14 marzo 2020

Come si sopravvive ad un weekend di confino

Quello che sta succedendo in queste settimane è un qualcosa che non abbiamo mai vissuto. Di sicuro non noi 30-40enni, nemmeno a parlanne i millenials. Ma nemmeno i miei genitori, per dire.

Stiamo tutti cercando di prendere le misure con le restrizioni che ci sono state giustamente imposte, entrare 4 alla volta al supermercato, essere costretti a mangiare a casa pranzo e cena 7 giorni su 7, muoversi solo per lavoro o esigenze inderogabili. Il Covid-19 ci sta portando a riscoprire i rapporti coi nostri familiari più stretti, ci costringe a convivere con il partner e coi figli senza alcuna possibilità di fuga. E tanti di noi si stanno accorgendo di quanto tutto questo, che dovrebbe essere "normale" in una famiglia, ci faccia mancare il fiato.

Io sono una di queste persone. Ma non perché non apprezzi il tempo da passare con la mia famiglia. Adoro giocare con mia figlia e stare sul divano con mio marito. Ma il fatto che mi venga imposto e non sia una mia scelta, rende il tutto più difficile da accettare. Poi lo si fa, per carità, è giusto così in questo momento ma insomma, dopo una settimana di preoccupazioni e responsabilità sul lavoro (ancora maggiori in questo così delicato momento), la cosa peggiore che possa capitare è doversi caricare sulle spalle anche il fardello dell'organizzare tutto il tempo del weekend per tutta la famiglia.

Perché un'altra cosa che tutto questo ci sta insegnando è che ci sono i single o le coppie SENZA figli, che stanno vivendo sto periodo come una vacanza fuori stagione. Leggi, ti ricarichi, fai l'amore più spesso, sistemi la casa, cazzeggi, alla peggio ti tocca fare smart working. Insomma, ti chiedono di stare in casa, non di andare in miniera, quindi non è poi tutto sto sforzo. E poi ci sono quelli costretti in casa CON i figli, che  la miniera non la vedono poi tutto sommato come una brutta prospettiva piuttosto che fare l'ennesimo lavoretto con colla vinilica e porporina o vedere un altro video dei Me contro Te su YouTube. Sono quelli che devono programmare le giornate a blocchi di mezz'ora, perché hanno figli che mica si intrattengono da soli. Giammai.

Io sono stata costretta a mettere in piedi una programmazione da villaggio vacanze che Alpitour levati proprio per cercare di affrontare indenne il weekend casalingo con mia figlia di 5 anni. E dico volutamente weekend perché ad oggi io e mio marito stiamo ancora lavorando, quindi ci alterniamo a casa mezza giornata ciascuno con la bimba. Sabato e domenica invece sono interi, 2 giorni fatti di una infinità di minuti che devono essere riempiti se non si vuole finire vittime di lamenti e capricci. 


La prima parte della giornata sono stata sola con Sofia. Anche se la mattina era partita così:


Fortunatamente siamo riuscite a portare avanti il programma con una certa dose di entusiasmo, anche grazie alle idee delle insegnanti della scuola dell'infanzia che ci stanno mandando quotidianamente video con attività, storie, canzoncine:


Non chiedetemi come sarà il programma di domani, spero almeno di poter avere dalla nostra il bel tempo per far fare un giro in bicicletta del parcheggio fuori casa a Sofia. 30 minuti occupati che potremmo, essendo molto bravi, far diventare anche un'ora!
Poi per lunedì non lo so, non riesco a pensare così lontano nel tempo, che detto da una che prenota le vacanze con 11 mesi di anticipo, vi fa capire quanto sto coronavirus abbia già cambiato nel profondo le nostre abitudini.

In ogni caso, per quanto faticoso, psicologicamente complicato e a tratti decisamente claustrofobico possa essere, #iorestoacasa è l'unica soluzione per cercare di fermare questa pandemia, che sta minando ogni nostra certezza. 

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