31 dicembre 2019

IL FINE ANNO PEGGIORE

A quest'ora saremmo dovuti essere in vacanza. 5 sospirati giorni di ferie che tanto avevamo atteso. E che io avevo organizzato nei minimi dettagli, come sempre quando programmo un viaggio.
Ma forse era troppo bello il sogno che si stava realizzando...e infatti non si è realizzato. 
Invece di essere dove avrei dovuto, ecco dove sono:


La notte di Natale, giusto per farmi un bel regalino, ho pensato bene di cadere dalla scala, 3 gradini al prezzo di 1 e poi via contro il muro. Risultato, dopo 6 ore passate in pronto soccorso la mattina del 25 dicembre? Frattura del cuboide, frattura del calcagno, microfratture sparse praticamente per tutto il piede. 30 giorni di tutore, gambaletto, stampelle e punture di eparina. 30 giorni da incubo che hanno vanificato tutti i miei programmi, rendendomi dipendente per fare quasi ogni cosa. Secondo i medici dovrei restare a riposo, con il piede in scarico, senza mai caricare. Aspettando, semplicemente aspettando che le ossa si rinsaldino.


Sono passati 6 giorno e mi sembra di impazzire. Non posso guidare, devo farmi aiutare a lavarmi, devo farmi aiutare a mettermi i pantaloni, per cucinare devo mettermi seduta, ovviamente in casa non riesco a fare nulla (e mi sto violentando per non dire "Passa l'aspirapolvere!" a mio marito ogni 2 ore), mi faccio portare in ufficio anche se non dovrei, ma per portare dei fogli alla mia impiegata con le stampelle sembro un cane che porta il giornale in bocca al padrone. Un disastro.

A tutto questo uniamo Sofia a casa dall'asilo, che esige di giocare e avere 1000 attenzioni che io, piede in scarico e divano sotto il culo, riesco a darle in minima parte. E questo mi frustra in maniera indicibile. Mi impegno comunque per la messa a letto, salendo le scale con le stampelle, leggendole la storia e cantandole la ninna nanna. Ma mi rendo conto di aspettare con impazienza che arrivi il 7 gennaio in cui riprenderà l'asilo e le sue ore libere da dover gestire saranno molte meno.


Nel frattempo questo susseguirsi di feste rende tutto più difficile. Non riesco a non pensare a quello che avremmo dovuto fare, a dove saremmo dovuti essere, a tutte le cose speciali che avremmo visto e fatto. E invece no, siamo qui sul divano cercando un posto dove mangiare una pizza alle 19 per poi andare a dormire alla solita ora di ogni altro giorno.

In attesa che questo anno finisca. Il 2019 è stato un anno complicato, pieno di momenti difficili per persone alle quali voglio molto bene. Il 2020 sarà l'anno del riscatto per tanti. Diventerò zia per 2 volte nei prossimi mesi e questa è una cosa che mi rende piena di gioia. Una amica che amo come una sorella si sposerà e sono così felice per lei. Insomma, ci sono tante persone che amo che nel nuovo anno vedranno realizzarsi un desiderio che avevano nel cuore da moltissimo tempo.


Per quanto riguarda me e la mia famiglia invece, in questi 12 mesi ne abbiamo passate tante, abbiamo avuto molti momenti difficili ma ad un certo punto ci siamo guardati negli occhi e abbiamo deciso che volevamo riprendere in mano la nostra vita. E lo abbiamo fatto, nonostante il mio essere maldestra non ci ha permesso di festeggiare il nostro esserci ritrovati, in un posto fantastico, questo non toglie nulla al percorso che abbiamo fatto. Sapere di voler continuare insieme, renderci felici, prenderci le nostre responsabilità è un qualcosa che mi porta con ottimismo verso il 2020.



A tutti voi che rinunciate a qualche minuto della vostra vita per leggere ogni mio post, vi auguro uno splendido anno nuovo, che siate a casa o in giro per il mondo, con un bimbo accanto a voi, ancora dentro di voi o per ora solo nel vostro cuore. Vi auguro tanta felicità con le persone che più amate. Io, dal mio divano, non posso che limitarmi a scrivere queste parole e pensare a tutto quello che voglio per il futuro e che sono certa realizzerò.


Buon Anno Nuovo a tutti ❤️. 

21 dicembre 2019

LE PROMESSE VANNO MANTENUTE

Noi adulti troppo spesso non diamo il giusto peso alle parole. Soprattutto quando parliamo con i bambini. Loro ci chiedono qualcosa e noi, pur di farli stare zitti o di interrompere un capriccio, diciamo cose come "Sì, ok, te lo prometto: compreremo/andremo/faremo xyz". Poi, quando vengono a riscuotere il loro premio, ecco che ci tiriamo indietro. E questa è una delle cose peggiori che un genitore può fare, perché il bambino perde fiducia nell'adulto che più di chiunque altro dovrebbe stare dalla sua parte.

Da qualche settimana a questa parte mi sono imposta di sostituire "te lo prometto", con un sicuramente meno compromettente, anche se meno entusiastico "vedremo". Se non sei sicuro di poter mantenere fede alla richiesta di tuo figlio, NON PROMETTERE. Perché le promesse vanno mantenute. Vale in linea di principio sempre, ma soprattutto coi bambini, che ripongono fiducia incondizionata in noi ma molto spesso si trovano delusi.

A inizio dicembre, volendo instaurare delle buone abitudini in Sofia, che volevamo venissero rispettate ogni giorno, abbiamo dato il via ad un sistema di premi e punizioni. Sofia aveva 3 compiti da eseguire durante il giorno completamente da sola: vestirsi alla mattina, riordinare la stanza prima di cena e lavarsi i denti prima della nanna. La regola era che, dopo 10 giorni di compiti adeguatamente eseguiti, avrebbe vinto un premio. Oramai è un pò che ho abolito il regalo materiale (spiegherò dopo il perché), così abbiamo fatto scegliere a Sofia un qualcosa che volesse fare. Ha deciso di andare a Gardaland Sea Life.
E così, dopo 10 giorni in cui ha eseguito meticolosamente i suoi compiti, si è trovata a dover riscuotere il suo premio. Sapevo che, a questo punto, non potevamo tirarci indietro. Lei aveva fatto la sua parte, adesso toccava a noi. E così ieri, per quanto sia stato difficile prendermi mezza giornata dall'ufficio, sono andata a prenderla alle 13 all'asilo e siamo andate all'acquario. Sofia adora gli acquari e i pesci. Ma soprattutto adora passare del tempo con me.


Ho cresciuto fin dall'inizio una bambina estremamente indipendente, abituata a stare con gli altri. Il mio lavoro mi impegna moltissimo e per quanto io mi sforzi di passare con lei quanto più tempo possibile, mi accorgo che devo puntare tutto sulla quantità. Più osservo Sofia più mi accorgo che a lei i regali non interessano. A lei interessa fare cose insieme, passare il tempo con me e il suo papà, giocare insieme. Stare insieme. I regali li guarda e dopo 1 minuti li ha accantonati per venire a dirti che vuole colorare insieme. Lei è una bambina per la quale i momenti speciali sono più importanti dei regali. E se ci pensate da un certo punto di vista è molto più difficile che se le piacessero i doni. I regali si comprano coi soldi, mentre per rendere felice lei serve trovare il tempo. E il tempo è il bene più di lusso che esiste. Ne abbiamo poco e quello che abbiamo spesso lo sprechiamo.



Quando, tornate da Sea Life, mi ha chiesto di andare a Mc Donald's, non sono riuscita a dirle di no. Ci siamo fatte la merenda mentre fuori pioveva a dirotto. Ma questo sorriso qui illuminava tutto il ristorante. Alla fine sono passata comunque in ufficio, ho sistemato delle cose, lei si è fatta stampare dei disegni da colorare dalla mia impiegata e poi siamo tornate a casa. Sa che lavoro faccio, sa che sono sempre tanto impegnata. Ma sa anche che cerco di fare tutto il possibile per ritagliarmi tempo per lei.

Il 2020 sarà l'anno in cui organizzerò la mia vita ancora meglio di adesso. Il lavoro è e sarà sempre una parte importante di me, mi definisce come donna. Ma DEVO riuscire a dare tempo di qualità a mia figlia, momenti che le permettano di crescere serena, sicura di sé, con la certezza che la mamma c'è sempre per lei, quando ha bisogno. Ho tanti obbiettivi da realizzare per il prossimo anno, cose da fare con lei, posti da vedere con lei. Riuscire anche un pomeriggio ogni 2 settimane ad andare a prenderla all'asilo, senza il senso di colpa per il lavoro che ho lasciato. Per tante persone sembra una stupidata, per me è una cosa difficile da fare, se non programmando e rivedendo, per un giorno, le priorità. Sto lavorando tanto su me stessa da settimane, su di me, sul mio matrimonio, sui miei rapporti con le altre persone. Spero che il nuovo anno sia quello della svolta, per diventare una me migliore in ognuno degli ambiti della mia vita.

Voglio poter fare a mia figlia promesse che poi manterrò, tenendo in equilibrio tutti gli aspetti della mia vita. Tempo per me e per noi sono due della massime priorità per l'anno che sta per arrivare. Quindi sì a posti nuovi da vedere (non vedo l'ora che il 2020 arrivi!!!!!!!), più tempo per la famiglia e le cose importanti. Perché alla fine, quando ti guardi indietro, difficilmente ti ricordi i regali che hai ricevuto, quanto i momenti che hai vissuto con le persone alle quali vuoi bene. Per il 2020 nessun buon proposito di quelli che 2 settimane dopo sono già dimenticati. Semplicemente cose da fare, con ben chiaro in testa come riuscire a farle, passo dopo passo.

29 novembre 2019

LA DELUSIONE (QUASI) TOTALE DEL BLACK FRIDAY

Negli ultimi anni è diventato il giorno dell'anno che si aspetta di più, più del Natale o del proprio compleanno. Lo segniamo in agenda, lo scriviamo sul calendario, facciamo promemoria per non dimenticarci. Sì, è lui...il BLACK FRIDAY.
Anche questo anno Black Friday è arrivato e, come la maggior parte delle cose che si caricano eccessivamente di aspettative, si è rivelato una delusione.



Partiamo dal presupposto che oramai il Black Friday dura una settimana e non un giorno, il che rende gli sconti un pò meno wow. In ogni caso partivo con grandi aspettative che erano, giusto per elencarne qualcuna:

1)Acquisto biglietti volo per un viaggio da fare nel 2020
2)Acquisto su Amazon di una parte dei regali del trittico Santa Lucia/Compleanno/Natale di Sofia
3)Acquisto hotel per un viaggio già programmato in primavera

Punto 1 e punto 3 non pervenuti, Ryanair che lo scorso anno mi aveva permesso di acquistare con un certo sconto i voli per Creta, questo giro mi ha lasciato a bocca asciutta. Sconti solo fino a marzo, il che mi ha portato in un periodo di follia a meditare l'acquisto per un weekend a fine febbraio, giusto per il gusto di aver acquistato qualcosa. Mi sono trattenuta. Hotel con sconti miserrimi, quindi nessun acquisto. 

Per quanto riguarda il punto 2, sono riuscita su 10 articoli a recuperarne solo 1 con un certo sconto, gli altri tutti con lo stesso prezzo delle scorse settimane. Nervoso! Pertanto a inizio settimana acquisterò quello che devo, almeno sarò pronta per quando la nostra personalissima settimana di Passione inizierà.
In compenso sono riuscita a prenotare con un buono sconto una escursione che desideravo fare durante il nostro prossimo viaggio.

Quindi sono soddisfatta al 30% di questo Black Friday, che per me si è chiuso così. Devo dire che, a livello generale, la tecnica della resistenza all'acquisto di impulso mi sta permettendo di evitare di comprare cose che non desidero davvero. Se c'è qualcosa che mi piace, la metto nella lista dei desideri e aspetto qualche giorno. Nel 70% dei casi, a mente fredda, finisce che lo elimino dalla lista e vado oltre. Soprattutto adesso che ho iniziato a liberarmi seriamente di tante delle cianfrusaglie inutili che avevo, non voglio ricadere nello stesso circolo. Peccato che questa mia intenzione debba affrontare il periodo più difficile dell'anno per quanto riguarda la forza di volontà. Devo resistere. E ho iniziato facendo una cosa che mi costa tantissimo: acquisto online sul sito di Ikea invece che andare in negozio. Ho messo nel carrello solo quello che mi serve per Sofia, niente per me. So che è giusto così. E ne sono orgogliosa.

E voi? Avete fatto acquisti per il BLACK FRIDAY?


18 novembre 2019

QUANDO COMPRI E NON SAI IL PERCHE'

Un mese fa. Sono seduta sul divano, il mio solito cuscino color tortora sulle gambe, il mio pc sopra, sto cercando di scrivere. Mi guardo attorno. Il mio sguardo si fissa sui libri impilati su un lato del mobile della tv. Da quanto tempo sono lì? E quella lampada? Chi ce l'ha regalata?

Ieri. Sono seduta sul divano, il mio solito cuscino color tortora sulle gambe, il mio pc sopra, sto cercando di scrivere. Mi guardo attorno. I libri sono spariti, quelli di business e di crescita personale li ho portati in ufficio, gli altri sono insieme ai romanzi. La lampada è sparita, non mi piaceva e non sopportavo più di vederla in giro. Guardo il mobile: c'è un portacandele con la scritta HOME, una foto di me, mio marito e mia figlia scattata a Gardaland qualche settimana fa, il puzzle in 3d della Tour Eiffel, 4 foto di Sofia. Stop. Adoro ogni cosa di quello che vedo.

Come vi ho già raccontato qui ho iniziato da qualche settimana un lavoro di decluttering in casa, ma non solo. Diciamo che quando si effettua un'operazione del genere, la prima cosa che si nota è il cambiamento della disposizione delle cose in casa. Soprattutto nella zona cucina-soggiorno-bagno, mi sono data particolarmente da fare. Alcune cose le ho date in beneficenza, altre per il mercatino dell'usato, il resto in discarica. Senza alcun rimpianto o ripensamento. Quando però ci si ferma a guardare la quantità di cose che si accumulano e che non si utilizzano, la domanda sorge spontanea, e un pò ferisce: Perché hai comprato tutte queste cose? E la risposta non è quasi mai scontata. Ci sono stati momenti in queste settimane in cui mi sono arrabbiata con me stessa e mi sono data della stupida.

LE SCARPE. Ho sempre adorato le scarpe. Sempre. E nel corso della mia vita ne ho collezionate tante. C'erano i saldi estivi e volevi non comprare sandali col tacco altissimo? Durante i saldi invernali potevi lasciare lì quel paio di stivali scontato del 50%? La risposta era sempre NO. 


Quando dovevo fare il cambio delle scarpe dall'inverno all'estate e viceversa mi veniva male a dover trasportare tutte quelle scatole di scarpe dalla casa al box. L'ho fatto per più di 4 anni, fino a quando mi sono fermata e mi sono detta: "Sara, ma per quanto hai intenzione di prenderti ancora in giro? Sai benissimo che queste scarpe con 12 cm di tacco non le indossi, continui a toglierle e rimetterle nelle scatole senza averle portate, semplicemente per espiare il senso di colpa verso i soldi che hai buttato per acquistarle. Basta!". E in quel momento ho aperto gli occhi: avevo davanti a me 12 paia di sandali con il tacco vertiginoso, la suola praticamente nuova e nessuna reale occasione di indossarle nel presente o nel futuro. Più 4 stivali e 8 decolleté, sempre con il tacco alto, per la stagione invernale. Chi mi conosce sa che da quando sono mamma e con il lavoro che faccio porto praticamente solo scarpe e stivali bassi senza tacco in inverno, sandali e infradito senza tacco in estate. Ho sposato la praticità e non credo tornerò più indietro. Quindi davvero le ho tenute lì pensando di metterle per andare a lavorare dove dovrei mettere delle scarpe antinfortunistiche? O al parco con Sofia? O quella volta al mese (se va bene) in cui usciamo e andiamo in pizzeria? Ho valutato l'ipotesi di venderle ma poi ho lasciato perdere. Sabato ho preso 2 sacchi, ho messe dentro tutte le 12 paia di sandali estivi e le ho portate al centro di raccolta. Apprezzate o meno, non lo so. Quello che so è che in quei 2 sacchi c'erano sicuramente almeno 500 euro di scarpe, soldi in ogni caso andati persi. Ma adesso ho 12 scatole di scarpe in meno da spostare ad ogni cambio di stagione. Per quanto riguarda quelli invernali mi concedo ancora qualche settimana di valutazione, ma qualcosa mi dice che seguiranno le loro "colleghe" estive. Ho fatto una selezione accurata di infradito e sandali estivi, buttato quelli rovinati e tenuto quelli che possono fare un altro anno. Coi saldi non ho bisogno di acquistare nulla. Anzi, una cosa mi piacerebbe: un bel paio di Nike TN, come quelle che avevo a 15 anni. Da allora non mi sono mai più permessa il lusso di un paio di "scarpe da ginnastica" o "scarpe da tennis" o "snakers" o come si chiamano nel 2019, negli ultimi anni ho preferito la quantità, finendo comunque poi per utilizzare sempre le solite cose. ll che significa, anche in questo caso, che meno è più. Oltre che meglio.

I ROSSETTI. Io non amo il rosso come colore. Se non per il Natale. E per i rossetti. Ebbene, nella mia trousse sono arrivata ad avere 11 tra rossetti, lucidalabbra e lipbalm rossi. Una specie di 50 sfumature di rosso in versione make up. Kiko è l' Ikea del make up...come puoi resistere ad un rossetto che costa € 3,90? Non puoi, e infatti lo compri. Salvo poi trovarti ad averne talmente tanti da non poterli finire nemmeno ipotizzando di passare le tue giornate cospargendoti le labbra. 


Peccato che io non lo faccia. Nel senso che io non metto il rossetto. Mai. Non lo metto quando vado in ufficio perché prima accompagno Sofia all'asilo e voglio poterla sbaciucchiare senza imbrattarla. Non lo metto quando usciamo a cena perché non mi piace sporcare i tovaglioli pulendomi la bocca. Poi io sono una che tende spesso a toccarsi la faccia con le mani. Infatti non mi trucco. Non mi metto il mascara o il fondotinta se non in rare occasioni, non mi metto l'ombretto a prescindere. La mia beauty routine? Tenetevi forte, eh 😅! Lavo la faccia (con il Sapone di Aleppo, una di quelle cose regalatemi che avevo in casa, non sapevo nemmeno a cosa potesse servire, invece ne ho scoperto le tante proprietà benefiche), siero, contorno occhi quando ho tempo, crema antirughe, burrocacao. Stop. Quindi mi sono decisa e, seppure a malincuore, ho fatto repulisti nella mia mini trousse. Ho buttato i rossetti che avevo da un pò di tempo (anni mesi!), ho dato a mia mamma quelli praticamente nuovi e che le piacevano. Ho tenuto solo un lucidalabbra color pesca e un gloss trasparente. Non ho più nemmeno un rossetto rosso. Ne sentirò la mancanza? Non credo.

Questi sono 2 esempi dove alla domanda perché hai comprato questa cosa non sai rispondere. O forse rispondi anche, tipo che il packaging era bello, che era scontato, che la commessa ti ha convinta. In realtà ogni volta che acquistiamo qualcosa di cui non abbiamo davvero bisogno, dovremmo chiederci di che cosa abbiamo DAVVERO bisogno in quel momento. Forse l'acquisto serve solo a compensare una mancanza che avvertiamo, che non è materiale ma emotiva. E l'acquisto, dopo che la sensazione di euforia e benessere sarà passata, ci lascerà solo con il senso di colpa per i soldi spesi. Sarà solo un altro pezzo da spostare o sistemare da qualche parte, qualcosa di cui abbiamo creduto di avere bisogno, ma che alla fine non ci ha dato nulla di più di quanto già avevamo. Perché nella maggior parte dei casi le cose che ci fanno stare davvero bene prevedono un piccolo o nullo investimento, ma danno tanto in termine di felicità (io vi avevo confidato le mie 5 cose che riescono sempre a migliorarmi l'umore!). Anche a voi capita di acquistare di impulso e poi pentirvene? Quali sono i vostri "punti deboli"?

6 novembre 2019

COME STO CAMBIANDO LA MIA VITA



Ci ho pensato un pò sul fatto di scrivere o meno questo post. Che non vuole assolutamente essere un invito a prendere spunto da me. Ma una semplice testimonianza di come certe azioni intraprese da qualche settimana a questa parte mi stiano migliorando la vita.

Entrando in casa mia, spesso la prima parola che viene in mente è "essenziale". Colori neutri, pochi mobili, pochissimi soprammobili. Una casa in stile minimalista, potremmo definirla. Questa scelta è data in parte dalla praticità durante le pulizie (meno roba da pulire, meno tempo da dedicare alle faccende), in parte perché secondo me la mia casa richiama questo stile un pò nordico. Mi piacciono le candele, mi piacciono le fotografie in bianco e nero, mi piace che quel poco che vedo mi renda davvero felice (ecco, i panni da stirare non rientrano tra queste cose, infatti cerco di averli il meno possibile davanti agli occhi!).
Il problema di una casa che viene vissuta è che, presto o tardi, si iniziano ad accumulare cose. Queste cose appartengono a diverse categorie:
-Cose che ci vengono regalate, non ci piacciono ma non abbiamo cuore di liberarcene perché scatta inevitabilmente il senso di colpa verso la persona che ha impiegato tempo e soldi per farci quel dono
-Cose che abbiamo acquistato seguendo l'impulso del momento (vedi la temuta uscita della domenica pomeriggio da Ikea, il paradiso dell'accumulatore compulsivo!) ma dopo poco tempo ci accorgiamo che non ci piacciono più o inutili e non sappiamo più cosa farcene. Peccato che ci sentiamo in colpa per i soldi spesi
-Cose comprate perché costavano poco, erano in offerta 10x8, ci serviranno prima o poi...poi ci si dimentica persino di averle e quando si ritrovano si scopre che magari non sono più utilizzabili. Questo succede per esempio con le scorte dei prodotti alimentari o prodotti beauty o per la pulizia della casa
-Cose che ci vengono donate "perché a te sicuramente serve" da persone alle quali non sappiamo dire di no, ma che in realtà vanno solo ad ingolfare la quantità di roba alla quale non sappiamo nemmeno trovare un vero scopo nella nostra casa.

Non ricordo bene quando ho iniziato a sentirmi soffocare tra le mura di casa mia, benché in apparenza io non abbia granché in giro. Il problema era quello che sapevo essere nascosto nei vari armadi, cassetti, armadi. E sapevo di avercelo messo io. Così ho deciso di darmi al decluttering ossia "togliere tutto ciò che ingombra". Anche se, quando si inizia a percorrere questa strada, ci si rende conto che si fa molto di più. O almeno, a me è successo questo.
Oramai da qualche settimana, una mezz'ora al giorno (a volte anche meno, in base a quanto tempo ho a disposizione), apro un cassetto o un armadietto e inizio a valutare tutto quello che c'è all'interno. Se c'è un qualcosa che non mi serve, che non mi piace, che non utilizzo più o non ho mai utilizzato, lo elimino. Senza rimpianti, senza sensi di colpa. 



All'inizio si riscontrano 2 difficoltà:
1) Passare da una situazione di immobilità ad una di movimento. Il primo passo è sempre il più difficile, non importa quanta distanza dovrai percorrere. Una volta iniziato diventa più facile proseguire. Ma uscire dalla propria comfort zone è l'azione più difficile che sarete chiamati a intraprendere. Tutto sta a quanto desiderate davvero cambiare. Per quanto mi riguarda è stato molto più difficile decidere di iniziare a correre (come vi ho raccontato qui) piuttosto che iniziare a sgomberare la casa dal superfluo. Ma il punto sta tutto qui: nessuno vi costringe a farlo. Il minimalismo non è una cosa per tutti. C'è chi sta bene immerso nelle sue tante cose, che siano più o meno utili, utilizzate, belle o brutte. C'è chi invece capisce che per vivere meglio ha bisogno di meno. E allora inizia a cercare di arrivare all'essenziale. Non è un percorso facile, non è un percorso breve, non è di certo un percorso lineare. Ma se si cerca di arrivare a possedere solo quello che riteniamo ci dia gioia e ci è utile, una volta iniziato diventa difficile fermarsi.
2) Non farsi condizionare dal pensiero degli altri. Chi non è interessato al decluttering non capirà perché lo state facendo, e men che meno sarà disposto ad appoggiarvi nella vostra missione. All'improvviso apparirete egoisti, incapaci di apprezzare quello che avete, smaniosi di eliminare cose solo per il gusto di rimpiazzarle con altre. Guardate avanti. Che gli altri pensino pure quello che vogliono. Si tratta della vostra casa, della vostra vita, delle vostre cose. E come tali potete disporne a piacimento. Quindi se una cosa non vi va più di tenerla buttatela senza sensi di colpa. Oppure donatela. O vendetela. Ci sono tanti modi per disfarsi di quello che non ci rende più felici. 

Io più mi addentravo nel decluttering più restavo sbalordita dalla quantità di cose inutili che avevo accumulato in questi 9 anni di matrimonio (e di conseguente convivenza). Alcune scatole ignoravo persino cosa contenessero. Alcuni esempi stupidi. Mi sono trovata con almeno 30 strofinacci per la cucina nuovi (dati da mia mamma o mia nonna o piovuti dal cielo, non lo so) nascosti nel mobile del soggiorno. Ne ho scelti una decina, li ho lavati e ne ho eliminati altri che oramai erano rovinati. I restanti li ho dati a mia mamma, permettendo anche a lei di sostituire i suoi. Avevo 10 piatti per la pizza. Dieci. Noi siamo in 3. Quando invitiamo qualcuno a mangiarla la mangiamo sul cartone. Ne ho tenuti 4, tutti uguali, gli altri li ho eliminati. Ho scoperto di avere un set per la fonduta, nascosto nel mobile in cucina, probabilmente un regalo di nozze. Mai usato. L'ho preso e insieme ad altre cose nuove (tra cui uno spremiagrumi Alessi dal costo di più di € 50,00 ma assolutamente inutilizzabile, che mi era stato regalato ad un Natale) le ho donate per la pesca di beneficenza. Non fatevi fregare da quanto un certo oggetto vi era costato, dal pensiero "Mi è costato tanto, allora lo tengo". Quei soldi sono andati e non torneranno più. Se una cosa non vi da gioia o non è utile, non sarà tenendola ad ingombrarvi nell'armadio che le farete giustizia. Meglio piuttosto cercare di rivenderla oppure donarla a qualcuno che può apprezzarla di più.

Credo che il decluttering non debba essere una imposizione ma una scelta. Non è semplicemente un fare pulizia, è qualcosa di più profondo, un decidere con consapevolezza di volere meno oggetti attorno a sé. E imparare ad apprezzare quei pochi che decidiamo di tenere. Il mio percorso è solo all'inizio ma già sto vedendo dei benefici, nella mia casa e nel mio umore. Mio marito invece è un pò meno felice...sabato pomeriggio gli tocca la discarica!

22 ottobre 2019

VENTO DI NOVITA'

Tutto è cominciato durante la vacanza di agosto nella mia personalissima Ostia Lido, ossia Cattolica. Nelle poche ore tutte per me mentre padre e figlia dormivano al pomeriggio, io pensavo. E' sempre stato un mio problema, il pensare troppo.

Ci sono vari aspetti della mia vita dei quali non sono pienamente soddisfatta. Uno è l'aspetto fisico. Nonostante dei 17 kg presi in gravidanza io non ne riporti traccia sulla bilancia, che dice che peso come prima (o anche qualcosa meno), quella che è cambiata è la mia conformazione fisica. Mi si sono allargati i fianchi e la pancetta se ne sta sempre lì, al suo posto. 'Sta infame. Dopo il mio 35esimo compleanno sono andata da una nutrizionista che mi ha, giustamente, detto che mangio male. Cosa che già sapevo, non mangiando nessun tipo di verdura. Voglio far diventare la pancia piatta, cazzo. Voglio, fortissimamente voglio. E allora sono partita a testa bassa, come faccio di solito quando mi do un obbiettivo. Via Nutella, via i Magnum, carboidrati al minimo (il mio vero peccato è la pizza). Nel mesetto intercorso dall'inizio della mia "dieta" nessun miglioramento, nè in termini di riduzione della pancia, nè di gonfiore (ammesso che di questo si trattasse). Al che, in spiaggia, sotto il sole delle 14, ho avuto la mia Epifania: se anche eliminando le cose dolci non migliorava la situazione, dovevo agire sull'altro aspetto. L'esercizio fisico. Per me il solo sport contemplabile è il nuoto. Sport solitario, meditativo, quello che ho praticato per quasi 15 anni della mia vita. Ma, complice la combinazione devastante ufficio-casa-Sofia, andare in piscina è quella cosa che mi stanca anche solo pensarla. Allora ho messo giù il piano B: corsa in pausa pranzo. Il che significa 30 minuti max, il che significa riduzione del 50% del già ridotto tempo per mangiare. Ma ho voluto provarci. Ho iniziato mercoledì 21 agosto alle 12.30, temperatura esterna tipo 33°C. Quei 30 minuti sono stati infiniti. Ho creduto di collassare, mi stava per scoppiare il cuore. Poi 2 giorni dopo sono riandata e mi sono stupita di avere meno fiatone di quello che pensassi. Per le prime 2 settimane sono stata regolare, corsa a giorni alterni e addominali tutti i giorni. Mi sentivo una gran figa, stavo prendendo un certo ritmo, oltre a mantenere l'abbronzatura. Poi il lavoro ha ricominciato a diventare più pressante e ho iniziato a saltare una pausa pranzo lì, cercando di mantenere il mio appuntamento giornaliero coi 100 addominali (a costo di svegliarmi prima alla mattina o di farli mentre cuoceva la cena). Quando ho ripreso a correre dopo circa 20 giorni ero tornata al punto zero, nuovamente senza fiato. E' incredibile quanto il corpo faccia fatica a migliorare ma impieghi pochissimo tempo a farti ripiombare nel baratro. Dopo 2 mesi di allenamento però devo dire che qualche beneficio l'ho ottenuto: ho perso circa 2 chili, cosa che non stavo comunque cercando, il punto vita si è assottigliato, la pancia si è sgonfiata e si intravedono gli addominali nella parte alta. Vorrei riuscire ad essere più costante, me lo sono imposta come obbiettivo. Spero di riuscire a continuare anche se adesso, arrivando il freddo, so che sarà più difficile mantenere fede a questo proposito. Ma voglio farcela.


Questa è stata la prima delle novità che ho introdotto nella mia vita una volta rientrata dalle ferie.
La seconda novità introdotta, in maniera abbastanza casuale, benché fosse in programma ma ancora senza una data di attuazione, è stata lo spannolinamento notturno di Sofia. La sera prima di ricominciare l'asilo siamo stati fuori a cena. Rientrati abbiamo bevuto il latte, fatto la pipì, lavato denti e mani e via a nanna. Nè a me nè a Sofia è venuto in mente che mancava il passaggio del pannolino. Alla mattina si sveglia e mi dice "Mammaaaaaaa, non mi hai messo il pannolino!!!!!!!!!!". Ed era asciutta. Un grande orgoglio, per lei e per me. Da quella sera non l'abbiamo più messo, nemmeno quando siamo andati in Sardegna (e lei avrebbe voluto rimetterlo per paura di bagnare un letto che non era il suo). Bilancio: 2 volte cambio completo di letto e pigiama, 2 volte solo cambio pigiama (si è accorta che la stava facendo e mi ha chiamata in tempo). Quindi direi molto bene. Ennesima dimostrazione che la mia piccola bimba sta diventando una signorina.


9 ottobre 2019

2 GIORNI E MEZZO IN SARDEGNA, BUONA LA PRIMA

Io ho un quadernetto dove annoto, cancello e aggiungo i miei desideri in termini di viaggi. Una delle prime mete che avevo inserito oramai anni fa era: Stintino, più precisamente la spiaggia de La Pelosa. Sardegna. Ho visto parecchio mondo, eppure non sono mai stata in Sardegna. Cosa alla quale bisognava porre rimedio in qualche modo. E così è stato. Ci siamo ritagliati 2 giorni e mezzo di fuga in terra sarda. Fuori stagione, come piace a me, come già avevamo fatto con Creta, di cui vi avevo fatto una recensione qui.
Le foto che vedrete non vi traggano in inganno, il tempo è stato un pò capriccioso. Abbiamo trovato 2 giorni (sabato e domenica) di sole e nuvole con vento, quando usciva il sole si stava benissimo (abbiamo fatto anche il bagno, sia a La Pelosa che all'Asinara, una cosa per cuori forti...e per i tedeschi), quando il cielo invece si copriva partiva la vestizione con felpa, cappellino e pashmina. Lunedì invece il tempo è stato inclemente, quindi abbiamo visitato brevemente Alghero sotto un cielo plumbeo (ha anche piovuto), ma avevamo il volo nel primo pomeriggio...quindi il meglio lo avevamo avuto. Ed è stato qualcosa di meraviglioso, oltre le mie aspettative.

Se digitate su Google "La Pelosa agosto" ecco quello che compare:


Questa è La Pelosa che ho potuto apprezzare io in questi quasi 3 giorni:
 



Quando siamo arrivati noi in spiaggia alle 9.30 della mattina eravamo soli. C'era solo il rumore del vento e del mare. La pace. Mi sono bastati 5 minuti e mi sono disconnessa dal mondo.
Per quanto riguarda il soggiorno ho fatto la scelta più comoda, volevo La Pelosa a portata di sguardo, quindi ho scelto il Club Esse Roccaruja. Le camere sono rimaste a quando venne costruito negli anni '70 (costruito dalla famiglia Moratti, sappiatelo), consideriamo che a 3 giorni dalla nostra partenza avrebbero chiuso, quindi avevano già tirato i remi in barca praticamente per tutti i servizi (dalla ristorazione scarsa alla piscina chiusa all'animazione inesistente) ma il fatto di essere a 300 metri a piedi da La Pelosa è stato top, quindi bene così. Per fortuna c'erano dei giochi per i bambini, questo ci ha permesso di sopperire in parte al malcontento di Sofia per la mancanza delle 2 B, che danno senso alle sue vacanze, brevi o lunghe che siano: baby dance e bagni in piscina.





La Pelosa è qualcosa di meraviglioso, quel mare lì mi ha stregata, e di mari belli ne ho visti. Poi fuori stagione, poche persone, il silenzio. Paradisiaco. Domenica abbiamo fatto escursione di mezza giornata all'Isola dell' Asinara in catamarano. E' stata una esperienza interessante, personale preparato e gentile, un modo piacevole di passare la mattinata, ma non ha aggiunto granché a quello che già avevo visto, se non un pò di snorkeling in un mare dai colori eccezionali (anche Sofia ha accettato di mettere la maschera e di guardare sotto l'acqua, dove ha visto tantissimi pesci...abbiamo affrontato anche questa paura).








Lunedì mattina, prima di andare in aeroporto, abbiamo fatto un giretto ad Alghero: bella città per quel poco che abbiamo avuto modo di vedere, belle le mura e il centro. Peccato per il tempo, che ha un pò rovinato i colori.





Sono felice di aver seguito il mio istinto ed essermi regalata questi 2 giorni e mezzo in una terra che non conoscevo e che mi ha regalato momenti bellissimi. Mi piacerebbe tornare in Sardegna e vedere il nord est, e poi il sud e la penisola del Sinis. Quasi sicuramente credo che lo farò ancora fuori stagione! In questo 2019 sia Creta a fine aprile che adesso la Sardegna mi ha fatto provare emozioni fantastiche. So che il rischio di viaggiare fuori stagione è quello di incappare nel brutto tempo, ma quello che ne guadagni in pace, spiagge deserte e apprezzamento della vita, mi porta sempre a desiderare di rifarlo.

Servirebbe più tempo per stare in un posto, è vero, ma io sono dell'idea che piuttosto che non vedere il mondo, preferisco vederne un pezzettino, anche piccolo, alla volta. Sofia è stata abituata fin da piccolissima a girare, fino ad aprile però non avevo mai voluto "rischiare" di noleggiare una macchina con lei. Poi l'abbiamo fatto ed è stato comodissimo. Oltre al fatto che lei è entusiasta di provare sempre macchine diverse e si diverte a scommettere su che colore l'avremo. Ci sono ancora dei punti saldi che fatichiamo a sradicare, esempio il pisolino pomeridiano in camera...ma in questo momento va bene anche a noi tutto sommato. Papà si riposa con lei e mamma va in giro ad esplorare! Tutti contenti.


Per adesso ci fermiamo un pochino, arriva l'autunno e a parte una giornata a Gardaland prima della chiusura, ci godremo un pò di più i posti vicini a noi. Sognando e programmando le prossime mete da spuntare dal quadernetto dei desideri.

2 ottobre 2019

GARDALAND, IL PARCO CHE CREA DIPENDENZA



Ci sono voluti quasi 5 anni prima di scattare questa foto. Nel mezzo, un'esperienza non esaltante a Leolandia a 3 anni, la paura mai risolta per pupazzi & mascotte. Questi motivi ci avevano portato ad aspettare. Conosco bene la magia di Gardaland e volevo la provasse anche Sofia, volevo regalarle un giorno speciale. Un giorno su misura per lei. Così abbiamo lasciato a casa il papà (sicuramente più incline alla frustrazione per la rinuncia alle attrazioni adrenaliniche che tanto gli e mi piacciono) e siamo andate io e lei, da sole.Scelta azzeccata.

Io e il marito abbiamo l'abbonamento (assolutamente conveniente se pensate di andare al parco anche solo 2 volte nel corso della stagione), per Sofia ho optato per l'acquisto del biglietto tramite i punti Fidaty dell'Esselunga. Complici le scuole oramai iniziate e l'imminente chiusura durante la settimana del parco, non c'era ressa. Abbiamo fatto le attrazioni che volevamo anche più volte, il massimo dell'attesa sono stati 15 minuti per il Kung Fu Panda Master, ma anche tutte le altre attrazioni avevano file agevoli. Perfetto quando hai a che fare con bambini poco inclini a gestire l'attesa.
Vi lascio qui la cartina del parco, anche se all'ingresso vi viene consegnata, insieme agli orari degli spettacoli:



Molto carina tutta la zona dedicata a Peppa Pig appena entrati al parco. La casa di Peppa è una delusione colossale, belle le mongolfiere e le barchette, abbastanza narcolettico il trenino di nonno Pig. Abbiamo fatto tutto, Sofia era felicissima. Meno quando ha intravisto i pupazzi di Peppa, George, Suzie Pecora e Danny Cane che ballavano e facevano le foto coi bimbi. Appena arrivate li abbiamo aggirati (per fortuna lo show era praticamente finito), non eravamo ancora pronte.




Poi siamo scese verso la zona dell'albero di Prezzemolo. Sofia ha adorato la Doremifarm. Siamo state 2 volte sui trattori, zero fila, quindi perché no? Abbiamo assistito allo spettacolo della Fata delle Bolle, piaciuto molto anche a me (ma penso che le bolle siamo quelle cose che piacciono a grandi e piccini).





Ci siamo poi dirette all'altra zona per bimbi, ossia quella vicino alla giostra dei cavalli, anche se quelle attrazioni sono forse per bimbi un pò più piccolini. Ma Sofia ha voluto fare ugualmente sia Baby Pilota che Baby Corsaro. Per pranzo ci eravamo portate il cibo da casa (a Gardaland sembra costare tutto € 5! 5 euro le patatine, 5 euro il panino, 5 euro i marshmallows), quindi si poneva il problema di trovare il posto per mangiare (non ci sono moltissime aree ristoro per il pic nic, la maggior parte dei tavoli sono riservati ai clienti dei vari ristoranti). Fortunatamente nella nuova, bellissima zona di Prezzemolo Land, c'era un bar che apriva nel pomeriggio, pertanto i tavoli erano fruibili e abbiamo mangiato lì. Già che c'eravamo, sosta post pappa tra scivoli, altalene e percorsi. Sofia era in visibilio!



Bella anche l'altra zona creata per i bambini, vicino al Prezzemolo Magic Village. Scivoli, zona con la sabbia, maxi sedie, sali e scendi divertenti per bambino fino ai 6 anni direi.



Poi, dopo il giusto tempo per l'ambientamento, ho deciso che era arrivato il momento di alzare un pò l'asticella. Quindi ci siamo dirette verso Ortobrucotour, che per me è e sempre sarà il "Brucomela". Era la prima giostra davvero "veloce" che facevamo...Sofia è impazzita di gioia! Ha lo stesso spirito avventuroso del suo papà, braccia alzate durante la discesa e quella risata inconfondibile dei bambini quando sono davvero divertiti da qualcosa. Poi abbiamo fatto la monorotaia e quella maledetta giostra denominata "Peter Pan", che dovrebbe essere piuttosto chiamata "Sali e vomita", una cosa che ho voluto a tutti i costi evitare ma non c'è stato niente da fare. Sofia è voluta salire. Io sono una che le fa tutte a Gardaland (tranne lo Space Vertigo) ma, lo ammetto, su quelle dannate barche che giravano in tondo sempre più veloci ho chiuso gli occhi per evitare che la nausea mi pervadesse. Poi siamo state sul Kung Fu Panda Master, che ha un pò spiazzato Sofia per via dei continui cambi di fronte. Ma dopo quei 50 secondi, ci sarebbe salita ancora e ancora. Ho dovuto mettere un freno a cotanto slancio!



Poi, in una giornata praticamente perfetta, la mia mente ha concepito un'idea di merda. I Corsari. Lo ammetto, ho avuto qualche dubbio mentre lo proponevo, per il buio, per la musica. Ma ho voluto provarci. Non è andata bene. Sofia era spaventata, per quanto continuassi a spiegare ogni cosa che vedevamo (con buona pace di quelli seduti davanti a noi, mi scuso), quando siamo uscite mi ha detto "Mamma, non mi è piaciuto, era buio e c'era anche un drago". Ho temuto di aver vanificato con quella sola attrazione tutto il lavoro di quel giorno (perché sì, era stato un lavoro di convincimento, di continuo incitamento e di iniezioni di fiducia ad ogni attrazione mai provata). Invece poi è successo una specie di miracolo.


Questo che vedete in foto è un qualcosa che fino alla mattina mai avrei pensato possibile! Sofia a meno di 3 metri da Peppa e i suoi amici!!!!! Siamo state a vedere lo show, poi ha voluto guardare mentre gli altri bambini si facevano fare la foto (no, noi no ovviamente, non allarghiamoci troppo, va bene guardare, ma troppa confidenza noi non la diamo ai pupazzi!), era tranquilla. Non so cosa sia cambiato dalla mattina al tardo pomeriggio quando siamo venute via, quello che so è che, prima di crollare addormentata in macchina, mi ha detto: "Grazie mamma, è stato proprio bello! Torniamo con papà domani?" e lì mi è scoppiato il cuore di felicità. Poi ha aggiunto, con sguardo serio e dito puntato in segno di ammonimento "Comunque nella barca non mi ci devi più portare che non mi è piaciuto!". Mai una gioia, gente.

P.S.: scherzi a parte, è stata una giornata davvero bella. Logisticamente andare in un posto così da sola con una bimba di nemmeno 5 anni non è proprio la cosa più rilassante del mondo. Avevo messo a Sofia un braccialetto con il suo nome e il mio numero di cellulare, le avevo spiegato cosa avrebbe dovuto fare se si fosse persa. Ma è chiaro che, in quanto unico adulto, l'attenzione non la puoi distogliere mai. Poi devi gestire tutte le "distrazioni svuota portafoglio" che in un posto come Gardaland sono dietro ogni angolo. Noi ce la siamo cavate spendendo solo 17 euro tra 1 fotografia, patatine fritte, calamita e set di penne. Da questo punto di vista, gita low cost. Ci piace.

27 agosto 2019

HO VISTO COSE (IN RIVIERA) PARTE 2

Ed eccomi con la seconda parte del racconto della nostra settimana di vacanza a Cattolica (la prima parte la trovate qui, se ve la siete persa). Settimana che pare già un lontano ricordo ma va beh, le ferie funzionano così: le aspetti per mesi e poi se ne vanno in un soffio. E allora non puoi fare altro che organizzare quelle successive, perché chi si ferma è perduto.

Ad ogni modo, settimana scorsa vi ho parlato delle tipologie di bambini che ho avuto la (s)fortuna di incrociare mentre mangiavo, mentre ero in spiaggia o in piscina o in albergo. Ma questi bambini non vanno in vacanza da soli. No. Hanno dei genitori. Il più delle volte peggio dei figli che generano. Io, che sono una attenta osservatrice, mi sono messa ad analizzare le tipologie di coppie più frequenti che mi sono capitate lungo il cammino. Perché quel figliolo è il risultato di una mamma e un papà, più o meno complementari, più o meno squilibrati, che danno vita ad una famiglia.

1) Mamma fashion blogger + papà cellulare dipendente. Devo dire che non mi aspettavo che questo mix&match andasse per la maggiore in Italia. E invece no. Schiere di aspiranti Chiara Ferragni con chiappe in bella vista, finto broncio a favore di Instagram, a farsi selfie nella vasca idromassaggio mentre il figlio annega indisturbato nella piscina. Il padre in tutto questo? 2 le ipotesi: o sulla sdraio a guardare su Ig culi più belli di quello della consorte o sulla sdraio a giocare a Candy Crush. In ogni caso sulla sdraio. In ogni caso con il telefono in mano. Perché "va bene tutto eh, ma lavoro tutto l'anno, dammela un pò di tregua!". Gente che era meglio se usava soldi per i preservativi, invece che per l'ultimo modello di iPhone. Figli lasciati pascolare allo stato brado, che mendicano attenzioni o merendine o entrambi sotto gli altrui ombrelloni , disturbando, infastidendo, mentre loro boh, non si sa. Ah no, stanno facendo la diretta Facebook fingendo di essere a Formentera.




2) Mamma tuttofare + papà direttore dei lavori. Questo un pò noi madri ce la andiamo a cercare, un pò perché a casa siamo sempre quelle che stanno più tempo coi bambini e quando vorremmo qualche ora per tirare il fiato, col cavolo che la figliolanza ci molla. Un pò perché tutto sommato ci piace il "sentirci indispensabili" per i bambini. E così ecco che scatta la peggio vacanza possibile: madre esaurita che rientra dalle ferie con 2 occhiaie alla Kung Fu Panda, stremata e pronta a praticare il wodoo sui figli che tanto ama(va). Il padre, di contro, riposato come dopo 2 settimane alla Spa. Motivo? Semplice. I bambini non se lo sono filato di striscio. E lui vuoi che vada ad intromettersi nel legame profondo e ancestrale tra madre e figlio? Giammai. Inutile dire che i figli sono delle cozze attaccate ai polpacci della madre, in vacanza come a casa. La presenza del papà si nota quando arriva il momento dei giochi in spiaggia. Madre che trascina 15 secchielli, annaffiatoi e palette che basterebbero a rimettere in piedi Notre Dame. Lui, defilato, dopo un'ora di scava e bagna e ricopri (di lei, ovviamente, perché i bambini vogliono assolutamente fare i castelli con la mamma), azzarda un "Non mi sembrano allineate bene le torri". Lei, con il sudore che le gronda dalla fronte, solleva lo sguardo. In quegli occhi c'è tutto: la promessa di lunghe, lunghissime settimane di mal di testa serali. Game Over. La donna ha il potere, sempre è stato e sempre sarà. 

3) Mamma fancazzista + papàmammo. Questa tipologia di coppia è più difficile da trovare ma esiste. E' un pò l'opposto della coppia n.2, con lei che in vacanza si dimentica di aver mai generato dei figli (chi? quello? Noooooo, mio figlio non è così biondo...Ooooh, Giovanni, cazzo, piantala di mangiare sabbia che poi finisci per cagare mattoni!) mentre il padre cerca disperatamente di portare a casa la pelle. Fatico un pò a capire se la mamma fancazzista lo è sempre tutto l'anno o subisce una mutazione in vacanza. Fatto è che se ne sbatte allegramente dei figli, ha una tintarella invidiabile e torna dalla vacanza riposata. La sua dolce metà un pò meno, presa come è dal cercare sempre di tenere serrati i ranghi, non perdere figli nei bagni attigui, anche se la maggior parte delle segnalazioni "E' stato ritrovato un bambino..." secondo me sono riferite alla progenie di questa categoria.

Lo so che siete curiosi di sapere in quale categoria rientriamo io e mio marito. Allora, devo dire che noi dopo quasi 5 anni di vacanze in 3 abbiamo trovato un nostro equilibrio. Il nostro segreto è alternarci di modo che, a turno, ognuno di noi abbia un pò di tempo per riposare. Esempio: io porto Sofia in piscina e lui se ne sta sotto l'ombrellone ad ascoltare la musica, oppure al pomeriggio lui sta in camera a fare il pisolino con Sofia (no, non sta in camera MENTRE Sofia fa il pisolino, lo fa proprio anche lui, non è costretto, giuro!) e io vado in spiaggia per un paio di ore prima di ritrovarci insieme. Anche perché in vacanza il tempo che si passa insieme è talmente tanto che anche se ci si separa un'ora non è un dramma. In questo modo arriviamo a fine vacanza mediamente riposati, nulla a che vedere con le vacanze che si facevano in 2, ma personalmente non ne sento la mancanza. Più Sofia cresce più mi pongo obbiettivi vacanzieri sempre più ambiziosi. Perché lei è un'ottima compagna di viaggio, come mio marito del resto. Quindi non c'è niente di più bello per me che viaggiare con loro. Vedere il mondo attraverso gli occhi di Sofia, scoprire posti in cui non siamo mai stati. Non ci sono confini per chi ama viaggiare.


COSA MI PORTO NELL' ANNO NUOVO

Quest'anno gli anni saranno 39. Non me li sento, non sono pronta. Se penso che mia figlia ne compirà 9 poi! Mi sembra pazzesco quanto ve...