29 dicembre 2016

I BUONI PROPOSITI NEL CESSO DOPO NATALE

E anche questo 2016 sta finendo. E anche questo 2016 è stato pieno di buoni propositi non mantenuti. Io sono una che fa la lista dei buoni propositi, la appende in casa, la guarda e la riguarda. E puntualmente la butta nel cesso.

Sarà che con una bambina il tempo, la voglia e le energie per fare qualcosa che sia oltre la mera sopravvivenza a me mancano proprio. Sarò sbagliata io oh. Conosco mamme sorridenti e sempre sul pezzo, che portano i propri figli a destra e a manca senza perdere un colpo. Io quando arrivo a casa penso solo a svenire sul divano. E questo è uno dei motivi (tanti) che mi fanno sentire una madre inadeguata. Comunque, andiamo avanti.

Parlavo dei buoni propositi. A inizio 2016 ne avevo fatti diversi, tutti corredati dalle migliori intenzioni. Vi risparmio la lista completa. Mi limito ai propositi CLAMOROSAMENTE toppati.

PIU' TEMPO PER ME STESSA. Quando scrissi questo proposito dovevo essermi sniffata la crema per la dermatite atopica di Sofia. Altrimenti non si spiega il come io potessi sperare di trovare del tempo per me stessa, al netto di 10 ore di lavoro, una figlia, un marito e una casa. Infatti non è successo. Arrivo alla fine dell'anno stravolta. E non venite a dirmi di fare una cura ricostituente. Voi dite una cosa e io l'ho presa. Papaya, Ginseng, Sustenium (sì, pure quello Plus!) più altri di cui ho dimenticato il nome e che evidentemente non mi sono stati di grande aiuto. Aggiungiamoci il fatto che da quando Sofia ha iniziato l'asilo mi sono beccata 2 virus gastrointestinali in un mese, un'influenza più almeno 5 episodi di tosse-raffreddore-mal di gola con tanto di antibiotico annesso. Ovviamente adesso mi sto imbottendo di roba per aumentare le difese immunitarie. Ma non le do molto credito. Per stare meglio dovrei andare a svernare lontano da qui, al caldo (ma non troppo), senza trascinarmi dietro tutti i pensieri e problemi che mi attanagliano qui. Essendo questa un'ipotesi impraticabile, continuo la mia vita che ruota attorno a Sofia e al lavoro. Il poco tempo che mi resta lo passo immaginando una vita che non posso fare, in cui ho diritto a mezza giornata alla settimana per me (da sola), in cui riesco a farmi la tinta e tagliarmi i capelli più di una volta all'anno e che il mio andare dall'estetista non si riduca alla semplice ceretta per accompagnare mia figlia al corso di acquaticità. Mia mamma e mio marito, avendo colto il mio avanzato stato di esaurimento, mi hanno regalato per Natale dei buoni per massaggi, trattamenti e SPA. Sono una goccia nell'oceano, ma meglio di niente. Almeno qualche ora in tutto un anno riuscirò a rilassarmi.

VEDERE DI PIU' LE AMICHE E ORGANIZZARE PIU' USCITE. Le accorpo insieme perché in realtà il motivo per cui ho fallito su entrambi i fronti è la mancanza di tempo. In un mondo che va sempre più veloce sembra non esserci più il tempo per le persone alle quali vogliamo davvero bene. Diamo per scontato che sentirsi su wapp sia come vedersi, che un messaggio ogni tanto sopperisca mesi di latitanza. Abbiamo tutti mille impegni, il lavoro, la casa, i figli, i problemi di coppia. E ci ricordiamo degli amici solo quando abbiamo bisogno di un consiglio o di una parola di conforto. Io, non per essere presuntuosa, ma devo dire che le mie amicizie cerco sempre di coltivarle e di essere "sul pezzo". Il problema è che per organizzare le cose bisogna essere in due. E spesso in questo anno mi sono accorta che dall'altra parte c'era sempre qualcosa che era più importante da fare. Così ho iniziato a chiudermi un pò nel mio guscio fatto di pochissime persone che vedo e sento con regolarità. Se si vuole le cose si fanno, senza scuse. Così come il fatto di organizzare gite e andare a vedere posti nuovi. Sono sincera, dopo una settimana passata a correre spesso l'ultima cosa che ho voglia di fare è pensare di sradicare Sofia dalla sua routine per andare a vedere un posto nuovo. Le 3 volte in cui lo abbiamo fatto, il weekend al mare per i 5 anni di matrimonio, la settimana di vacanza a Ibiza e il weekend in montagna giusto poche settimane fa, mi hanno dato la conferma che movimentare dei bambini abitudinari come Sofia apporta ancora più stress e stanchezza che stare a casa. Quindi ben vengano le uscite di un giorno, ma che alla sera si torni a casa, lei nel suo letto, circondata dalle sue cose. Peccato che questo faccia a pugni con il mio obbiettivo che sarebbe quello di poterci ritagliare qualche viaggetto in più. Confido che, con l'arrivo della bella stagione e lei che cresce, riusciremo a farlo. Anche perché ho in mente delle cosine mica male per l'estate 2017...

Nel frattempo Natale è passato anche quest'anno. Devo dire che mi ci sono trovata, a dicembre, senza nemmeno accorgermene. Quindi è passato abbastanza in maniera indolore. Rispetto a quando non avevo figli, sicuramente sei "costretta" a viverlo di più. Sofia adora le luci, l'albero di Natale, sgrana gli occhioni quando vede le luminarie. Abbiamo scelto volutamente di non riempirla di giocattoli durante il trittico Santa Lucia-compleanno-Natale che si è esaurito in 2 settimane e ne sono felice, perché almeno quei pochi giochi che le sono arrivati li sta guardando. Fa niente se ho comunque la casa invasa da cose che se sparissero non se ne accorgerebbe nemmeno dal momento che non le considera proprio. Quindi ho in programma di fare un bel repulisti, o almeno eliminare alcuni giochi e riproporli magari più avanti. L'effetto sorpresa di un qualcosa che pure è stato già visto a questa età fa ancora miracoli ;)

3 cambi d'abito in meno di 48 ore. Sofia è il top!
Pertanto, alla luce dell'anno che si sta concludendo, ho deciso che per il 2017 non farò alcuna lista di buoni propositi. Io so che cosa voglio fare, quali obbiettivi realizzare e cercherò di portarli avanti, sperando di mettergli la spunta. La cosa più importante è veder crescere mia figlia, che è il vero senso della mia vita. Se lei sta bene, niente può davvero andare male. Poi c'è mio marito, con il quale tornare ad essere un "noi" che si è nascosto sotto la polvere creata da tutta la frenesia in cui viviamo; ce la farò, dopo quasi 13 anni figurarsi se mi perdo d'animo adesso. Per il lavoro il 2017 sarà una specie di secondo inizio. Ho messo in campo tante novità, investendo tempo, soldi ed energia; voglio vederci fare il salto di qualità, mio padre se lo merita più di tutti.

E a voi cosa auguro? Un figlio, a chi lo desidera da tanto e con forza (so cosa significa, non pensate mai che io abbia dimenticato cosa significa stare dalla parte di chi desidera e non ha); una casa, a chi la sta progettando in concreto o nei suoi sogni; un grande amore, per scoprire quanto è bello avere sempre qualcuno con cui fare squadra; la realizzazione di ogni vostro desiderio, perché non c'è niente di più bello che arrivare in cima alla montagna e guardare indietro con orgoglio tutta la strada che si è fatta.

Buon inizio 2017...che sia proprio come lo desiderate, o anche meglio!

14 novembre 2016

OGNI TANTO PENSO A VOI

Ultimamente, saranno i fiori di Bach che fanno effetto, sarà che ci siamo abituati alla nuova routine che prevede l'asilo in settimana e mamma e papà nel weekend, fatto sta che le cose sono notevolmente migliorate nella nostra family.
Sofia è moooooolto più tranquilla, serena, felice, rarissimamente fa capricci e nel 90% dei casi scazza solo quando è stanca e ha sonno. Sta diventando un piacere averla attorno, mentre fino ad un mese e mezzo fa mi alzavo già con l'ansia alla mattina perché sapevo che mi aspettava una giornata intera di capricci e rogne infinite. Per non parlare del weekend, un incubo lungo 2 giorni. Questo weekend invece è stato "quasi" piacevole, diciamo così. Rilassante no, siamo ancora lontani anni luce da questo obbiettivo ma già il fatto di vederla giocare da sola e perdersi via un pochino coi suoi giochi, è un qualcosa di bello ed emozionante per chi, fino a qualche settimana fa, passava ogni minuto di ogni ora in cui lei era sveglia, ad averla attaccata addosso lagnante.

Sabato siamo stati al parco ed è stata un'ora molto piacevole. Quando mi fermo ad osservarla dal di fuori vedo la mia bimba cresciuta, che impara ogni giorno parole nuove, che riesce a dimostrare affetto, che cerca il contatto fisico molto più che in passato. Ogni volta che ci guardiamo negli occhi e vedo come le brillano, che brillano per me, mi scopro un pò più innamorata. Come se, la prima volta che l'ho presa in braccio, potessi pensare che si sarebbe potuto amare qualcuno più di così. E invece sì. Si può. Con i figli ogni giorno si aggiunge un pò più di amore nel cuore di una mamma. O almeno, a me succede così. Anche nei giorni difficili, dove tutto sembra andare per il verso sbagliato, alla sera quando la vedo addormentarsi non riesco a non pensare che averla così disperatamente desiderata sia stata la migliore decisione della mia vita. Mai, nemmeno un giorno di quei 698 che sono trascorsi da quando è nata ad oggi, mi sono addormentata pensando che la mia vita sarebbe potuta essere migliore senza di lei.




E così ecco che, ogni tanto, quando il cuore mi trabocca di amore per Sofia e provo una gioia così profonda per il mio essere mamma, penso a loro. I miei 2 embrioni crioconservati, i miei 2 pinguini. Che mi aspettano, in un laboratorio. Che non lo possono sapere, ma hanno una sorella maggiore. Penso a quanto sono stata fortunata ad avere avuto Sofia subito, anche se mentre sono riuscita a tenere lei dentro di me, ho perso il suo compagno di avventura. Mi chiedo spesso a come sarebbe stato, se sarebbe stato un maschietto o magari un'altra femminuccia (credo un maschio), di che colore avrebbe avuto gli occhi. Come sarebbe stato essere mamma di 2 bambini nello stesso momento, se ne sarei stata capace, se sarei stata all'altezza. Le cose però sono andate diversamente. Sono mamma di Sofia da quasi 2 anni ma, nonostante il pensiero degli altri 2 embrioni, non scatta dentro di me il desiderio di un altro figlio. Non riesco ad immaginarmi mamma di un altro bambino oltre a Sofia, di riuscire a guardare un altro figlio come guardo lei, di provare amore anche per qualcun altro.
Eppure so che quei 2 embrioni esistono, sono una responsabilità mia e di mio marito, sono congelati con all'interno il nostro patrimonio genetico, quindi sono in realtà due "bozze di vita", 2 potenziali fratelli o sorelle di Sofia. Per quanto io non viva con il peso di fare un altro figlio perché ne ho l'obbligo diciamo così "morale", è innegabile che ci pensi. E che mi chieda se mai avrò il desiderio di un altro figlio. Se mai troverò la forza di rimettermi alla prova con un secondo bambino, di ricominciare tutto da capo, con tutte le incognite che questo comporta (dormirà? mangerà? come farò con il lavoro?).

Ad oggi la risposta è NO, GRAZIE. No perché sto iniziando adesso a godermi davvero Sofia, ad avere un rapporto con lei che non sia fatto solo di cambia pannolini-dai biberon-metti a letto. Mi piace che le faccio una domanda e lei mi risponde, stiamo iniziando ad avere un rapporto un pò più biunivoco, per quanto lei dipenda ancora in tutto da me. Passo tanto tempo, soprattutto nel weekend, ad osservarla di nascosto mentre magari sta giocando. La guardo mentre parlotta tra sè, o balla, o gioca con l'Ipad. E non c'è volta in cui io non mi stupisca di quanto sia meravigliosa e speciale. E fatico a pensare, ad oggi, che per un altro bambino potrei provare lo stesso sentimento. Se tante donne decidono di fare 2 o più figli è chiaro che l'amore si può dare anche a più di un figlio, che di amore una mamma ne ha riserve infinite. Ma in questo momento della mia vita sento che tutto l'amore che ho dentro come mamma lo voglio destinare a Sofia, al mio piccolo embrione guerriero che ha reso la mia vita così caotica e meravigliosa che mi sembra impossibile che qualcuno possa migliorarla più di così.
Sapere che ci sono 2 embrioni che mi aspettano, se da una parte mi permette di pensare che ho ancora 2 chance di essere ancora una volta mamma nel momento in cui io lo desiderassi in un futuro, dall'altra mi portano a chiedermi se, qualora non avvertissi mai questo desiderio, io non sia una specie di mostro.
Certo che quando vedo dei neonati sorrido. E' naturale. Ma la verità è che li guardo, ripenso a come era Sofia, poi la guardo adesso e mi dico "Per fortuna che è passata!!!".

27 ottobre 2016

UN FIGLIO E'...

Di solito gli spunti per scrivere un post mi vengono sempre mentre sto facendo addormentare Sofia alla sera, mentre ce l'ho lì, tra le braccia, la guardo mentre si abbandona al sonno ed è lì, serena, rilassata. Perfetta. E a quel punto lì mi vengono in mente un sacco di cose meravigliose sul quanto è bello essere mamma. Dovrei avere accanto a me lo smartphone per appuntarmele prima che la mia perenne stanchezza le faccia volare via. Ma preferisco di gran lunga quel momento solo io e lei. E così diciamo che ho impiegato parecchio tempo prima di riuscire a ricucire i pezzi di quello che sto per scrivere, un riassunto dei miei 22 mesi e 10 giorni da mamma.

"Un figlio è..."

...un uragano che ti arriva nella vita e travolge e stravolge tutto quello che sei sempre stata prima di quel momento
...sentirsi sempre in colpa per ogni cosa che lo riguarda. Se non mangia, se non dorme, se non fa la cacca, se non cammina, se non parla
...vedere infinite volte gli stessi cartoni animati, cantare infinite volte le stesse canzoni, giocare infinite volte a nascondino mentre lui si nasconde dietro le sue manine
...aprire la porta di casa dopo una giornata di lavoro e vedere il suo sorriso spalancarsi e arrivarti dritto al cuore, come se non ti vedesse da mesi
...non poter più andare al bagno da sola e, quando riesci ad andarci, ti sembra di essere in vacanza
...guardarlo e accorgerti di quanto alla tua vita mancasse qualcosa prima che ci fosse lui
...sorridere senza motivo quando pensi a qualcosa che ha detto/fatto
...la prova vivente che con un figlio il sole è più giallo, il cielo più blu e il cuore ha un battito più dolce
...qualcosa che mette nella giusta prospettiva tutti i tasselli della tua vita, facendoti capire che cosa ha davvero importanza
...la bussola che ti fa ritrovare la giusta strada quando ti stai perdendo. Una mamma ci deve essere sempre per lui, ammalata o stanca o arrabbiata o depressa che sia
...la rinuncia con il sorriso anche a cose che prima ti piacevano e non hai più tempo per fare perché lui viene prima di tutto
...il rendersi conto che tu e il tuo compagno non siete più quelli di prima di diventare genitori. Siete cambiati, siete una famiglia, uniti per sempre attraverso di lui
...mettere in pausa la tua vita con tutti i tuoi obbiettivi, i viaggi, le ambizioni, per portare avanti il progetto più importante di tutti. La sua felicità.
...scoppiare a piangere quando ti accorgi di aver alzato un pò troppo la voce dopo l'ennesimo capriccio sentendoti una madre terribile
...la percezione nitida e cristallina di aver reso il mondo, grazie a lui, un posto migliore
...l'unica persona per la quale sei tutto il suo universo
...l'unica persona che è tutto il TUO universo.


Non importa quanto la giornata sia stata difficile o pesante, quanto Sofia sia stata capricciosa o ingestibile.
Quando ci ritroviamo io e lei, da sole, la sera, e lei mi si abbandona contro il petto, la mia mente si resetta. Il mio cuore batte insieme al suo. E io sono in pace. Felice.

24 ottobre 2016

IL BRUTTO DELLE MAMME

La donna che diventa mamma subisce una specie di trasformazione genetica. Ne avevo avuto la percezione fin da quando mamma non lo ero ancora. Da quando è arrivata Sofia ne ho presa coscienza. Adesso che è all'asilo, non ho più alcun dubbio.

Non so se questo dipende da una sorta di gene che noi donne abbiamo dentro da sempre e che, a contatto con gli ormoni prodotti dalla gravidanza, si sprigiona. E ci fa diventare delle donne della peggior specie. Fateci caso e ditemi che non ne conoscete almeno una anche voi. E' quel genere di mamma che lei fa sempre meglio di tutte. Voi avete dato il latte artificiale perché vostro figlio, dopo pianti (suoi e vostri), innumerevoli tentativi e una quasi depressione post partum non si attaccava al seno? Dovevate insistere di più, non importa quanto tempo sarebbe servito. Suo figlio ha tipo 3 anni, lo allatta ancora e guarda lì come sta bene? Invece vostro figlio è lì denutrito e decrepito, perché avete osato non farvi venire l'esaurimento e avete optato per il latte formulato, vero demonio delle tettabane, le maniache della tetta (ne avevo parlato anche qui oramai più di un anno fa, ma continuano a spuntare come cimici in questo autunno).
Oppure avete deciso di mandarlo al nido perché dovete riprendere a lavorare? Ecco che lei ti insinua il dubbio che potrebbe crescere disturbato, carente dell'affetto materno, con persone che non conosce e che chissà cosa potrebbero fargli.

Potrei farvene infiniti di esempi così perché di mamme di questo tipo, ahimè, ne ho incrociate tante. Essendo poi io una mamma atipica figuratevi. Ho una figlia avuta con la PMA (e quella che "Bah, magari se ci provavi ancora una volta ce la facevi da sola"), ho lavorato fino al giorno in cui ho partorito ("Dovevi stare più tranquilla, per questo che Sofia è così vivace"), sono ritornata nella mia azienda dopo 5 giorni dal parto ("Sei pazza, dovevi stare a casa, certo che poi non sei riuscita ad attaccarla"), l'ho iscritta alla sezione primavera ("Sicuramente coi nonni sarebbe stata meglio"). Morale della favola, questo genere di donne trovano sempre una scusa per farti sentire una madre di merda.

E il punto è proprio questo. Che sono donne. Anzi, no. Sono MAMME. Che è l'espressione massima dell'essere donna. Mamme che non sanno essere solidali con le altre mamme. Mamme che hanno sempre figli più perfetti, sani, intelligenti, sereni e meravigliosi dei vostri. E che non mancano occasione per farvelo notare. Poi ci sono quelle che sono la versione evoluta di queste, ossia quelle che portano la questione "chi è più brava" dall'essere mamma all'essere donna. Di conseguenza ti fanno vedere quanto sono fighe, impegnate, mondane, fashion NONOSTANTE siano mamme. E tu che sei una mamma che si fa il culo tutto il giorno per incastrare lavoro, casa, famiglia, marito, pasti e te stessa, alla fine pensi "Sai che c'è? Vaffanculo!". Si vaffanculo davvero. Ognuno è libero di farsi la sua vita senza dare spiegazioni a nessuno, sia come donna che come mamma. Lo sbaglio sta nel momento in cui tu cerchi di convincere me che il modo in cui io gestisco la mia vita, mia figlia, il mio matrimonio, sia sbagliato.




In questi ultimi 2 anni mi sono accorta che il mondo è pieno di donne così, quelle che solo per il fatto di aver avuto un figlio prima di te si sentono autorizzate a giudicarti. Io sono una che si esprime se chiamata in causa. Nel momento in cui mi viene chiesto un parere lo esprimo, altrimenti sto zitta. Mi guardo attorno e vedo tante mamme che hanno modi di educare e gestire i figli che mi fanno sollevare un sopracciglio (spesso entrambi), ma mi tengo la cosa per me. Perché i figli non sono i miei, perché questa mamma avrà i suoi motivi se prende una decisione piuttosto che un'altra. Non è che perché io ho scelto di far dormire mia figlia nella sua cameretta fin da quando aveva 2 settimane, quella è la decisione migliore in assoluto. Quella è la decisione migliore PER NOI, come famiglia. Alcune donne invece cercano di convincerti che siccome una cosa ha funzionato per loro, per forza deve funzionare anche per te.

Io lo capisco che noi mamme siamo sempre in costante riserva di tempo, tranquillità e neuroni freschi e vitali. Ma certe volte sarebbe meglio mettersi lì, fare un bel respiro e lasciare andare. Perché dobbiamo sempre accanirci verso chi è diverso da noi, non pensa le cose come noi, non vive come noi? E qui non parlo solo di mamme, ma di donne in generale. La mia esperienza dice che siamo incapaci di fare gruppo senza che prima o poi (e succede sempre abbastanza presto) qualcuna decide di alzare la voce e stabilire che il suo pensiero è l'unico giusto e insindacabile. E questa è la fine, perché diventa un tutte contro tutte. Tutte brave, tutte le migliori, tutte incapaci di fare un passo indietro e limitarsi ad accettare l'opinione delle altre senza prevaricare.

Ho avuto amicizie di questo tipo dove, ad un certo punto, ho detto basta. E anche con certe mamme mi è capitato di restare ferma e lasciarle andare avanti, da sole. Perché quando alla fine in un rapporto parla solo uno e si inizia ad alzare la voce, è segno che c'è qualcosa che non va. E io in questo momento della mia vita, in cui sono mamma, moglie, figlia e imprenditrice ho deciso di accettare solo quello che mi va. Il resto lo lascio. Non ho bisogno di un'amica in più, se è un'amica dalla quale mi sento giudicata. In realtà non ho bisogno di più persone di quelle che già ho nella mia vita. Sono poche ma so che, quando parlo, non devo stare a preoccuparmi di dovermi giustificare. Delle mie scelte di mamma devo rendere conto solo a mia figlia. E mia figlia ieri ha imparato a dire "oca" e oggi "blu". Così male non sta. Anche se è nata con una ICSI e sua madre è una workaholic che l'ha cresciuta a latte artificiale.

Spesso quando cercate lo scontro con le altre mamme cercando di far prevalere il vostro pensiero, è semplicemente perché quello che vedete allo specchio non vi piace. Forse i vostri figli non rispecchiano i vostri standard, forse vorreste in qualche modo cambiare la vostra vita, avere un lavoro o restare a casa coi vostri figli. Quale che sia il motivo, il problema è vostro e solo vostro, non delle altre donne e mamme che ogni giorno si svegliano e cercano di mandare avanti la baracca nel modo migliore possibile. Ogni mamma sa cosa è meglio per il proprio figlio. Non ha bisogno di un'opinione non richiesta. O, se vuole la vostra opinione, ve la chiederà. Anche se, conoscendovi, difficilmente lo farà.

4 ottobre 2016

TERRIBLE TWO...VADE RETRO



Sarà di certo capitato anche a voi. Siete al supermercato e vedete un bambino nel bel mezzo della corsia degli yogurt sdraiato a terra che urla e scalcia come se fosse posseduto dal demonio. Poco distante troverete certamente una madre con l'espressione che è un mix tra l'imbarazzato, il frustrato e l'incazzato.

Ecco, nel 95% dei casi si tratta di un bambino di circa 2 anni, che sta attraversando quella meravigliosa fase denominata "Terrible two". Se siete mamme e ci siete già passate sapete di cosa parlo (e siete sopravvissute, il che un pò mi solleva!). Se siete mamme e non ci siete ancora arrivate ve lo racconto in poche parole. Anzi, le prendo in prestito da un sito di psicologia che li descrive come "Quel periodo dei NO che i bambini attraversano tra i 18 mesi e i 3 anni, in cui diventano testardi e capricciosi, manifestano spesso crisi e pianti inconsolabili, che noi genitori tendiamo a volte a leggere come “lotte di potere”, ma che in realtà sono solo l’espressione del passaggio evolutivo che stanno compiendo. Essa rappresenta la prima importantissima fase di distacco dalla figura che finora si è presa cura del bambino e con la quale egli ha stabilito una relazione di attaccamentoDi fatto, i NO rappresentano l’unico strumento a sua disposizione per affermare che è una persona diversa da mamma o papà – non stupiamoci, quindi, se ne farà un uso esagerato! -, per provare la sua libertà e per dimostrare la sua autonomia, entrambe appena scoperte. Attraverso loro, il bambino sta affermando il suo desiderio di indipendenza: intorno ai due anni, egli inizia ad affermare la propria personalità; lui stesso è però incerto del suo nuovo modo di essere e di vivere le emozioni, pertanto tende a ritornare al nido e alla relazione esclusiva per riconquistare sicurezza nella esplorazione del mondo e di se stesso.Per questi motivi i NO racchiudono e simboleggiano anche le paure e le insicurezze, il fatto avventurarsi in un mondo sconosciuto, lo fa oscillare tra il desiderio fortissimo di esplorare e la paura di non sapere quello che troverà. Molto spesso i bambini a quest’età non capiscono ancora cosa desiderano o non sanno esprimere i loro bisogni, tendono ad agirli anziché verbalizzarli, di conseguenza quando non sono compresi, si stizziscono e si arrabbiano. Le reazioni esagerate e i capricci che caratterizzano i terribili due anni, non hanno quindi lo scopo di far arrabbiare noi genitori: il bambino sta scoprendo solo ora che non tutto procede come desidera e, giustamente, ciò produce in lui delle emozioni che ancora fatica a controllare. Questa fase è come un’importante palestra in cui si allena per imparare a gestire la frustrazione e controllare la rabbia, impiegherà quindi del tempo per imparare a padroneggiarle, in questo dobbiamo mostrarci pazienti e non avere fretta. Talvolta noi genitori non sappiamo come comportarci nei confronti del bambino che passa attraverso i “terribili due anni” e, di conseguenza, alcuni di noi assumono atteggiamenti troppo rigidi, altri ripongono eccessive attese nei confronti del comportamento del bambino".

Ho volutamente riportato per intero il paragrafo perché esprime abbastanza chiaramente quella che è la situazione a livello teorico. Ovviamente non può spiegare in alcun modo quanto nel concreto possa essere frustrante, insopportabile ed emotivamente sfiancante avere a che fare con un esserino di nemmeno un metro al quale nulla sembra andare bene. Prendiamo la mia. Da qualche settimana siamo entrati nel mood "Fashion Designer". Prima di andare all'asilo lei si mette davanti all'ultimo cassetto dell'armadio, lo apre e decide che scarpe mettere. Quetto mi dice e me le sbatte in mano. E non c'è verso di farle capire che le scarpe di tela con la pioggia magari anche no. A quel punto le alternative sono due: o cedi tu e le fai mettere le dannate scarpe così si può uscire di casa ad un orario accettabile e fanculo se le si bagneranno i piedi, o cede lei ma questo comporta un 10 minuti di pianto sconsolato e disperato seguito da altri 10 minuti per calmarla seguiti da 10 minuti per ripulirle la faccia dal naso colante, il che genererà un nuovo pianto disperato...insomma, io alla mattina non ce la posso fare! Per che cosa poi? Per metterle un paio di scarpe piuttosto che un altro quando poi all'asilo stanno coi calzini? Ma fai un pò quel che ti pare. Così come con le scarpe, la cosa si ripete anche coi vestiti. Su quello mi impunto un pò di più o quanto meno le propongo due alternative che mi stanno bene entrambe. Felice lei e pure io.
Sofia ha sempre avuto un bel caratterino, non è mai stata il genere "Bambina-Bambolina" che dove la mettevi stava, zitta e brava. Qui sotto vedete una foto scattata quando aveva 3 settimane...quegli occhioni spalancati non promettevano giornate tranquille ;)


Ora che di mesi ne ha 21 è più vivace e peperina che mai. Non sta mai ferma, è sempre un vulcano di energia, difficile starle dietro. Tocca tutto, si infila ovunque (persino nei cassetti). Ho deciso di comprare i chiudi cassetti anche per il soggiorno, cosa che non avevo mai fatto finora ma piuttosto che continuare a dirle di no, dandole l'idea di non poter fare nulla, almeno dopo un pò che vede che non si aprono troverà qualcosa di diverso da fare (è stato così anche per la scala...fino a quando non ho montato il cancellino saliva a gattoni anche 100 volte al giorno. E ovviamente mica da sola, io sempre dietro...un mal di schiena!!!!). O almeno lo spero, visto che sembra annoiata da tutto.
Quando ripenso a quando aveva tipo 4 o anche 6 mesi, prima che iniziasse a gattonare e quindi a diventare un pericolo, mi sento stupida ricordando che mi lamentavo di quanto era impegnativo essere genitore. Non potevo immaginare che adesso è mille volte peggio!!!! Sofia mi mette alla prova costantemente, mi sfida per vedere fino a che punto sono disposta a spingermi prima di cedere. Solitamente sono abbastanza ferma, anche se magari dovrei cercare di essere un pò più tranquilla (cosa che purtroppo non è nella mia indole, che è abbastanza sull'isterico andante), ma soprattutto arrivate a sera, lei stanca, io di più dopo 10 ore in ufficio, è dura mantenere il punto. Poi il fatto è che cambia veramente umore da un minuto all'altro, da non riuscire a starle dietro. L'attimo prima sta giocando e l'attimo dopo inizia a scaraventare in giro le cose. Tipo sindrome pre-mestruale...giusto con quei 10 anni e qualcosa di anticipo!!!!

E comunque questo, c'è poco da fare, è un momento veramente impegnativo. Sofia sta crescendo in fretta, ogni giorno si fa più intraprendente, testarda, indipendente. Ma allo stesso tempo sta diventando sempre più bella, sveglia, ironica. Sta imparando un sacco di parole e sono sicura che non manchi molto prima che inizi a mettere insieme delle frasi. A quel punto sarà la fine. Non riuscirò più a farla stare zitta, visto che anche adesso è un continuo "cos'è?" su ogni cosa. Tirando le somme devo dire che la vita del genitore è proprio una vitaccia. Soprattutto in questi momenti di transizione arrivi a fine giornata stravolto, con la consapevolezza di essere tenuto sotto scacco da un bambinetto che vuole fare tutto da sè ma nella realtà dipende ancora da te per tutto, ma non riesce ad accettarlo. Bisogna essere equilibristi, dargli l'idea di decidere lui ma nella realtà manipolare le situazione a nostro beneficio. Altrimenti non se ne esce vivi. Sto cercando di guardare avanti con ottimismo, anche se ci sono giorni in cui mi verrebbe da defenestrarla. Poi però la sera, quando la faccio addormentare (sì, ancora in braccio, embè?!), resto incantata a guardarla e non riesco a non rendermi conto della fortuna che ho ad averla. Sì è vero, dorme, quindi è ferma, quindi non piange o si dimena o altro...ma alla fine il bello di questi bambini è che quando sono svegli, nel bene o nel male, un sorriso te lo strappano sempre. Perché sono buffi...esasperatamente buffi. I terribili 2 passeranno, poi ci saranno i 3 e i 4 e avanti di questo passo ci troveremo ad affrontare giovani adolescenti rimpiangendo quando i NO te li urlavano in faccia per un paio di scarpe. Quindi, tutto sommato, ce li godiamo ancora per un pò così.

14 settembre 2016

SOFIA CRESCE...E IO CON LEI. W LA SEZIONE PRIMAVERA!

Quando ho deciso di iscrivere Sofia alla sezione primavera, sono dovuta andare un pò contro tutta la famiglia. Contro mio padre che vede gli asili come luoghi gestiti da maestre orribili che torturano i bambini (e mentono sullo stato di salute quando si vanno a prendere...continuate a leggere, poi vi spiego!), mia suocera che Sofia poverina di qua poverina di là, ma nella realtà dei fatti 2 ore sua nipote non se l'è mai tenuta in 20 mesi.

E così martedì scorso abbiamo iniziato, io e lei. Si è messa il suo zainetto delle principesse (come da documentazione fotografica) e siamo uscite di casa. Era stata caricata a dovere nelle due settimane precedenti, quindi sono certa che nella sua mente di quasi 2enne avvertisse che qualcosa stava per succedere.


Pronte per il primo giorno di asilo!!!

Il primo giorno due giorni sono andati benone. Si stava all'asilo, si giocava con mamma e gli altri bimbi, poi si tornava a casa, pappa e nanna. Cosa puoi volere di più dalla vita? Poi è arrivato il terzo giorno, quello del primo distacco di 30 minuti, ed è stato un qualcosa di epico. Ve lo spiego ma se non c'eravate non potete capire la portata del dramma che si è consumato in quella manciata di minuti in cui 25 mamme hanno dovuto dire ai loro piccoli che andavano via (ma sarebbero tornate eh...faglielo capire tu!). Il picco di decibel raggiunto in quel momento è stato pari ad un concerto rock a San Siro. Bene o male tutte noi mamme che abbiamo gettato i nostri figli tra le braccia delle insegnanti (che, in 3, avrebbero avuto bisogno di tentacoli da polipo per tenere tutti quegli esserini disperati e con le lacrime grondanti) siamo uscite provate da quel momento. Chi più chi meno ci sentivamo tutte delle madri snaturate a costringere i nostri amati bambini a staccarsi da noi. Ma poi l'urlo di disperazione alla Munch è passato, la mezz'ora è passata e quando siamo rientrate, abbiamo trovato dei bambini moderatamente sereni. Poi è venuto il giorno dopo. E quello dopo ancora.

E siamo arrivati a ieri, primo giorno di pranzo, dove noi non eravamo presenti. Io non avevo grandi aspettative riguardo a Sofia, un pò per il fatto che il primo non lo mangia solitamente da sola, un pò perché c'era la pizza e fagiolini lessi e lei non mangia ne uno ne l'altro. Invece con mia immensa sorpresa ho scoperto che ha fatto il bis di entrambi! Lì è sceso in campo quel gran pedagogo che è mio padre, dicendomi "Sarà vero? Ti dicono così almeno sei tranquilla". Il mio pensiero: che facciano quello che le pare. Sofia è venuta a casa, ha dormito due ore, mangiato tranquillamente a cena e dormito tutta notte. Quindi mangiato sì o mangiato no poco importa, era serena ed è l'unica cosa che mi importa.

In questi giorni (veramente da agosto, quando mio marito ha iniziato a fare giornata e a non tenerla più lui la mattina) ho passato parecchio tempo con Sofia. E mi sono accorta di quanto la mia piccola cucciola mi stia sbocciando sotto gli occhi. Dalle parole che impara (ieri sera la novità, Orso), a quando balla (e lei mica balla il Giro Giro Tondo...lei va di Gabry Ponte e Fedez...ha anticipato la fase tamarra giusto di quei 14/15 anni!), non ha più nulla della bambina che era solo a Natale, quando aveva appena compiuto un anno. In questi mesi è cambiata tantissimo, e sono sicura che ci ritroveremo a spegnere le sue prime 2 candeline con tutta una serie di nuove scoperte e abilità acquisite.
Sono felice che lei stia con altri bambini, è sempre stato il mio cruccio non poterle permettere il giusto tempo di interazione coi suoi coetanei. Portare lei al parco significava uscire prima dall'ufficio, spostare impegni. Per fortuna ho sempre potuto contare sulla nonna, quindi so per certo che in questi quasi 2 anni non le sia mancato nulla, anzi, ha beneficiato al 100% dell'amore dei nonni che l'hanno coccolata, viziata, amata e protetta come e meglio di quello che avrei potuto fare io.

Pronta ad andare a comandare!

Adesso che questa avventura è iniziata mi sento anche io un pò cresciuta. Non siamo più nella fase in cui la mettevi lì e lei si guardava in giro. Vuole interagire con te, vuole confrontarsi, ti vuole sfidare. E con lei ogni giorno è veramente una sorpresa. Quando la osservo alla sera mentre la faccio addormentare, magari dopo che mi ha tirato secca per ore, non riesco a non sciogliermi. Osservo i lineamenti del suo viso e mi dico, ogni santo giorno, che lottare per lei è stata la decisione migliore che potessi prendere nella mia vita. E che se non avessi Sofia, sarei sempre stata una donna a metà. Invece ora lei è qui, mi riempie la vita, dà un senso alla mia vita. Sta crescendo...e io con lei. Sempre insieme, perché se c'è una cosa che questo inserimento alla sezione primavera mi sta insegnando è che spesso mi sono sottovalutata come madre, convinta che mio marito o mia madre si potevano sostituire a me senza problemi. Invece ci sono cose per le quali Sofia mi cerca e vuole me, la sua mamma. E questo mi fa sentire unica e insostituibile per lei. Ed è una sensazione impagabile.

Quindi ora andiamo avanti, giorno dopo giorno troveremo un nuovo equilibrio. Ci siamo riusciti tante volte in questi anni, ce la faremo anche questa volta. Nel frattempo la mamma tiene tutto in equilibrio come sempre. Voglio fare un augurio a tutte quelle mamme che, come me, stanno affrontando la "prima volta" dei loro bambini. Che sia nido, primavera, materna, elementari o medie o anche oltre...siamo mamme, come si fa a non essere orgogliose di quello che i nostri figli fanno ogni giorno?!


2 settembre 2016

#fertilityday MA ANCHE NO

Oramai mi conoscete. Io parlo dei fatti miei ma difficilmente mi sbilancio o mi esprimo su tematiche di attualità. Ovviamente ho una mia opinione su tutto, ma me la tengo per me. Questa volta invece non posso stare zitta. Questa cosa mi tocca troppo da vicino per fingere di non essere indignata.

Sto parlando, ovviamente, di quello di cui tutti i giornali e il web parlano da qualche giorno, che ha fatto indignare tutti, uomini e donne nessuno escluso:


#fertilityday, ossia l'ultima eccezionale pensata del Ministro della salute Lorenzin. Istituire un giorno, il 22 settembre, per incentivare il desiderio degli italiani di fare figli. E lei ha pensato bene di sponsorizzarlo con questi manifesti. Uno più stupido dell'altro. Non so davvero scegliere quale mi faccia più senso.
Forse il primo, quello della sorridente signorina che stringe in mano una clessidra e con l'altra si tocca il pancino."La bellezza non ha età. La fertilità sì". Già il fatto che a dire una cosa del genere sia una che ha avuto 2 gemelli a 43 anni suona come una grande contraddizione. Ma poi, gentile Ministra, non ti sorge il dubbio che magari uno non aspetta a fare figli a 40 anni perché gli fa piacere? Ma che possono esserci mille motivi per cui una donna arriva al punto in cui il suo orologio biologico ticchetta impazzito ma i suoi ovociti sono già belli che andati?

Io in tutta la mia travagliata esperienza ho avuto la fortuna di finire l'università e poi iniziare subito a lavorare. E' vero, all'inizio odiavo tutto di questo lavoro (e le persone con le quali ero costretta a lavorare). Tenevo duro perché avevo un obbiettivo. Sposarmi e avere un figlio. Forse è stato il destino che mi ha fatto incrociare il momento emotivamente più complicato della mia vita (l'inizio della pma) con la fine di una parte del mio percorso lavorativo (escludere il socio di mio padre e prendere il suo posto). E' stato sfiancante. Ma nonostante la fatica, le umiliazioni e i tanti rospi ingoiati, sapevo che sarei andata avanti. Perché avevamo bisogno di 2 stipendi per sposarci, per fare la luna di miele che desideravamo, per comprare la casa dei nostri sogni. E poi sì, anche per fare un figlio. Quando abbiamo iniziato a cercare un figlio nel 2012 avevo appena compiuto 28 anni, ma per la Lorenzin ero già in fase calante della vita riproduttiva. Ma se una studia e si laurea, poi trova un lavoro stabile e non che oggi sì domani forse, poi mette apposto giusto quel milione di cose e magari cerca e trova anche una persona che non sia il primo che passa o un perfetto deficiente, insomma, qualche annetto passa. Vero che secondo la Ministra fare un figlio da adolescenti è "Il modo migliore per essere creativi", ma io resto convinta che qualche anno in più ma sapendo cosa vai a fare magari è meglio.
A quel punto, a 28 anni, con una casa, un marito e un lavoro a tempo indeterminato, ero pronta. Peccato che non basta che tu decida di volere un figlio per ritrovarti con il pancione e 9 mesi dopo un bambino in braccio. La volontà non basta per superare le barriere che il tuo fisico ti impone. Questo la Lorenzin non lo considera. Ma pensandoci bene non c'è da stupirsi visto che da quando c'è lei come Ministro della Salute tutto ciò che era prevenzione e quindi un diritto sacrosanto di tutti è diventato un privilegio solo di chi può permettersi di pagare. Tralasciando il nulla che ha fatto per quanto riguarda la PMA, che ad oggi in Italia è ancora un ammasso nebuloso di controsensi (lo è l'omologa, figurarsi l'eterologa) e che ci fa essere uno dei paesi più arretrati in questa materia.

Ma lei ti dice che "La fertilità è un bene comune". Ah sì? Non sapevo che lo stato di salute del mio apparato riproduttivo fosse argomento di conversazione da bar tra il nuovo acquisto della Juve, il terremoto e un selfie della colazione. La mia fertilità è un bene comune proprio per un cavolo, è una cosa estremamente intima e personale, che ogni donna ha il sacrosanto diritto di gestirsi come le pare. Voglio fare un figlio? Lo faccio, come dove e quando voglio. A 20 anni o a 40, con la fecondazione assistita o coi tentativi mirati o con il coito interrotto che non ha funzionato, con mio marito da 10 anni o con il tizio che ho incrociato alla stazione. Non voglio un figlio? Non sono affari tuoi il perché, Lorenzin.
Io ho deciso di fare un figlio, ho deciso di provarci e non arrivava, ho deciso di ricorrere alla scienza, ho deciso di sopportare torture fisiche e psicologiche, ho deciso di affidare il mio desiderio di essere mamma ad altre persone che avevano i mezzi e gli strumenti per arrivare dove io non potevo. E mai, in quei 2 anni di tentativi, mi sono sentita come se le mie difficoltà ad avere un figlio fossero un "bene comune". Sarà che quando le cose vanno bene, sul carro piace a tutti salirci, quando invece ci sono le difficoltà, allora non è un problema che riguarda nessuno. Io ho avuto la fortuna, in quei mesi sventurati, di avere vicino mio marito, la mia famiglia e quei pochi amici che invece di fare domande e finti incoraggiamenti si limitavano ad esserci, quando andavo fuori di testa e mi veniva da spaccare il mondo.

Quello che vorrei dire alla Lorenzin è che istituire un Fertility Day cercando di incentivare gli italiani a fare più figli con slogan assolutamente stupidi e privi di tatto significa mancare di rispetto ad una percentuale sempre più alta di donne che, mi creda Ministro, sanno benissimo quanto il tempo corra veloce, quanto sia importante non arrivare a 40 anni per fare un figlio ma che allo stesso tempo sono consapevoli che serve:
1) un uomo che partecipi all'atto, possibilmente non un alcolista o un drogato o uno senza lavoro
2) un lavoro, magari a tempo indeterminato, dove non si rischia, una volta incinte, di essere licenziate in tronco e quindi ci si costringe a campare con il sussidio di disoccupazione
3) una casa in cui far crescere la suddetta creatura perché lo sanno tutti che nelle scatole di cartone sotto un ponte a gennaio un pò di freddo fa
4) due apparati riproduttivi, uomo e donna, che funzionino a dovere perché se uno dei due non va, beh, non c'è Costituzione Italiana che tenga. Il pargolo non si fa.

Quindi ecco, caro il mio ministro, io non credo che esista un giorno giusto per celebrare la fertilità delle donne. Credo che ogni giorno invece vada celebrato il coraggio delle donne che, nonostante la precarietà, l'assoluta mancanza di uno Stato che aiuti e supporti con strutture adeguate le madri che lavorano, l'incertezza di un futuro che fa sempre più paura, decidono di prendere in mano la loro vita e di stravolgerla per crearne una nuova. Se io dovessi pensare a come dipingere il mio personale #fertilityday userei queste 2 immagini:



Immagini che esprimono quanto sia stato sofferto e difficile e per nulla scontato arrivare a quei sorrisi, a quel musetto lì, a quella famiglia che era sempre stato il mio sogno e che la natura stava cercando di negarmi. Quindi Ministro, fai una bella cosa, annulla sto #fertilityday e ammetti lo sbaglio. Ognuno si guarda in casa sua e prende le sue decisioni. Anche perché, non è questione di essere maligni, ma una che ha avuto 2 gemelli a 43 anni, mi sembra che se ne sia sbattuta alquanto della fertilità che ha un'età e della creatività dei genitori giovani. Quindi da brava, visto che razzoli male, smetti di predicare.




26 agosto 2016

AMARE UN PO' DI PIU (SE STESSE)

Ogni fase di cambiamento della mia vita è sempre stata accompagnata da un taglio di capelli. Dopo la laurea, dopo il matrimonio, prima di iniziare la ICSI, prima della nascita di Sofia. E anche adesso, che settembre ci porterà un bel pò di stravolgimenti, era d'obbligo cominciare con un look diverso.

Così ieri sera ho scelto quale sarebbe stato il taglio che mi sarei fatta oggi. E ho incrociato lei.


Non credo esistano molte altre persone sulla Terra con un viso bello e perfetto come quello di Natalie Portman. Insomma, essere divina anche senza capelli non è da tutte. Quindi ho deciso di ispirarmi a lei. Dopo aver riscosso il benestare delle mie amiche/consulenti d'immagine, ho mandato le foto alla mia parrucchiera che mi ha detto una cosa che mi ha fatto riflettere. Mi ha scritto "Cosa manca a te? Coi suoi vestiti faresti la tua bella figura, sei una mammina giusta". E da quel momento ho iniziato a pensare.
A pensare al fatto che da quando ho partorito non sono più riuscita a vedermi davvero bella, nonostante io abbia perso tutti e 17 i kg che Sofia mi aveva gentilmente regalato in 9 mesi. Il mio corpo è cambiato, mi è rimasta la fissa della pancia, che se non mi piaceva prima figurarsi adesso (durante la gravidanza ho vissuto il miglior rapporto di sempre con il mio corpo). Il fatto è che ho questo maledetto vizio di pensare sempre all'aspetto negativo di una cosa e non a quello positivo. Sono una pessimista cronica. E questo mi porta spesso a considerarmi peggio di quello che sono.

E forse è arrivato il momento di dirmi che un pò brava lo sono. Per tutto quello che faccio ogni santissimo giorno, feriale o festivo, per non far mai mancare niente a mia figlia e a mio marito (anche se con lui certe volte mancante mi sento), per dare tutta me stessa in un lavoro che prima non sentivo mio e che adesso difendo a costo della vita perché mi permette di essere una madre migliore, per il tempo che concedo agli altri negandolo a me. Insomma, se mi fermo a pensarci bene faccio un sacco di cose ogni giorno, ho un sacco di responsabilità ma nonostante questo non mi tiro mai indietro, cerco di dipendere il meno possibile dagli altri a costo di togliere tempo a me. Certo, privarmi di tempo indica in un certo senso un'incapacità di fondo di ascoltare le mie esigenze. Ma io sono fatta così, do tutta me stessa per le persone che amo, dimenticandomi di me. Salvo poi arrivare al punto in cui mi sento sopraffatta dalla mancanza di tempo e sclero. Il problema è che non sono nella posizione di poter prendere solo una parte di questa vita. Ho un lavoro a tempo pieno che mi impegna tutto il giorno e che non posso delegare, ho una bambina piccola che ha tutto il diritto di avere una mamma che la segue e stia con lei quando non è in ufficio, un uomo che ho sposato e con cui passo decisamente meno tempo di quanto vorrei.

Ripenso spesso alla me di qualche anno fa, prima di Sofia. E mi rendo conto che non ero molto diversa. Lavoravo 12 ore al giorno, non mi risparmiavo mai, ero sempre presente per famigliari e amici. L'unica differenza era che, non essendoci Sofia, mi restava ancora del tempo per me. E allora scrivevo. Ora scrivere significa sottrarre tempo a qualcosa (una volta posticipo un certificato di 10 minuti, una volta scrivo quando Sofia dorme). Mi manca il tempo che prima avevo per leggere per esempio. Ma ho la consapevolezza che se non avessi anche una sola delle cose che ho adesso non starei davvero bene. Un lavoro part time non farebbe per me, sarà che non sono mai stata abituata ma quando devo gestire Sofia in un momento che non è il weekend non è sempre facile. Pensarmi senza Sofia è un qualcosa di assurdo, sarebbe come immaginarmi senza una parte di me. Pensarmi senza Daniele uguale. Abbiamo le nostre difficoltà ma siamo legati a doppio filo da questo esserino indemoniato e da un miliardo e mezzo di altri motivi, che ci rendono impossibile pensare di condividere la vita con qualcun altro.
Quindi la mia vita è complicata, ma io sono un giocoliere, tengo tutto in bilico. Sono stressata, esaurita, in eterna lotta con me stessa ma quando mi fermo a pensare a quello che ho, a quanto duramente ho lottato per ottenerlo e quali e quante soddisfazioni mi prenderò nel futuro (perché succederà, è scritto nel destino) non posso non sentirmi orgogliosa di quello che sto facendo. E' vero, non mi faccio una manicure dal mio matrimonio, mi taglio i capelli 2 volte all'anno e con la stessa frequenza (o forse meno) mi faccio la tinta. Non sono una mamma esemplare, porto mia figlia al parco giochi tipo una volta al mese quando va bene, in vacanza una settimana all'anno e da Mc Donald's ogni sabato a pranzo (e magari pure in settimana). Ma amo Sofia sopra ogni cosa, non era nemmeno nata e già avevo iniziato a mettere via soldi per la sua università, ha più di quanto avrebbe bisogno e so di non amarla di meno semplicemente perché non sto tutto il giorno con lei.

Spesso questa cosa dell'essere una mamma poco presente mi fa nascere profondi sensi di colpa, ma nella realtà dei fatti so che noi abbiamo trovato la nostra dimensione. Sofia a me, il suo papà e i suoi nonni. Non sono mai stata il genere di mamma che si fa prendere dal panico se deve separarsi da sua figlia. Forse non mi è stata data la possibilità di esserlo, forse non sarebbe stato comunque nel mio carattere. E Sofia ha capito perfettamente come funziona, sa che mamma alla mattina va al lavoro e poi ritorna sempre. La guardo e so che lei si fida di me. E, ecco, questo per me è un traguardo importante. Sapere che mia figlia quando non ci sono mi pensa ma non si sente abbandonata.



Tra nemmeno due settimane inizieremo l'inserimento alla sezione primavera. Sofia sarà di sicuro una delle più piccoline. Sento mamme che al momento di mandare i bambini all'asilo si distruggono in pianti e disperazione (le madri, non i figli eh). Ecco, a me non capiterà. Semplicemente perché potrò solo che apprezzare gli aspetti positivi della mia bambina inserita in una realtà nuova e stimolante. Certo, all'inizio non sarà facile, perché comunque significherà per lei imparare a stare in un ambiente sconosciuto senza il paracadute delle persone conosciute. Ma la mia cucciola è stata abituata da subito all'indipendenza, e sono certa che si divertirà un sacco e imparerà tantissime cose nuove. Vederla crescere giorno dopo giorno sotto i miei occhi non fa che rendermi orgogliosa delle scelte che ho fatto. Quindi col cavolo che non sono una buona madre, faccio ogni giorno del mio meglio e il meglio per mia figlia, che di sicuro non è avere 24/24 accanto una madre isterica e senza prospettive, ma è avere una mamma che quando torna a casa è tutta per lei...state tranquilli che a Sofia basta 1 ora per rifarsi di tutto il giorno in cui non mi vede!

Volete sapere alla fine com'è il risultato di sto taglio alla Natalie Portman? Eccolo qua.


E adesso siamo pronte per andare a comandare. Che la sfida abbia inizio. Sono pronta.

16 agosto 2016

IBIZA 2016 CON SOFIA. LA NOSTRA IDEA DI FAMIGLIA. LA NOSTRA IDEA DI VACANZA


Ore 21.00, giorno di Ferragosto. Siamo tornati ieri pomeriggio e: mio marito stamattina era già al lavoro, la mia piccola si è svegliata con il raffreddore e la febbre. Welcome back Famiglia Rossi, è proprio il caso di dirlo! Così dopo aver messo a letto Sofia, che nonostante il naso gocciolante e la tosse non perde la sua vivacità fuori dalla norma, ho deciso di ritagliarmi questo momento e di mettere nero su bianco quella che é stata la nostra settimana di vacanza (un pò poco ma il tempo che avevamo era questo).

Ibiza, quindi. Ovviamente tu dici Ibiza e tutti ti dicono "E ci vai con una bambina?". Beh non è che abbiamo portato Sofia al Pacha, anche se in effetti in questa settimana c'erano un paio di dj che il suo papà avrebbe volentieri sentito suonare. Siamo andati al nord, Cala San Vicente, un posto che solo i temerari raggiungono. E meno male, aggiungo io. Perché era il posto perfetto per noi. Spiaggia lunga, specie di lungomare dove andare col passeggino per fare addormentare Sofia, mare splendido e calmo e trasparente. Insomma, ancora una volta soldi (non pochi) ben spesi. E poi nel villaggio gente molto gentile e disponibile, Sofia si scatenava ogni sera con la baby dance e c'erano tanti bambini e in generale famiglie. Diciamo che, avesse avuto anche solo un paio di anni in più, sarebbe stata una vacanza tranquilla e rilassante per noi genitori. Abbiamo deciso di fare un'escursione a Formentera che, tornassi indietro, rifarei solo per il meraviglioso servizio fotografico che ci hanno fatto e che ci ha permesso di avere foto meravigliose di noi 3. Per il resto é stata una faticaccia indicibile soprattutto per Sofia che é arrivata a sera sfinita e io e Dany fuori di testa per la tensione e lo stress. Ok mare bello ma troppa troppa gente e troppo serrato il ritmo per vivere il tutto serenamente con una bimba così piccola.

Ibiza, sole cuore e taaaaaaaanto amore!

Quindi tu dici che sei stato in vacanza e la gente associa subito il pensiero che ti sei riposato e sei pronto ad un nuovo anno di sfide e obbiettivi. Invece...invece non c'é relax se hai una figlia come la mia. A meno che per relax intendiamo quel paio di ore che mi venivano concesse quando riuscivo a farle fare il riposino pomeridiano in camera e Dany restava con lei mentre io scendevo in spiaggia. Ho ringraziato mio marito ogni giorno per essere come é, il genere di papà che non se ne frega ma sta dietro a sua figlia per concedermi di rifiatare. Portava Sofia col passeggino ad addormentarsi la mattina, la teneva al pomeriggio. Insomma, non sarei arrivata alla fine di questa settimana senza il suo appoggio. Se ho potuto mettermi al sole e leggere qualche pagina di libro lo devo a lui. Per il resto Sofia era assolutamente fuori controllo. Sempre caricata a molla, sempre a correre da una parte all'altra della spiaggia. Ad un certo punto bisognava imporle di spegnersi e allora dopo un pò di resistenza cedeva, dormiva quell'oretta (a volte anche 2), e in quel momento d'oro ci sembrava quasi di essere in vacanza. Ma ovviamente non si poteva fare il bagno insieme e lasciare lei a dormire nel passeggino. Quindi si faceva tutto a turni oppure lo si faceva con lei, che era sicuramente meno romantico ma decisamente più pratico. Guardavo le coppie sdraiate vicino a noi e mi ricordavo di quando anche per me la vacanza era così: ozio,ricaricare le pile,staccare la spina. Poi però ieri, sull'aereo che ci stava portando di nuovo a casa dopo una settimana dove aveva visto posti nuovi, imparato a dire MARE e BUIO, ho guardato la Sofia e ho capito che per ogni volta in cui esasperata ed esaurita e in preda allo sclero ho pensato "Ma che follia é stata fare un figlio?", per due volte mi sono risposta sempre "Non sarei mai stata davvero felice senza".

A Formentera come i VIP!!!!

Perché alla fine per me adesso Sofia è un qualcosa di incredibilmente impegnativo ma allo stesso tempo fonte di costante orgoglio. Il modo in cui adesso interagisce, quando ti si avvicina e di sua iniziativa ti bacia, il profumo che ha il suo alito quando a 10 cm dal suo viso la guardo addormentarsi. Sarebbe più facile se lei non ci fosse? Sicuramente sì, senza ombra di dubbio posso affermarlo. Vivrei una vita diversa? Probabilmente sì, viaggerei di più, avrei più soldi in tasca alla fine del mese, Amazon non mi riconoscerebbe tra i suoi clienti più fidati. Sarei felice? No. Questo lo so per certo. Perché prima sono stata una donna senza un figlio, innamorata di suo marito ma consapevole di sentirsi incompleta. Poi sono stata una donna che non poteva avere un figlio, e ogni giorno vissuto con quella condanna sulle spalle non faceva che farmi sentire insoddisfatta della vita che avevo. Non era colpa di mio marito che non mi amava abbastanza. Semplicemente non bastava il suo amore per compensare quello che avevo da dare ad un figlio. Che é un qualcosa di diverso da ogni altro amore, è un amore totale e per la vita che puoi provare solo per qualcuno che custodisci dentro di te e poi dai alla luce. Poi sono stata una donna in attesa, 9 mesi di paura vissuti tutti con il solo scopo di stringerlo/la tra le braccia, Sofiego. Nessuno mi aveva preparato a quanto sarebbe stata vivace e dispotica e accentratrice mia figlia. Ora sono una donna con una figlia, che ama suo marito ancora più di prima per il semplice fatto che lui ha accettato di cambiare la sua vita e di viverla in funzione non più solo mia ma di me e di sua figlia.



Se penso a questa vacanza posso dire che no, non mi sono riposata ma che mi porto a casa ricordi meravigliosi. E che sono contenta di averlo fatto con mia figlia. C'é una foto splendida di Sofia seduta su un muretto a Formentera davanti alla spiaggia di Los Pujols, lei in primo piano e dietro questo mare meraviglioso. Vero che lei non ricorderà mai di essere stata lì, che per lei quel mare o la piscina dove fa acquaticità hanno la stessa attrattiva. Ma avevo promesso a me stessa che un figlio non ci avrebbe limitato come coppia ma, anzi, ci avrebbe fatto smuovere ancora di più nel realizzare i nostri desideri. Viaggiare é sempre stata una delle cose che più abbiamo amato fare. E ora che abbiamo ripreso non ci fermeremo più. Magari per raggiungere l'altra parte del mondo ci diamo ancora qualche anno...ma nel frattempo ci sono ancora un'infinità di posti meravigliosi che non abbiamo ancora visto. E che vedremo. Con Sofia, perché siamo una famiglia. E c'è chi passa ogni estate coi propri figli allo stesso bagno della stessa spiaggia dello stesso mare e chi ha iniziato a collezionare calamite ricordo dei posti dove é stata nei primi 2 anni della sua vita. Ogni famiglia è a se. E sono sempre stata convinta che quello che fa bene a noi fa bene ai nostri figli. Quindi, con le dovute attenzioni e senza sconfinare nell'egoismo di trascinare mia figlia in un posto solo per piacere mio, difficilmente per noi ci saranno vacanze in hotel sulla riviera. Semplicemente non le vivrei come vacanze. Io per staccare il cervello ho bisogno di allontanarmi, prendere un aereo, andare in un posto dove si parla un'altra lingua, dove trovo qualcosa che qua non c'è.

Tu sorridi e tutto è più bello, anche le nuvole!

Prossimamente vi racconterò i miei obbiettivi per questo nuovo "inizio anno". Nel frattempo spero vi piacciano le foto che ho deciso di condividere in esclusiva con voi (a parte qualcuna di me e Sofia come foto profilo su Facebook, non ho fatto nessun album). A presto.

2 agosto 2016

WEEKEND AL FAMILY HOTEL

Per chi ha dei figli, una delle questioni più spinose da risolvere è solitamente quella che riguarda le vacanze. Dove andare? Quanto lontano? Con che mezzo? Hotel, appartamento, villaggio, Marte?

Noi (più io veramente, ma mio marito ha dato il suo benestare) non potevamo sopportare un'altra settimana ad agosto rinchiusi in appartamento in Liguria. L'unica settimana di ferie su 52 totali di lavoro in un anno. Avevo bisogno di riprendere il contatto con una realtà che sento sempre meno mia. Morale della favola, ci siamo buttati sull'estero. Baleari, Ibiza (zona tranquilla, niente David Guetta, solo noi e le capre), villaggio. Il che significa aereo, un'ora e mezza ma per Sofia sarà il battesimo del volo quindi con tutte le incognite che questo comporta. Sto cercando di tranquillizzarmi, di trovare dentro di me un briciolo di ottimismo, soprattutto considerata la cifra che abbiamo sborsato. Ma il weekend appena trascorso non mi fa stare tranquilla.



Sabato 30 luglio io e Marito abbiamo festeggiato 5 anni di matrimonio (Ringrazio di cuore quelle 3 persone che se ne sono ricordate, sorvoliamo su quelle che, nonostante siano state al nostro matrimonio, se ne sono fregate). E abbiamo deciso di regalarci un weekend. Trattandosi dell'anniversario di matrimonio avremmo dovuto ritagliarci qualche giorno solo noi 2, ma poi ovviamente il senso di colpa ha avuto la meglio e quindi tac, eccoci in quel di Diano Marina (praticamente sentivamo l'odore di Andora dietro l'angolo). Volendo fare i genitori premurosi abbiamo optato per un Family Hotel. Che in parole povere significa un posto child friendly dove i bambini sono seguiti dalle animatrici (solo dai 3 anni in su però), si ha accesso 24/24 a pappe, omo, latte fresco e tutta la compagnia (quindi non devi portarti roba da casa).
Considerazioni. Lasciamo stare il fatto che, stando lì solo per il weekend, ci è toccata la camera probabilmente messa peggio, con piastrelle sbeccate e nessun regalino per Sofia ad attenderci (come invece è stato fatto per chi, probabilmente, ha optato per passare lì le proprie vacanze). Nel complesso il personale è stato molto disponibile, ha assecondato le mie richieste per i pasti di Sofia, quindi nulla da dire. Potrebbe essere un posto dove tornare quando Sofia è più grandina. Se io volessi fare le vacanze a Diano Marina. Se io non volessi vedere il mondo. Se per me la Liguria fosse il mondo. Quindi anche no.
Il fatto è che Sofia in un ambiente nuovo si trasforma. Soprattutto in questa fase della sua crescita. Quindi il momento dei pasti è stato complicato, definiamolo così. O meglio, lei il suo lo mangiava, ma poi rendeva impossibile mangiare a noi, non voleva stare nel seggiolone, pretendeva di correre per i tavoli, urlava il suo solito mantra MAMMA-PAPA-NONNO.

E qui ecco la cosa sorprendente, che mai ti aspetteresti in un Family Hotel. LE ALTRE FAMILY CHE TI FISSANO CON L'ARIA SCOCCIATA. Ma fammi capire? Ma tu tuo figlio lo hai cagato fuori che aveva già 8 anni? Perché se no non si spiega quell'espressione sulla faccia che sembra dire "Che palle questa bambina, falla smettere di lagnarsi". I bambini a 2 anni fanno così. Fanno i bambini. Che poi, se posso permettermi, non credo che mettersi a imboccare bambini imbambolati davanti all'ennesimo cartone animato di Peppa Pig sul cellulare possa definirsi un grande atteggiamento. Io faccio capire a mia figlia che quando la mamma e il papà sono a tavola si sta a tavola tutti insieme, lei può non essere d'accordo, ma il ricatto non lo uso. Se vuole mostrare il suo dissenso lo faccia, non cambia la sostanza. Quindi francamente mi ha lasciata un pò così l'idea che in un posto dove dovremmo sentirci davvero tutti sulla stessa barca (visto che non era solo Sofia quella che piangeva/faceva capricci/rognava), ci si permetteva il lusso di stare lì a giudicarsi. Comunque chiudiamo la parentesi perché ci sono stati anche momenti carini. Tipo quando Sofia faceva i suoi 2 pisolini giornalieri, mattina e pomeriggio, nel passeggino, in spiaggia. E avevo quell'ora e mezza d'aria per rifiatare. Allora la guardavo dormire beata e mi dicevo che la vita del genitore è una faticaccia, nel senso che non hai più una vera vita, però come fai a non essere orgoglioso di quel musetto lì? Sì, capricci, pianti, non voglia di dormire compresi.


Adesso bisogna pensare al fatto che domenica ci aspetta una nuova esperienza. Pronti o no, si parte! E, in tutta sincerità, ne ho un disperato bisogno. A tutti quelli che sono in partenza, che sono già al mare o che ci andranno, auguro delle splendide giornate. Noi cercheremo di riposare un pò, anche perché, a inizio settembre, ci aspetta l'inserimento alla sezione primavera. Già solo per prepararmi a quello avrei bisogno di almeno un mese di ferie. Da sola però.

COSA MI PORTO NELL' ANNO NUOVO

Quest'anno gli anni saranno 39. Non me li sento, non sono pronta. Se penso che mia figlia ne compirà 9 poi! Mi sembra pazzesco quanto ve...