29 dicembre 2018

4 ANNI CON TE


Piccola mia,
come ogni anno sono qui a scriverti in occasione del tuo compleanno. 4 anni sono già passati da quando ti ho tenuto per la prima volta tra le braccia, molti di più sono quelli in cui ti ho immaginata e desiderata.
Vederti crescere è un qualcosa che non smette di emozionarmi ogni giorno. Riguardo le tue foto appena nata e mi sembra impossibile che tu avessi quei capelli scuri e fossi così minuscola. Adesso cerco di pettinare quei ricci biondi e portare in braccio quasi 21 kg di bambina, è incredibile come cambiano le cose e quanto in fretta lo facciano.

In questo anno abbiamo fatto tanti viaggi, hai visto dei posti bellissimi e tanti ancora ne abbiamo in serbo per te. Tante persone ci chiedono perché ti portiamo in giro, costringendoti a ore sull'aereo o ad andare in posti che nemmeno ricorderai di avere visto. Glielo dici tu che ancora parli di quando lo scorso anno hai visto la Pantera Vera, dell'emozione che hai provato in cima alla Tour Eiffel, di quando hai visto i pesci sott'acqua facendo snorkeling a Marsa Alam? Non abbiamo mai fatto nulla che ti potesse far stare male e basta vedere il tuo volto sorridente quando siamo in vacanza per capire che è una cosa che ti rende felice. E che rende felice noi. Quindi che motivo c'è di smettere? Anzi, più andiamo avanti più viaggeremo, abbiamo ancora tanti di quei posti meravigliosi da vedere, alcuni nuovi per tutti e 3. E vogliamo vederli con te.



Averti nella mia vita è una fortuna di cui non smetto un solo giorno di essere grata. Ti ho desiderata tanto, cerco ogni giorno di fare del mio meglio, di essere una mamma buona, amorevole, di non farti mancare nulla ma anche di essere severa quando serve. Perché quello che desidero è farti diventare una donna forte, indipendente, una donna di cui poter essere orgogliosa. Più ti guardo e più mi accorgo che in certe cose mi assomigli moltissimo, mentre in altre, per fortuna, sei tutta tuo padre.
Ci sono momenti in cui vorrei poterti spegnere, perché parli ininterrottamente dalla mattina alla sera, perché quando siamo insieme nel weekend non riesco mai nemmeno ad andare in bagno senza che tu mi segua. Certe volte mi sento soffocare. Ma mai, MAI, riesco a pensare che sarebbe meglio senza di te. Tu hai riempito la mia vita di colore, di risate, di emozioni che non avevo mai provato. E che non puoi davvero capire fino a quando non le provi.
Certo, la vita da mamma non è facile, non lo sono le notti insonni, i capricci, l'avere un qualcuno che dipende sempre da te anche quando tu non riesci a badare nemmeno a te stessa. Ma quello che tu mi restituisci in cambio ripaga di tutte le rinunce di questi anni. Il tuo amore incondizionato, il tuo guardarmi come se per te fossi il sole. E di riflesso io ti guardo e qualcosa mi esplode dentro.

4 anni fa non potevo sapere quante sfide avrei dovuto affrontare, quante cose ti avrei dovuto spiegare, quanti giudizi avrei dovuto sostenere. Ma sono arrivata qui. Tu sei una bambina meravigliosa, sempre sorridente, felice. Forse non è tutto merito mio, ma penso che una buona parte del tuo essere così dipenda anche dal come io e il papà ti facciamo vivere. Ovviamente adesso non lo possiamo sapere, ma quando sarai più grande spero potrai essere una persona felice come lo sei adesso.


Questo anno hai avuto la tua prima festa di compleanno con gli amici. Mi sono impegnata tanto per far sì che tu potessi avere una festa meravigliosa e penso di esserci riuscita, anche se so che non è una festa di compleanno che rende più o meno felice la tua esistenza. Ma vederti aprire i regali, trovare i palloncini di Lady Bug, avere una animatrice che ti ha fatto un super trucco...i tuoi occhi erano felici, TU eri felice. E io lo sono stata insieme a te, alla fine di quella giornata.

Per me sei tutto, sei la cosa più bella e difficile allo stesso tempo che io ho fatto nella mia vita, sei una sfida quotidiana ai miei limiti, sei ciò che sposta ogni giorno i miei confini un pò più in là. Sei luce, la luce che mi serviva per apprezzare la vita. Da quando ci sei tu, le cose che prima parevano importanti hanno smesso di esserlo. Le cose superflue, materiali, non contano più quanto prima. Quello che adesso conta è il sapere che stai bene, il poter passare del tempo insieme a te, i tuoi abbracci, i baci. L'essenziale sei tu.

4 dicembre 2018

5 COSE CHE MI FANNO SORRIDERE

Io detesto l'inverno. Non sopporto il freddo, l'uscire da sotto le coperte quando suona la sveglia la mattina, il mettere il muso fuori di casa per andare al lavoro. Ci si alza alla mattina e c'è buio, si rincasa e c'è buio.
Ed è proprio in periodi come questi, quando servirebbe una pausa dal mondo, che cerco di trovare un buon motivo per sorridere e andare avanti, nonostante i problemi. Queste sono le 5 cose che, nel quotidiano, mi rallegrano la giornata e mi rendono un pò più facile arrivare a sera. Sono cose molto elementari, a costo quasi 0, ma che riescono sempre a risollevarmi il morale anche nelle giornate peggiori:

1) LE CANDELE. Le adoro, fosse per me le terrei accese tutto il giorno. Mi piace la luce che fanno, mi piace l'atmosfera. Quando arrivo a casa dall'ufficio alla sera le accendo e in un attimo le cose prendono una piega diversa. Soprattutto adesso che abbiamo anche l'albero di Natale, tra le lucine e le candele è una mezza festa. Sofia si diverte ad accendere l'albero, io accendo le candele e via, siamo pronte e passare l'ultima parte della giornata insieme. Da qualche mese a questa parte poi Sofia ha preso l'abitudine di chiedere di fare il bagnetto con le candele (che diva!), quindi candele anche in bagno. Atmosfera e profumo a 1000. Ogni tanto quando sono sul divano, dopo che ho messo a nanna Sofia, mi soffermo a guardare quella luce tremolante, faccio qualche respiro profondo e mi do una pacca virtuale sulla spalla. Anche oggi ce l'hai fatta, mi dico. Ogni giorno affronto un sacco di problemi sul lavoro, che riesco a vedere nella giusta prospettiva solo quando sono a casa e faccio la conta di quello che è davvero importante: mia figlia, mio marito, i miei genitori, le mie "sorelle". Se loro stanno bene, a tutto il resto una soluzione si trova.




2) LA PIZZA. Non quella d'asporto o da mangiare in pizzeria. Nossignori. La pizza fatta in casa, nella teglia, con la mamma che la stende, il papà che mette pomodoro e mozzarella e Sofia che sgraffigna il prosciutto. Io quando so che alla sera ci sarà la pizza, esco di casa più di buon umore. E' una cosa di una banalità sconcertante, ne sono consapevole, ma nessun altro alimento ha questo potere su di me. In quei 10 minuti in cui prepariamo la pizza insieme mi sento in pace con il mondo, sento di avere tutto ciò che è davvero importante. Il potere dei carboidrati!



3) I LIBRI. E non intendo i libri da comprare. Mi riferisco ai libri della biblioteca, ossia quel luogo potenzialmente infinito di soddisfazione dei desideri. A me basta andare sul sito del catalogo online della biblioteca e cercare un libro per essere felice. Adoro ordinare libri in biblioteca, perché posso consultare, darmi la possibilità di capire se un libro mi piace oppure no senza sentirmi in colpa per avere speso soldi. Anche perché va considerato che sul mio Kindle ho tipo 300 titoli ancora in attesa di essere letti, ma la biblioteca esercita un fascino al quale non so resistere. Soprattutto per quanto riguarda i manuali. I romanzi faccio più fatica a leggerli se provengono dalla biblioteca, ma i manuali...per fortuna si possono prendere in prestito fino a 15 titoli! Io adoro "studiare", imparare di più di argomenti che mi interessano, che siano i viaggi, l'imprenditoria, il risparmio, l'educazione famigliare. Sono una lettrice onnivora. Da quando c'è Sofia una delle attività che più hanno risentito della diminuzione del mio tempo è la lettura, ed è un cruccio che mi attanaglia ogni giorno. Perché alla sera vorrei riuscire a stare sveglia per leggere ma poi crollo sempre svenuta sul divano. Colpa anche un pò delle serie tv di Sky che creano dipendenza...anche perché dopo 12 ore di lavoro, guardare passivamente la tv è sicuramente meno impegnativo che concentrarsi nella lettura. Ma il tasso di soddisfazione che ti lascia un libro è decisamente diverso.



4) PROGRAMMARE VIAGGI. Ok, questo è IPOTETICAMENTE qualcosa che comporta un certo costo. Ma il costo sta nell'acquisto effettivo del viaggio, non nello studiare le mete, decidere cosa si vuole fare, quando, andare alla ricerca di cataloghi o informazioni, come impostare l'itinerario, confrontarsi con chi ha la tua stessa passione. Queste cose sono per me una buonissima parte del viaggio vero e proprio. E sono tutte gratis. Quando sai che mancano ancora X mesi prima delle ferie, questa è la soluzione giusta per ritrovare un po' di ottimismo. Poi certo, un conto è organizzare la gita fuori porta, un altro un OTR di 3 settimane...ma nell'immediato la scarica di adrenalina è pressoché la stessa.



5) I VIDEO/BLOG MOTIVAZIONALI. La matrice comune è un po' quella della passione dei libri. A me piace imparare da chi ne sa più di me, scoprire come migliorarmi come persona, come imprenditrice, come mamma. Leggo e guardo moltissimo di questo materiale, mi iscrivo alle newsletter. Mi piace tenere la mente allenata, il rischio di chi fa un lavoro come il mio è di perdere di vista tante cose collaterali, invece importanti. Ultimamente sono concentrata soprattutto sull'aspetto lavorativo, quindi leggo tanto su questo argomento, perché è il "settore" della mia vita in cui al momento voglio migliorarmi di più. E so che avere degli esempi a cui mirare non può farmi che bene.

Ecco, queste sono le mie 5 "pillole di felicità" di questa stagione autunno/inverno. E voi? Che cosa di piccolo, apparentemente insignificante, vi rende più felici?

30 ottobre 2018

PARIGI: 3 GIORNI IN 3


Eccomi qui a raccontarvi il nostro weekend di 3 giorni (per il compleanno del papà) a Parigi, giorni sfiancanti ma bellissimi.
Come sapete sono una programmatrice compulsiva, per cui avevo iniziato a preparare questi giorni parecchio tempo fa. In realtà a maggio, quando saremmo dovuti andare. Poi, complice la nostra solita fortuna, tra tutti i possibili giorni per operare mia mamma, quel giorno era mentre noi saremmo stati a Parigi. Quindi avevo dovuto annullare tutto, con grande tristezza ma con la consapevolezza che la famiglia veniva prima di tutto. Ma non potevo far chiudere questo 2018 senza andarci e così ho approfittato del compleanno di mio marito per prenotare. Per il mio compleanno siamo stati a Pinarella di Cervia...devo aggiungere altro? 😂 Poi c'è gente che si chiede come faccia a sopportare una come me  Comunque, per il nostro viaggio ho fatto un planning con indicati luoghi, distanze, linee metropolitane e cambi, tempo per gli spostamenti ecc...mi ha fatto risparmiare un sacco di tempo e di sguardi alla cartina, quasi quasi potrei metterlo in vendita. Pensavo che il ritmo fosse davvero troppo serrato con una bimba di quasi 4 anni che cammina poco, invece ce l'abbiamo fatta alla grande ed è stata una immensa soddisfazione.
Itinerario in breve, vi lascio giusto qualche indirizzo di ristoranti se, come noi, avete un bambino che pretende i pasti composti da primo/secondo/contorno/dolce/caffé/
ammazzacaffe 😂 che quindi la voce ristorazione sarà quella che più graverà sul vostro budget!
GIOVEDI: arrivo in mattinata (allo CDG i passeggini vengono scaricati come ultima cosa dall'aereo, non li trovate al nastro bagagli ma li portano separatamente. Morale: atterrati con 25 minuti di anticipo, usciti dall'aeroporto con 40 minuti di ritardo), arrivo a BASILICA DEL SACRO CUORE con la RER, pranzo (alla buona, con successiva sosta per acquisto frutta e generi di sopravvivenza), check in hotel (Ibis Porte de Clichy Center, 177 euro 2 notti, è fuori Parigi ma in 20 minuti di metro si raggiunge senza problemi, tripla assolutamente basica ma servita al solo scopo di dormire), GRAND PALAIS/PETIT PALAIS, CHAMPS ELYSEE, ARCO DI TRIONFO. Cena sugli Champs Elysee al ristorante italiano "Cafè di Roma". Menù bimbo a € 9,90 che comprende pasta (piatto da adulto), bevanda e gelato. Cibo buono.



VENERDì: TOUR EIFFEL (con salita, zero fila ai controlli, biglietti presi in 5 minuti, 5 minuti di attesa per ascensore, aria gelida sulla cima ma è un qualcosa che è sempre bello fare), pranzo zona saint Denis "Ozio" mangiato bene sia pasta che pizza, mentre Sofia dormiva nel passeggino passeggiava fino a PLACE DE LA CONCORDE e JARDIN DE TOULIERES. Per fortuna abbiamo trovato un parco giochi e i tappeti elastici, un'ora di relax mentre Sofia giocava. Siamo poi arrivati fino al LOUVRE. Passeggiata ancora sugli CHAMPS ELYSEE per cenare da "Pino", dirimpettaio del cafè di Roma, mangiato bene anche lì. Giro con il BATEAUX MUCHES e finalmente alla quinta volta a Parigi, ho visto la Tour Eiffel illuminata e pure tutta sbrilluccicosa! Sembravo una bambina, ma vi giuro che mi sono commossa 















SABATO: da LOUVRE passeggiata lungo la Senna fino a NOTRE DAME, spostamento zona PANTHEON. Mangiato al ristorante italiano L'ELICA, gestito da ragazzi italiani, molto gentili e bel localino. Da lì mentre Sofia dormiva ci siamo spostati verso JARDIN DU LUXEMBURG. Tirava un gran vento quindi dopo una passeggiata abbiamo fatto pausa merenda e poi ci siamo avviati con la RER verso l'aeroporto per il ritorno a casa.
Cosa mi resta di questi 3 giorni? Le suole delle scarpe consumate dai tanti km macinati a piedi, la consapevolezza che senza passeggino non ce l'avremmo mai fatta, la conferma che Parigi è la città che più amo tra quelle che ho visto, gli occhioni di Sofia sgranati quando ha visto quanto era alta la Tour Eiffel e mi ha detto "E' immensa mamma...ma adesso arriva Ladybug?".








Quanto è stato impegnativo? Molto, soprattutto gestire i momenti in cui noi volevamo vedere qualcosa e Sofia voleva trovare un posto per giocare. Lo rifarei? Indubbiamente sì, per quanto è stato bello vedere una città che tanto amo con gli occhi di mia figlia!
E adesso avanti...che tra 2 giorni ci aspetta un altro weekend , l'ultimo organizzato del 2018. Che è stato un anno bellissimo dal punto di vista dei viaggi.
A presto...


28 ottobre 2018

I MIEI 5 PRIMI (E ULTIMI) GIORNI SU INSTAGRAM

La prima volta era stato con Twitter. Io me ne stavo lì, buona buona su Facebook, postavo i miei articoli, mettevo qualche foto, partecipavo ai miei gruppi, quando ad un certo punto è parso che se non cinguettavi su Twitter non eri nessuno. Ci ho provato, ma 160 caratteri non fanno per me. Mi chiedo come facciano gli scrittori ad avere un account Twitter e ancora non sono riuscita a darmi una risposta. Tempo di durata: meno di 24 ore.




Poi mercoledì mi sono detta che forse era il caso di evolversi, visto che tutto il mondo pare essere ed apparire e seguire e seguirti su Instagram. Così mi sono iscritta. Già 10 minuti dopo mi ero accorta di aver combinato un casino. In pratica, non so come, ho creato un account partendo da Facebook e poi un secondo account, quello sì, consapevolmente. Quindi sono passata da zero a 2 account Instagram che #chiaraferragnilevati.
Già nel panico per questa cosa, subentra un secondo scazzo. Scopro che su Instagram non si può scrivere tramite pc ma solo dalla app. Ma sei serio??? Il mio mondo è sul pc, non su un coso che uso per telefonare e mandare messaggi. Ma, a quanto pare, di gente come me ne è rimasta poca. Ho ancora negli occhi lo shock di vedere, a Parigi, in metropolitana, che su 36 persone (le ho contate) 1 aveva in mano un libro, 31 un cellulare e 4 dormivano. 1 persona su 36. Mi è sembrata una follia. Poi stiamo a chiederci perché scriviamo e parliamo come delle capre.

Comunque, nel giro di qualche ora mi è chiaro che no, c'è qualcosa che non quadra:

1) Chiara Ferragni (che ho scelto VOLONTARIAMENTE di seguire perché volevo capire cosa facesse di così speciale questa nella vita) è una squilibrata. In pratica il suo lavoro è farsi fotografare da altri più squilibrati di lei che si prestano a questo gioco di cui mi sfugge il significato ultimo. Che, sicuramente deve esserci, visto la quantità folle di persone che la seguono, le scrivono e la idolatrano.
2) In pratica è, ancora più di Facebook, una gara di esibizionismo. A chi è più bello, va nel posto più esotico, compra la borsa più costosa, è più innamorato. Non sono una stupida e sapevo che in un social dove si "parla" tramite foto, questo era inevitabile. Ma sono rimasta allibita da quanto tempo impieghi nella vita delle persone questa attività. E, per una come me che sta imparando un pò alla volta quanto il tempo sia prezioso, non è assolutamente ammissibile pensare di sprecare minuti, che già non ho, a guardare frammenti della vita di altre persone delle quali non mi importa nulla.
3) Così come da un pò ho iniziato ad usare Facebook in maniera diversa da come facevo prima quando ero più attiva, mi sono resa conto che non avevo voglia di buttare in pasto la mia vita agli altri così, per un cuoricino in più, che di equilibri nella mia vita non ne sposta nessuno.

Pertanto ecco, 5 giorni dopo la mia registrazione su Instagram, comunico ufficialmente che ho deciso di chiudere l'account. O meglio vorrei, se solo la tecnologia non mi remasse contro e mi dicesse che la password è sbagliata, che mi manda una mail per recuperarla e quella mail non arriva. Penso di aver disabilitato temporaneamente l'account, nel frattempo ho cancellato l'app dal telefono, pertanto da un'ora a questa parte non ho più idea di quello che sta succedendo lì. Non mi mandate richieste, non le posso vedere. E forse è meglio così. Nel mio account resteranno 3 post, tutti e 3 di Parigi. Che ho vissuto, disconnessa per il 95% del tempo, vivendomela davvero.
Chi ha ricevuto una mia foto sul cellulare è stato per fargli sapere che ero sopravvissuta, che ero riuscita ad arrivare lì con Sofia e che ero incredibilmente felice. So che queste persone hanno apprezzato.

Il tempo lo utilizzerò per raccontarvi di Parigi. Perché io oh, non ce la faccio a spiegarvi le cose in 160 caratteri. O con gli #. #scusatemi


27 settembre 2018

LA NOSTRA MARSA ALAM CON SOFIA


Ritornare dalle vacanze è sempre complicato, se lo fai passando dai 33 ai 15 gradi nel giro di 6 ore...beh, trauma assicurato! Nonostante questo sono qui a lasciarvi qualche info sulla nostra splendida settimana a Marsa Alam. Io e Daniele eravamo già stati in Egitto, 2 volte a Marsa Alam prima di questa, ed era una meta che ci era rimasta nel cuore. Per la barriera corallina, per il clima, per quello che offre. Così, una volta che Sofia è cresciuta abbastanza per "rischiare" un volo più lungo delle canoniche 2 ore massimo ai quali si era abituata, ci siamo buttati. E non avremmo potuto prendere decisione migliore.
Qui vi spiego cosa ha funzionato e cosa meno.

VOLO: Stendiamo un velo pietoso sull'operativo voli che, trattandosi di charter, ci hanno bruciato un giorno e mezzo su 7 (partenza da Bergamo alle 10.45, ritorno alle 5.30 del mattino con sveglia in pratica all'1 di notte, sicuramente non l'opzione migliore se si viaggia con dei bambini ma Sofia è stata bravissima, oltre le nostre aspettative, soprattutto su quel ritorno così scombussolato). Abbiamo volato con Air Cairo, visto di meglio ma anche di peggio, quindi diamogli un 6 giusto perché ci ha portati a destinazione, il che era l'obbiettivo minimo.

STRUTTURA: Abbiamo optato per il Paradise Club Shoni Bay, struttura gestita in esclusiva da Tui Viaggi del Turchese. Cosa dire? Clientela esclusivamente italiana, età media avanzata (e con "avanzata" intendo che prima della baby dance mia figlia ballava il liscio con dei veri nonni di 70 e passa anni), considerata la settimana di inizio scuola mi aspettavo pochi bimbi e infatti ce ne saranno stati una decina. Sofia ha trovato alcune bimbe della sua età con cui giocare anche se ha snobbato il mini club. Lo ammetto, speravo in qualche oretta extra di riposo o una snorkelata con mio marito ma niente da fare, si sono dovuti fare i turni perché Sofia non ama per il momento guardare sotto l'acqua ma va bene così, andava intrattenuta come tutti i bimbi di quell'età. Irrinunciabile invece la baby dance serale, che quelle povere anime delle animatrici erano costrette a mettere in scena ogni sera per quella manciata di nanetti caricati dalle troppe bevande zuccherine servite illimitatamente con l'all inclusive. Cibo buono, pasta moooolto buona, non abbiamo mai fatto fatica a trovare qualcosa da mettere sotto i denti e anche Sofia ha sempre mangiato di gusto, snack durante il giorno compresi. I camerieri hanno sempre attenzioni speciali per i bambini. La struttura è abbastanza datata e avrebbe bisogno di un pò di manutenzione, resa difficile dal fatto che è aperta tutto l'anno: la pavimentazione dei vialetti, alla sera, con la penombra, era un pò pericolosa perché piena di buche; il frigorifero in camera ghiacciava invece di raffreddare e l'aria condizionata era molto rumorosa. Avremmo potuto lamentarci o fare altro, ma siamo gente che cerca sempre di arrangiarsi, fino a quando i disservizi non comportano chissà che disagio. Spegnevamo il frigorifero ogni tot ore e accendevamo l'aria solo di giorno quando non eravamo in camera così da poter spegnere la notte, quindi problemi risolti senza grossi traumi.

CLIMA: eccezionale, 33 gradi con meraviglioso venticello, alla sera si stava divinamente (intendo senza golfino o altro), acqua del mare piacevolmente calda senza essere fastidiosa, giusta per lo snorkeling. Secondo me il mese migliore, soprattutto se si vuole andare con i bambini.

BARRIERA CORALLINA: uno dei punti di forza dello Shoni è l'accesso al mare. E' possibile arrivare alla barriera entrando direttamente in acqua, anche senza scarpette, si può arrivare fino ad un certo punto facendo il bagno, si può giocare a riva, ci si può immergere per fare snorkeling. In riva al mare c'era sabbia, non sassolini, perfetto per i castelli di sabbia. La barriera lì davanti è molto bella, ci sono tanti pesci colorati, anche se il corallo non è invece coloratissimo come abbiamo trovato in escursione (vedi sotto). Abbiamo avuto la grandissima fortuna di fare il bagno assieme a 25 delfini (di cui 2 cuccioli) che hanno sostato nella baia per più di un'ora, è un qualcosa che ti riempie sempre il cuore di gioia, speravo tanto di rivederli anche se non riponevo troppe speranze e invece è successo e mi è rimasto un sorriso stampato in faccia per tutto il giorno.

ESCURSIONI: abbiamo scelto di affidarci a Travco, l'agenzia su cui si appoggia TUI per le escursioni, con personale parlante italiano. Dopo mio luuuuungo dilemma interiore, ho chiuso gli occhi e ho deciso di prenotare l'escursione per le Isole Hamata. Sono felice di averlo fatto. Escursione "impegnativa" coi bimbi, soprattutto per quanto riguarda lo spostamento. Trovandosi le isole nella zona di Berenice (parecchio a Sud di Marsa Alam), abbiamo fatto ben 2 ore di bus per poi prendere la barca al porto di Hamata e fare ancora 40 minuti per raggiungere la prima delle 3 isole previste, l'unica dove è possibile scendere. La sabbia bianca, questo atollo deserto dall'aspetto maldiviano, mare trasparente...una meraviglia per gli occhi e il cuore (le immagini non rendono bene quanto quella sabbia fosse fine e l'acqua cristallina). Abbiamo fatto snorkeling trovando una barriera pressoché intatta, coralli blu e viola stupendi, pesci belli ma non quanti mi sarei aspettata (visti di più davanti al villaggio). Ci sono state poi altre 2 soste per lo snorkeling e il ritorno. Escursione di una giornata intera (con rientro alle 19) ma ne è valsa la pena, sicuramente più per noi adulti che per Sofia, ma sono certa di non averla traumatizzata per la vita, motivo che mi rende mediamente serena. L'altra escursione invece è stata fatta per Sofia, ed è la famosa barca con il fondo di vetro. € 45 a testa adulti, bambini gratis. Abbiamo visto il dugongo (altro animale "mitologico" che desideravamo tanto vedere e per la prima volta ci siamo riusciti!), 3 tartarughe belle grandi, più bei coralli. Per il prezzo mi aspettavo qualcosa di più (forse a livello di zona di barriera) ma va bene, Sofia era euforica e dice a tutti che ha visto le tartarughe e le razze (mi sono riabilitata come madre!).







CONCLUSIONE: Marsa Alam si conferma meta perfetta coi bambini. Sono felicissima di esserci ritornata e di averlo fatto quando Sofia era grande abbastanza per apprezzare i pesci e il mare. Chi pensa che l'Egitto sia "pericoloso" rispondo che abbiamo trovato molti controlli in aeroporto ma un ambiente assolutamente tranquillo, dentro il villaggio ma anche fuori spostandoci con il bus per le escursioni. Dal punto di vista della salute nessun problema: abbiamo schivato cagarella&co., basta lavare i denti con l'acqua della bottiglia ed è tutto ok (in ogni caso i fermenti lattici abbiamo iniziato a prenderli una settimana prima della partenza e per tutta la vacanza, ma questo devo dire che per Sofia lo facciamo prima di ogni viaggio, indipendentemente dalla meta).

Abbiamo archiviato questa settimana bellissima pensando a quello che già ci aspetta, che Sofia attende con trepidazione e, lo ammetto, anche io...sarà tra un mese. Qualche indizio: saranno 3 giorni, è una città, è in Europa...stay tuned #sofiababyglobetrotter.

2 settembre 2018

LA MATERNITA' TI DA...

Penso spesso a quanto la vita di una femmina cambi nel passaggio da donna a mamma. Perché possiamo raccontarcelo quanto vogliamo, ma quando si diventa mamma, donna non lo si riuscirà mai più ad essere davvero completamente. E non è semplicemente questione di quel corpo che cambia, che per 9 mesi accoglie una nuova vita. E' proprio quello che succede nel cervello e nel cuore di una donna dal momento in cui tiene per la prima volta tra le braccia suo figlio. E' il big bang.

FORZA: il dolore fisico del parto è paragonabile a pochissime altre esperienze nella vita. Dopo che hai partorito ti senti una Dea, una creatura mitologica capace di dare la vita. E' una di quelle sensazioni che anche dopo anni ti senti ancora addosso, semplicemente perché ti resta sottopelle per sempre. E insieme al parto ti entra dentro una forza che ti fa andare avanti, un passo dopo l'altro, anche quando fatichi a spiegarti come sia possibile. Semplicemente ce l'hai, ti scorre nelle vene: guardi tuo figlio, chiudi gli occhi, stringi i pugni, fai un respiro e butti il cuore al di là dell'ostacolo. Senza Sofia certi momenti della mia vita non so se sarei riuscita ad affrontarli con così tanto coraggio. Lei mi da la forza, lei E' la mia forza.

PAZIENZA: e Dio solo sa quanta ne serve! Ci sono situazione che, se non hai figli, ti chiedi come siano sopportabili. All'inizio sono le notti insonni, l'allattare a richiesta ogni 20 minuti, le continue esigenze del neonato che ti risucchiano tempo ed energie (fisiche e mentali). Poi i figli crescono e iniziano i capricci, la fase oppositiva, l'egocentrismo imperante e diventa un duello costante da quando si apre gli occhi alla mattina a quando si riesce (con graaande fatica!) a farglieli chiudere. Un duello che ti logora e che devi saper affrontare con intelligenza, se non vuoi finire sopraffatto. Ok, se già nella vita sei una persona zen sei indubbiamente avvantaggiata. Ma la pazienza è una cosa che scopri di avere davvero solo quando hai a che fare con questi essere alti meno di un metro, con in bocca la metà dei denti e che ogni giorno sopporti invece che defenestrarli! Io sono una che di pazienza in generale nella vita ne ha poca, eppure passo ogni sera da 3 anni e mezzo a questa parte cantando ninne nanne, inventandomi giochi, assecondando le richieste più assurde. E il tutto per che cosa? Per dei riccioli biondi e un sorriso che quando mi viene concesso mi ripaga di tutto. E a quel punto vai avanti, almeno fino al giorno successivo, quando la tentazione di uccidere ste creature farà a pugni con il desiderio di concedergli il mondo.

SENSO DI RESPONSABILITA': premettendo che di base le donne sono più mature degli uomini, ma quando una donna diventa mamma sente sulle sue spalle tutto il peso della responsabilità di doversi prendere cura di un altro essere umano, di dovergli fornire tutto il necessario, materialmente ed emotivamente. Una donna che diventa mamma "cresce" di 50 anni nel tempo del parto. Prima aveva solo se stessa a cui rendere conto, adesso c'è un figlio che non ha chiesto di venire al mondo. E già questo basta a schiantarti di fronte alla responsabilità, senza se e senza ma. Non importa quanto tu possa essere stanca, febbricitante, arrabbiata o impegnata: hai un figlio, ed è la tua priorità, sempre.

OTTIMIZZAZIONE DEL TEMPO: quando diventi mamma, il tempo si dimezza (ad andare bene!). E scopri che quelle cose che prima facevi in un certo tempo, puoi farle anche nella metà del tempo. Diventi multitasking, che alcuni studi sostengono non essere un bene ma che secondo me è l'unica strada percorribile soprattutto per le mamme lavoratrici. Ed ecco che se prima aspettavi di finire una cosa per iniziarne un'altra, adesso quel lusso non ce lo hai più, a meno di iniziare una cosa alla mattina e di finirla, se sei fortunata, alla sera. Quindi ecco che mentre prepari il pranzo riordini i giochi, mentre gioca in cameretta ti butti sotto la doccia (letteralmente, toccata e fuga, l'acqua praticamente ti sfiora!), mentre tuo figlio guarda i cartoni animati sistemi i conti di casa, mentre fa il bagno passi l'aspirapolvere. Si chiama sopravvivenza, gente: se le mamme non facessero così, a 3 anni di vita del bambino non si sarebbero ancora lavate i capelli da dopo il parto!

ELIMINAZIONE DEL SUPERFLUO: questo si ricollega direttamente al punto precedente. A causa del tempo che non si ha, la mamma non può permettersi il lusso di stare a farsi troppe pippe mentali su quale menù preparare, quali vestiti mettere, a quali persone concedere il lusso di fare il bello e il cattivo tempo nella sua vita. "Less is more" è il mantra della mamma, che stabilisce alla sera il pranzo e la cena per il giorno successivo, prima di andare a dormire prepara i vestiti per il mattino dopo e fa una selezione accurata delle sue relazioni. Per me questa è stata una svolta. Prima stavo anche per giorni in paranoia ad esaminare un certo messaggio o una conversazione avuta (o non avuta) con una persona; da quando c'è Sofia (e di conseguenza a non esserci più è il mio tempo) tutto si riduce a quello che, nella sua semplicità, mi fa stare bene. Ho smesso di rincorrere le persone, smesso di avere 50 paia di scarpe e 30 borse nell'armadio, smesso di chiedere cosa si vuole mangiare ricevendo risposte che nemmeno al ristorante di Cracco. E il tempo che risparmio lo utilizzo per fare quello che mi piace.

Ecco, la maternità toglie tanto in termini pratici (ne parlerò prossimamente), ma regala qualcosa che non si può comprare nella vita. L'amore assoluto di mia figlia è quello che tiene in piedi tutto il mio mondo, che mi fa andare avanti, che mi fa amare questa vita, con tutti i suoi momenti belli e quelli bui. La maternità mi ha dato una nuova me, diversa. Migliore.



16 agosto 2018

L'ADESSO CHE NON SAPPIAMO APPREZZARE

Ogni volta che rimandiamo qualcosa, non sappiamo mai se avremo la fortuna di poter tornare sulla nostra decisione e fare domani quello che non abbiamo fatto oggi.

Ogni volta che facciamo uscire nostro marito di casa senza un bacio perché siamo di fretta o abbiamo bisticciato per l'ennesima volta su chi deve andare a prendere il bambino all'asilo, non sappiamo se alla sera avremo la fortuna di rimediare a quel momento di amore mancato.

Ogni volta che diciamo a nostro figlio "Aspetta, ho da fare" quando lui vuole giocare con noi, non sappiamo se domani avremo la fortuna di svegliarci ancora in salute, con la possibilità di farci visitare per l'ennesima volta dal nostro piccolo dottore in erba.

Ogni volta che rinunciamo ad un weekend da qualche parte perché abbiamo già "sforato" il budget delle vacanze, non sappiamo se quel posto riusciremo a depennarlo prima o poi dalla lista dei luoghi da vedere una volta nella vita o se quei soldi ci resteranno oggi sul conto in banca ma domani serviranno solo a pagare la nostra bara.

Ogni volta che non diciamo "Ti voglio bene" a qualcuno perché pensiamo che lui lo sappia, per paura di apparire sdolcinati, perché sono impegnato e gli scriverò un messaggio dopo. Quel dopo potrebbe non esserci più per noi. O per lui.

Ogni volta che rinunciamo a qualcosa che ci renderebbe felici, sfidiamo la sorte. Non sappiamo che cosa ci aspetta dietro l'angolo. Un ponte che crolla, una diagnosi di tumore, un incidente, una fatalità, l'essere nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ogni volta che diciamo "lo faccio domani", non abbiamo alcuna certezza che potrà essere davvero così. Che potremo ancora abbracciare nostro figlio, baciare nostro marito, dire a nostra madre quanto è importante per noi.

Sono sicura che le persone che si sono trovate a transitare su quel ponte maledetto l'altro ieri mattina, se avessero avuto il tempo di accorgersi di quello che stava loro capitando, e di rendersi davvero conto che quelli erano gli ultimi istanti della loro vita, nessuna di loro se ne sarebbe andata con la consapevolezza di aver fatto tutto ciò che desiderava nella vita. Perché ciascuno di noi non sa apprezzare l'adesso, siamo tutti proiettati su quel domani che sarà certamente più soddisfacente, economicamente più proficuo, lavorativamente più gratificante, amorosamente più scoppiettante. La vita ci sembra sempre domani, e invece è tutta adesso. In nostro figlio che ci chiede di giocare, in quel viaggio che tanto desideriamo programmare, in quella cena fuori che proprio ci vorremmo concedere. Queste sono le certezze che abbiamo. Ciò che stiamo vivendo e ciò che desideriamo.

Per questo abbracciate un pò più stretti i vostri figli, dite a vostro marito che persona e padre meraviglioso pensiate lui sia, prenotate quel volo che vi porterà dove da sempre sognate di andare, cercate di arrivare a quel posto di lavoro che tanto desiderate, dite ai vostri amici quanto siete fortunati ad averli nella vostra vita. Fatelo adesso, perché del domani non c'è certezza. La certezza è che adesso vostro figlio vi può abbracciare, vostro marito vi ama, le persone per voi importanti ci sono. Tutto il resto è aria e polvere.



7 agosto 2018

ESAURIMENTO MODE ON

C'era una volta una giovane donna che amava scrivere.
Poi, un giorno, è diventata imprenditrice e il tempo per scrivere è diminuito.
Poi, qualche anno dopo, è diventata mamma. E niente, l'unica cosa che scrive adesso è la lista della spesa.

Potrebbe iniziare così il libro che dovrei scrivere. Se ovviamente avessi il tempo di scriverlo. Cosa che non ho. Quindi facciamo che "Vorrei ma non posso" è in questo momento il mio stile di vita.
Avrei voluto raccontare oramai da 3 settimane del weekend del mio compleanno trascorso a Pinarella di Cervia ma oramai è passato talmente tanto tempo che non penso abbia più nemmeno senso.
Avrei voluto raccontare l'esperienza bellissima del Centro Estivo per Sofia dopo aver terminato la scuola materna e che ha permesso a quelle come me, ossia le madri lavoratrici, di tirare avanti ancora un mese prima che agosto arrivasse con tutto il suo carico di difficoltà. Perché avere un lavoro e un bambino che ti resta a casa 2 mesi (3 se va a scuola) ti pare possa essere una cosa compatibile? Ovviamente no. Ma questo è un altro discorso.

Pertanto visto che agosto è arrivato, sto affrontando l'ultima settimana lavorativa prima della chiusura estiva (6 miserrimi giorni lavorativi) e sono senza asilo, senza centro estivo, senza aiuti se non quelli della nonna a mezzo servizio, vi racconto la mia giornata, così vi renderete conto che la vostra non è poi così brutta come pensavate:

Alle 7 suona la sveglia. Mi trascino giù dal letto, trangugio 2 cucchiai di Nutella che è la mia colazione. Infatti apro gli occhi e ho praticamente già lo stomaco chiuso dall'ansia di come affrontare la giornata. Dopo 2 chiamate gentili e la terza che termina con un porcone, si sveglia anche mio marito. Prima delle 8 si sveglia la principessa di casa che, con la delicatezza di un T-REX, scende le scale. Si affaccia, mi vede e mi sorride. Lei si sveglia e già sorride, ingenua e innocente creatura. Da lì inizia una corsa contro il tempo fatta dal farle bere il latte, costringerla a lavarsi la faccia e vestirsi per poi aspettare che arrivi mia madre che la prende in carico mentre io vado in ufficio.
Prima delle 9 arrivo al centro di comando così stanca che mi aspetto che in realtà siano già le 17. E invece no. Arrivi, metti un piede oltre la porta ed ecco che vieni assalita. Impiegata, padre-boss, marito. Tutti hanno qualcosa da chiedere, qualcosa che solo tu puoi risolvere. Ed eccoti lì, a salvare il mondo, ad avere a che fare con persone che si infervorano come se stessero tutte cercando di curarsi il cancro cazzo!
Non so come arrivano le 12, o molto più spesso le 12.20-12.30. Ed ecco che con scatto alla Bolt mi fiondo in macchina per correre a casa perché mia mamma (dopo aver fatto mangiare Sofia) deve andare a casa a sua volta a preparare il pranzo a mio padre. Così sono costretta a dover tirare insieme qualcosa da mangiare nel giro di 10 minuti per noi (ecco spiegato perché quando Sofia è all'asilo raramente io e mio marito torniamo a casa a pranzo, perché è una corsa inutile che mi fa uscire di casa con il cibo ancora in bocca). Poi c'è da far fare il riposino a Sofia per poi, appena addormentata, uscire e incrociarmi di nuovo con mia mamma che viene a tenerla mentre io vado in ufficio. Si ricomincia a lavorare fino alle 18 (ad andare bene, ultimamente si fanno anche le 18.30 o anche le 19.45, lasciamo stare). E poi via di nuovo verso casa, verso Sofia, verso un fine giornata che mi vede con la lingua di fuori, mille cose fatte e milleuna da fare, il desiderio di avere tempo per me e il senso di colpa per il poco tempo che ho per mia figlia. Arrivo a casa e se mi va bene riesco a concedermi una doccia (ultimamente sono passata dall'aspettare che mio marito sia a casa per lavarmi al coinvolgere Sofia così da potermi arrangiare da sola. Lei mi concede 2 minuti 2 di solitudine in doccia stando o con la faccia appiccicata al vetro o, se invece proprio sono fortunata, va in cameretta a leggersi un libro; poi la chiamo e faccio entrare anche lei, almeno prendo 2 piccioni con una fava.
Poi ancora la questione cena, poi il momento gioco che è la parte più complicata della giornata perché io sono cotta e vorrei solo svenire sul divano mentre Sofia vuole giocare. Negli ultimi giorni il gioco che va per la maggiore è "Mamma tu fai finta che vendi il gelato e io vengo a prendere il gelato con i bimbi". In effetti ieri abbiamo anche giocato alla variante "Mamma fai finta che io sono in ospedale e tu mi vieni a trovare". La fantasia senza limiti dei bambini.
Poi a Dio piacendo le lancette scorrono in avanti e arriva il momento del latte e della nanna. Finalmente!!!!!! Ultimamente Sofia è talmente stanca alla sera che mi occorrono massimo 15 minuti per vederla crollare. Ma, complice l'estate, è anche più difficile mandarla a letto presto. Quindi ci sono giorni fortunati in cui per le 21 riesco finalmente a mettermi sul divano, altri in cui alle 22 stiamo ancora guardando Disney Junior. Ma alla fine la giornata finisce sempre, prima o poi. E quando mi metto sul divano sono così stanca che non riesco a fare nulla di quello che vorrei. Leggere, scrivere, guardare un film. Niente. Riesco giusto ad assaporare qualche minuto di silenzio prima di addormentarmi. Con la consapevolezza che dopo 8 ore (che passano sempre in un lampo) tutto ricomincerà da capo.

Ecco qui, questa è la mia vita per 5 giorni su 7. Di sicuro chi lavora in miniera ha una vita peggiore della mia, chi fa un altro lavoro o non ha figli ne ha una più facile. Ognuno si trova a fare i conti con le proprie scelte e lamentarsi non fa stare meglio. Ma purtroppo in certi momenti serve una valvola di sfogo per tutto lo stress che si accumula. E io in questo momento non ce l'ho. Non ho tempo per me, non ho tempo per stare sola, non ho tempo per essere qualcosa che non sia la mamma o l'imprenditrice. Agosto dovrebbe essere il mese delle ferie, del riposo, del reset al cervello per poi partire con rinnovata carica. Per me agosto in questo 2018 significa pensieri, problemi e stanchezza.
Spero almeno che il tempo la prossima settimana, l'unica in cui chiuderemo l'azienda, sia abbastanza clemente da permetterci qualche gita fuoriporta. Non è una vacanza, ma è meglio di niente.



Vi auguro un agosto pieno di cose belle con le persone che amate. I miei buoni propositi per i pochi giorni di stacco (che puntualmente finiranno nel cesso) sono:
-Leggere
-Vedere qualche posto nuovo
-Fare il punto della situazione sul programma weekend stagione 2018/2019
Già spuntare una di queste cose sarebbe un bel successo...staremo a vedere!

2 luglio 2018

Maiorca, Mare, Malanni, Mannaggia

Siamo tornati da più di 15 giorni ma non avevo ancora avuto tempo di fare un resoconto del nostro ultimo viaggetto. Quindi approfitto di questo momento di calma per raccontarvi la nostra ultima meta. Siamo stati 5 giorni a Maiorca, zona Cala d'Or. Avendo prenotato le ferie ufficiali per metà settembre (saltando a piè pari l'agosto, in questo 2018 abbiamo deciso di andare controcorrente), abbiamo pensato che servisse qualcosa per "spezzare" e inizio giugno ci è parso il momento perfetto per scappare dalla routine e goderci un nuovo pezzo di mondo che ancora ci mancava.

Premessa: partiti di venerdì pomeriggio 8 Giugno, Sofia con febbre da 2 giorni prima. Solita nostra sfiga. Immancabilmente si deve partire e tac, mia figlia si ammala. La differenza è che questa volta non c'era nessun sintomo, niente raffreddore, catarro, tosse. Niente. Solo sta dannata febbre. Sono rimasta indecisa fino all'ultimo se partire oppure no poi, complice l'annullamento di Parigi di fine maggio, ho deciso che no, non potevamo toppare una seconda volta. Se Sofia doveva avere la febbre, poco cambiava che sfrebbrasse a casa o a Maiorca. Quindi abbiamo lanciato la monetina in aria, sapendo già quale sarebbe stata la decisione. Tachipirina e via. Volo Ryanair da Orio in orario. Non avevo idea che Palma fosse meta gettonata per addii al nubilato/celibato, avevamo sul nostro volo almeno 5 diversi gruppi di uomini e donne in vena di fare festa...sorvolo sul caos che hanno fatto per tutto il tragitto, a differenza dei 4 o 5 bambini presenti, tra cui Sofia, ennesima dimostrazione che spesso i bambini rompiscatole in aereo sono frutto di un pregiudizio, mentre i 30enni cafoni sono un dato di fatto. Arrivati all'aeroporto a Palma abbiamo preso taxi per raggiungere l'albergo. Non abbiamo noleggiato la macchina, tempo impiegato 45 minuti, cifra spennata ben € 72,00 (col senno di poi l'auto sarebbe costata decisamente meno e credo che, se ci si ferma in un posto più di 3 giorni, sia l'opzione migliore). Abbiamo soggiornato al Barcelò Ponent Playa (€ 669 in All Inclusive per una camera tripla, approfittando dello sconto durante il black friday avevamo ottenuto un 20% di sconto), struttura un pò vecchiotta ma tutto sommato accettabile, cibo mediocre (a differenza di altri Barcelò in cui siamo stati), animazione internazionale molto tranquilla (nei nostri giorni di bimbi italiani non c'erano e Sofia ha un pò sofferto questa cosa, il fatto di non poter parlare con bimbi che la capissero). La spiaggia sulla quale affaccia l'hotel è quella di Cala Ferrera, molto bella, con un punto mare notevole.





Sabato siamo stati in zona hotel, domenica complice brutto tempo siamo andati a piedi a Cala Serena, distante solo 1 km dall'hotel, che abbiamo poi avuto modo di rivedere il martedì quando abbiamo noleggiato il pedalò. Lunedì, con Sofia completamente ripresa (grazie all'antibiotico che fortunatamente avevo con me e che ho deciso di giocarmi come carta jolly, e infatti in mezza giornata la situazione era notevolmente migliorata), abbiamo preso il bus (che è sempre in cima alle cose che mia figlia preferisce fare in vacanza, vai poi tu a capire perché) e siamo stati al Parco National de Mondragò. 2 belle spiagge. Anche questa volta, così come avevamo fatto a ottobre quando siamo stati a Ibiza e Formentera, abbiamo scelto di girare alla mattina e poi tornare per il pranzo, così da poter far fare il riposino a Sofia (che al mare se la dorme anche 2 ore. E quelle 2 ore sono il tempo per me, grazie a mio marito che si fa la pennichella insieme a sua figlia!).




Martedì visita alle Grotte del Drago. Dovevamo andare in bus ma poi, 3 minuti prima che il pullman arrivasse ecco che mia figlia se ne esce con "Io mamma devo fare la cacca!". Ovviamente il pullman successivo passava dopo un'ora e mezza. Quindi via, altri € 36 di taxi per arrivare alle Grotte in tempo per la visita delle 10. Ne è valsa la pena, grotte molto belle e suggestive.




Mercoledì è stato già tempo di rientrare. Sofia ha dormito per quasi tutto il volo di ritorno ed eccoci di nuovo nella nostra casa, tra le nostre cose.
Voto a Sofia: 7. Considerato che non stava benissimo si è comportata abbastanza bene. Inizio un pò in salita poi quando si è ripresa è tornata lei, con tutti i suoi lati belli e quelli più complicati. Ma portarla in giro è sempre più bello, vedere il mondo attraverso i suoi occhi, ti fa essere grata di cose che troppo spesso si danno per scontate. E per quanto faticoso possa essere organizzare viaggi con i bambini, è anche una delle cose che mi da più soddisfazione.




In conclusione posso dire che Maiorca era l'ultima delle Baleari che ci mancava, non l'ho trovata di una bellezza abbagliante come Ibiza o Formentera fuori stagione, ma per il poco tempo che abbiamo avuto pensavo peggio, e sono molto contenta che così non sia stato. Abbiamo scelto la parte di isola più bella, il mare aveva delle sfumature stupende, soprattutto sotto il sole accecante di mezzogiorno. Sono felice di come sia andata, di aver aggiunto anche questa isola alla parte di mondo che ho visto e che continuerò a vedere.

E tra non molto ancora mare. Un altro weekend, questa volta in Italia...l'estate è la stagione che preferisco e ho tutta l'intenzione di godermela sempre di più!

COSA MI PORTO NELL' ANNO NUOVO

Quest'anno gli anni saranno 39. Non me li sento, non sono pronta. Se penso che mia figlia ne compirà 9 poi! Mi sembra pazzesco quanto ve...