18 novembre 2019

QUANDO COMPRI E NON SAI IL PERCHE'

Un mese fa. Sono seduta sul divano, il mio solito cuscino color tortora sulle gambe, il mio pc sopra, sto cercando di scrivere. Mi guardo attorno. Il mio sguardo si fissa sui libri impilati su un lato del mobile della tv. Da quanto tempo sono lì? E quella lampada? Chi ce l'ha regalata?

Ieri. Sono seduta sul divano, il mio solito cuscino color tortora sulle gambe, il mio pc sopra, sto cercando di scrivere. Mi guardo attorno. I libri sono spariti, quelli di business e di crescita personale li ho portati in ufficio, gli altri sono insieme ai romanzi. La lampada è sparita, non mi piaceva e non sopportavo più di vederla in giro. Guardo il mobile: c'è un portacandele con la scritta HOME, una foto di me, mio marito e mia figlia scattata a Gardaland qualche settimana fa, il puzzle in 3d della Tour Eiffel, 4 foto di Sofia. Stop. Adoro ogni cosa di quello che vedo.

Come vi ho già raccontato qui ho iniziato da qualche settimana un lavoro di decluttering in casa, ma non solo. Diciamo che quando si effettua un'operazione del genere, la prima cosa che si nota è il cambiamento della disposizione delle cose in casa. Soprattutto nella zona cucina-soggiorno-bagno, mi sono data particolarmente da fare. Alcune cose le ho date in beneficenza, altre per il mercatino dell'usato, il resto in discarica. Senza alcun rimpianto o ripensamento. Quando però ci si ferma a guardare la quantità di cose che si accumulano e che non si utilizzano, la domanda sorge spontanea, e un pò ferisce: Perché hai comprato tutte queste cose? E la risposta non è quasi mai scontata. Ci sono stati momenti in queste settimane in cui mi sono arrabbiata con me stessa e mi sono data della stupida.

LE SCARPE. Ho sempre adorato le scarpe. Sempre. E nel corso della mia vita ne ho collezionate tante. C'erano i saldi estivi e volevi non comprare sandali col tacco altissimo? Durante i saldi invernali potevi lasciare lì quel paio di stivali scontato del 50%? La risposta era sempre NO. 


Quando dovevo fare il cambio delle scarpe dall'inverno all'estate e viceversa mi veniva male a dover trasportare tutte quelle scatole di scarpe dalla casa al box. L'ho fatto per più di 4 anni, fino a quando mi sono fermata e mi sono detta: "Sara, ma per quanto hai intenzione di prenderti ancora in giro? Sai benissimo che queste scarpe con 12 cm di tacco non le indossi, continui a toglierle e rimetterle nelle scatole senza averle portate, semplicemente per espiare il senso di colpa verso i soldi che hai buttato per acquistarle. Basta!". E in quel momento ho aperto gli occhi: avevo davanti a me 12 paia di sandali con il tacco vertiginoso, la suola praticamente nuova e nessuna reale occasione di indossarle nel presente o nel futuro. Più 4 stivali e 8 decolleté, sempre con il tacco alto, per la stagione invernale. Chi mi conosce sa che da quando sono mamma e con il lavoro che faccio porto praticamente solo scarpe e stivali bassi senza tacco in inverno, sandali e infradito senza tacco in estate. Ho sposato la praticità e non credo tornerò più indietro. Quindi davvero le ho tenute lì pensando di metterle per andare a lavorare dove dovrei mettere delle scarpe antinfortunistiche? O al parco con Sofia? O quella volta al mese (se va bene) in cui usciamo e andiamo in pizzeria? Ho valutato l'ipotesi di venderle ma poi ho lasciato perdere. Sabato ho preso 2 sacchi, ho messe dentro tutte le 12 paia di sandali estivi e le ho portate al centro di raccolta. Apprezzate o meno, non lo so. Quello che so è che in quei 2 sacchi c'erano sicuramente almeno 500 euro di scarpe, soldi in ogni caso andati persi. Ma adesso ho 12 scatole di scarpe in meno da spostare ad ogni cambio di stagione. Per quanto riguarda quelli invernali mi concedo ancora qualche settimana di valutazione, ma qualcosa mi dice che seguiranno le loro "colleghe" estive. Ho fatto una selezione accurata di infradito e sandali estivi, buttato quelli rovinati e tenuto quelli che possono fare un altro anno. Coi saldi non ho bisogno di acquistare nulla. Anzi, una cosa mi piacerebbe: un bel paio di Nike TN, come quelle che avevo a 15 anni. Da allora non mi sono mai più permessa il lusso di un paio di "scarpe da ginnastica" o "scarpe da tennis" o "snakers" o come si chiamano nel 2019, negli ultimi anni ho preferito la quantità, finendo comunque poi per utilizzare sempre le solite cose. ll che significa, anche in questo caso, che meno è più. Oltre che meglio.

I ROSSETTI. Io non amo il rosso come colore. Se non per il Natale. E per i rossetti. Ebbene, nella mia trousse sono arrivata ad avere 11 tra rossetti, lucidalabbra e lipbalm rossi. Una specie di 50 sfumature di rosso in versione make up. Kiko è l' Ikea del make up...come puoi resistere ad un rossetto che costa € 3,90? Non puoi, e infatti lo compri. Salvo poi trovarti ad averne talmente tanti da non poterli finire nemmeno ipotizzando di passare le tue giornate cospargendoti le labbra. 


Peccato che io non lo faccia. Nel senso che io non metto il rossetto. Mai. Non lo metto quando vado in ufficio perché prima accompagno Sofia all'asilo e voglio poterla sbaciucchiare senza imbrattarla. Non lo metto quando usciamo a cena perché non mi piace sporcare i tovaglioli pulendomi la bocca. Poi io sono una che tende spesso a toccarsi la faccia con le mani. Infatti non mi trucco. Non mi metto il mascara o il fondotinta se non in rare occasioni, non mi metto l'ombretto a prescindere. La mia beauty routine? Tenetevi forte, eh 😅! Lavo la faccia (con il Sapone di Aleppo, una di quelle cose regalatemi che avevo in casa, non sapevo nemmeno a cosa potesse servire, invece ne ho scoperto le tante proprietà benefiche), siero, contorno occhi quando ho tempo, crema antirughe, burrocacao. Stop. Quindi mi sono decisa e, seppure a malincuore, ho fatto repulisti nella mia mini trousse. Ho buttato i rossetti che avevo da un pò di tempo (anni mesi!), ho dato a mia mamma quelli praticamente nuovi e che le piacevano. Ho tenuto solo un lucidalabbra color pesca e un gloss trasparente. Non ho più nemmeno un rossetto rosso. Ne sentirò la mancanza? Non credo.

Questi sono 2 esempi dove alla domanda perché hai comprato questa cosa non sai rispondere. O forse rispondi anche, tipo che il packaging era bello, che era scontato, che la commessa ti ha convinta. In realtà ogni volta che acquistiamo qualcosa di cui non abbiamo davvero bisogno, dovremmo chiederci di che cosa abbiamo DAVVERO bisogno in quel momento. Forse l'acquisto serve solo a compensare una mancanza che avvertiamo, che non è materiale ma emotiva. E l'acquisto, dopo che la sensazione di euforia e benessere sarà passata, ci lascerà solo con il senso di colpa per i soldi spesi. Sarà solo un altro pezzo da spostare o sistemare da qualche parte, qualcosa di cui abbiamo creduto di avere bisogno, ma che alla fine non ci ha dato nulla di più di quanto già avevamo. Perché nella maggior parte dei casi le cose che ci fanno stare davvero bene prevedono un piccolo o nullo investimento, ma danno tanto in termine di felicità (io vi avevo confidato le mie 5 cose che riescono sempre a migliorarmi l'umore!). Anche a voi capita di acquistare di impulso e poi pentirvene? Quali sono i vostri "punti deboli"?

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