mi dice che seguiranno le loro "colleghe" estive. Ho fatto una selezione accurata di infradito e sandali estivi, buttato quelli rovinati e tenuto quelli che possono fare un altro anno. Coi saldi non ho bisogno di acquistare nulla. Anzi, una cosa mi piacerebbe: un bel paio di Nike TN, come quelle che avevo a 15 anni. Da allora non mi sono mai più permessa il lusso di un paio di "scarpe da ginnastica" o "scarpe da tennis" o "snakers" o come si chiamano nel 2019, negli ultimi anni ho preferito la quantità, finendo comunque poi per utilizzare sempre le solite cose. ll che significa, anche in questo caso, che meno è più. Oltre che meglio.

I ROSSETTI. Io non amo il rosso come colore. Se non per il Natale. E per i rossetti. Ebbene, nella mia trousse sono arrivata ad avere 11 tra rossetti, lucidalabbra e lipbalm rossi. Una specie di 50 sfumature di rosso in versione make up. Kiko è l' Ikea del make up...come puoi resistere ad un rossetto che costa € 3,90? Non puoi, e infatti lo compri. Salvo poi trovarti ad averne talmente tanti da non poterli finire nemmeno ipotizzando di passare le tue giornate cospargendoti le labbra. 


Peccato che io non lo faccia. Nel senso che io non metto il rossetto. Mai. Non lo metto quando vado in ufficio perché prima accompagno Sofia all'asilo e voglio poterla sbaciucchiare senza imbrattarla. Non lo metto quando usciamo a cena perché non mi piace sporcare i tovaglioli pulendomi la bocca. Poi io sono una che tende spesso a toccarsi la faccia con le mani. Infatti non mi trucco. Non mi metto il mascara o il fondotinta se non in rare occasioni, non mi metto l'ombretto a prescindere. La mia beauty routine? Tenetevi forte, eh 😅! Lavo la faccia (con il Sapone di Aleppo, una di quelle cose regalatemi che avevo in casa, non sapevo nemmeno a cosa potesse servire, invece ne ho scoperto le tante proprietà benefiche), siero, contorno occhi quando ho tempo, crema antirughe, burrocacao. Stop. Quindi mi sono decisa e, seppure a malincuore, ho fatto repulisti nella mia mini trousse. Ho buttato i rossetti che avevo da un pò di tempo (anni mesi!), ho dato a mia mamma quelli praticamente nuovi e che le piacevano. Ho tenuto solo un lucidalabbra color pesca e un gloss trasparente. Non ho più nemmeno un rossetto rosso. Ne sentirò la mancanza? Non credo.

Questi sono 2 esempi dove alla domanda perché hai comprato questa cosa non sai rispondere. O forse rispondi anche, tipo che il packaging era bello, che era scontato, che la commessa ti ha convinta. In realtà ogni volta che acquistiamo qualcosa di cui non abbiamo davvero bisogno, dovremmo chiederci di che cosa abbiamo DAVVERO bisogno in quel momento. Forse l'acquisto serve solo a compensare una mancanza che avvertiamo, che non è materiale ma emotiva. E l'acquisto, dopo che la sensazione di euforia e benessere sarà passata, ci lascerà solo con il senso di colpa per i soldi spesi. Sarà solo un altro pezzo da spostare o sistemare da qualche parte, qualcosa di cui abbiamo creduto di avere bisogno, ma che alla fine non ci ha dato nulla di più di quanto già avevamo. Perché nella maggior parte dei casi le cose che ci fanno stare davvero bene prevedono un piccolo o nullo investimento, ma danno tanto in termine di felicità (io vi avevo confidato le mie 5 cose che riescono sempre a migliorarmi l'umore!). Anche a voi capita di acquistare di impulso e poi pentirvene? Quali sono i vostri "punti deboli"?

6 novembre 2019

COME STO CAMBIANDO LA MIA VITA



Ci ho pensato un pò sul fatto di scrivere o meno questo post. Che non vuole assolutamente essere un invito a prendere spunto da me. Ma una semplice testimonianza di come certe azioni intraprese da qualche settimana a questa parte mi stiano migliorando la vita.

Entrando in casa mia, spesso la prima parola che viene in mente è "essenziale". Colori neutri, pochi mobili, pochissimi soprammobili. Una casa in stile minimalista, potremmo definirla. Questa scelta è data in parte dalla praticità durante le pulizie (meno roba da pulire, meno tempo da dedicare alle faccende), in parte perché secondo me la mia casa richiama questo stile un pò nordico. Mi piacciono le candele, mi piacciono le fotografie in bianco e nero, mi piace che quel poco che vedo mi renda davvero felice (ecco, i panni da stirare non rientrano tra queste cose, infatti cerco di averli il meno possibile davanti agli occhi!).
Il problema di una casa che viene vissuta è che, presto o tardi, si iniziano ad accumulare cose. Queste cose appartengono a diverse categorie:
-Cose che ci vengono regalate, non ci piacciono ma non abbiamo cuore di liberarcene perché scatta inevitabilmente il senso di colpa verso la persona che ha impiegato tempo e soldi per farci quel dono
-Cose che abbiamo acquistato seguendo l'impulso del momento (vedi la temuta uscita della domenica pomeriggio da Ikea, il paradiso dell'accumulatore compulsivo!) ma dopo poco tempo ci accorgiamo che non ci piacciono più o inutili e non sappiamo più cosa farcene. Peccato che ci sentiamo in colpa per i soldi spesi
-Cose comprate perché costavano poco, erano in offerta 10x8, ci serviranno prima o poi...poi ci si dimentica persino di averle e quando si ritrovano si scopre che magari non sono più utilizzabili. Questo succede per esempio con le scorte dei prodotti alimentari o prodotti beauty o per la pulizia della casa
-Cose che ci vengono donate "perché a te sicuramente serve" da persone alle quali non sappiamo dire di no, ma che in realtà vanno solo ad ingolfare la quantità di roba alla quale non sappiamo nemmeno trovare un vero scopo nella nostra casa.

Non ricordo bene quando ho iniziato a sentirmi soffocare tra le mura di casa mia, benché in apparenza io non abbia granché in giro. Il problema era quello che sapevo essere nascosto nei vari armadi, cassetti, armadi. E sapevo di avercelo messo io. Così ho deciso di darmi al decluttering ossia "togliere tutto ciò che ingombra". Anche se, quando si inizia a percorrere questa strada, ci si rende conto che si fa molto di più. O almeno, a me è successo questo.
Oramai da qualche settimana, una mezz'ora al giorno (a volte anche meno, in base a quanto tempo ho a disposizione), apro un cassetto o un armadietto e inizio a valutare tutto quello che c'è all'interno. Se c'è un qualcosa che non mi serve, che non mi piace, che non utilizzo più o non ho mai utilizzato, lo elimino. Senza rimpianti, senza sensi di colpa. 



All'inizio si riscontrano 2 difficoltà:
1) Passare da una situazione di immobilità ad una di movimento. Il primo passo è sempre il più difficile, non importa quanta distanza dovrai percorrere. Una volta iniziato diventa più facile proseguire. Ma uscire dalla propria comfort zone è l'azione più difficile che sarete chiamati a intraprendere. Tutto sta a quanto desiderate davvero cambiare. Per quanto mi riguarda è stato molto più difficile decidere di iniziare a correre (come vi ho raccontato qui) piuttosto che iniziare a sgomberare la casa dal superfluo. Ma il punto sta tutto qui: nessuno vi costringe a farlo. Il minimalismo non è una cosa per tutti. C'è chi sta bene immerso nelle sue tante cose, che siano più o meno utili, utilizzate, belle o brutte. C'è chi invece capisce che per vivere meglio ha bisogno di meno. E allora inizia a cercare di arrivare all'essenziale. Non è un percorso facile, non è un percorso breve, non è di certo un percorso lineare. Ma se si cerca di arrivare a possedere solo quello che riteniamo ci dia gioia e ci è utile, una volta iniziato diventa difficile fermarsi.
2) Non farsi condizionare dal pensiero degli altri. Chi non è interessato al decluttering non capirà perché lo state facendo, e men che meno sarà disposto ad appoggiarvi nella vostra missione. All'improvviso apparirete egoisti, incapaci di apprezzare quello che avete, smaniosi di eliminare cose solo per il gusto di rimpiazzarle con altre. Guardate avanti. Che gli altri pensino pure quello che vogliono. Si tratta della vostra casa, della vostra vita, delle vostre cose. E come tali potete disporne a piacimento. Quindi se una cosa non vi va più di tenerla buttatela senza sensi di colpa. Oppure donatela. O vendetela. Ci sono tanti modi per disfarsi di quello che non ci rende più felici. 

Io più mi addentravo nel decluttering più restavo sbalordita dalla quantità di cose inutili che avevo accumulato in questi 9 anni di matrimonio (e di conseguente convivenza). Alcune scatole ignoravo persino cosa contenessero. Alcuni esempi stupidi. Mi sono trovata con almeno 30 strofinacci per la cucina nuovi (dati da mia mamma o mia nonna o piovuti dal cielo, non lo so) nascosti nel mobile del soggiorno. Ne ho scelti una decina, li ho lavati e ne ho eliminati altri che oramai erano rovinati. I restanti li ho dati a mia mamma, permettendo anche a lei di sostituire i suoi. Avevo 10 piatti per la pizza. Dieci. Noi siamo in 3. Quando invitiamo qualcuno a mangiarla la mangiamo sul cartone. Ne ho tenuti 4, tutti uguali, gli altri li ho eliminati. Ho scoperto di avere un set per la fonduta, nascosto nel mobile in cucina, probabilmente un regalo di nozze. Mai usato. L'ho preso e insieme ad altre cose nuove (tra cui uno spremiagrumi Alessi dal costo di più di € 50,00 ma assolutamente inutilizzabile, che mi era stato regalato ad un Natale) le ho donate per la pesca di beneficenza. Non fatevi fregare da quanto un certo oggetto vi era costato, dal pensiero "Mi è costato tanto, allora lo tengo". Quei soldi sono andati e non torneranno più. Se una cosa non vi da gioia o non è utile, non sarà tenendola ad ingombrarvi nell'armadio che le farete giustizia. Meglio piuttosto cercare di rivenderla oppure donarla a qualcuno che può apprezzarla di più.

Credo che il decluttering non debba essere una imposizione ma una scelta. Non è semplicemente un fare pulizia, è qualcosa di più profondo, un decidere con consapevolezza di volere meno oggetti attorno a sé. E imparare ad apprezzare quei pochi che decidiamo di tenere. Il mio percorso è solo all'inizio ma già sto vedendo dei benefici, nella mia casa e nel mio umore. Mio marito invece è un pò meno felice...sabato pomeriggio gli tocca la discarica!

COSA MI PORTO NELL' ANNO NUOVO

Quest'anno gli anni saranno 39. Non me li sento, non sono pronta. Se penso che mia figlia ne compirà 9 poi! Mi sembra pazzesco quanto ve...