10 dicembre 2014

CI SIAMO (QUASI)...



E alla fine siamo arrivati all'ultimo round. Stiamo per entrare nella settimana 39, Sofiego inizia ad essere un bel torellino da portare in giro e dai mesi siamo passati ai giorni. 9 giorni oggi alla data presunta del parto.

9 giorni e io non sono pronta. Sono ancora in ufficio, questo lavoro non credo mi porterà mai a farmi sentire pronta a lasciare la scrivania per entrare serenamente in ospedale. Ma arriverà il giorno in cui, nonostante dirò "Ci vediamo domani mattina" alla mia impiegata alla mattina in ufficio non entrerò, o ci sveglieremo nel mezzo della notte e guardandoci in faccia dovremo fare i conti con il fatto che quello che abbiamo sognato e desiderato per anni adesso è lì, a poche ore da noi.

La pancia è sempre più grossa, IO sono sempre più ingombrante, ma diciamo che porto con una certa dignità questi 16,5 kg. che mi si sono piazzati sul davanti. All'inizio pensavo che mi sarei sfondata, invece sembro ancora io, quanto meno dal dietro. Il davanti è tutto un altro discorso, e per quanto io dal sopra mi illuda di non essere poi così grossa, le fotografie che mi prendono di profilo dimostrano tutt'altro. Ma va bene così, i kg se ne andranno un giorno, forse non entrerò più nei miei jeans taglia 38 e inizierò un nuovo secondo intenso capitolo del mio controverso rapporto con la mia pancia...ma da qui, da questa pancia, sta per uscire il regalo più bello che la vita potesse donarmi. Il mio splendido bambino/a.

Volevo approfittare di questo che, molto probabilmente, sarà l'ultimo post che scriverò prima di diventare mamma, per ringraziare tutte quelle persone che mi sono state vicine in questi 9 mesi di gioia e difficoltà. Devo ammettere che alcune persone mi hanno sorpresa, persone che non avrei mai pensato si interessassero così sinceramente a me e Sofiego e invece ci sono state molto vicine. E poi ce ne sono alcune sulle quali avrei scommesso qualunque cosa e che invece ho perso lungo la strada. Un pò per colpa mia, un pò per colpa loro, un pò perché una situazione come quella della gravidanza apre uno scenario nuovo ed emozionante nella vita di una donna. E non tutti riescono, o vogliono, capirlo. Ma va bene così. Sono serena, ho fatto quello che dovevo, ho detto quello che pensavo, chi mi vuole bene davvero sa quanto ho desiderato questo figlio e sa che vomitarmi addosso cattiverie è una crudeltà bella e buona. Perché puoi attaccare ogni aspetto di me e della mia vita, non mi importa, non sono perfetta e non ho mai avuto la presunzione di esserlo, ma non accetto che si metta in discussione me in relazione a questo bambino, per la quale ho dato tutta me stessa e per la quale ho cercato di essere la migliore mamma del mondo ancora prima che fosse dentro di me.

A tutte le persone che mi hanno sopportato dico grazie, so che non è stato facile starmi vicino, che sono stata parecchio panciocentrica, concentrata su di me e su questo bambino che tanto avevo aspettato. Ma se siete oneste fino in fondo ammettere anche che ho sempre cercato di esserci per voi, nonostante un lavoro impegnativo, nonostante le menate, le preoccupazioni e le ansie. Perché ho sempre voluto continuare ad essere ME nonostante stessi diventando anche qualcosa di diverso da quello che ero sempre stata in questi 30 anni, ossia una mamma. Probabilmente avrei potuto fare di più, sicuramente ho fatto del mio meglio.

Da quando arriverà Sofiego certamente la mia vita cambierà ancora. La cosa bella è che io sarò più felice di quanto non lo sia mai stata prima. Chi mi vuole bene sarà felice per me, chi godeva nel vedermi soffrire rosicherà. Va bene, è la vita. Lo accetto.

Pensatemi...VI VOGLIO BENE!

20 novembre 2014

THE FINAL COUNTDOWN!

E così siamo rimasti solo noi, Sofiego.
Gli altri tuoi "amichetti" di nascita sono arrivati tutti, chi un pò in anticipo, chi giusto giusto al termine: Pietro, Niccolò, Gioele (tutti maschi tra l'altro...sarà un segno?!).
Adesso manchi tu. Atteso come un moderno Gesù Bambino.

Ovunque vado tutti mi chiedono come sto, se ho voglia di vederti, se sono preoccupata o agitata, perché non voglio sapere se sarà maschio o femmina. Rispondo qui a queste domande:
1) Mi fa male la schiena, mi sveglio una media di 4 volte a notte per fare la pipì, dalle 17 ho un fortissimo bruciore di stomaco, ieri sono riuscita a depilarmi le gambe ed ero esausta come dopo 15 km di corsa, non riesco più ad allacciarmi le scarpe, Dany mi deve tirare su dal divano con la carrucola, mangio 7 volte al giorno, ho messo su 16 kg. (finora). Ma la verità è che non me ne frega niente, ne del peso ne dei dolori. Fanno parte di questo gioco chiamato maternità che ho seriamente rischiato di non poter giocare. Tutto il corollario di rotture di palle non è un problema, ma una semplice conseguenza. Fastidiosa, ma niente di più.
2) La maggior parte di voi non ha provato la sensazione di impotenza di veder comparire il ciclo ogni mese dopo aver iniziato a cercare un bambino. Un mese dopo l'altro dopo l'altro. Il dolore al cuore ogni volta che realizzi che anche questa volta hai fallito, che potresti fallire sempre. Poi la ruota gira, ti trovi incinta e l'ansia comunque non se ne va, l'inadeguatezza non ti abbandona. E non importa che tu abbia passato il primo trimestre, o che poi inizi a sentire il tuo bambino che scalcia...non ti sentirai mai tranquilla fino a quando lui/lei non sarà tra le tue braccia, al di fuori di te e di quel corpo che ti ha tradito per troppo tempo. Quindi sì, certo che ho voglia di vederlo, ho voglia di vedere questo regalo tanto desiderato,e di saperlo al sicuro. Una donna diversamente fertile non si sentirà mai sicura di se stessa,figurarsi se si tratta di proteggere un'altra persona.
3) Il parto non mi preoccupa. Non ho ansie nè paure a riguardo, non mi spaventa il dolore, anche perché niente può essere peggiore del dolore provato nell'apprendere che avremmo potuto non vivere mai tutto questo. Confido di saper riconoscere i segnali e di evitare sceneggiate isteriche perché non sono da me. Partorirò il mio bambino come ogni altra donna da millenni. L'unica preoccupazione è che qualcosa possa andare male, qualcosa che non dipenda dal mio essere forte. In questi 9 mesi ho cercato di fare tutto il possibile per difendere Sofiego, anche se forse in certi momenti ho tirato troppo la corda e ho pensato di più al lavoro che alla mia salute. Questo cucciolino tuttavia ha dimostrato di essere forte e testardo,e per questo lo amo così tanto...ha capito fin da subito che non sarebbe stato facile avere una mamma così, ma nonostante questo è rimasto e ha lottato. Il mio bambino speciale :)
4) Basta con questa storia del perché non vogliamo sapere se è maschio o femmina. Siamo arrivati a 36 settimane su 40 senza saperlo, ma vi pare che ci togliamo il piacere della sorpresa proprio adesso che potrebbe mancare 1 mese come 1 giorno? E' come sbirciare l'anello di fidanzamento nella scatolina prima che lui ci chieda di sposarlo...dove è la magia quando ci fa la proposta? Alla fine siamo riusciti comunque a mettere insieme la sua cameretta, a prendergli/le i vestitini, un passeggino, a decidere due nomi...insomma, tutto quello che hanno fatto gli altri genitori. Con la differenza che in più abbiamo fantasticato in tutti questi mesi sul futuro di Diego o di Sofia, di come sarebbe avere un figlio maschio o una figlia femmina, lasciandoci aperte entrambe le possibilità. E poi, guardatelo/la...


...che sia maschio o femmina, non è comunque un amore? La sorpresa rende il tutto ancora più emozionante. Che poi sia Diego o Sofia per me e il suo papà non fa alcuna differenza, è l'amore della nostra vita, quello per cui abbiamo messo in discussione tutto. Adesso dobbiamo solo aspettare di vederlo/a, di stringerlo, di incrociare quegli occhietti, tornare finalmente a respirare dopo 2 anni e mezzo e dirci "Ce l'abbiamo fatta".

2 novembre 2014

QUANDO CI SARAI

Il tempo passa, aumentano i giorni che ci lasciamo alle spalle e diminuiscono quelli che mancano al tuo arrivo. E ogni giorno che passa diventa più difficile non sentirti già qui, non sentirci già in 3, una famiglia vera.

Così ieri, mentre facevamo la spesa, io e il papà abbiamo iniziato a fantasticare sui posti in cui ci piacerebbe portarti. Perché io e lui insieme di posti stupendi ne abbiamo visti tanti, ma il bello viene adesso, adesso che ci sarai anche tu. E vogliamo che tu abbia tutto il mondo in mano, che possa vedere un sacco di posti stupendi, più di quanti noi abbiamo potuto vederne in questi 10 anni insieme. E siccome passeranno ancora un bel pò di anni prima che io e lui potremo tornare a viaggiare da soli, la cosa migliore è scoprire il mondo insieme a te. Posti che non abbiamo mai visto e posti in cui già siamo stati ma che con te avranno sicuramente un gusto speciale.

-Safari in Africa, il papà lo sogna da sempre. Ma prima ha consigliato di andare a vedere degli animali simili in uno zoo o qualcosa del genere :)


-La crociera ai Caraibi, quella che ci manca, quella che dovevamo fare, quella alla quale abbiamo rinunciato per venire a cercarti e trovarti in capo al mondo. Ti meriti un bagno coi delfini, amore mio.


-Disneyland Paris, con la scusa di portarci te e di tornare un pò bambini anche noi. E poi ovviamente Parigi, una città speciale per la mamma e il papà.


-Le Maldive, il posto dove avremmo voluto iniziare il nostro cammino per costruire una famiglia, quando ancora ci illudevamo di poter controllare certe cose. Abbiamo imparato che in alcuni casi non abbiamo nessun potere, ma qui dobbiamo venirci comunque. Magari per regalarti un fratellino o una sorellina, o magari semplicemente per rimetterci un pò in pari con il destino.


-Questa meta io la eviterei volentieri, ma il papà è andato in fissa con sta cosa dei fiordi quindi ho abbozzato un sì incerto, ovviamente lo metteremo in coda a tutto il resto (nella speranza che se ne dimentichi!). La crociera nel nord Europa, il che per me equivale semplicemente a taaaaaaaaaanto tanto freddo. Ma va bene, mettiamola nella lista, mi sento buona e in vena di concessioni.



Questa è solo una piccola parte della vita che ti aspetta, mio piccolo Sofiego, di quello che vorremmo regalarti e di quello che vorremmo farti vivere. Poi ci saranno ancora mille e più momenti che vivremo insieme...tutta una vita, per non essere più da soli. Io ho smesso di essere sola il 31 marzo. Il giorno che mi ha cambiato la vita, che mi ha portato a te, che mi ha donato te. Da allora niente è più stato lo stesso. E niente più lo sarà.




9 ottobre 2014

E BASTA CON STA STORIA!!!!!


Mi sembra qualche settimana fa che iniziava questa magica avventura della gravidanza, che iniziavo a scoprire cose di me che prima di allora non avevo mai nemmeno potuto immaginare. E che iniziavo a stringere quel legame con Sofiego che è un qualcosa di talmente bello e strano che non si può spiegare con le parole. Il calcio assestato nelle costole, il rotolarsi nel bel mezzo della notte, tutti segnali di un qualcosa che non è ancora in mezzo a noi ma senza il quale è impossibile immaginarsi la vita oramai.

Di settimane domani ne saranno passate 30, 30 su 40, il che mi pone già a 3/4 di percorso. Il 4/4 è quello che la maggior parte delle donne temono di più. Tante, ma non io. Per me l'ultimo miglio sarà la liberazione da tutte quelle paure e quelle angosce che mi sono portata dietro in questi mesi, il terrore di non veder mai il faccino del mio bambino, di dover fare i conti di nuovo con tutta quella sofferenza che adesso la maggior parte delle persone pare aver dimenticato. Non io. La panciona che cresce (e cresce e cresce) è il mio orgoglio e la mia polizza sulla vita, ogni volta che sento Sofiego muoversi penso che stiamo andando avanti ancora, che un giorno in meno ci separa dal traguardo.

Adesso siamo arrivati ad un punto in cui qualunque cosa io indossi è difficile nascondere la pancia o fare finta che non ci sia. Questi 11 kg. di ciccia e amore sono bene in vista. In giro e in ufficio. Soprattutto in ufficio. Dove continuo ad andare, perché è il mio lavoro, la mia vita. Peccato che non passa giorno senza che io debba affrontare la seguente conversazione:
-Cliente/Autista/Fornitore: "Quanto ti manca? Di quanti mesi sei?"
-Io: "Sette e mezzo quasi, il termine è a metà dicembre"
-Cliente/Autista/Fornitore: "E cosa fai ancora qua??????"
-Io: "Dove dovrei essere?"
-Cliente/Autista/Fornitore: "A casa, in maternità, a riposarti"
-Io. "Se venite qua voi al posto mio, un pisolino a casa vado a farmelo volentieri"

Questa storia del fatto che dovrei essere in maternità invece che in ufficio mi sta iniziando a disturbare. Mi fanno passare per una mamma snaturata, per una che va a stancarsi quando potrebbe stare a casa a fare la maglia e preparare la cameretta del suo bambino. Il fatto non è il non volerlo, ma il non avere un'alternativa. Se io potessi stare a casa non lo farei? Se potessi evitare di arrivare a sera con le contrazioni e la schiena dolorante non lo farei? Non è questione di essere una mamma che non pensa al suo bambino, anzi, mi sa che questa mamma al suo bambino ci pensa fin troppo visto che fa di tutto per garantirgli il massimo una volta che sarà qui.

C'è chi ha la fortuna di poter godere di certi privilegi e chi deve accontentarsi di quello che ha, facendoselo bastare. Ho sempre saputo che la mia vita se fossi rimasta incinta sarebbe stata questa. Non è facile e non dico che sia quello che voglio, ma è la mia vita. E del senso di colpa ne farei volentieri a meno.
Prima cercavate di farmi sentire in colpa perché non riuscivo ad avere un bambino, adesso cercate di farmi sentire in colpa perché non resto a casa ad aspettare che questo bambino nasca. Quello che non avete capito è che questo bambino è un guerriero, uno abituato ad affrontare di tutto, e ad uscirne a testa alta.

Quindi ognuno pensi ai propri figli e li cresca come meglio crede. Il tempo emetterà la sua sentenza.

24 settembre 2014

L'INCUBO DELL'INFLUENZA IN GRAVIDANZA

Siccome già una incinta non ha il suo bel daffare a sconfiggere tutta una serie di sintomi vari ed eventuali che sistematicamente compaiono ogni giorno, del terrorismo psicologico sulla futura mamma è proprio quello che serve.

Il primo trimestre le nausee e il vomito, e ogni cosa ti mette a rischio aborto o di tutte le più terribili malformazioni possibili per sto povero bambino che non ha nemmeno ancora capito cosa ci sta a fare immerso nell'acqua ma viene considerato comunque spacciato nel 75% dei casi.

Il secondo trimestre dovrebbe essere quello dello stato di grazia, fase che io ho saltato a piè pari visto che ho continuato a vomitare e finito il vomito ho iniziato a dover prendere tutta una serie di cose: magnesio, ferro e non dimentichiamo il progesterone, mio fedele compagno di vita, e l'integratore.

Poi entri nel terzo trimestre ed ecco che tutto, ma proprio tutto quello che fai, può provocare un parto pretermine o un basso peso alla nascita del tuo bambino che nel frattempo ha capito come si sta al mondo e non manca di fartelo presente in tutti i momenti meno opportuni. Certe cose che mangi, certe cose che prendi, se fai sesso, se non lo fai...bisogna stare attente a tutto! Ma il picco massimo lo si raggiunge quando si ha la sfiga (e ti pare che io non debba averla!) di ammalarsi. Un raffreddore o Dio ce ne scampi, l'influenza. A quel punto ecco che, se mai ce ne fosse ancora bisogno, capisci che il dire che "La gravidanza non è una malattia" è una delle più grandi stronzate che si potrebbero pensare. Perché tutti ti trattano da malata, ogni giorno dei 9 mesi.
Tu sei lì, in apnea, con un toro nella pancia che scalcia, il naso che cola, la tosse che ti fa vomitare nemmeno fossi ancora nelle prime settimane...e se vai in farmacia a chiedere qualcosa per il raffreddore, ti guardano come se fossi una madre degenere. Non sa che in gravidanza non può prendere quasi niente come farmaco, certo che se non sopporta un raffreddore come farà a partorire, se proprio vuole le do della tachipirina ma la usi con parsimonia (sottintendendo: non voglio essere complice di ciò che ti succederà).

Ora, chiariamo un attimo come stanno le cose: sono giunta alla 27esima settimana di gravidanza dopo tutta una serie di sfighe, lavoro ancora 9 ore al giorno, avrò il sacro santo diritto di non morire con il naso tappato e di riuscire ad andare in ufficio evitando di trascinarmi come una moribonda???? Non è che ti ho chiesto del cianuro o di svelarmi la ricetta per avvelenare mio figlio. Non posso credere che non esista qualcosa che sta povera categoria non protetta che sono le future mamme può assumere per avere un pò di giovamento dal naso chiuso e il raffreddore. Che poi dire che se non sopporto il raffreddore chissà come farò a partorire è una cattiveria bella e buona.

Io non sono una che frigna per il niente, anzi non sono proprio una che frigna. E quando arriverà il mio momento partorirò come tutte quelle che hanno partorito in tutti gli anni, i secoli e i millenni passati. Ma non riesco a capire perché qualcuno non abbia ancora pensato a produrre qualcosa per far passare il raffreddore ad una donna panzuta con gli sbalzi ormonali e la lacrima facile.

14 settembre 2014

IO E LE SALE D'ATTESA

Dopo aver vissuto per anni dalla parte di quelle che un figlio lo desideravano ma non lo avevano, essermi sorbita a denti stretti tutti i commenti/consigli/ compatimenti di gioiose mamme baciate dalla fortuna al primo tentativo, aver cercato di scendere a patti e poi finalmente accettato con serenità l'infertilità, ecco che adesso sono dall'altra parte. Non ancora una mamma mamma, non più una non mamma. Insomma, una quasi mamma, in una terra di mezzo in cui il più delle volte non mi sento molto a mio agio.

Forse questo è da imputare alla mia esperienza, alla fatica, al logoramento di aver sopportato e accettato più di quanto fosse umanamente possibile sopportare e accettare. Ma adesso sono qui, con tutto il mio pesante bagaglio di vissuto sulle spalle, una storia che se non mi conosci non puoi sapere. Ed è giusto così. Il fatto è che il mondo è vario, anche e soprattutto quando si tratta di gravidanza. E sto scoprendo che le persone come me sono in netta minoranza. Come me intendo quelle donne incinte che fanno fatica a dire che cosa provano davvero in questi mesi, con un fagottino nella pancia e mille emozioni nel cuore.

Venerdì sono andata a fare la curva glicemica (esperienza che consiglio caldamente se avete voglia di occupare in maniera alternativa 3 ore e passa di una vostra mattina qualunque!). Premesso che io sono una che detesta parlare nelle sale d'attesa. E ne ho viste e frequentate parecchie di sale d'attesa in questi anni. Eppure non mi sono mai sognata di attaccare bottone con qualcuno. Forse perché io per prima non avrei avuto voglia che qualcuno attaccasse bottone con me. Non eravamo al parco giochi, non ci stavamo divertendo, in caso contrario non avremmo avuto tutti certe facce tirate come quelle che mi ricordo ancora adesso nonostante siano passati mesi e mesi.

Comunque, dicevo. Sono a fare la dannata curva glicemica e scopro, mio malgrado, che non sono l'unica. C'è anche un'altra donna che, con tutti i 30 posti a sedere liberi che ci sono, si siede proprio accanto a me. Perché lo fai?????? Mi basta un minuto per capire che saranno ore luuuuuunghe. Questa si siede sospirando e mi guarda. Io non la guardo (mio tipico atteggiamento da stronza in sala d'attesa). Sospira ancora. Mi sembra di essere all'interno di un melodramma, le manca solo il fazzolettino ricamato per farsi aria perché si sente mancare. E poi, rendendosi conto che non sono interessata al siparietto, capisce che non ha altra scelta.

"Anche lei incinta?" mi chiede. Ora, va bene che ero molto magra oramai 6 mesi e passa fa e che sto mettendo su peso con una certa dignità, checché ne dica la mia ginecologa, ma ho pur sempre una pagnotta di 9 chili sul davanti davvero difficile da ignorare, soprattutto nelle ultime 2 settimane...secondo te ho mangiato troppo???
"Così pare" rispondo. Non voleva essere una risposta ironica, quanto una semplice constatazione. Non credevo necessario dover aggiungere altro. Pensavo che la pancia garantisse per me.
"Ah, non è sicura?" ricomincia invece questa.
Al che chiudo il mio ebook, in quanto è chiaro che nel 2014 una donna con un libro in mano non ha il diritto di essere lasciata in pace, e rispondo, sperando di mettere definitivamente a tacere la cosa.
"Sono di 26 settimane oggi e sono sicura, giuro" rispondo con un mezzo sorriso (devo affrontare ancora 2 prelievi e ho deciso di essere quantomeno conciliante. Il che non implica chiedere informazioni su di lei e scambiarci consigli e robe del genere).
"Ma sta benissimo, guardi che bella pelle che ha, e come è magra ancora! Io non sono nemmeno a 25 settimane, ho già preso 12 chili, fino a qualche giorno fa avevo le emorroidi, adesso invece ho la dissenteria per colpa del ferro...sto uno straccio. Le altre 2 volte non è stato così. Lei è la prima volta?".
"Sì, prima" rispondo ma sto ancora cercando di metabolizzare il fatto che una completa sconosciuta mi abbia parlato delle sue emorroidi e della diarrea.
"In effetti è così giovane, quanti anni ha? 24,25?" mi chiede continuando a sospirare.
"Veramente ne ho 30" rispondo, sperando che mia mamma si muova a tornare dalla spesa che le ho concesso di andare a fare prima che scoprissi che non sarei rimasta sola. Odio le sale d'attesa.
"Cavolo, cosa hai aspettato a fare?! Io ne ho 27 e per quando ne avrò 30 se continuo così sarò al quinto figlio!" e si mette a sghignazzare. Immagino si aspetti che io la segua nel suo eccesso di ilarità. Ma non ci riesco. Proprio non ce la faccio.
"Vado al bagno. Auguri!" le dico e mi alzo. Forse lei risponde qualcosa ma non la sento. Mi infilo in bagno e ci resto almeno 10 minuti.
Quando esco ho ripreso a respirare normalmente e mi accorgo che mia mamma è tornata. Fortunatamente il posto dove ero seduta io è stato occupato. Per tutto il resto del tempo che restiamo lì evito di guardarla e lei non si volta a cercarmi.
Mi metto le mani sulla pancia, faccio 2 carezze e Sofiego risponde con un calcio, evidentemente su di giri per il glucosio che gli ho sparato nel cordone ombelicale. Non posso fare a meno di pensare che quello che ha visto in me quella tizia, ovvero una 30enne al suo primo figlio, non è sbagliato. Lo sbaglio è il dedurre che io abbia voluto aspettare ad avere un figlio. E anche questa volta mi accorgo che ho ragione a non voler parlare con altre future mamme nelle sale d'aspetto. Io sono diversa. La mia storia è diversa. Difficile da spiegare, impossibile da capire.

17 agosto 2014

IL DOLORE CHE MI HA CAMBIATA

Ho pensato parecchio a se scrivere oppure no questo post, se condividere oppure no certi pensieri che si sono materializzati nella mia mente in questi giorni di mini-pausa ferragostana.
Poi ho deciso che forse era il momento giusto di farlo, di far capire una volta per tutte quello che a certe persone proprio non entra in testa...o forse scelgono di non capire perché farlo significherebbe ammettere di aver preso un abbaglio. E sono poche le persone che sanno dire "Mi dispiace, ho sbagliato" quando hanno torto.

So che per molti di voi sono come un cane che si morde la coda, una che torna sempre sugli stessi argomenti, che non guarda avanti, che non riesce ad andare oltre quello che le è successo. Ma in questi mesi ho ricevuto parecchia solidarietà da tante persone che, a differenza mia, hanno scelto di non condividere la loro rabbia e la loro frustrazione per l'infertilità o per la semplice difficoltà di avere figli. Persone che mi hanno ringraziata per le mie parole, che si sono immedesimate in me, in quello che scrivevo e in quello che provavo.
Rispetto la loro decisione di vivere nel privato il loro travaglio e il loro dolore interiore, forse anche mio marito, potendo scegliere, avrebbe preferito che certe cose restassero solo nostre. Ma mio marito mi conosce, mi ama e mi rispetta, e sa che non faccio mai niente senza pensare. E se ho deciso di scrivere quello che stavamo passando, è stato per un bisogno che non poteva essere trattenuto.

So che a mio marito, per quanto non lo ammetterebbe mai nemmeno sotto una tortura simile a quella inflitta ai talebani a Guantanamo, la nostra infertilità ha sempre suscitato una sorta di vergogna. Che poi forse vergogna non è nemmeno la parola giusta. E' più un sentirsi deluso nei confronti di Dio, della vita, del destino, che a noi ha negato per molto tempo una gioia che invece ad altri viene dispensata senza fatica. Quante volte in questi anni gli ho sentito dire "Se stavi con un altro invece che con me avresti avuto da tempo il bambino che ti meritavi". Che poi io non è che mi sento davvero di meritare un bambino più di altri. Quello che vedo intorno a me dice tutto il contrario, ovvero che i bambini non vengono concessi per meritocrazia, quanto più per botta di culo. E sappiamo bene che nella stragrande maggioranza dei casi la fortuna ce l'ha chi non fa nulla per guadagnarsela. Comunque, tornando al sentimento nei confronti dell'infertilità, perché poi di questo si è trattato e tuttora si tratta, ma nella nostra società tanto evoluta (????) pronunciare la parola infertilità equivale a tatuarti sulla fronte la parola "terrorista". Se solo la gente mettesse da parte i pregiudizi e iniziasse a mettere in moto il cervello per capire quanto dolore affronta una coppia che tanto disperatamente cerca un figlio che non arriva, quanti sacrifici, quante rinunce, quanti rospi ingoia, forse la smetterebbe di giudicare a priori. Perché tutto il percorso che si affronta lo si fa per una meta alla quale forse non si giungerà mai. Perché purtroppo i figli per una coppia infertile sono come la lotteria: le possibilità di vincere ci sono, ma potrebbe non toccare a te.
Poi magari hai fortuna, come è capitato a me, ma se sei stato dall'altra parte della barricata e guardi davanti a te il grande e luccicante mondo della gravidanza, credetemi che non la vivrete mai con la totale spensieratezza e ingenuità che invece dovrebbe investirvi da quel primo test positivo, passando per le beta e arrivando poi alla prima ecografia.

Quando mi trovo a parlare con qualche donna incinta che sa delle nostre difficoltà e questa se ne esce dicendo "Mi dispiace", sottintendo "per tutta la fatica che hai fatto", ecco, questa cosa mi fa davvero incazzare. Per cosa ti dispiace? Perché non è capitato a te? Ma per favore! Io sono fermamente convinta che a certe donne l'infertilità non avrebbe fatto poi così male. Fermi, fermi, fatemi spiegare.
Il dolore per la scoperta dell'infertilità, non importa se sia tua, del tuo partner, di entrambi o di nessuno dei due, ti butta a terra. In un modo che pochi altri eventi riescono ad eguagliare. Scoprire di non poter avere un figlio equivale ad un lutto, alla perdita di una parte di te. E da lì puoi percorrere due strade: o anneghi, o impari a nuotare. E imparare a nuotare nel grande mare dell'infertilità è stata la cosa più sfiancante, umiliante e allo stesso tempo meravigliosa che io abbia mai fatto. Perché ti dona una consapevolezza che cambia ogni più piccola fibra del tuo essere, ti rende capace di una forza che mai avresti pensato di possedere, ti fa capire per cosa davvero sei disposta a combattere, fa saltare tutte le coperture delle persone che ti circondano. Quando affronti la battaglia contro l'infertilità ci sono momenti in cui ti senti Dio, in cui senti di poter affrontare e vincere tutto. Le tue priorità cambiano, e ti rendi conto che cose che prima erano importanti non lo sono più. E ti senti diversa, migliore.
Con queste parole non sto dicendo che io mi sento una super-mamma per aver affrontato tutto questo ed esserne uscita con un bambino nella pancia. Non mi sento migliore di nessuna altra donna che con l'unico rapporto non protetto è rimasta incinta. Quello che sento è di aver maturato un rispetto e una sensibilità nei confronti delle altre persone che prima non avevo. Prima, quando mi sentivo una donna come tutte le altre, una che viveva con la ferma convinzione che ci fosse da qualche parte un bambino che le spettava di diritto. Poi è arrivato il semaforo rosso. E lì ho capito che non ero onnipotente, che non dipendeva da me, ma che cambiare il corso del destino, quello sì, era in mio potere. E avere Sofiego, qui, adesso, dentro di me, è la dimostrazione che il dolore porta sempre qualcosa di buono. E forse, se non avessi fatto domande, parlato, confessato quello che stavo vivendo, forse adesso lui/lei sarebbe ancora solo un bambino che ci veniva negato.

Quello che dico a tutte quelle persone che hanno un problema è di rimboccarsi le maniche e affrontarlo. Incontrerete persone ignoranti, taaaaaaaaaaante, che proveranno a scoraggiarvi o a farvi sentire inferiori. Passate oltre e lasciatevele alle spalle, non le rimpiangerete. Poi dopo verranno a cercarvi di nuovo, quando magari tornerete ad essere persone che possono ricollocare in uno dei loro scompartimenti prefissati. Nel frattempo poi avrete trovato altre persone, persone migliori, che vi avranno aperto il loro cuore e voi il vostro. E con le quali desidererete continuare a camminare per molto moltissimo tempo.
Io non mi vergogno di raccontare quello che ci è successo, sono orgogliosa di ogni decisione che ho preso, di ogni porta che ho sbattuto, di ogni amicizia che ho interrotto. Adesso sono qui, con la mia quantità di dolore ben rinchiusa nel petto, a memoria della donna forte che sono stata. Perché prendere decisioni è una delle cose più difficili da fare nella vita. Anche decidere di restare immobili senza fare nulla è una scelta. E tutto si riduce ad una sola, semplice domanda: quanto sei disposto a rischiare per rincorrere il tuo sogno? La risposta mia e di mio marito era "A tutto". E così abbiamo fatto. Tanto abbiamo rischiato, tanto abbiamo perso, molto più lo abbiamo guadagnato.

Ogni volta che avrete bisogno di me ci sarò, sapete dove trovarmi. Affrontare questa cosa da soli è difficile, certi giorni ti fa uscire letteralmente di testa. Ma sapere che esiste anche solo una persona che può capire il tuo dolore e quello che stai provando, rende il tutto un pò meno duro. Non facile, non sarà mai facile, anche una volta raggiunto il traguardo lo spettro del passato sarà sempre accanto a te. Ma non necessariamente è un male, ti serve per ricordare a te stesso ogni giorno che i mostri si sconfiggono. E ti rendono più forte, ti rendono migliore.

Un caro abbraccio,
Sara

27 luglio 2014

LETTERA A TE

Mio dolcissimo Sofiego,
oggi la mamma è invasa da una scarica di ormoni che la rendono più simile ad un salice piangente che ad una persona.
E così ha deciso di scriverti. Sì, perché lei sa che tu la puoi sentire, che la ascolti quando ti parla accarezzandoti il pancione, quando ti legge "Il Piccolo Principe". E sa che tu la senti anche quando si arrabbia al lavoro o quando litiga con il papà. E mentre lo sta facendo si sente in colpa al pensiero che tu possa soffrirne. Sai, sta leggendo un libro abbastanza inquietante che si intitola "Innamorarsi del pancione" dove in sostanza si dichiara che una mamma stressata metterà al mondo bambini complessati, con un QI più basso e patologicamente portati ad essere dei bambini e in seguito degli adulti difficili.
Mi chiedo quale futura mamma, potendo scegliere, non desidererebbe vivere una gravidanza serena, senza stress o fastidi vari. Che poi in primis lo farebbe per se stessa, perché lavorare 11 ore al giorno ed essere costantemente combattuta tra il dovere verso l'azienda, il dovere verso di te, il dovere verso se stessa, credimi cucciolo, manderebbe ai matti chiunque. Solo che purtroppo la tua, di mamma, non ha alternative. E cerca di fare tutto come se fosse wonder woman. Poi ogni tanto deve arrendersi all'evidenza di star tirando troppo la corda, allora pensa a te e si ferma, come oggi. Già da ieri sera mi stavi dando chiari segnali di non aver gradito le pulizie mattutine e quel fuori programma pomeridiano con il papà. E stamattina hai ribadito ulteriormente il concetto, costringendomi a mettermi seduta tranquilla (dì la verità, volevi che ti scrivessi eh?).

Solo che quando la mamma non fa, pensa. E quando uscirai, amore mio, scoprirai in fretta che la tua, di mamma, molte volte sarebbe meglio non pensasse. Perché molto spesso fa dei pensieri brutti. Come oggi. Prima che tu smettessi di essere un desiderio e ti trasformassi in una splendida realtà, vivevo con la costante paura di non incontrarti mai, di non poter avere l'immensa fortuna di sentir crescere una vita dentro di me (per ora ancora non ti sento muoverti, ma il fatto che la mia pancia cresca e io abbia tutta una serie di non piacevoli dolori dimostra che qualcosa, lì dentro, stai facendo!). Poi quando io e il papà ti abbiamo visto su quel foglio delle Beta per la prima volta, quel valore 215 che non mi è mai sembrato un numero così bello, ecco che da lì è scattata la paura di perderti. Non c'è stato un solo giorno in cui la mia mente non abbia avvallato l'ipotesi che potessi non averti un giorno tra le braccia. Prima c'è stata la paura dell'aborto nei primi mesi, adesso la paura di non sentirti ancora muoverti (avanti batti un colpo!!!!!), che tra un'ecografia e l'altra possa succedere qualcosa e io non me ne accorga e tu possa lasciarmi di nuovo da sola. Quando sarai tra di noi non ti ci vorrà molto, amore mio, per capire quanto tu sia stato atteso e desiderato. Altro che Royal Baby!!!!
E non siamo solo io e il papà che così disperatamente ti abbiamo cercato in questi due anni...c'è una lista di persone davvero lunga che non vede l'ora di vederti, come un piccolo Gesù Bambino venuto al mondo per salvarci tutti quanti. I tuoi nonni, le tue zie acquisite (ne hai davvero tante, una più speciale dell'altra!), persone che non hanno mai nemmeno conosciuto di persona la tua mamma ma hanno fatto sempre il tifo per lei nel suo viaggio verso di te. Siamo riusciti a strapparti dalla tua nuvoletta dorata e tutti siamo in estasi al pensiero di vederti e conoscerti a dicembre.

Ovviamente in pole position c'è la tua mamma, che pensa a te e piange, qualcuno le scrive una cosa carina e gentile e lei piange, il tuo papà le accarezza la pancia e lei piange...insomma, una squilibrata totale! Ma la verità è che solo la tua mamma sa quanto tenacemente ha combattuto per averti qui, in quel posticino tanto caldo e accogliente dove tu sei adesso (o almeno credo sia così, visto che a parte dormire, mangiare e succhiarti il pollice non fai!), quanto ha sofferto, fisicamente e psicologicamente per arrivare ad essere una futura mamma con la pancia, a detta di molti, troppo piccola per essere di 5 mesi e passa (fanculo...cioè, al diavolo...non imparare le parolacce già mentre sei nella pancia!!!!!). La verità è che sono FELICE, e mi sento completa, nonostante i problemi. E sei tu, cucciolino, a farmi sentire così.
Quando le persone mi vedono e dicono che sono radiosa (io non mi ci vedo, comunque) penso che il merito sia solo e unicamente di questo regalo che mi porto dentro, e che ho desiderato con tutta me stessa. E i dolori ci stanno, così come la nausea e il vomito, fanno parte del gioco...un gioco che ho ogni giorno la consapevolezza che avrei potuto non giocare mai. E mi fa apprezzare ancora di più ogni istante di quello che sto vivendo, ogni sfumatura di questa attesa finalmente dolce.

Dire che non sono una futura mamma ansiosa sarebbe negare la realtà. O forse non coglierla davvero in pieno. Ho letto montagne di libri prima, quando non arrivavi, e ne sto leggendo adesso che sei work in progress...ho disperatamente bisogno di avere tutto quanto sotto controllo, anche se poi sono sicura che ci saranno cose che mi sfuggiranno dalle mani. E andrà bene così, se sarà il prezzo da pagare per averti qui.


Quando i Modà cantano "L'odore dell'estate, la fatica delle salite, per apprezzarle meglio, quando saranno discese", mi ritrovo in quelle parole, perché mi accorgo che senza tutta la fatica che abbiamo fatto in salita, questa discesa verso di te non sarebbe potuta essere così emozionante, dolce, incredibile. E non è questione di attesa speciale perché si tratta del primo figlio. Il punto è che il figlio sei tu, e i genitori siamo noi. Nessuno può capire davvero cosa siamo noi 3, io, il papà e te, uno per l'altro. Tu per noi sei TUTTO. E per la tua mamma in particolare, beh, semplicemente sei la vita.

Con tutto il mio cuore,
La tua mamma.




21 luglio 2014

3 IS THE MAGIC NUMBER!

...E alla fine sono arrivati anche per me. Sì, i 30 anni. Se fossi un programma televisivo mi chiamerei "30 ANNI E INCINTA". Finalmente, mi verrebbe da aggiungere. Ma questo non è un post in cui mi lagno di quanto la mia attesa sia stata lunga e complicata. Adesso Sofiego c'è, in questa pancia che cresce giorno dopo giorno e che non smetterei mai di guardare. Perché è un traguardo, e me la sono conquistata con una tenacia e una determinazione che non sapevo nemmeno di avere.
Quindi, dicevo dei miei 30 anni. Essendo che il regalo migliore non è al momento disponibile ma sarà in consegna nei prossimi mesi, è stato veramente difficile trovare un qualcosa che si avvicinasse anche solo lontanamente alla bellezza di quello che porto dentro.

Così ho deciso che quello che volevo era ritagliarmi 3 giorni lontano da tutti, solo io, mio marito e il nostro cucciolino. La nostra prima mini vacanza insieme, in 3. E devo dire che era davvero tanto tempo che non stavo così bene (mio marito mi ha definita "RAGGIANTE", e la cosa mi ha fatto davvero piacere, poiché significa che forse anche a livello visivo ho perso un pò la faccia grigia che avevo nel periodo in cui vomitavo ogni giorno!). Abbiamo camminato tanto (in primis per andare a mangiare ahahah!), fatto tanti bagni e tante coccole al pancino. E' stato bello allontanarsi anche se solo per qualche ora da tutte le responsabilità e i problemi che domani torneranno a bussare alla mia porta. E' stato bello avere del tempo per stare con mio marito, per parlare, per essere una volta tanto solo Sara e Daniele e non due che hanno un'attività e ci pensano ogni istante di ogni giorno.


E' bello quando riesci anche se solo per poco ad uscire da quella che è la tua vita di sempre e renderti conto che ci sono tante piccole cose che ti perdi quando lavori 12 ore al giorno e vivi sempre sotto stress. Io purtroppo ho questa fortuna troppo poche volte, ma quelle volte che succede è sempre bello. Come quando riesco ad incontrare degli amici che non vedo da tanto, a ritagliarmi una mezz'ora per mettermi sul divano a leggere un libro. Piccoli momenti di felicità che per me fanno la differenza. E i 3 giorni passati al mare rientrano in questi momenti speciali. 

Adesso che la gravidanza procede (siamo a quota 18+3 settimane!) riesco a concentrarmi di più sulla bellezza di quello che succederà piuttosto che sulla fatica di quello che è stato. E il risultato è che riesco a sorridere di più, che nonostante i problemi sul lavoro c'è una parte di me impermeabile a qualunque cosa succeda, un piccolo angolo di paradiso tutto mio e del mio piccolino/a. La mia pancia che cresce poi mi fa sentire bella e incredibilmente fortunata per quello che sto vivendo. Al mare era pieno di donne incinte, la maggior parte donne molto incinte (quando io sarò molto incinta probabilmente ci sarà la neve!)...eppure io mi sento speciale, a mio modo unica. Forse tutte le donne incinte si sentono così, o forse no. Quello che so è che mi sento bene, mi piace la mia pancina, mi piace fargli le carezze, mi piace quando il papà la accarezza e gli parla. Mi piace essere incinta e non importa se vomito ancora, se sono sempre stanca...sono incinta ed è la cosa più bella e importante del mondo in questo momento per me.


Poiché non credo proprio che ci sarà un'altra occasione per raggiungere il mare questa estate, ho chiesto a Dany di farmi un pò di fotografie per ricordarmi di questi giorni, del sorriso che avevo, di come ero serena e tranquilla. Chi mi conosce sa che non sono una alla quale di momenti tranquilli ne sono capitati tanti nella vita, quindi QUESTO così speciale assume un significato ancora più importante.

Adesso aspettiamo di rivedere Sofiego alla prossima visita, è passato quasi un mese e speriamo che questa volta decida di essere un pochino meno antipatico e di farsi almeno vedere in faccia. Mi manca. E ho bisogno di sapere che sta bene. Perché se lui sta bene, anche io sto bene. Quando si tratta del mio cucciolino sono sempre un pò ansiosa. Mancano solo 8 giorni e poi la mamma e il papà ti rivedono Amore!
E' proprio vero che 3 è il numero magico...di sicuro lo è per noi :)

6 luglio 2014

L'IMPORTANZA DI AVERE VOI!

Per definizione non posso considerarmi una persona fortunata, cioè una di quelle alle quali le cose capitano semplicemente stando sul divano a leggere una rivista o dandosi lo smalto sulle unghie. Non è mai funzionata così per me e dubito che lo sarà mai. Però ogni tanto anche nella mia sconclusionata vita si riescono a creare dei momenti che vorresti cristallizzare nel tempo dal tanto che sono stati perfetti.

Ieri è stato uno di quei giorni. Perché sono riuscita a vedere entrambe le mie migliori amiche. Tutte e due nello stesso giorno. So che non dovrebbe essere un evento o una cosa da ricordare, ma non conoscete le nostre vite! Mi piacerebbe avere una vita alla "Sex & The City" dove nonostante tutte lavorino, cosa poi facciano "davvero" non è facile capirlo, visto che riescono sempre a trovarsi (cioè, Miranda fa l'avvocato e ha 3 volte più tempo libero di me, vai a capirlo!) ogni giorno, ogni volta che hanno bisogno.
Noi dobbiamo benedire WhatssApp perché è il solo modo per non perderci per strada interi spezzoni di vita. Ma al di là del come e quando e quanto spesso riusciamo a vederci, oggi vorrei rendere omaggio alle due donne che, insieme a mia madre, costituiscono il pilastro sul quale poggia tutta la mia vita.

Allora, ci sono queste due persone fantastiche, completamente diverse tra loro, eppure assolutamente complementari per me. Due amicizie nate in modo diverso, che vanno avanti in maniera diversa, eppure non potrei pensare nemmeno per un'istante di non avere una di loro due nella mia vita.

Università, anno 2003. C'è questa tipa, madonna mia che antipatica!!!! Non ci parliamo spesso proprio perché a pelle non ci sopportiamo. Insomma, premesse pessime. Poi gli anni passano, l'università finisce, su Facebook è una di quelle persone che vedi ma non senti, della quale leggi di sfuggita cosa fa ma non ti viene da interessarti troppo. Poi inizio a mettere su casa e qualcosa cambia, tra di noi. Scatta il nostro secondo primo colpo di fulmine e come in tutte le più belle storie, ci innamoriamo. Follemente. E diventiamo amiche. Più che amiche. Un rapporto come non ne ho mai avuti. Organizza il mio addio al nubilato, è la mia testimone di nozze e adesso, con Sofiego, è una quasi zia dolce e premurosa. Una persona fantastica con un carattere di merda: ci scontriamo ogni giorno, ci scambiamo ogni genere di insulti. Ma poi siamo lì, sempre, a cercarci. E trovarci. Perché perderci è impossibile. Quante ne abbiamo passate in questi anni, quante lacrime ci siamo asciugate, quante risate ci siamo fatte. E siamo ancora qua, immaginando il nostro futuro insieme. Noi siamo la dimostrazione che una seconda impressione può cambiarti la vita.

Io e la Ila

Poi c'è un'altra storia. Una storia iniziata anni e anni fa. Una roba alla "Sliding Doors" o alla "Serendipity" dove due giovani donne si incontrano/scontrano/incrociano ad un concerto dei BackStreet Boys e poi vanno ognuna per la sua strada, senza essersi scambiate nemmeno una parola. E si arriva al primo giorno di università. Dove si ritrovano. E si riconoscono. Anime Gemelle. Da lì non si lasciano più. Quelle siamo io e la mia migliore amica Fra. Quella che sa tutto di me, che conosce ogni sfumatura del mio carattere, che mi ha aiutato e che ho aiutato tante volte. Vederci ieri mi ha ricordato quanto vorrei averla accanto a me ogni giorno invece che in un'altra regione. Perché ogni volta che la vedo tutto diventa più bello, un pò più facile. Lei è la mia persona. E io sono così fortunata ad averla nella mia vita. Tutti dovrebbero avere una persona così nella propria vita. Qualcuno che te la migliora, qualcuno che le da un senso. La mia è la Fra.

Io e la Fra

Queste due persone sono le due mie migliori amiche, uniche e speciali in un modo tutto loro. Mi hanno salvato tante volte, mi hanno aiutato ad arrivare fino a qui, certe volte spronandomi, certe volte coccolandomi, certe volte semplicemente standomi accanto in silenzio. E facendomi sentire il loro amore. Il che spesso è l'unica cosa di cui abbiamo bisogno.

Ecco, oggi voglio dire a voi due che vi ringrazio per non lasciarmi mai da sola, per volere bene a me e a Sofiego, per essere felici per me dopo tanto dolore e tante difficoltà. Quando sarà il vostro momento cercherò di essere una zia brava almeno quanto voi con il mio cucciolo... nell'attesa cerco di essere con voi un'amica brava almeno la metà di quanto siete voi con me, che sarebbe comunque già tantissimo. Perché voi siete fantastiche, e io vi adoro. Le mie sorelle di cuore. Il sole della mia vita.

Buona domenica dolcezze,
con tutto il mio amore.
S.



22 giugno 2014

QUI SI CRESCE!!!!

Ieri, sabato. Il sabato è statisticamente il giorno in cui mi capita più spesso di finire travolta dai miei pensieri. Ieri sera è successo, tornando dalla spesa. Non mi ricordo quale cavolo di domanda mi abbia fatto Dany, probabilmente non c'entrava un cavolo, e io mi sono messa a piangere (sono gli ormoni, continuiamo ad usare la scusa degli ormoni, è perfetta!).
In cinque secondi sono stata travolta dal ricordo di tutto quello che è successo in questi mesi, dal dolore, dalla sorpresa, dal sentirmi una donna senza speranza all'essere una donna fortunata nonostante tutto.

E ho pensato che è facile, per le persone che non mi conoscono davvero, credere che ADESSO tutto sia cambiato, che essere dall'altra parte (cioè incinta) faccia di me una persona diversa da quella che ero solo 4 mesi fa. Beh, non è così. Ed è per questo che stamattina ho postato su Facebook questo articolo comparso su D La Repubblica qualche mese fa: 10 cose da non dire agli amici senza figli. Perché queste frasi me le sono sentita dire per anni, i "Beati voi, vi invidio", i "Godetevi la vita voi che potete", frasi dette senza pensare, le ho mandate giù insieme alle lacrime, mentre fingevo di non starci male ma in realtà ci morivo. E, credetemi, non basta un test di gravidanza positivo, un'ecografia dove vedi il tuo miracolo che si muove e che è lì a scombussolarti la vita per non tornare con la mente a quelle persone per le quali prima andavi evitata come la peste e adesso che sei incinta invece sei diventata miracolosamente "normale". L'infertilità è una piaga che la maggior parte della gente non sa come affrontare, quindi evitarla è la soluzione migliore. Peccato che non ci sia niente di più forte e testardo di una donna che non riesce ad avere un bambino. E quella donna, statene certi, non dimenticherà chi l'ha guardata con schifo malcelato. Io non l'ho fatto. Non ci riesco. Non posso dimenticare. E nemmeno voglio. Esserci adesso è troppo facile. Dovevi esserci mentre gli esiti degli esami mi condannavano ad una strada in salita. E infatti chi ha avuto la forza di starmi accanto in quei momenti, ha e avrà sempre la mia riconoscenza. Certi gesti te li porti nel cuore per sempre.

Quelli sono gli zii di Sofiego. Che io amo immensamente e che anche lui/lei ha imparato ad amare fin da quando era ancora un abbozzo di cellule, in bilico in questa vita. A proposito di Sofiego...il topolino cresce e mercoledì lo rivedremo...è comunque incredibile quanto sia diventato grande dalla prima ecografia dove c'era semplicemente una palla al posto della testa, alla seconda dove se ne stava beatamente a testa in giù muovendo la manina a paletta per arrivare a quella dove già sembra un bambino a tutti gli effetti, con il nasino più bello che si sia mai visto...AMORE DELLA SUA MAMMA!!!!!!!


E poi c'è lei, la mamma, cioè io, che non ha messo su un etto che sia uno (grazie al vomito e alla nausea che continua tuttora) ma che in compenso ha perso la capacità di entrare in qualunque paio di jeans da oramai 2 mesi. Vi lascio alle vostre personali interpretazioni sulla forma della pancia, a me sembra semplicemente un pancino adorabile :)



Vi auguro una buona domenica...noi pensavamo di montare la piscina ma a quanto pare il tempo sarà schifoso per tutta la settimana, quindi tutto rimandato...meglio così perché io sono taaaaaaaanto stanca :)
Vi abbraccio,
S.

16 giugno 2014

...E FINALMENTE L'ATTESA SI FA DOLCE!

Ho dato un'occhiata all'ultima volta che ho scritto sul blog e non mi sembra vero la quantità di cose che sono successe in questi mesi. La persona che sono oggi non è nemmeno lontanamente l'ombra di quella che scriveva a marzo piena di risentimento e rancore verso certe cose e certe persone (il che non significa che io abbia dimenticato, solo che sto lasciando correre, per quanto certe volte non sia facile). Mi è mancato tantissimo scrivere e condividere quello che mi stava succedendo, ma una parte di me sapeva che aspettare era la cosa giusta da fare. O forse era semplicemente la paura fottuta di un'altra delusione, il dover dare per l'ennesima volta spiegazioni mentre avevo il cuore in frantumi. C'è un numero limitato di cadute che una persona può umanamente sopportare senza spezzarsi le ossa. Così ho deciso di chiudermi in una bolla con pochissime persone, una selezione naturale che si era svolta nei mesi scorsi, quelli in cui si è capito per chi ero un'amica e per chi solo un pettegolezzo da pausa pranzo.

Due anni sono tanti per chi rincorre un sogno che non riesce ad afferrare, due anni sono tanti mentre tutti intorno a te riescono ad ottenere quello che a te sembra essere precluso, e ci riescono molto spesso non desiderandolo nemmeno. Nel grande disegno della vita tutta questa storia mi ha insegnato che siamo assolutamente impotenti di fronte al percorso che qualcuno di più grande ha programmato per noi. La mia mamma l'altro giorno mi ha detto che Dio lancia le sfide solo a chi sa che può affrontarle e sopportarle...e devo dire che fino a quando non ti accorgi che le uniche alternative che hai sono nuotare o affogare, non capisci quanta forza hai dentro. Dopo ogni delusione sembrava non esserci più posto per un altro passo, e invece poi il sole sorgeva e mi rialzavo, mettevo un piede dopo l'altro e andavo avanti. Perché ci sono sogni che non puoi semplicemente chiudere in un cassetto. Ci sono sogni che occupano tutta la tua vita, che sono la tua vita. E non viverli equivale a morire.

Dicevo: in questi mesi di cose ne sono successe veramente tante. Voi mi conoscete, io sono una senza filtri (e infatti poi ne esco sempre coi lividi) ma ho deciso che questa cosa doveva essere fatta in un certo modo. Io e mio marito, ancora qua, al giro di boa dei nostri 10 anni insieme, noi che insieme siamo stati all'inferno e ritorno senza mai lasciarci la mano. Non ho voglia di approfondire troppo questa cosa, vi basti sapere che in questi mesi ci sono state punture (tante), dolore (lancinante), un ricovero in ospedale, una scelta di vita e di amore che chi non è stupido quasi certamente avrà capito dai tanti giri di parole senza stare a fare troppe domande (alle quali comunque potrei anche rispondere, se il più delle volte non avessero il tono del pettegolezzo fine a se stesso o del giudizio non richiesto e comunque espresso da dietro chilometri di ignoranza).

Oggi comunque non mi va di parlare del COME, ma del COSA sta succedendo. Ebbene, lo posso dire finalmente, dopo un tempo assurdamente lungo per una come me, in cui ogni giorno è stata una lunga apnea fatta di ansia e preoccupazione: SONO INCINTA!!!!!!! Cioè con un bambino che sta crescendo dentro di me, un esserino con le manine piccole piccole che nuota nella mia pancia. E che mi sta rendendo la vita un inferno!!!!!

Oramai da parecchie settimane la mia giornata inizia sul wc, o meglio con la testa dentro la tazza proprio (ma chi se ne frega, la ginecologa è entusiasta...perché non tocca a lei ripetere ogni mattina il ballo del vomito!). Tre mesi e abbiamo già capito che ha i gusti e le idee ben precise il nuovo coinquilino qui:
1) Mamma, non voglio che ti azzardi a bere niente di liquido (acqua, latte, succo) fino almeno a mezzogiorno... altrimenti te lo farò vomitare prima che tu abbia finito di deglutirlo...ci ho messo qualche giorno a capirlo ma poi ho afferrato il messaggio...attualmente ho la gola arsa che nemmeno nel deserto del Sahara ad agosto.
2) Mamma, a dire il vero anche la colazione non mi aggrada troppo di prima mattina, quindi penso sia giusto che tu sappia che tutto quello che manderai giù, io lo tirerò su...insomma,non ho molto da fare quaggiù, dovrò pur divertirmi in qualche modo!
3) Mamma, quel Multicentrum Materna che prendi prima di cena mi fa schifo...quindi fai il piacere di vomitarlo tu se no lo farò io e hai visto che so farlo...però la pizza che mandi giù dopo, gram gnam, quella sì che mi piace!
4) Eh, mamma, penso che qui sotto io abbia una scorta di Nutella per sopravvivere a una carestia lunga 10 anni, quindi smettila di mangiarla che mi fai venire i brufoli (in effetti è il primo che è riuscito a togliermi il vizio...se sapevamo che bastava così poco!!!!)

Quando lo abbiamo visto nell'ecografia a 9 settimane era a testa in giù (previdente come la madre, si prepara in posizione!) e muoveva una manina ballonzolando su e giù tipo ballerino di merengue...il mio amore!!!!!Poi durante la visita per la traslucenza invece si è messo di lato, e ha un profilo che ogni volta che lo guardo mi fa sciogliere il cuore...il nasino più bello che io abbia mai visto. Ma come ennesima riprova che il qui presente ha intenzione di essere protagonista indiscusso e che non vuole far sì che la sua mamma abbia una vita normale, abbiamo pensato bene che un bel distacco amniocoriale di 22 mm fosse quello che serviva per mettermi ko e farmi coltivare un pò di sane ansie da aborto, il che non guasta mai. Questo succedeva qualche settimana fa, con tanto di riposo forzato e via, tanto cosa avevi di così importante da fare se non mandare avanti un'azienda? Adesso il distacco si è quasi completamente ridotto, e stiamo uscendo dalla zona più a rischio...ma per chi è arrivato qui come me, la paura non si esaurisce solo perché qualcuno ti dice che il terzo mese è finito e allora puoi tornare a respirare. Avere questo "dono" ti porta inevitabilmente a vivere con la paura attaccata sulla schiena ogni ora di ogni giorno.

Ad ogni modo siamo arrivati al punto in cui la maggior parte delle persone lo sa, siamo entrati nella 13esima settimana e tenerlo nascosto non ha più senso. Ma visto che tutto questo sta accadendo per la prima volta ci sono un sacco di cose che fatico a capire. Una è per quale motivo nella maggior parte dei casi, invece che chiederti come stai, la domanda è "E' maschio o femmina?" e, a ruota "Come lo chiamerete?". Quindi vediamo di chiudere subito la pratica inerente alla questione del nome. Poiché io e Dany abbiamo deciso che non vogliamo conoscere il sesso...lo so, lo so, sarà un supplizio, e come farete a comprare le cose, dammi il numero della ginecologa che glielo chiedo io poi lo tengo per me giuro (by mamma), è inconcepibile che la zia non possa sapere il sesso di suo nipote voi siete solo i genitori (by zia Ila). Ecco, vi prego, abbiamo già tante troppe annotazioni a riguardo...keep calm che dicembre arriva in fretta...non è bello avere una sorpresa sotto l'albero di Natale?! Ad ogni modo, questa al momento è la decisione, salvo contrordine dovuto ad uscita di senno della mamma (il papà ha sicuramente una forza di volontà maggiore e molti meno ormoni in circolo).
Pertanto si è posto fin dal principio il problema di come denominare il coinquilino in questi mesi. Poiché ogni cavolo di nome da utilizzarsi ne delineava il genere maschile (fagiolino & compagnia bella) che potrebbe essere corretto solo al 50%, abbiamo deciso che non vogliamo avere preferenze, quindi abbiamo creato il nome perfetto: SOFIEGO. Sofia + Diego = Sofiego. E quando lo vedremo lo sapremo anche se per il momento abbiamo i seguenti pronostici:
-NONNA: Femmina, perché ti si sono gonfiate subito le tette quindi vuol dire che hai in circolo tanti ormoni femminili;
-ZIA ILA: Devi avere un maschio ma forse sarà una femmina e in ogni caso cambio idea circa 2 volte a settimana;
-ZIA PAOLA: Sento che sarà una bambina;
-PAPA': No Comment, penso ma non dico.

Per ora quindi la vita procede così, la pancia si fa notare (veramente ha iniziato a farsi notare già alla decima settimana!), ho guadagnato una taglia di reggiseno per la gioia di mio marito (che a causa del distacco non può però godere di cotanto ben di Dio!). Come sto? Non lo so. Dico davvero. Vivo ancora nella fase non è vero non sta succedendo a noi, troppa fortuna. Il che dopo tutto l'inferno che abbiamo passato è un'autentica follia pensarlo, ma stava diventando tutto così difficile che pensarmi mamma è davvero un qualcosa che va oltre ogni aspettativa. Il miracolo invece c'è, è lì, con un cuoricino che batte e le manine che si muovono. Tutto per noi. Finalmente questa volta è il nostro miracolo. Voluto disperatamente, con le unghie e con i denti, afferrato e tenuto qui in questo mondo a dispetto di ogni pronostico. NOSTRO. La felicità più forte mai provata, la felicità più forte che si potrà mai provare nella vita.

Ci sono tante cose che mi frullano nella mente, che vorrei dire ma oggi ancora no. Oggi no perché oggi è il giorno della felicità, il giorno in cui la smettiamo di dire le cose a metà, le mezze verità, le mezze bugie, in cui finalmente urliamo al mondo che tra qualche mese saremo in 3. Che il sogno realtà diverrà. Per tutto il resto c'è tempo.

17 marzo 2014

STO TATUAGGIO CONTROVERSO

Non che non l'avessi subodorato da parecchi mesi se non anni, ma da quando mi trovo con entrambi i piedi nel fantastico mondo dell'infertilità, l'ho capito con cristallina certezza: la gente detesta farsi i cazzi suoi.
Non c'è niente da fare. Sarà che di questi tempi la vita è quella che è, i problemi sono tanti e bisogna trovare una valvola di sfogo. E quindi cosa può esserci di meglio che spettegolare e vivere per qualche minuto (o ora, o giorno) le sfighe di un'altra persona? Niente a quanto pare.
Poi mi viene anche il sospetto che io abbia una calamita per attirare questo genere di persone, io che invece mi faccio sempre mille problemi anche con le persone che conosco benissimo e che magari si chiedono "Ma perché non mi chiede niente?". Il fatto è che io sono così: se tu non ne parli significa che non te la senti/non ti va/non sei pronta. Se ti andrà me lo dirai e io ti ascolterò. Io invece a quanto pare non merito lo stesso rispetto e la stessa sensibilità.

Esempio. Banca. Tizia alla cassa con la quale avrò scambiato 10 parole nella mia vita. 10, per eccesso. Sono lì seduta che mi faccio i fatti miei ad aspettare di parlare con la responsabile. Mente piena di 23894612956 pensieri. Giornata nera, tanto per cambiare.
Lei:"Ma tu sei sposata?"
Io:"Sì"
Lei"Eh, avevo visto la fede" (Allora cosa c...o me lo chiedi a fare?)
Lei:"Hai bambini?"
Io:"No"
Lei:"Non li vuoi?"
Io:"..."
Lei:"Toccato un tasto dolente?"
Io:"Sì" (A questo punto una persona con del cervello starebbe zitta)
Lei:"Beh ma quanti anni hai?"
Io:"30 tra qualche mese"
Lei:"Sei così giovane! Non perdere le speranze!!!" (Odio gli incoraggiamenti)
Io:"Non credo sia questione di speranza"
Lei:"Ma sì, non sai quanto sei fortunata a stare sola con tuo marito senza pensieri!".
Ecco, questa è la cosa peggiore che mi si possa dire in questo momento. "Non sai quanto sei fortunata!". E' la frase che detesto di più dopo "Se ti rilassi vedrai che il bambino arriva". Ma fortunata de che???? Arghhhhhh
Io resto in silenzio. Penso che la conversazione sia andata abbastanza oltre. E invece no, questa imperterrita continua.
Lei:"Ma avete problemi?"
Io:"Secondo te?"
Lei:"Ma siete così giovani!". E ridaje con sta cosa dei giovani. Qualcuno può spiegare ai non infertili che avere un bambino non dipende solo dal non avere 60 anni e la menopausa, per favore????
A questo punto mi sono alzata, ho detto che dovevo fare una telefonata e sono uscita. Mi stava per esplodere il cuore.
Lo stare male non è dato dal giudizio di una che non so nemmeno chi sia...ma per il fatto che quando dici che non hai un figlio è sempre come se tu non stessi facendo il possibile per averlo. Ci manca solo che mi chiedono se faccio sesso con mio marito o aspetto l'annunciazione e poi...anzi, a dire il vero qualcuno mi ha chiesto se facevo sesso oppure no. Forse pensavano che ero rimasta ferma alle cicogne e i cavoli, boh.

Altra questione carina che si sta mostrando con allarmante frequenza è la questione del significato del tatuaggio. Il tatuaggio che ho fatto a fine settembre e che mio papà ancora non ha visto...questo caldo mi inizia a preoccupare, tra poco dovrò svelare il mio peccato. Che poi, oddio, penso che mio padre abbia superato la fase del "mia figlia si fa un tatuaggio, diventerà una tossica sbandata" visto che il primo l'ho fatto a 16 anni e da allora mi sembra di aver rigato fin troppo dritto. Ma non lo so. A 30 anni come a 8, continuo ad avere soggezione e timore del suo giudizio. Tipica sindrome da figlia unica, non c'è molto da analizzare.
Comunque, dicevamo del tatuaggio, questo il corpo del reato:



In questi mesi ho fatto più prelievi del sangue e visite che mai in 30 anni di vita. La sfiga vuole che le mie vene migliori siano sul braccio sinistro, quindi devo sempre scoprirmelo. A quanto pare le care vecchie infermiere discrete non esistono più (o non sono mai esistite, mi viene anche questo dubbio). Ogni volta che mi scopro il braccio parte subito la domanda "Ma cosa vuol dire?". Lo so che forse se avessi voluto evitare la domanda non avrei dovuto farmi un tatuaggio sul polso però cavolo, un kg. di fatti tuoi no?
E quindi ecco che mi trovo sempre, tra il timido e l'imbarazzato a dover rispondere. "Qualunque cosa succeda, fino alla fine del tempo", in italiano significa questo. E non è che io sia imbarazzata per quello che significa, è una promessa fatta a me stessa e ad un'altra persona, un qualcosa di personale, di nostro. E via che partono tutta una serie di risposte varie e pittoresche:
"Che esagerata!!!!!!!!"
"Che romantico!"
"Che catastrofica!"
"Ma chi è lui?" (Un cammello, vorrei rispondere)
"Cosa deve mai succederti?"
Queste sono solo alcune. Tendo a non dare mai alcuna risposta in merito perché nel frattempo mi hanno conficcato un ago nel braccio e mi stanno depredando di litri e litri di sangue. Quando hanno finito mi tiro giù in fretta la manica, saluto ed esco. Ho persino scoperto che tra infermiere se lo sono dette perché quando sono ritornata per un secondo prelievo in uno degli ospedali che frequento con una certa costanza, una mi ha detto "Ah, lei è quella della dichiarazione d'amore". Oh Signore, dammi la forza!!!!!!!
Morale della favola che sto tatuaggio scatena discussioni che nemmeno in questi giorni tra USA e Russia. Io dico solo questo: che mi fa una grande tristezza chi non riesce a pensare ad una persona alla quale donare tutto se stesso, fino alla fine del tempo. O peggio ancora che magari ce l'ha ma non riesce a dirlo per paura di sembrare stupido/debole. Io questa persona l'ho trovata. E non importa quanto la nostra vita sia complicata e piena di ostacoli, quanto le persone parlino e sparlino di noi. Quelle parole meritano di stare lì, sul mio polso, per essere guardate e riguardate ogni giorno. Qualunque cosa succeda significa con o senza bambini, nella buona e nella cattiva sorte. Non tutti i giorni sono facili, alcuni più di altri. Ma bisogna sempre lottare, fino alla fine del tempo.

Sara

COSA MI PORTO NELL' ANNO NUOVO

Quest'anno gli anni saranno 39. Non me li sento, non sono pronta. Se penso che mia figlia ne compirà 9 poi! Mi sembra pazzesco quanto ve...