16 giugno 2016

E TU, E NOI, E LEI (SOFIA) TRA NOI

Quando aspetti un bambino il dopo, ossia quello che succederà una volta che lui/lei sarà fuori dalla tua pancia, è un qualcosa che immagini utilizzando un paio di lenti rosa. Ti immagini protagonista di quelle pubblicità in cui l'allegra famigliola fa cose divertentissime, sempre con il sorriso.

Vi siete mai chiesti perché nelle pubblicità non appaiono mai famiglie con bambini di 1 settimana o di un mese? Io sì. E la risposta è che l'immagine che dovrebbero dare sarebbe quella di una coppia sull'orlo di una crisi di nervi in ostaggio di un cosino cagante e urlante che monopolizza ogni secondo di ogni giorno della loro vita. Perché alla fine la verità è questa. Tu puoi essere la persona più distaccata e meno apatica dell'universo, ma quando diventi mamma non c'è più niente da fare, per forza di cose tu smetti di esistere. Tu, il tuo bisogno di farti una doccia, di leggere un libro in santa pace sul divano, di andare in bagno chiudendo la porta, di mangiare qualcosa stando seduta. Diritti inalienabili che all'improvviso non hai più. E la cosa più assurda è che all'inizio sei anche CONTENTA di tutto ciò.

Poi le settimane diventano mesi, gli ormoni iniziano a diminuire e tac, le lenti rosa con le quali fino a quel momento guardavi il mondo e il tuo cucciolo/a spariscono. E a quel punto cosa fai? Te la prendi con la piccola innocente creatura sangue del tuo sangue amore di mamma bla bla bla? Ovviamente no. Ti guardi attorno ed eccolo lì, il capro espiatorio perfetto. Tuo marito/compagno. Mai abbastanza bravo a cambiare il pannolino, mai abbastanza creativo nel cercare di convincere il nano a mangiare, mai abbastanza intonato per cantare la ninna nanna che vi concederebbe un'ora di agognato riposo. Inutile che lo neghiate, quando arriva un figlio, ogni pretesto è buono per litigare con la vostra dolce metà. Dentro di te lo sai che alla fine ti stai comportando da stronza, che quel dannato pannolino va benissimo anche messo così, ma devi avere l'ultima parola. In quel momento in cui tu non esisti più, in cui tuo figlio è il sovrano indiscusso della tua vita, hai un disperato bisogno di sentirti potente. E quale modo migliore se non imbastire un cazziatone di 25 minuti a tuo marito sul fatto che la crema devi metterla così, non troppa e non troppo poca, poi il pannolino chiuso così, lì dove c'è la stellina, non troppo stretto se no stringe e non troppo largo se no esce tutto?

Io l'ho fatto, lo confesso. E certe volte lo faccio ancora, anche adesso che Sofia ha 18 mesi. E non perché mio marito sia un padre incapace. Tutt'altro. Perché certe volte mi estranio e lo guardo con lei, vedo cosa fa ogni mattina in cui la tiene mentre io vado in ufficio. Gioca con lei, le fa fare il riposino, la cambia, la fa mangiare. E vi assicuro che Sofia non è una bambina così collaborativa che le fai fare tutto quello che vuoi. Lui ha pazienza, le sta dietro, fa quello che faccio io o fa la nonna, completamente sostituibile a me. Di questo ne ho la piena consapevolezza e so benissimo che se lui non avesse accettato di accudire Sofia per mezza giornata (ne conosco di padri che certe cose assolutamente mai) l'avremmo dovuta mandare al nido. So quanto è pesante psicologicamente stare con lei alla mattina e poi andare a lavorare fino a tarda sera. So tutto questo e anche per questo lo amo. Ma questo non mi vieta di essere spesso una grandissima stronza con lui, criticandolo per come fa il padre. Perché in ufficio mi hanno fatto arrabbiare, perché ci sono le tasse da pagare o perché alla Conad era finito il Magnum Classic. Vorrei essere più serena, più tranquilla, meno isterica. Lo vorrei tantissimo, perché sono consapevole che non abbiamo mai bisticciato tanto come da quando è arrivata Sofia a travolgere la nostra vita come un uragano.


Sempre insieme. #noi3forever

Vorrei avere più tempo per respirare, per pensare, invece di essere tutta istinto e sfogarmi con lui. Vero che il matrimonio un pò è anche questo, avere accanto una persona che sia in grado di accogliere, ammortizzare e scomporre le tue ansie, ridonandoti serenità. Noi due insieme eravamo un team perfetto, sempre sulla stessa lunghezza d'onda. Avevamo il nostro tempo, i nostri interessi. Da quando è arrivata Sofia ho spesso la sensazione che la nostra squadra giochi solo in funzione sua, per soddisfare i suoi bisogni, ad oggi ancora assolutamente primari e fondamentali. Il che è giusto e legittimo, non rinnego il mio ruolo di genitore e sono perfettamente consapevole che quando saremmo stati in 3 tutto sarebbe cambiato. Solo non pensavo che ci avrebbe cambiato così profondamente. Perché se come donna sento di essere cambiata 6, come moglie sento di essere cambiata 15. Sento sulle spalle il peso della responsabilità di un figlio, mi manca la spensieratezza di prima, il tempo solo nostro che non andata "rubato" con la forza alle 23 di un martedì sera dopo 10 ore di lavoro e 17 ore di Sofia. Il tempo che prima era un piacere avere adesso è diventato un tempo imposto da trovare, per continuare ad essere coppia e non semplicemente due che hanno un figlio.

Sofia tra noi è una presenza costante, anche quando non è fisicamente presente sappiamo che c'è e che ci sarà sempre. L'unica cosa che mi fa stringere i denti è sapere che questo suo bisogno di dipendenza da noi non durerà per sempre, che torneremo ad essere una coppia con orari più umani, con spazi sacrosanti. Abbiamo disperatamente desiderato essere genitori, sfidando il destino e la scienza. So di poter parlare anche per mio marito quando dico che Sofia è la cosa migliore che potesse capitarci e che non c'è niente di troppo faticoso o difficile da affrontare se il prezzo è avere lei nella nostra vita. Sofia ha confermato quello che già sapevamo. Che 12 anni fa dovevamo incontrarci, che dovevamo sceglierci, che dovevamo innamorarci e costruire la nostra vita insieme. La nostra incasinata, complicata, meravigliosa vita in 3. Quello che stiamo vivendo è il nostro presente, ma se guardo avanti lo vedo, il nostro futuro è là. Con nostra figlia, come marito e moglie che continueranno a litigare sulle sue mollettine dei capelli, sui piatti nella lavastoviglie, sulle scarpe all'ingresso. Forse non ero pronta a quello che sarebbe successo con la nascita di Sofia, certe volte mi chiedo se sia stata davvero la scelta giusta per due come noi fare entrare una terza persona nella nostra coppia. Poi la guardo, li guardo, mio marito e mia figlia, e la risposta è lì davanti ai miei occhi. Non potevamo fare scelta migliore.





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